A chiedere agli artefici dotati d’ingegno e temprati «dallo esercizio dell’arte» di dare corpo per iscritto al loro sapere fu Benedetto Varchi che, nella primavera del 1547, in concomitanza con i suoi interventi accademici dedicati alle...
moreA chiedere agli artefici dotati d’ingegno e temprati «dallo esercizio dell’arte» di dare corpo per iscritto al loro sapere fu Benedetto Varchi che, nella primavera del 1547, in concomitanza con i suoi interventi accademici dedicati alle arti figurative, aveva promosso fra un gruppo di amici artisti l’inchiesta «del principato e della nobilità [...] della scultura e della pittura». Le loro risposte, e fra queste le lettere dei pittori Pontormo e Bronzino e altri, così come quelle ben note di Giorgio Vasari, in apertura, e di Michelangelo a coronamento conclusivo della «disputa», fecero da corredo all’edizione delle celebri “Due lezzioni” varchiane, edite nel 1550, appena un mese prima delle “Vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani” dallo stesso «impressor ducale» Lorenzo Torrentino. Varchi fin dalla premessa generale pose la figura dell’artista al centro della complessa teorizzazione sulle “arti poietiche” (cioè «fattive») di Aristotele. Illustrando l’esser produttivo e, nel contempo, accompagnato dalla «certa e vera ragione» dell’”ars poietica”, il letterato mise in evidenza il fatto che questa si distinguesse dalla semplice tecnica, perché la sua capacità produttiva era possibile quando si verificava il possesso di una “techne”, ottenuta grazie all’esercizio, unitamente ai principi che regolavano una situazione in particolare (come, per esempio, fare la statua unica e originale). Il «proemio generale» e «l’introduzzione» alle tre arti poste da Giorgio Vasari in apertura delle “Vite” traevano l’ispirazione da questa solida esposizione varchiana. L’artista aretino coglieva bene il significato di riconoscimento riservato dal «philosopho» Varchi alle arti «fattive», mostrando per l’appunto nella sua opera il valore produttivo (ossia «fattivo») dell’operato degli artisti.