Roman Law on Waters

Il presente contributo propone un'analisi esegetica del testo di cui a D. 39.3.2.1 e 2 (Paul. 49 ad ed.) nel più ampio contesto del testo paolino di cui a D. 39.3.2 (Paul. 49 ad ed.). L'esegesi si concentra in particolare sull'obbligo di patientiam praestare come titolo di responsabilità alternativo a quello principale di restitutio suis sumptibus esperibile attraverso l'actio aqaue pluviae arcendae (di seguito a. a. p. a.). Nei paragrafi indicati, letti alla luce dei corrispondenti testi dei Basilici, è possibile individuare nell'esercizio dell'a. a. p. a. a titolo di patientiam praestare, oltre ad una forma di tutela dello stato delle proprietà fondiaria di entrambi i proprietari confinanti, anche una forma di regolamentazione dell'uso e della produttività dei fondi stessi, a vantaggio della miglior gestione delle risorse rurali.

L'Enciclica papale Laudato s/'del 2015, dedicata ai gravi problemi
ambientali dei nostri tempi, rispecchia valori della tradizione giudaico-cristiana, ma  altresì principi e regole rintracciabili nel diritto romano.

[The 2015 Papal Encyclical Laudato si', dedicated to the serious
environmental problems of our times, reflects values of the Judeo-Christian tradition,  but also principles and rules already in Roman law].

خضع الماء في نقله وتوزيعه واستغلاله بمُدن الشمال الأفريقي خلال المرحلة الرومانية لمجموعة من الضوابط القانونية التي حالت دون المسّ بالمِلك العمومي أو الخاص، فقد حَدَّدَت النصوص القانونية الحقوق والواجبات، كما نصَّت على طبيعة المخالفات وقيمة الغرامات، ووزعت المسؤوليات على أفراد الجهاز الإداري المركزي والإقليمي والمحلي، حتى يتولى كل منهم تحت إشراف موظفين آخرين التدبير المُعَقلن والمُستدام للموارد المائية

Abstract. Rural environments in Roman times were dominated by human struggle against an inconstant and often ruinous nature. The writings of Roman jurists from the I century b. C. to the III a. D., and those of land surveyors as well, are full of ideas on the strategies implemented in rural environments to counteract the disastrous effects of river floods. The procedural dynamics provide evidence that, in arranging these means in trial, the magistrates never acted on the basis of a priori choices in favor of one of the interests at stake, but always by means of a wise balance of the interests to be evaluated from time to time in the concreteness of the individual process. Through the analysis of the various issues at stake in the trial it will be possible to evaluate the resilience of landowners towards the environmental catastrophes.

The article examines arguments based on Roman law in Chapter V of Hugo Grotius’ Mare liberum, sive de iure quod Batavis competit ad indicana commercia dissertatio. This short treatise, constituting in fact an extract from a larger work known as De iure praedae commentarius, not published during Grotius’ lifetime, is an excellent example of how new normative solutions can be developed on the basis of existing legal institutions. Some of these institutions, despite having been developed as part of the ancient Roman law, were treated by Grotius as having their origins in natural law (ius naturale), or the law of nations (ius gentium). The reference to natural law certainly facilitated the transposition of institutions that had historically fitted into the framework of private law (ius privatum) into the realm of public law (ius publicum). This tendency was one of the key factors in the development of the early modern concept of ius gentium. Hence, the analysis covers the institutions and concepts invoked by Grotius, such as, in particular, occupatio, res publicae, and res omnium communes. Their use is a proof of the realism of Grotius, who creatively applied the institutions of Roman private law to public jurisdiction over the seas.

I diritti di riproduzione e di adattamento anche parziale della presente opera (compresi i microfilm, i CD e le fotocopie) sono riservati per tutti i Paesi. Le riproduzioni totali, o parziali che superino il 15% del volume, verranno perseguite in sede civile e in sede penale presso i produttori, i rivenditori, i distributori, nonché presso i singoli acquirenti, ai sensi della L. 18 agosto 2000 n. 248. È consentita la fotocopiatura ad uso personale di non oltre il 15% del volume successivamente al versamento alla SIAE di un compenso pari a quanto previsto dall'art. 68, co. 4, L. 22 aprile 1941 n. 633.

Partendo dall'attuale configurazione del diritto di proprietà nella legislazione europea, inteso come diritto umano, l'a., attraverso un'analisi della situazione dominicale così come era congegnata nel diritto romano-giustinianeo e nella tradizione romanistica, alla quale si sono rifatti i codici italiani del 1865 e del 1942, giunge alla conclusione che non al modello romanistico si è ispirato il legislatore europeo, ma alla lunga esperienza storica che ha portato all'affermarsi dei diritti umani. Essi sono infatti frutto di un'evoluzione che trova i suoi precedenti non nel diritto romano, ma in quei movimenti di pensiero sviluppatisi, nel '700, in America, con la Dichiarazione dei diritti dell'uomo, collegata alla Dichiarazione di indipendenza delle Colonie americane, e in Francia, con la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino, alla quale si arrivò in seguito alla Rivoluzione.

Le acque private. 1 * Sommario: 1. Introduzione-2. Acque pubbliche e private: dal T.U. del 1933 al Codice dell'ambiente. 3. Le acque private.-4. Cenni sulle acque minerali e termali e sulle darsene costruite su suolo privato.-5. Conclusioni.

The analysis of the legal sources of the second and third centuries AD,aims to highlight the fact thatthe inclusion of the sea among the res communes omnium, and the same this category developed by Marcian are not so much the mature fruit of the discussions developed among the imperial jurists but, on the contrary, an attempt to build a special category within the res publicae, open to anyone regardless of Roman citizenship, which, however, when it was created by Marcian, would need further reflection. However, such an in-depth study was not possible due to the lack of scientific activity of the jurists after Gordian III. A close analysis of the scene of Plautus’ Rudens is also carried out, in order to attempt a correct framing of the discussion on the historical process that involved the definition of the sea as res communis omnium.

Sumario 1. INTRODUCCIÓN. 11. CAUCE. 111. ORILLAS l. INTRODUCCIÓN En esta línea de investigación que hemos abierto, convendría retomar la disposición interdictal que nos servirá como punto de partida en nuestro análisis (D. 43,12,1 pr.), que comienza diciendo: No hagas en río público o en su orilla, ni introduzcas en río público ni en su orilla, cosa alguna por la cual se haga peor para las naves la estancia o el paso: (Ulpianus, libro LXVIII ad edictum): Ait praetor: Ne quid in jlumine publico ripave eius lacias neve quid in jlumine publico neve in ripa eius immittas, quo statio iterve navigio deterior sit flato Ciertamente, llama la atención, asimismo, que el pretor prohíba que se haga o introduzca en río público o en su orilla alguna cosa que pueda perjudicar la navegación, matizando exclusivamente en río público o en su orilla. * Este trabajo ha sido realizado en el marco del Proyecto Coordinado de Investigación "Derecho

En esta contribución realizaremos un análisis y una revisión jurisprudencial sobre el arrendamiento de los lugares públicos, con el propósito de determinar el verdadero alcance de esta previsión interdictal y su posible extensión (D. 43.9.1): el pretor prohíbe que se impida por la violencia el disfrute de un lugar público tomado en arrendamiento de quien tuviera el derecho para arrendarlo “(Ulpianus, libro LXVIII ad edictum): Praetor ait: Quo minus loco publi­co, quem is, cui locandi ius fuerit, fruendum alicui locavit, ei cui conduxit sociove eius e lege locationis frui liceat, vim fieri veto”. Y, asimismo, destacaremos algunos de los perfiles más sobresalientes de esta providencia urgente que emana del pretor: El interdicto de loco publico fruendo no se refiere en sentido estricto a las cosas públicas in publico usu, sino, principalmente, a campos o terrenos públicos (ager publicus) que se conceden en arrendamiento a los particulares y se les puede exigir el correspondiente vectigal.

La pubblicazione di articoli e note proposti alla Rivista è subordinata alla valutazione positiva espressa su di essi (rispettando l'anonimato dell'autore e in forma anonima) da due lettori scelti dal Direttore in primo luogo tra i componenti del Comitato scientifico internazionale. Ciò in adesione al comune indirizzo delle Riviste romanistiche italiane (AG.,

L'uomo deve necessariamente rapportarsi in modo simbiotico con la realtà che lo circonda, rispettandola e, allo stesso tempo, traendone il massimo beneficio. Con lo scorrere dei secoli, lo sviluppo industriale e la nascita di sempre nuove e differenti esigenze economiche e sociali, si è inevitabilmente modificata la relazione tra il territorio e i suoi fruitori, aumentando il bisogno di una migliore pianificazione, nella considerazione dei vari equilibri in gioco. Questo volume è la sintesi di un percorso di conferenze sviluppate su contesti argomentativi e temporali che possono a prima vista apparire distanti tra loro, ma che sono tutti uniti dalla medesima sensibilità, nonché dalla volontà di dimostrare l'ineliminabile e poliedrico flusso di relazioni che si sviluppano tra la natura e il genere umano

Resumen-El problema de la libertad natural en el Derecho Romano El objetivo de este escrito es aclarar el significado jurídico de la afirmación del jurista romano Ulpiano (aprox. 170 d.C-228 d.C.), en el seno de una sociedad en la que se reconoció y se practicó ampliamente la esclavitud, según la cual 'utpote cum iure naturali omnes liberi nascerentur nec esset nota manumissio, cum servitus esset incognita' (Ulp. l.1 inst. D. 1. 1.4). La investigación se centra en el ámbito de los problemas jurídicos en los que aparece el sintagma libertas naturalis con anterioridad a Ulpiano, poniendo especial atención en algunos textos de Gayo (siglo II d.C.), procedentes de sus obras Institutiones y Res cottidianae. La importancia de la libertad natural se plantea, tanto respecto de las formas de pérdida de la propiedad sobre los animales silvestres capturados, como

La Pro Caecina tratta una causa di diritto civile, riguardante il possesso di un fondo, denominato Fulciniano, conteso tra un esponente dell'aristocrazia etrusca, Aulo Cecina, difeso da Cicerone, e il suo avversario, Sesto Ebuzio, di origine italica. Nell'abile e incisiva ricostruzione degli eventi, che hanno portato alla causa, si ricompone, per rapide campiture, il quadro complesso di un ambito territoriale già travagliato, sotto il profilo sociale ed economico dalla guerra civile tra Mario e Silla. Dai problemi giuridici relativi alla causa possessoria, l'analisi di Cicerone prende lo spunto per affermare la preminenza della ratio legis nell'interpretazione del diritto, e per illustrare, con ricchezza di argomentazioni e con autentica passione, il valore del diritto civile, quale fondamento dell'ordine sociale e degli interessi essenziali di ogni cittadino. Nel capitolo XXVI, facente parte della Refutatio, hanno particolare rilievo le affermazioni di Cicerone, che riguardano la difesa appassionata del diritto di proprietà, fondamento dell'ordine sociale, la condanna della violenza, la peggior nemica del diritto, e soprattutto la lode del diritto civilegaranzia dell'interesse generaledel quale Cicerone tesse, secondo le parole del Pothier, uno splendido elogio. Il quale costituisce non certo l'ultimo dei motivi, che rendono così avvincente e così attuale, l'orazione ciceroniana in difesa di Cecina.

A propósito de la actio aquae pluviae arcendae (acción de contención del agua pluvial) 10 de muestra POMPONIO en el 0.40, 7,21 ,pro (Lib. VII e...: Plaulio): «labeo libro Posle riorum ita rtfert: Calenus, dis p~ns ato r meus, si rationes diJigen• ter tractasse \'idebitur, Iiber esto, suaque om ni a, et centu m habcto; diligCllti ll1ll dcsidcl'flrcea m debcmlls, fl llac domino, IlOIl l}lIac servo fue rit uli lis; erit autcm ei tlíligenliae ('O• 1 Sobre la 31:Iio a,¡U:le pl uviae ¡¡rec udac, pucden vc r~c: SAR• GENTI. " SIlIl.1 rt_f' IOnsab illla per dmmi nd UlppOlli di ~1 ':U I ;'¡!l / .. " ". Sludi de Fmnci ltCi, vo Ll II. Mit~1I 1956. P;i¡¡5, :tl9-)7 1: Iú. ~L'¡I(.:ti o aq~ae pluviac:1l'Ct lldlle. COn!ri bulo aUa dotl ri n~ ddlu rc~pon~ .. biliti!. pe: r danno r~1 DinuCl Rot1l an()~. Mll:!n 194 0: SCHONBAUER. «Die ;..:Iio aq llae p hl~i:'le arcencL 1e>o, ZSS51 (1 934) , I'~W>. 222 Y s~. BRANCA. _L. 1 rcsj'lOn!>. lbr lll:' f".=r IL1nni nei raplJOrti di vicin,ulLIl e il pcn~i ero del \'Ch:re.'t», Srudi Al hcrl:trtCl, vo l !. 1 ,)53. p:ig~.339 ys~ .. BIQNDI. .. L;I c:llegori:1 rc m,1n:1 dellc scr ... ihllc"". Milán 1938, p¡¡~s. 135 y ss: DE-RINE, ~A p ro PQ~ d u nOlJ vaw rt~i Ule clc!i eau. '(I" i\'éc~ ('1'éé p:1f Jusrullen>t. R 11),\. ' 1(1 ' :158), [' I-1gs. 4-19 Y $~.: RESINA SOLA. ~Rd a dones de "r.Ctllll:ln. El ['1-1...<;0 dr. agua pltJ ... i n)~ ell SularJ it,1S 1 rGran:¡Ja 19110), r:lg~235 y ~~ : RIC'CORO-NO. ~L.'i tcori ::t ,Jcll'atJu~o cli Dlri ttu ne lla Jo1t ri n~ ron l:1n. "¡>l .BI RD "Vittorio Sdaloju)" \'01. V, Mi lán ! 939, r~g s. 1-48,: BURDESE ... Actio a¡¡U:le plu \'iac :m,:cllil: l~~, cn NND I, 1(19 57). p&gs. 251)' ~S.: SALER-NO. «Aqua plu\'ia cd op u~ m.'lIIU faclum». en L A BEO 27(1981)2. píg:;. 218 yU.: slr¿u~. ..,R,CCrcnc io lema di aelio ¡¡quae pluviac arccndac. Dalle XII '[avole all"e-pocac1as,sil'¡¡ _.M ilún 197.1; VARE-LA MATEOS , E" .. Un ejemplo de pragnmt is lllO rumnll <J ; la ac tio 341l3e pl11 vlac nrCClld;!e~. cn E~l u dios Jurídicos en hu menaje al pro-f~.or Au rcl in Menénd t7., 1996. págs.42 13 y ss .. V IGNERQ:'l. .. A CARM EN JIM~N EZ SALCEDO Facu h:' ld de Derecho proros de la léglti lllal ion passi\'e :' i l' acllO lIq UIlC plu\'illl: IIrcendae» • en SOl3d ilM A. Guarino 2(1984), p:lg~. 803 Y ~s.; ROtx; EI<. «Thc palmgencs in of Pnu l'Conullcnlaryon Ihe aetio ll q Ull C plllviac llrcendae». 1:11 ZSS. 1988. p~g6.726 Y ss,; PE-TERS, F., .. Dlt~ palcntiarn pr:u.:sl:1T1: im Kl llssischl:n Rómischen N:'Ichbllrrecht», SDHI. '101. xxxv (1 969). p~g~. 135 Y S~.; I3R UG I. ~RajJjlorli di \icinall1,a in ma tcrin di ac'lue nel diriuo nnri co comparu tu nI Diriuo Roma no" , AG 34 (188~). p:' igs,297 y ~. ; WATSON .

Per la tradizione amministrativa la concessione e lo strumento che consente ai singoli di utilizzare un bene pubblico a titolo particolare. Proprio l’endiadi espressa dai due aggettivi della definizione tradizionale, pubblico e particolare, nasconde la ragione della fortuna dello strumento concessorio, capace di soddisfare, allo stesso tempo, un’esigenza di carattere pubblico ed un bisogno eminentemente privato, sopravvivendo ai piu differenti periodi storici ed all’affermarsi delle piu radicali correnti di pensiero. A fare da sfondo a questa insanabile tensione, in perenne oscillazione tra i due poli estremi della definizione, la nozione, a sua volta relativa, discussa e costantemente rivisitata, di bene pubblico. Per questa ragione il titolo del lavoro che si presenta e articolato in tre segmenti, che fanno riferimento allo strumento, soltanto formalmente unitario, della concessione negli ambiti del demanio marittimo, del demanio costiero e del demanio portuale. Nel primo capitolo...

It is an incontrovertible fact that the Romans had a profound, and often irreversible, impact on the landscapes in which they lived. Coasts, mines, rural environments themselves were heavily affected by a tireless activity of remodeling the spaces and the often savage exploitation of natural resources. Deforestation was massive, due to the need to procure timber as domestic and industrial fuel, and material for building and shipbuilding . Another powerful contribution to soil degradation was given by colonization: the need to acquire land to distribute to the settlers led to massive deforestation which, obviously (and as we moderns also experience every day), caused extensive phenomena of soil erosion and instability . The contribution attempts to verify whether these problems, well known to the Romans themselves, prompted interventions aimed at moderating their impact on the environment, concluding that the attention of legal practitioners was directed to the productive aspects, with no interest in landscape protection.

No debemos olvidar que en determinados supuestos el interés privado 2 sobre el bien público parecía primar sobre el interés público en sentido amplio, cruzando la frontera entre la tutela del uso privado del bien de dominio público y la tutela del uso público del bien de dominio público, sin precisiones demasiado nítidas. Es preciso recordar un texto conocido bajo el nombre de Lex Quominus 3 , transmitido por Pomponio en su libro treinta y cuatro a Sabino y recogido en D. 43,12,2 4 : 1 Reflexiones directas e indirectas y algunas generalidades, en relación al interdicto ne quid in flumine publico ripave eius fiat, quo peius navigetur (D

El análisis profundo de las fuentes jurídicas romanas continúa siendo indispensable para el conocimiento, desarrollo y comprensión de la ciencia jurídica en general, pues, como ya puse de relieve en otro de mis trabajos, la frontera dinámica de la sabiduría romana, a pesar de las distancias cronológicas, ha traspasado con holgura, como es bien sabido, el simple estado de evolución propia, convirtiéndose en una auténtica fuente de inquietud científica. En este sentido, podremos observar que una lectura atenta de las fuentes no deja de ofrecer datos significativos de la institución interdictal, bien en relación a la fase originaria y su desarrollo sucesivo, o bien por lo que respecta a sus posibles límites y su estructura. El interdicto edictal que ahora nos ocupa, prohíbe realizar cualquier cosa en un río público o en su orilla que perjudique o impida que el agua fluya con la misma normalidad que el anterior estío: D. 43,13,1 pro (Ulpianus, libro LXVIII ad edictum): Ait praetor: In flumine publico inve ripa eius ¡acere aut in id flumen ripamve eius immittere, quo aliter aqua fluat, quam priore aestate fluxit, veto.

Sumario 1. INTRODUCCIÓN. 11. CAUCE. 111. ORILLAS l. INTRODUCCIÓN En esta línea de investigación que hemos abierto, convendría retomar la disposición interdictal que nos servirá como punto de partida en nuestro análisis (D. 43,12,1 pr.), que comienza diciendo: No hagas en río público o en su orilla, ni introduzcas en río público ni en su orilla, cosa alguna por la cual se haga peor para las naves la estancia o el paso: (Ulpianus, libro LXVIII ad edictum): Ait praetor: Ne quid in jlumine publico ripave eius lacias neve quid in jlumine publico neve in ripa eius immittas, quo statio iterve navigio deterior sit flato Ciertamente, llama la atención, asimismo, que el pretor prohíba que se haga o introduzca en río público o en su orilla alguna cosa que pueda perjudicar la navegación, matizando exclusivamente en río público o en su orilla. * Este trabajo ha sido realizado en el marco del Proyecto Coordinado de Investigación "Derecho

A propósito de los bienes de dominio público en el Derecho Romano SUMARIO l. Introducción. Concepto de res en las fuentes y la doctrina. 1!. Summa divisio rerum en GAYO. TI. l. Esmdio de GAYO. lnst. 2.1. IJ.2. Res divini iuris. 11.3. Res huma ni iuris. 11.3. 1. Res publicac. Tenninología y concepto. 1!.3. 1.1. Res publicae in publico usu. Caracterfsticas.

Il latino antico è una lingua povera di termini astratti, cioè di vocaboli idonei a descrivere l’attività intellettuale. Si presta invece a descrivere gli aspetti concreti della vita, poiché esso «peut être caracterisé comme une langue où domine la propension à l’expression concrète» ; la storia della terminologia relativa alla proprietà non fa eccezione a questo assunto generale. In epoca arcaica il concetto di appartenenza è indicato tramite aggettivi possessivi: meum, tuum…, oppure si trova il verbo esse accompagnato dai pronomi personali, mihi, tibi. Vengono dunque utilizzate espressioni efficaci, immediate e semplici che non furono abbandonate neppure in epoca classica. Anche il termine proprius fa riferimento al concetto di appartenenza, come del resto forme verbali quali habere, possidere, uti, frui , destinate successivamente ad essere utilizzate in costruzioni più tecniche

Resulta incuestionable que Constantino se erige en tiempos tardorromanos en un referente en la representación oficial que se realiza de quien detenta el poder. Mucho se ha escrito y analizado sobre el modo y forma en que se ejecuta la construcción pública de su figura a través de instrumentos oficiales como los discursos encomiásticos, inscripciones, monedas, estatuaria o incluso legislación. Todos ellos fueron idóneos mecanismos para la transmisión de su imagen, incidiendo en la posesión de una serie de atributos y facultades que le legitimaban y le mostraban pertrechado de virtudes usualmente valoradas en el emperador romano. A tal propósito no sólo se emplearon ciertos epítetos que describían su figura, sino que también participó de esa intención el modo y forma en que se destacaron su lado humano y sus sentimientos, lo que puede observarse singularmente en dos de los vehículos oficiales utilizados: los panegíricos y las constituciones imperiales.

There is no doubt that Constantine was essential in the official representation of who holds the imperial power in the Later Roman Empire. It has been written and analysed a lot about the way of the public construction of his figure was executed, especially through official instruments as encomiastic literature, inscriptions, coins, statuary, or even legislation. All of them were ideal mechanisms for the transmission of his image, stressing on the possession of attributes and abilities that legitimized him and showed him equipped with virtues usually valued in the Roman emperor. For this purpose not only were used certain epithets in order to describe his figure. In this sense the way in which the emperor’s human face and feelings were highlighted also participated of this intention and it can be singularly observed in two of the official channels used: panegyrici and imperial constitutions.

Remembering Aldo Cenderelli On December 12, 2011 an event to remember the late Professor Aldo Cenderelli (19372009) was held at the University of Milan-Bicocca. The presentation of his so called scritti minori 1 served as an occasion for friends, colleagues and loved ones to remember the Maestros work and life not only scientifically, but also emotionally and above all, joyfully, as he himself would have wished. During the first part of the session, presided by Professor Alberto Maffi, Professor Bruno Bosco, Dean of the faculty, reminded the audience of the vital role Prof. Cenderelli had in the organization of the second course of studies in law and in the successive creation of the center of studies of the University Bicocca. Prof. Bosco mentioned in particular the passion and enthusiasm and, at the same time, the mature guide and wisdom with which Prof. Cenderelli coordinated the regulation and structure of the departments of the University, a passion which accompanied Prof. Cenderellis activities even after the center was founded, when he took over the function of department coordinator for many years to follow. Prof. Bosco also remembered the respectful and nevertheless affectionate relationship the Professor had with his students, of which we as his scholars continue to have various testimonies and spontaneous memories. Then Prof. Carlo Augusto Cannata, who was tied to Prof. Cenderelli by a long and profound friendship, rose to speak, sharing some of the defining moments of Prof. Cenderellis academic career with the audience, beginning with his time of study at the University of Milan. The two Maestros encountered each other for the first time during the lectures on exegesis of the sources of Roman law held by Prof. Giovanni Pugliese. In this course, characterized by its seminarlike structure, the young Cenderelli, who was a regular attendant, acquired the taste for exegesis which would characterize all of his career from then on. Of Prof. Cenderellis career as a student, his colleague would remember the capacity to give exams like a machine, almost always conquering the maximum vote as well as his diploma thesis under the guide of Prof. Gaetano Scherillo, who, in the years to follow, was to become his Maestro. And of course Prof. Cannata honored the passionate interest Prof. Cenderelli held not only for the law, but also for philology, becoming ever more evident in many of his works.

Perfil de la orden interdictal ne quid in loco publico fiat (Que nada se haga en lugar público, D. 43.8.2, pr. Y*) 1) INTRODUCCIÓN Los datos qllc aquí pretendo recoger corresponden. funda mcnhrlmclltc, a la orden interdictal ne <luid in loco IJllbli• co fi atl lJ ; sin embargo. resulta dificil circunscribirse n los interesantes datos que nos aportan las fuentes para esta cues• tión s in incid ir en una d iscusión de alcance más general. ''' Sobr<l eSlc puma véa~e FERNÁN-DEZ DE HUJÁN. A, « I)c r~ho Pú• blico Romano •• ei L Il 184. La exi• gencm de arroma r IIn~ re<:ons!nICción de 111 arquilcelma ¡I\.Imilli~lruti • \'a romana ha sido scí'lalrlll:l [¡Inlhién muy espedficalncnlc por otTOS nutores: IHEIU NG , ,,(jCiS I de~ r1)mise he n Rechls. 6-EJ. 3 \'ub .. l..cip7j~. 1906-1923. lí lll ma reimpres ión; Danllstad. 1953-54. vul. 1 (9"etl.¡: vol. 1I In. (S' e<l.). TI':l11. c.~p Jel P RI NCIPE y SATORRES. 4 vals .. Mad r id , 1 li t) 1; STELLA MAR/\NCA. ,, 11 Diriuo Públ>lÍL'o Ro mano ncl la Moria de ll:¡ Istitu zioni e dcllc dourinc poli tic he. e:.lfaHo J cgl i Annali del scmi n:lrio gi uridi co economico della R. Ullivcrsitu J i Bari. ~nm) 11. fase. !. Ha n. 1\l21i: LAU RI A ... Le d imv<\Z ioni di acquc Ilú bbh~he. BlltD. 1932: SCHULZ. ,,[ pri ncipi de l diriuo romano» (Ir. 1~46 1. p.l 10. Irad, M. Abell;!, n Vc l1l5cn. Ci\'lras 1990; GIANNIN I. "'Pwfi lo ~t o rico tlella se;enza de l dir iu n :lmm inis lmtivo ». e u SS (1940), P. 145: Id. S.Y. Dirill o llnl!nini<;Ir:l\ivo. en ED. 12 (1964). p. 855 y S~.; RICCOBONO. Jr ..• dl prohlelll.<! d ell~ ri co5lRlzione del1e SlrUll ure ammini strativc ro mane, Syn td e ia. V. ARANG IO RUlZ. Nápo les. p. 6 63 y S~.; AL B UR-QUE I<Q UE, «A pro pósito de I~s providencias au ministru tivas urgentes: los int~rdic t os en Dcl't!~h o Rom:\IlO. en ReY. Derecho)' Opiuiún, Fuc ll lI~t1 de Derechu. Uni versid:ld dcCórdob:l, 1995-1996. p. 185)' ss. En F.spul h tam bi én han destac:ldo e Sln ntxcsid:ld-sobre totlo a I~I horn Jc re ;d il.Uf la vulomeión de ins!itu-cinll<!S concretas-pre."' igiososaJmi. nistmt ivist;¡s. ent re los que e:l bc ti• tar.GARClA DE ENTERRIA. .. Dos es tud ios subre 1:1 u, ueu pióll en Di:rec h o Adm iIIlS lr:u ivo », Madrid

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The analysis of the legal sources of the second and third centuries AD aims to highlight the fact thatthe inclusion of the sea among the res communes omnium, and the same this category developed by Marcian are not so much the mature fruit of the discussions developed among the imperial jurists but, on the contrary, an attempt to build a special category within the res publicae, open to anyone regardless of Roman citizenship, which, however, when it was created by Marcian, would need further reflection. However, at the time, such an in-depth study was not possible due to the lack of scientific activity of the jurists after Gordian III. A close analysis of the scene of Plautus’ Rudens is also carried out, in order to attempt a correct framing of the discussion on the historical process that involved the definition of the sea as res communis omnium.

The debate on the existence of a sensitivity towards the harmful effects determined by productive activities on the in the Roman world  has become more and more intense in recent decades, reflected in the terrible problems that the planet is facing with the increasingly serious climate crisis underway. A significant part of the historical-legal research believes that the Romans had developed an empirically founded awareness of the harmful consequences of economic action on the livability of the environment, or at least that measures aimed at other purposes could indirectly promote their protection. Based on a careful reading of the sources, this book comes to the conclusion that, with the exception of a few minoritarian voices, the preservation of environments was never at the center of the concerns of economic operators. Not even jurists chose environmental protection as the parameter of evaluation of economic action. This conclusion does not alter the fact that health concerns have at times led legal practitioners to develop instruments for the defence of living conditions in urban agglomerations.

La pubblicazione di articoli e note proposti alla Rivista è subordinata alla valutazione positiva espressa su di essi (rispettando l'anonimato dell'autore e in forma anonima) da due lettori scelti dal Direttore in primo luogo tra i componenti del Comitato scientifico internazionale. Ciò in adesione al comune indirizzo delle Riviste romanistiche italiane (AG.,

The a. tries to assess whether the Roman cultural and legal experience have known a sensitivity towards the protection of landscapes (as a notion other than the environment). The research focuses on the consequences of economic action on rural, coastal, marine and urban landscapes, giving a substantially negative answer to the issue.

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