Alfeo, fiume d'Arcadia. Se per antica, e forse da voi negletta e non creduta fama, avete mai d'innamorato fiume le maraviglie udite, che, per seguir l'onda fugace e schiva 5 de l'amata Aretusa, corse (oh forza d'Amor!) le piú profonde...
moreAlfeo, fiume d'Arcadia. Se per antica, e forse da voi negletta e non creduta fama, avete mai d'innamorato fiume le maraviglie udite, che, per seguir l'onda fugace e schiva 5 de l'amata Aretusa, corse (oh forza d'Amor!) le piú profonde viscere de la terra e del mar penetrando, là dove sotto alla gran mole etnea, 10 non so se fulminato o fulminante, vibra il fiero gigante contra 'l nemico ciel fiamme di sdegno, quel son io: già l'udiste, or ne vedete prova tal, ch'a voi stessi 15 fede negar non lice. Ecco, lasciando il corso antico e noto, per incognito mar l'onda incontrando del re de' fiumi altero, qui sorgo, e lieto a riveder ne vegno 20 qual esser già solea libera e bella, or desolata e serva, quell'antica mia terra ond'io derivo. O cara genitrice! O dal tuo figlio riconosciuta Arcadia, 25 riconosci il tuo caro e già non men di te famoso Alfeo! Queste son le contrade sí chiare un tempo, e queste son le selve ove 'l prisco valor visse e morío. 30 Giovan Battista Guarini -Il pastor fido altri, con maggior gloria, d'atterrar orso o d'assalir cignale. Questi rapido al corso, e quegli al duro cesto, 70 fiero mostrossi e a la lotta invitto; chi lanciò dardo, e chi ferí di strale il destinato segno; chi d'altra cosa ebbe vaghezza, come ciascun suo piacer segue. 75 La maggior parte amica fu de le sacre Muse, amore e studio beato un tempo, or infelice e vile. Ma chi mi fa veder dopo tant'anni qui trasportata, dove 80 scende la Dora in Po, l'arcada terra? Questa la chiostra è pur, questo quell'antro dell'antica Ericina; e quel, che colà sorge, è pur il tempio a la gran Cintia sacro. Or qual m'appare 85 miracolo stupendo? Che insolito valor, che virtú nova vegg'io di traspiantar popoli e terre? O fanciulla reale, d'età fanciulla e di saver già donna, 90 virtú del vostro aspetto, valor del vostro sangue, gran Caterina, or me n'avveggio, è questa di quel sublime e glorïoso sangue a la cui monarchia nascono i mondi; 95 questi sí grandi effetti, che sembran meraviglie, opre son vostre usate, opre natie. Come a quel sol, che d'oriente sorge, tante cose leggiadre 100 produce il mondo, erbe, fior, frondi e tante in cielo, in terra, in mare alme viventi, Giovan Battista Guarini -Il pastor fido che son ministri degli dèi, non lodo. Tutti dormono ancora 30 i custodi del tempio, i quai non hanno piú tempestivo o lucido orizzonte de la cima del monte. silvio A te, che forse non se' desto ancora, par ch'ogni cosa addormentata sia. 35 linco O Silvio, Silvio, a che ti dié natura ne' piú begli anni tuoi fior di beltà sí delicato e vago, se tu se' tanto a calpestarlo intento? Ché s'avess'io cotesta tua sí bella 40 e sí fiorita guancia, "Addio, selve!" direi ; e seguendo altre fère e la vita passando in festa e 'n gioco, farei la state a l'ombra e 'l verno al foco. 45 silvio Cosí fatti consigli non mi desti mai piú: come se' ora tanto da te diverso? linco Altri tempi, altre cure. Cosí certo farei, se Silvio fussi. 50 silvio E io, se fussi Linco. Ma, perché Silvio sono, oprar da Silvio e non da Linco i' voglio. linco O garzon folle, a che cercar lontana e perigliosa fèra, 55 se l'hai via piú d'ogni altra e vicina e domestica e sicura? silvio Parli tu daddovero, o pur vaneggi? Giovan Battista Guarini -Il pastor fido linco E come vinto l'hai, se nol provasti mai? silvio Nol provando l'ho vinto. 90 linco Oh! s'una sola volta il provassi, o Silvio, se sapessi una volta qual è grazia e ventura l'esser amato, il possedere amando un rïamante core, 95 so ben io che diresti: "Dolce vita amorosa, perché sí tardi nel mio cor venisti?" Lascia, lascia le selve, folle garzon; lascia le fère, e ama. 100 silvio Linco, di' pur, se sai: mille ninfe darei per una fèra che da Melampo mia cacciata fosse. Godasi queste gioie chi n'ha di me piú gusto; io non le sento. 105 linco E che sentirai tu, s'amor non senti, sola cagion di ciò che sente il mondo? Ma credimi, fanciullo: a tempo il sentirai, che tempo non avrai. 110 Vuol una volta Amor ne' cori nostri mostrar quant'egli vale. Credi a me pur, che 'l provo: non è pena maggiore, che 'n vecchie membra il pizzicor d'amore, 115 ché mal si può sanar quel che s'offende, quanto piú di sanarlo altri procura. Se 'l giovinetto core Amor ti pugne Giovan Battista Guarini -Il pastor fido abbila di te stesso. Il ciel n'ha dato vita agli anni conforme, e a l'etate somiglianti costumi; e come Amore 155 in canuti pensier si disconvene, cosí la gioventú d'amor nemica contrasta al cielo e la natura offende. Mira d'intorno, Silvio: quanto il mondo ha di vago e di gentile, 160 opra è d'Amore. Amante è il cielo, amante la terra, amante il mare. Quella, che là su miri innanzi a l'alba cosí leggiadra stella, ama d'amor anch'ella e del suo figlio 165 sente le fiamme, ed essa, che 'nnamora, innamorata splende. E questa è forse l'ora che le furtive sue dolcezze e 'l seno del caro amante lassa. 170 Vedila pur come sfavilla e ride. Amano per le selve le mostrüose fère; aman per l'onde i veloci delfini e l'orche gravi. Quell'augellin, che canta 175 sí dolcemente e lascivetto vola or da l'abete al faggio e or dal faggio al mirto, s'avesse umano spirto, direbbe: "Ardo d'amore, ardo d'amore". 180 Ma ben arde nel core e parla in sua favella, sí che l'intende il suo dolce desio. E odi a punto, Silvio, il suo dolce desio 185 che gli risponde: "Ardo d'amore anch'io". Mugge in mandra l'armento, e que' muggiti sono amorosi inviti. Giovan Battista Guarini -Il pastor fido del feroce leon l'ispido tergo, ma, de la clava noderosa in vece, trattare il fuso e la conocchia imbelle? Cosí de le fatiche e degli affanni prendea ristoro, e nel bel sen di lei, 225 quasi in porto d'Amor, solea ritrarsi, ché sono i suoi sospir dolci respiri de le passate noie e quasi acuti stimoli al cor ne le future imprese. E come il rozzo e intrattabil ferro, 230 temprato con piú tenero metallo, affina sí, che sempre e piú resiste e per uso piú nobile s'adopra: cosí vigor indomito e feroce, che nel proprio furor spesso si rompe 235 se con le sue dolcezze Amor il tempra, diviene a l'opra generoso e forte. Se d'esser dunque imitator tu brami d'Ercole invitto e suo degno nipote, poi che lasciar non vuoi le selve, almeno 240 segui le selve, e non lasciar Amore, un amor sí legittimo e sí degno, com'è quel d'Amarilli. Che se fuggi Dorinda, i' te ne scuso, anzi pur lodo, ch'a te, vago d'onore, aver non lice 245 di furtivo desio l'animo caldo, per non far torto a la tua cara sposa. silvio Che di' tu, Linco? Ancor non è mia sposa. linco Da lei dunque la fede non ricevesti tu solennemente? 250 Guarda, garzon superbo, non irritar gli dèi. silvio L'umana libertate è don del cielo, che non fa forza a chi riceve forza. 260 l'almo riposo lor cura molesta! Linco, né questo amor, né quel mi piace. Cacciator, non amante, al mondo nacqui. Tu, che seguisti Amor, torna al riposo. linco Tu derivi dal cielo, 265 crudo garzon? Né di celeste seme ti cred'io, né d'umano; e se pur se' d'umano, io giurerei che tu fussi piú tosto col velen di Tisifone e d'Aletto 270 che col piacer di Venere concetto. scena seconda Mirtillo, Ergasto mirtillo Cruda Amarilli, che col nome ancora, d'amar, ahi lasso, amaramente insegni! Amarilli, del candido ligustro piú candida e piú bella, ma de l'àspido sordo 5 e piú sorda e piú fèra e piú fugace, poi che col dir t'offendo, i' mi morrò tacendo; ma grideran per me le piagge e i monti Giovan Battista Guarini -Il pastor fido 15 Letteratura italiana Einaudi Giovan Battista Guarini -Il pastor fido e questa selva, a cui 10 sí spesso il tuo bel nome di risonare insegno. Per me piagnendo i fonti e mormorando i venti, diranno i miei lamenti; 15 parlerà nel mio volto la pietate e 'l dolore; e se fia muta ogn'altra cosa, al fine parlerà il mio morire, e ti dirà la morte il mio martire. 20 ergasto Mirtillo, amor fu sempre un fier tormento, ma piú quanto è piú chiuso; però ch'egli dal freno, ond'è legata un'amorosa lingua, forza prende e s'avanza; 25 e piú fiero è prigion che non è sciolto. Già non dovevi tu sí lungamente celarmi la cagion de la tua fiamma, se la fiamma celar non mi potevi. Quante volte l'ho detto: "Arde Mirtillo, 30 ma in chiuso foco e' si consuma e tace". mirtillo Offesi me per non offender lei, cortese Ergasto, e sarei muto ancora; ma la necessità m'ha fatto ardito. Odo una voce mormorar d'intorno, 35 che per l'orecchie mi ferisce il core, de le vicine nozze d'Amarilli. Ma chi ne parla, ogni altra cosa tace, e io piú innanzi ricercar non oso, sí per non dar altrui di me sospetto, 40 come per non trovar quel che pavento. So ben, Ergasto, e non m'inganna amore, ch'a la mia bassa e povera fortuna sperar non lice in alcun tempo mai e di sangue e di spirto e di sembiante veramente divina, a me sia sposa. Ben conosco il tenor de la mia stella; nacqui solo a le fiamme, e 'l mio destino d'arder mi feo, non di gioirne, degno. 50 Ma, poi ch'era ne' fati ch'io dovessi amar la morte e non la vita mia, vorrei morir almen, sí che la morte da lei, che n'è cagion, gradita fosse, né si sdegnasse a l'ultimo sospiro 55 di mostrarmi i begli occhi e dirmi: "Muori!" Vorrei, prima che passi a far beato de le sue nozze altrui, ch'ella m'udisse almen sola una volta. Or, se tu m'ami e hai di me pietate, in ciò t'adopra, 60 cortesissimo Ergasto, in ciò m'aita. ergasto Giusto desio d'amante, e di chi muore lieve mercè, ma faticosa impresa. Misera lei, se risapesse il padre ch'ella a prieghi furtivi avesse mai 65 inchinate l'orecchie, o pur ne fosse al sacerdote suocero accusata! Per questo forse ella ti fugge, e forse t'ama, ancor che nol mostri, ché la donna nel desïar è ben di noi piú frale, 70 ma nel celar il suo desio piú scaltra. E se fosse pur ver ch'ella t'amasse, che potrebbe altro far se non fuggirti? Chi non può dar aita, indarno ascolta, e fugge con pietà chi non s'arresta 75 senz'altrui pena; ed è sano consiglio tosto lasciar quel che tener non puoi. mirtillo Oh, se ciò fosse vero, o s'io 'l credessi, care mie pene e fortunati affanni!