I principi della paideia secondo Rosmini
2016
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Abstract
2 Ripubblicato da Francesco Paoli nel secondo volume della sua raccolta di scritti rosminiani (cfr. a. rosmini, Scritti vari di metodo e di pedagogia, a cura di F. Paoli, unione Tipografico-Editrice, Torino 1883), il saggio fu poi riproposto da Giovanni Gentile in una antologia degli scritti pedagogici rosminiani (cfr. rosmini, del principio supremo della metodica e l'educazione dell'infanzia, con altri scritti pedagogici, a cura di g. genTile, torino, Paravia, 1916), con due precisazioni: è un testo che contiene molti elementi caduchi; ciò non di meno, nella sua sostanza ha un valore permanente (anche al di là degli intendimenti strettamente apologetici). 3 Cfr. rosmini, Sull'unità dell'educazione, in iD., dell'educazione cristiana, a cura di l.
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Nel panorama della filosofia italiana dell'Ottocento Rosmini raggiunge, per la profondita e l'estensione del suo sistema, l'apice della notorietà e della autorevolezza. I suoi contemporanei avvertirono la novità e l'originalità delle sue idee, coerenti con il suo credo religioso, ma autonome nella loro origine e fondazione. Il Saggio sull'origine delle idee è la sua personale risposta alle formulazioni della precedente filosofia: da Kant ad Hegel.
2021
In this paper, my aim is to expose Giovanni Gentile's interpretation of the philosophy of Antonio Rosmini. In particular, the purpose is to show the meaning that Rosmini's thought assumes in the historiography and in the theoretical and moral philosophy of Gentile. Eventually, Rosmini will turn out to be, in Gentile's reading, a sort of an Italian Kant.
La coscienza divisa. Da Antonio Rosmini a Pietro Prini, 2021
Il metodo sui generis con cui Rosmini concepisce la filosofia cristiana, e che ha impegnato il concetto cristiano dell’assoluto stesso ossia la Trinità, viene esplicitato tramite tre temi che risultano particolarmente emblematici per concretizzarla, e che concernono il problema del male, quello della creazione e infine la prova ontologica. In tutti e tre i temi vedremo questo specifico intreccio tra speculatività della ragione e conferma della rivelazione.
prospettive di ricerca Nel 1931, redigendo la voce "Wissensoziologie" ("Sociologia del sapere") per lo Handwörterbuch der Soziologie, Karl Mannheim, contestando l'idea di presupposti aprioristici del sapere tipica del neokantismo, imperante a quell'epoca, sosteneva che ogni sapere e ogni forma di sapere sono, di fatto, costantemente influenzati dalla loro collocazione sociale, dal loro «vincolo ontologico» (Seinsgebundenheit). Oggi, in quella che comunemente e convenzionalmente sembra essere accettata come "età della scienza", lo scetticismo mannheimiano circa la definizione kantiana del sapere come «un ritener-per-vero soggettivamente e oggettivamente sufficiente» pare aver fatto scuola.
Rosmini Studies, 2014
Nei primi anni dell'Ottocento, cioè negli anni della sua fanciullezza e della sua prima formazione a Rovereto, il tema della religione islamica non fu presente ad Antonio Rosmini (1797-1855). Nel primo scritto giovanile di una certa ampiezza, peraltro rimasto allora inedito, Il giorno di solitudine, che pure rivelava una cultura già molto solida e dai numerosi rimandi (tra gli altri Montesquieu, Voltaire, Rousseau), il tema non compariva: un generico riferimento agli Arabi, a proposito del ruolo sociale della religione, sembrerebbe riferirsi infatti ad un periodo precedente a Maometto 1 .
Nella lunga tradizione di periodici di ispirazione rosminiana, che dalla seconda metà dell'Ottocento arriva ai giorni nostri, «Rosmini Studies» è la prima rivista on line ad acces-so aperto. Promossa dal Centro di Studi e Ricerche 'Antonio Rosmini' dell'Università di Trento, essa ha una cadenza annuale e uno spiccato carattere internazionale, che si rivela non solo nella scelta del titolo e nell'editoriale sempre pubblicato in cinque lingue (italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo), ma soprattutto nella composizione del comitato scien-tifico, nella provenienza dei collaboratori che di norma scriveranno i loro contributi nella lingua madre e nel mezzo scelto per la diffusione, ossia il web, con un programma che con-sente l'accesso libero e gratuito alla rivista in ogni parte del mondo. Ciò risponde alla con-vinzione che la ricchissima produzione scientifica che riguarda Rosmini, cresciuta in modo esponenziale soprattutto a partire dagli anni Sessanta del secolo scorso, abbia bisogno oggi di una maggiore internazionalizzazione. «Rosmini Studies» intende caratterizzarsi anche per un approccio interdisciplinare alla figura del grande filosofo di Rovereto: ci sembra infatti che ciò sia richiesto non solo dall'estensione enciclopedica del suo pensiero, ma anche dalla sua poliedrica personalità, che ha svolto un ruolo di primo piano sia sul versante della storia della filosofia sia su quel-lo più generale della storia della cultura – si pensi all'intenso rapporto con Manzoni e Tommaseo oppure alle polemiche con Gioia e Romagnosi – come pure sul versante della sto-ria della Chiesa cattolica, in quanto fondatore dell'Istituto della Carità e protagonista della secolare 'questione rosminiana', ovvero su quello del Risorgimento italiano, con la pubbli-cazione delle sue «operette» politico-religiose più celebri e la sua ben nota missione a Roma. Dopo una lunga e feconda stagione di approfondimenti specialistici, riteniamo che queste diverse prospettive analitiche possano, anzi debbano, comunicare e interagire molto più in-tensamente, se davvero si desidera capire una personalità unitaria e coerente come quella di Rosmini.
2023
In G. Lettieri, M. Fallica, A.-Ch. Jacobsen (eds.), Progress in Origen and the Origenian Tradition, series “Early Christianity in the Context of Antiquity”, 25, Peter Lang, Berlin 2023, pp. 253-273. Abstract: This essay aims at providing data about the role of Origen and the Alexandrian tradition in Antonio Rosmini’s thought. Origen is one of Rosmini’s auctoritates in several significant issues, such as the election of bishops and the (non- ordained) “priesthood of all believers.” But Rosmini also rejects some of Origen’s views, e.g., in his exegesis of John’s Prologue. The last part of this study deals with the “Alexandrian” heritage in Rosmini’s (and J.H. Newman’s) thoughts on the doctrinal, dogmatic, hermeneutical, and ecclesiological progress. Keywords: Antonio Rosmini, Origen, Alexandrian tradition, John Henry Newman, Exegesis
2018
Rosmini alla prova della fenomenologia. E viceversa Una persistente tensione fra professione di finitezza e tentazione di assoluto pervade larga parte del pensiero moderno e contemporaneo. Qualche rapido riferimento può risultare illustrativo. In Descartes, la percezione della crisi degli ordinamenti tradizionali motiva l'esercizio sistematico di un dubbio che, radicalizzato, consegna sì l'Io all'attualità incontrovertibile del suo pensare, senza che però, solo per questo, derivi a quel pensare la garanzia del proprio svolgersi secondo verità. Al filosofo francese, qui giunto, non basta tuttavia che l'Io possa sorvegliare la propria fallibilità testimonianza del limite , facendo leva sulle risorse di autocorrezione di cui pure dispone. Gli è invece necessario, scopertosi Io della mente, sapersi con certezza definitiva al di qua del confine che lo separa dall'abisso della falsità assoluta; e dunque rinvenire tra i propri pensieri di Io finito la prova "evidente" del protendersi in lui, come nella natura, dell'ordine delle ragioni di un Dio perfetto e veritiero. Fino al punto che persino la capacità di autoemendazione possa apparire, infine, come facultas a Deo tributa (Meditatio VI, ed. Adam-Tannery VII, 101). La finitezza naturale non è tolta, ma, in quanto finitezza, è certo depotenziata grazie al ripristino del continuum di razionalità che ora, con rassicurante certezza, salda in unità la natura e Dio: «[P]er naturam enim, generaliter spectatam, nihil nunc aliud quam vel Deum ipsum vel rerum creaturarum coordinationem a Deo institutam intelligo». Sembra di udire già Spinoza, ma è ancor sempre Descartes. Il quale, peraltro, proprio per aver accreditato il presupposto della conoscibilità dell'infinito, aprirà non a caso la strada alle grandi variazioni intorno al motivo dell'assoluzione metafisica del finito che saranno proposte non solo da Spinoza, appunto, ma anche da Malebranche e da Leibniz. In Kant, il consumarsi della fiducia nelle garanzie trascendenti della verità impegna la ragione al compito di circoscrivere le proprie possibilità in funzione dei propri limiti, ma, come noto, nemmeno l'opzione autocritica riesce ad affrancare il soggetto trascendentale dal rovello metafisico dell'incondizionato, ancorché riassorbito, con valore regolativo o come postulato, nell'economia della ragione stessa. In Hegel la filosofia torna invece decisamente succuba del bisogno di superare
Analogamente a quanto è accaduto in tempi di Rosmini, oggi siamo in uno stato di perplessità radicale circa la soluzione ai problemi della società e dell'economia. Come verremo nel corso di questo convegno, il pensiero economico di Rosmini a avuto che fare con le idee economiche del patrimonialismo halleriano, il mercantilismo Colbertiano, il cameralismo tedesco, il pensiero economico liberale anglosassone (inglese e scozzese di tipo evolutivo), l'economia civile italiana della felicità, il liberalismo politico tocquevilliano, l'umanesimo sismondiano, il socialismo utopico e l'utilitarismo di Bentham. Allo stesso modo oggi, dopo decenni di consenso primo attorno a una democrazia sociale basata sulla teoria dell'economia del benessere e poi intorno a un neoliberismo basato sul pensiero economico neoclassico ci presentano come alternative nuove forme di neokeynesismo, neo-protezionismo, neopatrimonialismo populista, neosocialismo, neoliberismo hayekiano, neocomunitarianesimo e neo-schumpeterianesimo evolutivo, cui si fanno riferimento ad una situazione di dibattito politico e proposte economiche di una complessità e varietà molto simile a quella affrontata da Rosmini.

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