Conservazione E Restauro Dei Beni Culturali

Il presente elaborato descrive l'intervento di restauro del dipinto cinquecentesco realizzato su tavola raffigurante l'Adorazione dei Pastori con Santo vescovo, di autore ignoto, oggi conservato presso i depositi della Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis di Palermo. L'intero intervento di restauro è stato accompagnato da una fase di documentazione grafica e fotografica e una di ricerca, avvalendosi dell'esperienza di diverse personalità in campo storico-artistico e tecnico-scientifico che hanno consentito di ottenere informazioni utili sull'opera. Un'approfondita ricerca archivistica ha permesso di ricostruire la storia del dipinto e del suo trasferimento dalla sede originaria, l'Abbazia benedettina di San Martino delle Scale, fino all'attuale. Lo studio storico-artistico, unitamente a quello delle tecniche esecutive, ha permesso di confermare la realizzazione dell'opera negli ultimi decenni del Cinquecento. Il pittore sembra, infatti, uniformarsi alle scelte iconografiche che si diffondono in Sicilia nel periodo successivo alla Controriforma, anche grazie alla circolazione di incisioni, che sembrerebbero influire sull'impostazione sintetica e lo stile seccamente grafico del dipinto. Il confronto di alcuni dettagli stilistici con altri pittori noti attivi nell'ambiente palermitano del secondo Cinquecento, così come l'utilizzo di una tecnica mista per la stesura delle campiture avvalorerebbe questa tesi. L'intervento di restauro si è posto come obiettivo la restituzione di una buona lettura dell'opera, partendo da un'operazione di consolidamento che mirasse a preservare l'integrità di tutti gli strati costitutivi originari e rimuovendo, invece, gli interventi che ne deturpavano l'immagine. Il proposito di ridare decoro e completezza alla cornice, priva di un elemento angolare ha stimolato la ricerca di metodi alternativi all'inserimento di elementi lignei, per cui è richiesta una buona manualità e la valutazione del comportamento alle variazioni termo-igrometriche simile al supporto originale, e ai calchi, peraltro se non vietati, ormai limitati dalla normativa vigente. «La funzione della cornice si definisce […] come raccordo spaziale» 1 afferma Cesare Brandi, in primo luogo «fra lo spazio fisico dell'ambiente in cui è immerso lo spettatore e la spazialità del dipinto» 2 e in secondo luogo «fra questa spazialità e la spazialità propria della parete su cui il dipinto è collocato» 3. Nel caso esaminato si è deciso di agire per trovare una soluzione rispettando i principi di riconoscibilità, reversibilità e compatibilità e ripristinare questo "raccordo spaziale", mettendo al servizio del nostro studio tecniche di ingegneria inversa e materiali impiegati nel campo della stampa 1 C. Brandi, Teoria…, p. 123. 2 Ibidem. 3 Ibidem.

The present study discusses the restoration of the sixteenth-century painting made on wood, which depicts the Adoration of the Shepherds with a holy bishop, by an unknown author, currently preserved in the deposits of Galleria Regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis, in Palermo. Throughout the restoration, a graphic and photographic documentation phase and one of research were addressed, being supported by the experience of different personalities in the historical, artistical and technical-scientific-fields, which allowed to obtain useful information on the work being studied. An in-depth archival research permitted to reconstruct the history of the painting from its original location, at the museum of the Benedictine Abbey of San Martino delle Scale, until the current position. The art-historical analysis, together with the executive techniques one, has allowed us to confirm the creation of the work in the last decades of the sixteenth century. The painter seems, indeed, respects the iconographic choices that spread in Sicily in the period after the Catholic-Reformation, thanks to the diffusion of engravings, which would appear to affect on the concise setting and on the painting bluntly graphical style. The comparison of some stylistic details with other known and operating artists in Palermo in the second half of the sixteenth-century, as well as the use of a mixed technique sustain this thesis. The restoration has aimed, therefore, at reestablishment of a good reading of the work, starting from the consolidation operation, whose purpose was to preserve the integrity of all the original constituent layers and removing, however, the previous interventions which disfigured the image. The intention to reinstate the value and completeness of the frame, deprived of an angular decorative element, has stimulated the search for alternative methods and to the casts, however, if is not prohibited, now is limited by the current law. "The function of the frame is defined [...] as a spatial connection" 1 says Cesare Brandi, first "space between the physical environment that surrounds the viewer and the space of the painting," 2 and secondly "between this space and the spatiality of the wall on which the painting is placed." 3 In the case we examined, it was decided to operate in order to find a solution respecting the principles of recognition, reversibility and compatibility, and restore this "spatial connection", putting reverse engineering and materials used in the field of 3D printing at the service of our study. On the latter it has carried out a test phase, with the purpose of confirming their 1 C. Brandi, Teoria…, p. 123. 2 Ibidem. 3 Ibidem.

Intitolazione della prima sala lignea della Biblioteca Comunale di Palermo a mons. Baldassare Palazzotto (1777-1858), direttore dal 1833 al 1858, ornitologo, dimostratore di Storia Naturale e Custode del Gabinetto Numismatico alla Regia Università di Palermo, Canonico della Cattedrale, Rettore del Seminario Arcivescovile. Presentazione della sua biografia secondo le recenti ricerche e del restauro del ritratto conservato nel Famedio dei Siciliani illustri.

Questo lavoro descrive la ricerca e l’intervento di restauro effettuati su un brano musivo in opus sectile a motivo geometrico proveniente dal Cairo e datato al XV secolo, attualmente custodito presso la Galleria Regionale di Palazzo Abatellis di Palermo. Le vicende storiche che hanno interessato il frammento hanno portato alla perdita delle tracce relative alla sua provenienza, facendone “dimenticare” il valore artistico e determinandone un quasi abbandono. L’intervento di restauro ha costituito un vero e proprio momento di conoscenza dell’opera e, dunque, un’occasione per approfondirne gli studi sulla provenienza e per ricostruirne le vicende conservative ed il contesto storico-culturale, permettendo di valorizzare e restituire al pubblico un manufatto che fino ad oggi non ha potuto godere della adeguata fortuna critica. Il percorso di ricerca storica ha consentito di inquadrare il manufatto all’interno del cosiddetto “Dono Iacovelli”, di cui fanno parte altri pannelli pavimentali in opus sectile oggi conservati presso quella che era la Sala Araba del Museo Nazionale di Palermo (oggi Museo Archeologico Regionale A. Salinas), specchio di un’identità squisitamente nazionale durante il contesto culturale di fine Ottocento.

OPERAZIONI PRELIMINARI: a)Messa in sicurezza; b)Spolveratura; c)Protezione con Ciclododecano. CONCLUSIONI L'intervento di restauro ha consentito, attraverso il recupero e lo studio conoscitivo intrapreso sull'opera, di restituire alla fruizione del pubblico un manufatto che per le sue caratteristiche e le sue particolari vicende conservative rivela un grande interesse dal punto di vista storico-artistico. Si va così ad aggiungere un altro tassello all'insieme dei pannelli pavimentali in opus sectile provenienti dal Cairo e appartenenti alla donazione Jacovelli. L'intervento conservativo attuato sull'opera, nel rispetto dei principi che stanno alla base del restauro moderno, oggi permette di godere appieno della sua leggibilità e fruibilità, restituendo alla collettività uno dei rari esempi di opus sectile islamico appartenenti al patrimonio italiano.