Due di uno. Fenomenologia della riscrittura cinematografica
2011, Due di uno. Fenomenologia della riscrittura cinematografica, Giannini, Napoli
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Abstract
Quattro comparazioni, quattro coppie di film organizzate in altrettante stazioni, ognuna delle quali propone una tipologia di riscrittura cinematografica. Riscrittura come: evocazione, rifacimento, eteroclonazione, autoclonazione. Questo esercizio traduce una precisa concezione della teoria del cinema e del rapporto tra cinema e filosofia, declinato nei termini di una ermeneutica filosofica del testo filmico: un incontro con le opere che lasci emergere dalla stessa materia filmica ciò che essa dà da pensare.
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Il dOppIO dEl dOppIO: lA pROduZIONE EpIgRAfIcA IN SERIE pur nella consapevolezza che ogni epigrafe è un prodotto unico, esito della convergenza di istanze comunicative e disponibilità tecnico-economiche di volta in volta differenti, è comunque possibile riconoscere, anche in campo epigrafico, l'esistenza di una produzione in serie. con tale termine si vuole indicare non tanto una suddivisione di compiti all'interno dell'officina lapidariasuddivisione che pure dovette esserci, per quanto in misura e secondo modalità non sempre determinabili (1)-quanto piuttosto la produzione di monumenti epigrafici standardizzati, e dunque allineati a uno stesso modello monumentale, impaginativo, sintattico. Non possono non venire in mente, a questo proposito, talune manifestazioni seriali di devozione religiosa, come le placchette bronzee dedicate a Iuppiter Poeninus dai viandanti in transito attraverso il passo del gran San Bernardo (2) o le lastre marmoree * Ringrazio vivamente, per essere intervenuti in sede di discussione, la prof.ssa francesca cenerini, il prof. Sergio lazzarini, il prof. Marc Mayer e il prof. giovanni Mennella. I miei consueti ringraziamenti anche al prof. Antonio Sartori. (1) le basi della discussione vengono poste da g.
Il caso Buzzati rientra nella categoria novecentesca di scrittori italiani ammaliati dal mondo della scena ma privi, tuttavia, di una netta collocazione teatrale 1 . Le ragioni, verificabili in una rilettura prospettica del repertorio drammaturgico lungo buona parte del secolo, si possono ricondurre in larga misura all'assenza di una vera e propria tradizione istituzionalizzata nel nostro teatro, caratterizzato «dapprima dal dominio del grande attore e poi dal dominio dei grandi registi» (Alonge ---Malara 2001: 689), indiscussi signori della scena che «emarginano, da sempre, la funzione dello scrittore» (ibid.), in virtù di un mestiere di cui quest'ultimo non sarebbe detentore. Escluso dalle politiche produttive degli Stabili e della regia, ovvero le due istituzioni che maggiormente condizionano la scena italiana del secondo dopoguerra, l'autore vivente subisce una «progressiva rarefazione, per non dire cancellazione» (Puppa 2003: 160), sino al paradosso di una polarità controversa e mai risolta, se non nei pochi casi -esemplare, 1 «Eppure badate che, nei panni di Svevo e Tozzi, nei panni cioè dello scrittore per il teatro ma non di teatro, stanno molti romanzieri e poeti del no--stro Novecento. Tra i coetanei, pressappoco, e in qualche modo conterranei di Tozzi, Cicognani, Pea, Lisi scrivono (invano) di teatro […] La storia del travagliato rapporto tra tutti (o quasi) i nostri scrittori e il teatro è sempre la stessa: la storia di un amore mancato» (Buzzati 2006: 6---7). Da Bacchelli, Alva--ro, Malaparte, Savinio a Moravia, Silone, Banti, Landolfi, Rea, Flaiano, Parise sarebbe lungo l'elenco di coloro che, del teatro, sono stati protagonisti a tem--po determinato, vivendo quell'esperienza con un margine di timidezza e so--spetto, affascinati e diffidenti a un tempo.
2021
Le interazioni fra performance e scrittura sono varie e multiformi e rientrano a pieno titolo nella categoria del «doppio talento», utilizzata dalla critica finora soprattutto in riferimento alla sovrapposizione fra linguaggio letterario e figurativo o musicale. Da una prima ricognizione nel contesto italiano dalla seconda meta del ’900 agli anni Zero emergono delle costanti: i libri firmati dalle «stelle italiane» disegnano una parabola che dal memoir giunge alla narrativa finzionale, passando per la tappa intermedia delle ‘autobiografie delle personagge’, che mettono in racconto frammenti di vita di un personaggio rappresentato dall’attrice. Si intende dunque tracciare le linee generali di una «mappa dell’attrice che scrive», individuando nodi teorici e categorie paradigmatiche in riferimento ad alcuni casi di studio particolarmente significativi.
Registrazione presso il Tribunale di Torino n. 5179 del 04/08/1998 Editore Lexis Compagnia Editoriale in Torino via Carlo Alberto 55-10123 Torino è un marchio registrato utilizzato per concessione della società Traumann s.s. valleden39_interni.indd 4 13/01/23 07:45 Le mani invisibili de Il deserto rosso. Dall'inchiesta alla sceneggiatura Giuseppe Mattia Peppino Impastato in made and unmade scripts: the standards and the limits of engaged cinema Dom Holdaway Il caso studio di Luigi Malerba Livio Lepratto Rodolfo Sonego e la tecnica della scrittura cinematografica: dalla prima commedia di costume al viaggio on the road Mirco Melanco Abstracts valleden39_interni.indd 6 13/01/23 07:45
L’adattamento: le trasformazioni delle storie nei passaggi di codice, 2012
ENG - Teorema: a literary and cinematographic parable Pier Paolo Pasolini’s Teorema stands out as an example of originality and complexity, due, above all, to its genesis and to the “double” intersemiotic translation which has been carried out. In fact, the peculiarity of this work (conceived as a drama in 1966, but soon abandoned in favor of this dual version) is its concurrent development in two parallel ways: the cinematic one and the literary one. Two different languages and two visions of the same object as well. The adopted forms intertwine and mix together, thus constituting a whole. Although they keep their structural and organic autonomy, the examination of both is fundamental to fully understand the author’s theorem. Pasolini, by means of narrative form, tried to give life not only to a story, but rather to an event, a parable, an exemplum. In short he wanted to depict a miracle. The author himself, also, claimed the impossibility to handle in a realistic and mimetic way a novel centered on a middle class/bourgeois reality. Our goal is to demonstrate how the author forces cinematographic and literary conventions with the aim of describing a peculiar allegory of the Italian society; in doing this we focused primarily on the analysis of characteristic features pertaining to the different codes used. ITA Teorema di Pier Paolo Pasolini spicca per originalità e complessità dovute, anche e non solo, alla sua genesi e alla “doppia trasformazione di codice” avvenuta. Infatti, la particolarità dell’opera (nata come pièce teatrale nel ’66, ma poi abbandonata sotto questa veste) è il suo svilupparsi contemporaneamente su due binari paralleli: quello filmico e quello letterario. Due linguaggi differenti, ma altrettante visioni prospettiche dello stesso oggetto. Le forme adottate si intersecano e si compenetrano a vicenda costituendo così un’unica composizione. Pur mantenendo una loro autonomia e completezza, l’esame di entrambe le versioni è fondamentale per comprendere appieno il teorema dell’autore. Lo scopo di Pasolini è di dare vita, tramite la forma narrativa, non tanto ad una storia, quanto ad un evento, una “parabola”, un exemplum. Insomma quello di rappresentare un miracolo. Lo stesso autore, d’altronde, manifestò a suo tempo l’impossibilità di affrontare in maniera mimetica e realistica un’opera incentrata sulla realtà piccolo borghese italiana. Muovendo da queste premesse, il nostro lavoro si pone l’obiettivo di mettere in luce e analizzare come l’autore pieghi le convenzioni cinematografiche e il genere romanzo per rappresentare una personale allegoria della società italiana, analizzando allo stesso tempo le peculiarità inerenti ai diversi codici adottati.
2006
Questo è un "author draft" (la prima versione di un testo successivamente pubblicato, così come è stata inviato dall'autore alla casa editrice).
2016
ISABELLA FALBO L'artista e il suo doppio. I paradossi della Critica Performativa Come viene accolta la Critica Performativa dagli artisti e come gli artisti reagiscono a questa processualità di indagine non convenzionale che traduce la critica d'arte scritta in critica d'arte visiva? L'artista e il suo doppio. I paradossi della Critica Performativa risponde a queste domande ed approfondisce gli aspetti di questa processualità d'indagine che implica un rapporto di conoscenza profonda tra critico e artista; una modalità che prevede il critico come "doppio" attivo dell'artista che-in apparente contraddizione con l'esperienza tradizionale del fare "critica d'arte"-entra fisicamente nell'opera attraverso un contatto viscerale che fa riverberare nella realtà esterna l'inconscio dell'artista, rischiando di toccarne l'ego. The artist and his double. The paradoxes of Performative Criticism. How the Critica Performativa (Performative Criticism) is considered by artists and how artists react to this unconventional method investigation that converts the written art criticism into visual art critic. The artist and his double. The paradoxes of Performative Criticism answers these questions and explores the aspects of this methodology which implies a deep understanding between the critic and the artist; an approach that sees the critic as an active "double" of the artist, who-in apparent contradiction with the traditional experience of doing "art criticism"-physically enters into the work and through a visceral contact makes the artist's subconscious reverberate in the external reality, risking to touch his ego.
Sotto queste forme quasi infinite. La narrazione tra Letteratura, Filosofia, Teatro e Cinema, 2021
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Cinergie, 2019
The epistolary column has always played a fundamental role both in women's and men's cineromanzi: in these periodicals, many publishers have dedicated numerous pages to the direct confrontation between readers and mysterious advisors. Following an archival research carried out at the Bibliomediateca Mario Gromo of Turin, this essay aims to investigate how the most important cineromanzi have dealt with the mail (and the photos) sent by the public, also tracing the different policies adopted in the responses. After an introductory paragraph dedicated to tout court cineromanzi, the corpus of the discussion will be organized in two steps, respectively dedicated to the melodramatic and erotic ones, investigated in the light of the different forms of piccola posta -the prose letters column -and the vetrina dei lettori -the photographic insert of the readers.
Da molto tempo ormai (cade quest'anno il 25°anniversario della sua istituzione) la manifestazione annuale intitolata a Sergio Amidei che si svolge a Gorizia, organizzata dall'Associazione di cultura cinematografica Sergio Amidei e dal Comune di Gorizia, premia la migliore sceneggiatura tra quelle valutate dalla giuria ben rappresentata dalla signora Suso Cecchi d'Amico.

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