(ITALIANO) La monografia del mecenate milanese Angelo Maria Durini (1725-1796), pubblicata a distanza di un secolo dal saggio di Marchesi (1904), si apre con la genealogia dei conti di Monza e con un ampio capitolo introduttivo dedicato...
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La monografia del mecenate milanese Angelo Maria Durini (1725-1796), pubblicata a distanza di un secolo dal saggio di Marchesi (1904), si apre con la genealogia dei conti di Monza e con un ampio capitolo introduttivo dedicato alla famiglia del protagonista.
Di origine comasca, i Durini sono l’emblema della nuova nobiltà che garantì il ricambio del patriziato milanese compiendo la scalata sociale nella Milano spagnola e asburgica grazie alla fortuna accumulata con il commercio di tessuti e il banco. Lo studio ricostruisce l’attività di collezionisti e mecenati dei membri della famiglia nell’arco di quattro generazioni, attribuendole un ruolo fondamentale nella promozione del Barocco e del Barocchetto lombardi. L’iniziativa artistica dei Durini, distribuita tra i poli di Milano e di Monza, feudo Durini dal 1648, si esplica con particolare magnificenza nel palazzo milanese di via Durini – con l’annessa collezione ricca di opere del Seicento lombardo, in parte confluita nelle Civiche Raccolte del Castello Sforzesco di Milano –, nella cappella gentilizia della chiesa francescana di Sant’Angelo e nella villa monzese del Mirabello. Tre snodi imprescindibili, qui analizzati compiutamente per la prima volta e collegati ai documenti esumati da un’esplorazione sistematica dell’archivio privato della famiglia.
Eroe carismatico di un’ode di Parini, “La gratitudine”, e dedicatario di innumerevoli rime di Balestrieri, il cardinale Angelo Maria Durini è riscoperto in questa monografia come un protagonista irresistibile della vita politica e culturale di un’Europa in trasformazione. Da Parigi a Malta, da Varsavia ad Avignone, lo studio ripercorre la carriera diplomatica del prelato coronata dal cardinalato (1776) e sancisce il ruolo di primo piano giocato dal suo mecenatismo nella cultura lombarda della matura stagione dei Lumi, alla luce di una messe di fonti documentarie, letterarie e visive.
Durini è l’uomo dei paradossi: in lui convivono l’avversario accanito di Voltaire e Stanislao Augusto, il nunzio ribelle paladino dei patrioti polacchi, il latinista irriducibile e il cultore del dialetto, il mecenate illuminato dei Lumi lombardi e il primo a celebrarli con un moderno pantheon degli "Uomini illustri" contemporanei.
Nelle sue ville di Monza e del lago di Como (Mirabello e Mirabellino, Balbiano e Balbianello), che accolgono le istanze razionaliste e preromantiche del più aggiornato gusto internazionale, il cardinale raduna l’intelligenza e la cultura lombarda, rianimando l’estinta Accademia dei Trasformati e offrendo il suo generoso patrocinio ai poeti Parini e Balestrieri, rappresentanti del nuovo Parnaso milanese in lingua e in dialetto, al latinista Guido Ferrari, esponente di un neoumanesimo gesuita, e perfino al “philosophe” Pietro Verri, caposcuola della fronda laica e radicale dell’“École de Milan”. Il mecenate delle arti appare così complementare al mecenate delle lettere, entrambe espressioni di una personalità impetuosa e ammaliante, capace di comporre vecchio e nuovo senza riuscire incoerente.
Il volume, presentato da Mauro Natale e Juliusz A. Chroscicki, è corredato da quattro Appendici, che radunano un’ampia selezione di testi e documenti inediti, di interesse sia artistico, che storico e letterario. I testi poetici in latino e in milanese sono tradotti in italiano da Felice Milani.
L’Indice dei nomi costituisce uno strumento basilare per la consultazione analitica del testo.
AGGIORNAMENTO
Si rimanda alla voce "Durini, famiglia" del Dizionario del Duomo di Monza (2020), per aggiornamenti, integrazioni e nuovi ritrovamenti sulla storia, il collezionismo e il mecenatismo della famiglia dei feudatari di Monza, con particolare riferimento al Duomo di Monza (inclusa la scoperta dello stemma marmoreo del chiostrino proveniente dall'interrato sepolcro Durini), alla grande arazzeria barocca dei palazzi di Milano e di Monza, e al lotto della collezione dell'abate Gian Matteo Pertusati acquistato all'asta dal cardinal Durini.
Per la trascrizione annotata degli inventari del 1708 e 1734, e per il fregio del palazzo di Milano attribuibile a Stefano Montalto con la partecipazione del fratello Giuseppe, si veda lo studio "Collezionisti e mecenati a Milano tra Sei e Settecento: i Durini conti di Monza" (Artes, 2001).
(FRANÇAIS)
Le mécène milanais Angelo Maria Durini, héros irrésistible et charismatique d’une ode célèbre de Parini, est redécouvert dans cette monographie comme un protagoniste de la vie politique et culturelle d’une Europe en pleine transformation. De Paris à Varsovie, le travail reconstitue la carrière diplomatique du prélat couronnée par le cardinalat (1776), et rétablit le rôle de premier plan joué par ce mécène dans la culture lombarde de l’époque des Lumières, à l’aide des sources documentaires, littéraires et visuelles.
Dans ses villas de rêve de Monza et du lac de Côme le cardinal abrite le nouveau parnasse milanais, dominé par Parini et Balestrieri, ainsi que par le latiniste Guido Ferrari et le « philosophe » Pietro Verri. Il est le premier qui les honore avec un moderne panthéon des hommes illustres contemporaines. Le mécène des arts apparaît donc complémentaire au mécène des lettres, mettant en lumière un personnage passionné, à la fois hors de la norme et représentatif de son temps.
Durini est un homme de paradoxes: d’un côté, le conservateur à outrance, le cardinal fastueux et aristocrate, l’adversaire acharné de Voltaire et de Stanislas-Auguste, l’humaniste, l’arcadien latin; de l’autre, le nonce rebelle défenseur des patriotes polonais, l’amateur du dialecte, et finalement le mécène éclairé des Lumières lombardes. Il ne suffit pas d’interpréter ces ambivalences comme le reflet d’une époque de changements : le cardinal Durini nous oblige à remettre en question la vision manichéenne du siècle des Lumières.
Le volume est enrichi de 4 annexes de documents inédits, d’intérêt artistique, historique-diplomatique et littéraire (y figurent des textes de Durini, Balestrieri, Giovio, Verri et Voltaire).
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