La danza nel cinema muto italiano
2017, La danza nel cinema muto italiano
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Abstract
Il volume ricostruisce il panorama della danza nel cinema muto italiano, ivi compresi quei film di produzione estera la cui ambientazione e tematica ne fanno un prodotto della cultura nazionale. Benché la stagione del muto si sia chiusa quasi un decennio più tardi, si è scelto come terminus ad quem il 1921, data di inizio del suo declino. Nello stesso anno fu distribuito il film La Nave, la cui danza, da sola, funge da sintesi metonimica della presenza coreutica nel cinema muto italiano.
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"Luci sulla città. Belluno e il cinema", a cura di Alessandro Faccioli, 2009
L’ipotesi di partenza di questa ricerca è che l'analisi delle rappresentazioni cinematografiche della sfera alimentare, attraverso gli studi degli antropologi presi in considerazione, permetta di cogliere alcune strutture sociali dell'epoca che le ha prodotte. Lo studio antropologico del cinema di finzione, affrontato in particolare attraverso lo studio della messinscena della cultura del cibo, permette di scoprire che l’approccio sociale al film è in grado di avanzare proposte di ricerca dotate di tesi coerenti e pertinenti in merito alle dinamiche culturali e sociali di una data comunità. Il cinema è infatti un’istituzione che da una parte rappresenta la società e dall'altra ne alimenta l’immaginario collettivo, interpretando i fenomeni sociali e fornendo indicazioni sugli spettatori. Come ogni altra produzione culturale, anche quella cinematografica si crea e si mantiene viva all’interno di uno spazio liminare che vede la dimensione dell’immaginario e quella del reale entrare strettamente in connessione, al punto da sovrapporsi e confondersi, permettendo di estrarre informazioni sulla società mediante un’analisi del film di matrice socio-antropologica.
Società Editrice Fiorentina, 2025
Nel 1891 Matilde Serao pubblica il romanzo Il paese di cuccagna 1 ; uno dei capitoli del testo, L'osteria di Babbasone porta come sottotitolo Il dichiaramento, termine col quale nella cultura partenopea tra Ottocento e Novecento si indica il duello nella formula rusticana, plebea. Attraverso lo sguardo della giovane e povera Carmela, Serao ci mostra lo scontro tra due gruppi di giovanotti in aperta campagna nella zona di Capodimonte. La ragione del dichiaramento è una donna, contesa dai capigruppo di entrambe le fazioni. Nel racconto emergono lentamente i tratti caratteristici della sfida armata tra guappi che, come vedremo, si distingue dal duello tradizionale per un assetto originale e indipendente, di cui si trova traccia anche nel teatro e nel cinema muto partenopeo. Scopo di questo intervento è identificare i possibili elementi di contatto o di diversità tra il duello cavalleresco e la sua versione popolare. Definire cioè i soggetti, le motivazioni, le modalità che lo scontro tra rivali mette in campo nella cultura partenopea ottocentesca a partire dall'analisi di produzioni culturali di origine diversa: dalla poesia alla saggistica, dalla canzone alla sceneggiata teatrale e cinematografica. Nella sua accezione più generica, il duello viene definito una pratica per regolare conflitti privati, volta a ristabilire l'onore e la rispettabilità di un individuo compromessi da un evento critico. Generalmente il duello prescinde dalla giustizia pubblica e si appella alle leggi sociali e morali delineate dal contesto socioculturale di appartenenza, per il quale non costituisce infatti azione illegittima 2. 1 Il paese di cuccagna appare a puntate sul «Corriere di Napoli» (1889-1891), viene poi pubblicato da Fratelli Treves di Milano nel 1891.
in “Scritti sul cinematografo. ‘Memorie e Confessioni (15 anni d’Arte Muta)’ seguito da ‘La parabola del cinema italiano’” (a cura di Denis Lotti), 2013
I memoriali di Emilio Ghione (1879-1930) si suddividono in due pubblicazioni. Il primo è “Memorie e Confessioni. 15 anni di Arte Muta” pubblicato nel corso del 1928, a episodi in inserti staccabili e rilegabili, a margine della rivista “Cinemalia”, il testo è pressoché sconosciuto recentemente ritrovato dal curatore per la prima volta pubblicato nella sua interezza; l’altro scritto, più noto, è “La parabola del cinema italiano”, saggio con ambizioni storiche pubblicato postumo in Francia, per l’occasione tradotto in italiano.
Call for papers del convegno "Le ombre di Eros. Erotismo e passione nel cinema muto italiano" (Grugliasco e Torino, 26-27 febbraio 2026) Scadenza CFP: 10 ottobre 2025 Lingua del convegno: italiano
Dal cinema ambulante alla conquista di una sede fissa - Nascita e sviluppo del sistema produttivo - La prima crisi del cinema muto italiano - La conquista del mondo - Censura e istituzioni
2013
Nel saggio si indagano le problematiche che accompagnarono la nascita della “nuova danza” in Italia negli Ottanta e il suo configurarsi come “danza d’autore”. In una prima parte si evidenziano alcuni momenti e temi particolarmente interessanti del dibattito critico sul fenomeno. Ci si concentra, poi, sulla vicenda del Manifesto 1992. Danza come Arte Contemporanea e della LAICC (Liberi Autori Italiani Coreografi Contemporanei) come importante tentativo di autodefinizione di una specificita poetica e organizzativa della danza d’autore italiana promosso da alcuni degli artisti esponenti. In the paper we investigate the problems that accompanied the birth of the “nuova danza” in Italy in the 80s and its configured as “danza d’autore”. In the first part we highlight some particularly interesting moments and themes of critical debate on the phenomenon. We focus, then, the story of the “Manifesto 1992. Danza come Arte Contemporanea” and LAICC (“Liberi Autori Italiani Coreografi Contemporan...

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