Le insidie del "Principio di Peter
Sign up for access to the world's latest research
Related papers
2016
2 Ripubblicato da Francesco Paoli nel secondo volume della sua raccolta di scritti rosminiani (cfr. a. rosmini, Scritti vari di metodo e di pedagogia, a cura di F. Paoli, unione Tipografico-Editrice, Torino 1883), il saggio fu poi riproposto da Giovanni Gentile in una antologia degli scritti pedagogici rosminiani (cfr. rosmini, del principio supremo della metodica e l'educazione dell'infanzia, con altri scritti pedagogici, a cura di g. genTile, torino, Paravia, 1916), con due precisazioni: è un testo che contiene molti elementi caduchi; ciò non di meno, nella sua sostanza ha un valore permanente (anche al di là degli intendimenti strettamente apologetici). 3 Cfr. rosmini, Sull'unità dell'educazione, in iD., dell'educazione cristiana, a cura di l.
1 A partire dai saggi di P. Rescigno, ripubblicati in L'abuso del diritto, Bologna, 2001, in particolare L'abuso del diritto, in Riv. dir. civ., 1965 ss.; R. Sacco, L'esercizio e l'abuso del diritto, in G. Alpa -M. Graziadei -A. Guarneri -U. Mattei -P.G. Monateri -R. Sacco, Il diritto soggettivo, Torino, 2001, 281 ss., fino alle monografie di M. Messina, L'abuso del diritto, Napoli, 2004, e M.P. Martines, Teorie e prassi sull'abuso del diritto, Padova, 2006. Un utile orientamento in G. Pino, L'abuso del diritto tra teoria e dogmatica (precauzioni per l'uso), in Eguaglianza, ragionevolezza e logica giuridica, a cura di G. Maniaci, Milano, 2006, 115 ss. 2 F. Cordopatri, L'abuso del processo, I, Presupposti storici, e II, Diritto positivo, Padova, 2000; E.M. Catalano, L'abuso del processo, Milano, 2004; M.F. Ghirga, La
Petite Plaisance, 2023
This articles reviews the scholarship on the question of Orphism from the 19th century onwards and then goes on to provide an analysis of some of the sources. It subsenquently shows some striking similarities with some of Plato's own theories concerning the Forms and the anamnesis.
{\it Questo articolo fa seguito ad un lavoro scritto poco più di un anno fa \cite{ranfonemaupertuis}, in cui ci eravamo occupati di presentare la Prima Versione in italiano del ``Principio di Minima Azione" di Maupertuis, così come veniva presentata nel suo ``Saggio di Cosmologia" (1768), nella traduzione di Orazio degli Arrighi Landini. Nel presente lavoro, vogliamo invece sollevare la questione della paternità stessa di questo {\sl Principio}, universalmente attribuita al filosofo francese. In effetti, sei anni prima che venisse presentata all'{\sl Académie Royale des Sciences} di Parigi (1744), una versione pressoché identica, anch'essa limitata nell'applicazione alla sola rifrazione della luce, era già stata proposta dal matematico napoletano Pietro Di Martino, in una sorta di {\sl ``post-scriptum"} fatto aggiungere proprio prima della stampa, all'inizio del primo volume della sua opera maggiore, le {\sl ``Philosophiae Naturalis Institutionum libri tres"} (1738). Questo fatto, forse poco noto, anche se può mettere in dubbio l'originalità della sua idea, non toglie comunque al filosofo francese il grande merito di aver intuito l'enorme portata del {\sl Principio di Minima Azione}, con la sua estensione alla meccanica dei corpi materiali presentata nel 1746. \medskip [In a work written more than a year ago \cite{ranfonemaupertuis}, we presented the first italian version (1768) of the ``Maupertuis' Principle of Least Action" as given in his ``Essay on Cosmology", in the translation of Orazio degli Arrighi Landini. In the present paper we wish to discuss about the paternity of this {\sl Principle}, universally attributed to the french philosopher. Indeed, six years before being presented at the {\sl Académie Royale des Sciences} in Paris (1744), an almost identical version had already been given by a neapolitan mathematician, Pietro Di Martino, in a sort of {\sl ``post-scriptum"} added, just before its printout, at the beginning of the first volume of his main work, the {\sl ``Philosophiae Naturalis Institutionum" libri tres"} (1738). This fact, although it may induce some doubt about the originality of his idea, it does not take away from the french philosopher the great merit of having understood the enormous importance of the {\sl Principle of Least Action}, through its extension to all mechanics of material bodies (1746).]}
Primo capitolo di La tutela antidiscriminatoria. Fonti, strumenti, interpreti, 2019
Sommario: 1.1. I significati dell'eguaglianza.-1.2. L'eguaglianza come garanzia del pluralismo sociale. Il ruolo antimaggioritario delle corti.-1.3. L'eguaglianza come eguaglianza redistributiva e mezzo di integrazione sociale.-1.4. L'eguaglianza come diritto umano e come diritto della "persona situata".-1.5. Eguaglianza e non discriminazione nello spazio comune europeo.-1.6. La tutela antidiscriminatoria nel sistema della Convenzione europea di salvaguardia dei diritti del-l'uomo e delle libertà fondamentali (CEDU).-1.7. La funzione dell'eguaglianza nel processo di integrazione europea.-1.7.1. Il divieto di discriminazioni basate sulla nazionalità.-1.7.2. La cit-tadinanza europea e la solidarietà transnazionale: nascita e crisi di un'idea.-1.7.3. Il divieto di discriminazioni basate sul genere.-1.8. La nuova stagione del diritto antidiscriminatorio. Fonti e ambiti di applicazione.-1.9. Il principio di non discriminazione come «leva di Archimede».-1.9.1. In principio era Mangold.-1.9.2. I percorsi tortuosi del dopo Mangold.-1.9.3. Verso la costruzione di un controllo d'eguaglianza diffuso.-1.9.4. Chi ha paura dell'effetto diretto?-1.9.5. Il revival dei contro-limiti e "l'identità costituzionale".-1.10. L'evoluzione della tutela an-tidiscriminatoria.-1.10.1. Il "vecchio" diritto antidiscriminatorio.-1.10.2. Le teorie che hanno ispirato le nuove fattispecie di discriminazione.-1.10.3. La nozione di discriminazione nel nuovo diritto antidiscriminatorio.-1.10.4. Eccezioni ai divieti di trattamenti differenziati e giustificazio-ni alla disparità di effetti.-1.10.5. La natura autonoma e la funzione rimediale dei divieti di di-scriminazione.-1.10.6. La struttura del giudizio di discriminazione.-1.11. Il valore contrastato dell'eguaglianza.-1.11.1. I nuovi confini dell'eguaglianza: una "solidarietà fra estranei".-1.12. Mobilitazione legale e mobilitazione sociale.
Notes per la psicoanalisi n. 15, 2020
La complessità della statuto metapsicologico dell'al di là del principio di piacere chiama in causa quello del principio di piacere stesso, conducendo a indagare la dialettica tra i due funzionamenti psichici. Il contributo propone una ricognizione dei rapporti tra il principio di piacere e il suo al di là a partire dall'opera freudiana per procedere con l'insegnamento di Lacan, che rilegge e cerca di sciogliere i nodi teorici rimasti insoluti nel saggio di Freud del 1920. The complexity of the metapsychological status of the 'beyond the pleasure principle' calls into question that of the pleasure principle itself, leading to investigate the dialectic between the two types of psychic functioning. This paper proposes a survey of the relationship between the pleasure principle and its 'beyond', starting from Freud's work to proceed with Lacan's teaching, which re-reads and tries to untie the theoretical knots that remained unsolved in Freud's 1920 essay.
This article is an analysis of the treatise "De primo Rerum Principio". Its purpose is to discover in the architecture of the text the theory of the univocity of being. This is present as the “condition of possibility” in the inquiry: if God had not participated in the same concept of being as created beings, we could say nothing about Him. But, we can say something about God and affirm that He is the Prime Principle of all beings, because we know Him from the multiplicity of reality. The created order is completely structured according to a double essential order of dependence and eminence. Every substance is correlated to the other as a sensible whole. Within this comprehension of reality emerges the binomial, "finite-infinite", in its quality as transcendental, that is, coextensive to being itself. It is the most complete way to “say God” on the basis of the created world: whereas every created substance is limited, finite, God is the infinite substance, Prime Efficient, Prime Eminent and Ultimate End. In the concept of infinity, according to Scotus, pure perfections and the characteristics of intelligence and the will of the divine substance come together. The very assumption of the univocity of the concept of being makes the whole "Tractatus de Primo Principio" coherent in its closely linked logical conclusions. It shows us the possibility of knowing God rationally, although our intellect is signed by the double limit of being creatures and sinful.
La Biblioteca di via Senato, 2020
di giuseppe scaraffia di nino insinga
Lo scrittore ne ha fatto l'emblema dello scienziato "buono" che rifugge dagli orrori delle scoperte scientifiche. Per dirci che l'uso che si fa del progresso è responsabilità di tutti
ISSL Papers, 2024
This contribution analyses the concept of the “hostile city” by formulating a critical framework focused on the artefactual dimension. The hostile city expresses the political will to stigmatise certain categories of subjects. To this end, the hostile city is disseminated with particular artefacts that make this hostilisation possible. The article proposes to elaborate an urban semeiotics, a science of symptoms capable of analysing the material structure of the city by focusing on elements that are insignificant at first sight. The article focuses on a particular political artefact characteristic of the hostile city, namely the bench on which it is impossible to rest.

Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.