I VILLINI DI ORVINIO
2022, Carlo Ragaglini
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Abstract
il quartiere giardino dell'architetto Rodolfo Morigi.
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Tra il V ed il VI secolo la città di Ravenna, in virtù dei mosaici parietali degli edifici di culto, emerge fra i principali centri dell'impero per il suo ruolo di ponte tra Oriente e Occidente, e questo soprattutto perché l'arte musiva ravennate s'inserisce perfettamente in una koinè culturale e artistica che ha come comune denominatore il Mar Mediterraneo, grazie a parallele vicende storiche e politiche. Fin dall'antichità romana il Mediterraneo è stato l'epicentro di un articolato sistema di civiltà che per secoli ha raccolto e fuso armonicamente le culture dei popoli che hanno occupato tale area geografica. In particolare, la penisola italica, posta al centro del Mare nostrum, fece da tramite al grande traffico marittimo che poneva in comunicazione Europa ed Africa, Occidente ed Oriente. Il progressivo declino di Roma tra il IV ed il V secolo d.C. portò alla suddivisione dell'impero tra i due figli di Teodosio, Onorio e Arcadio, e al trasferimento della capitale occidentale a Milano: il mondo mediterraneo conobbe una notevole diversificazione regionale, sia dal punto di vista politico, sia dal punto di vista artistico. La parte occidentale e quella orientale ebbero dunque sorti assai differenti: l'Occidente dovette affrontare le invasioni barbariche che portarono alla disgregazione della struttura politica imperiale, mentre l'Oriente, pur mantenendo l'unità politica, fu caratterizzato da profonde scissioni religiose. Nonostante le divisioni, tra il V ed il VI secolo l'area mediterranea trovò in Costantinopoli, capitale dell'Impero d'Oriente, Nuova Roma, un polo di sviluppo ed un terreno di incontro delle nuove culture periferiche di tipo barbarico che premevano ai confini (Goti, Unni, Slavi, Avari): Costantinopoli, vera e propria 'città-faro', posta all'incrocio delle vie che collegavano l'Asia all'Europa ed il Mediterraneo al Mar Nero, era il fulcro degli scambi commerciali e il luogo nel quale si concentravano il potere politico, amministrativo e religioso dell'Impero, così come le principali correnti artistiche; indubbiamente, in questo contesto, anche il Cristianesimo fu un notevole elemento di coesione, poiché, dapprima grazie all'editto di Costantino del 313 1 e in seguito a quello di Tessalonica del 380 2 , unì spiritualmente popoli assai eterogenei per etnia, lingua e cultura. 1 ARNALDO MARCONE, L'editto di Milano: dalle persecuzioni alla tolleranza, in Costantino 313 d.C. L'editto di Milano e il tempo della tolleranza, a cura di Gemma Sena Chiesa, catalogo della Mostra (Milano, Palazzo Reale, 25 ottobre 2012 -17 marzo 2013; Roma, Colosseo e Curia Iulia, 27 marzo -15 settembre
In this paper the author presents the transcription of several readings of the Elegies of Maximian as transmitted by manuscript Pesaro, Biblioteca Oliveriana, 1167. The author also provides a description of the manuscript and the features of its text and discusses three readings that are particularly important for exegetical purposes. Finally, he provides a list of collation errors and omissions from previous editions.
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Si ripropone in queste pagine l'elenco conosciuto dei nomi dei vincitori delle gare tenute ad Olimpia dal 776 a.C. al 369 d.C.
it-Marzo 2008 Non è il titolo di un film horror, ma la ripresa di un articolo pubblicato sul mio sito per la prima volta il 31 ottobre 2006 a firma di Gaetano d'Argenio. L'articolo era brevissimo, una sola pagina con una immagine accompagnata dal seguente testo: Tutti gli studiosi di Gnomonica hanno avuto la possibilità di conoscere o di vedere un' innumerevole varietà di orologi solari che possono essere classificati ed identificati per la forma del quadrante, per il sistema orario utilizzato e per la diversa tecnica costruttiva. Però nessuno di questi gnomonisti è mai venuto a conoscenza dell'esistenza degli orologi solari viventi. Nel libro "Baukunst zu lebendigen Baum-Gebäuden" (Architettura degli edifici arborei viventi) del tedesco Friedrich Kuffner, furono illustrati e descritti dei curiosi orologi solari viventi, costruiti con alberi fruttiferi. L'autore era un arguto parroco che appare essere anche un esperto frutticoltore e un geniale gnomonista. Infatti egli descrisse di aver piantato nel suo giardino diversi alberi i cui rami venivano annualmente potati, incurvati, modellati ed orientati forzatamente con legacci durante la loro crescita vegetativa in modo da poter creare tanti orologi solari ed astronomici. Il fine di questa duplice curiosa iniziativa era quello di ricavare annualmente copiosi frutti dagli alberi e di poter conoscere, durante le quotidiane passeggiate tra i viali del suo giardino, anche l'ora in ogni istante del giorno e della notte. Infatti l'autore riferì di aver costruito un particolare orologio arboreo che, orientato verso la stella polare, indicava la mezzanotte. Osservando bene il disegno si nota che l'orologio verticale, di forma rotondeggiante, fu orientato perfettamente a Sud perché il tronco dell'albero rappresentava la linea meridiana. Il quadrante conteneva altre 10 linee orarie per segnare tutte le altre ore del giorno. Infine lo gnomone era in posizione apicale ed era stato ricavato da un ramo, modellato a forma di triangolo. L'immagine era la seguente:
Scorrendo l' imponente mole dell' opera di D. H. Lawrence è evidente la passione dello scrittore per la botanica. In saggi come Flowery Tuscany, poesie come Bavarian Gentians ma soprattutto nei suoi romanzi, abbondano le descrizioni delle specie vegetali ( ben 145 solo in Figli e Amanti ). In effetti il suo fu un interesse molto forte e precoce. Fin dall'infanzia egli si incuriosì per la vita dei fiori e degli alberi e dal padre apprese a riconoscere le piante usate tradizionalmente in cucina o a scopi medicamentosi. A scuola la botanica fu una delle poche materie per le quali si distinse, guadagnandosi una lode ed ad essa rimase affezionato tutta la vita: un piccolo tesoro da contemplare nei giorni più tristi. Più tardi al Notthingham University College Lawrence seguì un corso accademico che raffinò le sue conoscenze ma che ancor di più lo convinse che l'espressione più autentica della pienezza della vita era da trovare in un fiore, in un organismo vivente che riflette la parabola della vita umana, dal bocciolo che possiede in sé tutte le qualità, al suo fiorire in un individuo.
Il testo è stato letto nel convegno "Per i duecentoventi anni dell'Oliveriana" tenutosi a Pesaro il 4 ottobre 2013. Traccia una breve storia delle difficoltà della importante Biblioteca / Museo fondata da Annibale Olivieri e aperta al pubblico nel 1793
L'isola di Levanzo ha quasi la forma di una foglia con un breve picciolo a nord, a Capo Grosso; ha un lunghezza di 4 km ed una larghezza della metà. Ha una minuscola dorsale disposta quasi longitudinalmente di calcari del Giurassico, che culmina nel Pizzo Monaco di m 278. L'isola conta numerose grotte di modesto sviluppo; i depositi antropozoici risultano decurtati dei livelli a ceramica e restano talvolta i livelli antropici più profondi.

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