SULL'ISTRIOTO DI ROVIGNO
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Abstract
an short and historical view of istrioto language in the rovignese variant with a little section of linguistic example in rovignese with italian translation
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la consulenza psicopedagogica secondo il modello di C. Rogers del counselling centrato sulla persona e i suoi sviluppi secondo la psicosocioanalisi
1. Recentemente è stata condotta un'approfondita analisi critica su buona parte dei saggi d'argomento bellico che Federico De Roberto scrisse nel periodo del primo conflitto mondiale su vari quotidiani della penisola 1 . Uno tra questi articoli, dedicato alla figura e alle opinioni letterarie del famoso presidente americano Woodrow Wilson lascia spazio ad alcune riflessioni di tipo non convenzionale, secondo un modello tipologico già utilizzato in altre occasioni da intellettuali non lontani dalla temperie e dai convincimenti dello scrittore di Catania. In altre parole, nello scegliere Wilson come oggetto di una delle sue recensioni, De Roberto avesse ben chiara la portata e la complessità di carattere che gli studi più recenti hanno attribuito al ventottesimo presidente degli U.S.A. Per comprendere meglio la concezione derobertiana, non si può ignorare che, alla fine della guerra, negli ambienti italiani Wilson era considerato una "specie di clergyman" e che di lui era in voga -secondo la dipintura che ne facevano i democratici italiani -un'immagine di 2
Il motivo scatenante della guerra è l'assassinio dell'arciduca austriaco Francesco Ferdinando, avvenuto a Sarajevo il 28 giugno 1914 per mano di un nazionalista serbo. Un mese più tardi l'Austria -Ungheria attacca la Serbia, ritenuta corresponsabile dell'attacco e che aveva rifiutato le condizioni del loro ultimatum. A questo punto si mette in moto il sistema di alleanze internazionali. Infatti, la Germania si schiera a fianco dell'Austria -Ungheria (Triplice Alleanza), mentre Russia, Francia e Inghilterra (Triplice Intesa) entrano in guerra al fianco della Serbia. Nel novembre del 1914 l'Impero Ottomano (dominio dei Turchi nei territori balcanici, vicino-orientali e nordafricani) entra in guerra come alleato di Austria -Ungheria e Germania, soprattutto per attaccare la Russia e riconquistare le terre dell'area caucasica. Tra il 1915 e il 1917, entreranno in guerra anche Italia, Portogallo, Romania, Grecia e USA, tutti a fianco dell'Intesa, mentre la Bulgaria a fianco degli Imperi Centrali nel 1915. Ciò che stupisce è che quando scoppia la guerra nell'estate del 1914, tutti i paesi ne sono entusiasti. In molte città la gente scende per strada per festeggiare e alcuni intellettuali, come il poeta Rilke, Marinetti, il giovane Gandhi e Freud, inneggiano alla guerra e al patriottismo. Solo il Partito socialista serbo e il Partito socialdemocratico russo si dichiarano a sfavore. Col passare dei mesi, però, appare chiara la brutalità della guerra con i suoi milioni di morti e feriti. Vengono meno sia l'ideale cavalleresco che l'idea di una guerra lampo e di movimento con rapidi spostamenti di truppe e veloci attacchi di sfondamento. Infatti, gli eserciti contrapposti si equivalgono e nessuno riesce a sfondare le linee avversarie. I combattenti si fronteggiano scavando trincee nel terreno, fosse lunghe per decine e decine di chilometri, articolate e fortificate, attrezzate con gli ultimi ritrovati della tecnica, come il filo spinato, e protette da armi sofisticate come i fucili a ripetizione, le mitragliatrici, le granate e le bombe a mano. Oltre a queste, bisogna aggiungere gli aerei da combattimento e i gas asfissianti. Quest'ultimi furono sperimentati per la prima volta dai tedeschi in Belgio nel 1915. Rapidamente vengono messe a punto le maschere antigas. Provare ad attraversare e sfondare le trincee nemiche porta alla morte sicura. Restare nella propria trincea, invece, significa sfidare topi, pulci, polvere, fango, l'odore della carne in putrefazione e stare in condizioni igieniche impossibili. Per questo, fu necessaria una propaganda ufficiale che motivasse a combattere per la difesa delle proprie famiglie, delle proprie case e della propria nazione. Per stimolare maggiormente i soldati, fu attuata anche la tecnica della degradazione dell'immagine del nemico, come colui che è capace di compiere ogni genere di atrocità e che va disprezzato e annullato. Non si sa, però, se tutte le atrocità denunciate siano state commesse davvero oppure dichiarate per rendere più agitati gli animi, anche se è accertato che i soldati che occupavano i territori stranieri compirono aggressioni e maltrattamenti contro i civili.Tra le conseguenze immediate della guerra, fu stabilito che le donne fossero reclutate come forza lavoro, anche per impieghi che fin ad allora erano riservati agli uomini. Inoltre, i governi assunsero il coordinamento del sistema economico dei loro paesi, dirigendo le ordinazioni, controllando gli afflussi di materie prime e di fonti energetiche e regolando il mercato dei beni alimentari. Dal canto loro, le industrie belliche sono in rapida crescita, portando grandi profitti agli imprenditori
Saggio breve su un patrimonio irpino
INTRODUZIONE. Ricordare la vicenda di Settimia Spizzichino (Roma, 15 aprile 1921-Roma, 3 luglio 2000) in occasione della Giornata della Memoria (Legge 211 del 20 luglio 2000) significa restituire la storia della sola donna sopravvissuta agli orrori del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau e Bergen-Belsen dopo essere stata deportata insieme a 1024 ebrei romani tra cui 18 bambini deportati il 16 ottobre 1943 dal ghetto di Roma. Settimia Spizzichino prima ancora che fosse stabilita per legge la Giornata della Memoria andava nelle scuole non solo di Roma e provincia a narrare la brutalità nazista. In questa breve nota permettetemi anche un ricordo personale: Il tre marzo 2000 Settimia venne nella mia scuola d'allora. I ragazzi ascoltarono la sua testimonianza. Non vollero nemmeno fare la merenda. Fecero tante domande. Le chiesero se lei, dopo quell' esperienza, avesse mai più sorriso, dove avesse trovato la forza per sopravvivere quando era nel lager, che cosa successe in via della Reginella, che cosa successe nel Collegio militare di via della Lungara, che cosa successe alla Stazione Tiburtina. Ci parlò delle selezioni, dell' arrivo dei russi e di cosa fece dopo la Liberazione. Ricordare, ricordare affinché ciò che era accaduto nel lager fosse messo a conoscenza di più persone. Oggi siamo qui per ricordare la sua persona.
A cura di Rocco De Paola Prima parte Nel "Corpus Inscriptionum Latinarum", tra le numerose epigrafi rinvenute nel territorio di Trevico , ve ne sono due che destano un certo interesse. La pietra sulla quale è riportato uno degli epitaffi è attualmente conservata nella cripta della cattedrale, l'altra, invece, che si trovava in località "Polignano sive Piscone" (CIL, IX, Additamenta, 6289), non è più rintracciabile da tempo immemorabile. L'epigrafe della cattedrale riporta i nomi di Rubria Resillia e del coniuge Ti. Claudio Quinziano, a cui è dedicata l'epigrafe (1) . Del tutto ignoto è il luogo del suo ritrovamento e oscure sono anche le circostanze in cui il cippo fu depositato nel locale ipogeo della chiesa matrice. L'epigrafe come si presenta oggi. Parte delle lettere sono ormai illeggibili. La pietra sepolcrale è imponente, misurando m 1.30 x m 0,50. Ha una forma semicilindrica, con la parte inferiore di appoggio piana. Le lettere hanno un'altezza media di circa cm 5.(Foto di Rocco De Paola).
in "Bibliomanie", n. 19, 2009
Saggio sulla fortuna di Othello nel Novecento

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