Italian (European History)

This panel, led by Kristina Štolbová, examined the 1969 Yugoslav film The Battle of Neretva within its historical and ideological context. Bringing together panelists for a dynamic discussion, the event explored how the film dramatizes the 1943 Axis offensive against Yugoslav Partisans, portraying their strategic retreat through the Bosnian mountains. The discussion focused on several key themes: the depiction of partisan ideology and communist principles; the representation of different military and political groups including Nazis, Italian Fascists, Chetniks, and Tito's Partisans and their respective wartime objectives; the ideological contrast between fascist hierarchies and the communal ethos of the Partisans. The panel also critically assessed the film's selective portrayal of violence compared to historical testimonies and readings, considering how cinematic choices shape public understanding of wartime resistance. By analyzing elements such as propaganda, representation of gender roles, and the romanticization of collective struggle, the panel shed light on the film's dual function as both historical dramatization and ideological narrative. This discussion positioned The Battle of Neretva as a significant cultural artifact that reflects both Yugoslav wartime history and Cold War-era nation-building.

La storia delle Associazioni Italiane di Mutuo Soccorso (AIMS) in Argentina è stata analizzata da una vasta letteratura accademica che, però, tende a trascurare lo studio delle attività scolastiche delle AIMS, soprattutto per quanto riguarda il periodo successivo alle grandi migrazioni. Per questo motivo, il presente lavoro analizza la proposta educativa costruita tra il 1922 e il 1943 da tre AIMS della città di Buenos Aires di forte tradizione laica e repubblicana: "Mutualità e Istruzione", "Colonia Italiana" e "Italia Unita". Le loro scuole, spesso denominate dalla stampa antifascista come "scuole libere", costituirono un'alternativa democratica e laica alle scuole italiane gestite dall'associazione scolastica "Pro Schola", che seguiva la politica di stampo fascista del Ministero degli Affari Esteri (MAE). L'argomento è esaminato attraverso un approccio transazionale 2 e un ampio corpus documentario finora inesplorato, reperibile soprattutto presso l'Archivio dell'Associazione "Unione e Benevolenza" (AAUB) e l'Archivio Storico Diplomatico del Ministero degli Affari Esteri (ASMAE).

Au départ tout paraissait clair. Voici Salimbene de Adam, frère franciscain et membre des élites citadines de Parme, venu parler des ordonnances antimagnatices de Bologne, les ordinamenti sacrati de 1282, et de leurs conséquences : Bononienses populares gravia statuta ordinaverunt contra milites suos et contra omnes nobiles civitatis sue […]. Et inde factum est quod milites Bononienses propter impetum furentis populi in civitate habitare iam timent et more Gallicorum in villis habitant, in possessionibus suis. Et ideo populares, qui in civitate habitant, more Gallicorum, de cetero bene possunt appellari burgenses 1 . La fureur du popolo bolonais est telle que les milites citadins, craignant pour leur vie, décident, more Gallicorum, de se retirer dans leurs terres tandis que les populares, continuant à habiter en ville, peuvent, eux, être qualifiés de « bourgeois ». Ajoutons à ce récit quelques autres témoignages presque contemporains. Lorsque, en 1263, cette même commune de Bologne avait envoyé une prestigieuse ambassade auprès de saint Louis, composée de deux domini et de deux domicelli, le roi de France s'était empressé d'adouber les deux damoiseaux pour en faire autant d'ambassadeurs chevaliers 2 . Au début du XIV e siècle, cette fois 1 La citation complète : Item his diebus, millesimo supraposito, Bononienses populares gravia statuta ordinaverunt contra milites suos et contra omnes nobiles civitatis sue, videlicet ut quicumque de militibus sive nobilibus lederet aliquem de aliqua societate hominum popularium ita deleretur tam in villis quam in civitate, in domibus, agris et arboribus, ut non remaneret ex omnibus bonis eius nec lapillus quidem ex eo. Et in hanc maledictionem primo impegerunt filii domini Nicholai de Baçaleriis, qui totaliter a populo sunt deleti. Et inde factum est quod milites Bononienses propter impetum furentis populi in civitate habitare iam timent et more Gallicorum in villis habitant, in possessionibus suis. Et ideo populares, qui in civitate habitant, more Gallicorum, de cetero bene possunt appellari burgenses.

Chi è la dama raffigurata nella Velata, nella Fornarina e nel Ritratto di giovane donna di Strasburgo? In questa sede, si propone di identificare la donna ritratta nei tre dipinti di Raffaello con una protagonista delle vicende politiche della Firenze d'inizio Cinquecento, Clarice de' Medici Strozzi.

Dopo un silenzio critico durato piú di mezzo secolo, da qualche anno la figura di Edoardo Berta (Giubiasco 1867 -Lugano 1931) è stata rivalutata e studiata grazie alla pubblicazione di una monografia e all'allestimento di una mostra presso il Museo Villa dei Cedri a Bellinzona 1 . Formatosi presso le Accademie di Brera e Bergamo, Berta si affermò come esponente della pittura simbolista e divisionista e fu tra i maggiori artisti ticinesi del suo tempo. Rientrato in Ticino nel 1892, continuò a mantenere i contatti con Milano. Dall'inizio del Novecento si interessò vieppiú alla storia dell'arte e dell'archeologia ticinese. Eseguí la maggior parte delle sue opere tra il 1906 e il 1910 per poi abbandonare progressivamente l'attività artistica in favore di quella di conservatore del patrimonio monumentale, archeologo, restauratore, etnografo, insegnante e commissario delle scuole di disegno, attività queste che esercitò anche ricoprendo diverse cariche a livello cantonale e nazionale 2 . Il presente contributo intende aggiungere un ulteriore tassello alla comprensione di questa figura poliedrica, focalizzando l'attenzione sul ruolo pionieristico assunto da Berta nella catalogazione e nella divulgazione del patrimonio artistico e architettonico ticinese letto nel contesto svizzero e italiano. Fu Berta a ideare la collana «Monumenti storici ed artistici del Cantone Ticino» quale strumento didattico per le maestranze attive nell'edilizia che si formavano presso le scuole di disegno ticinesi e lo fece con l'obiettivo dichiarato di influenzare progetti e realizzazioni nell'ambito dell'architettura e dell'arte applicata. * Il presente contributo costituisce l'approfondimento di un capitolo trattato nel lavoro di ricerca Dinamiche del rinnovamento architettonico nel Ticino del primo Novecento, svolto da chi scrive grazie a una borsa di ricerca del Cantone Ticino. Abbreviazioni: CCMSA Commissione cantonale dei monumenti storici ed artistici DPE Dipartimento della pubblica educazione SIA Società svizzera degli ingegneri e architetti STCBNA Società ticinese per la conservazione delle bellezze naturali e artistiche UBC Ufficio dei beni culturali, Bellinzona 1. A. GUGLIELMETTI (a cura di),

En este artículo intentaremos analizar el concepto de “revolución pasiva” o revolución-restauración en Antonio Gramsci mediante nuevos instrumentos interpretativos, ya que esta categoría es indispensable para poder investigar toda una serie de fenómenos de la historia moderna y contemporánea, de donde surgen definiciones de reaccionario, regresivo, contrarrevolucionario o reformista que no son útiles para interpretar la realidad.

Costruire legami intergenerazionali.  Carità e assistenza in Italia e nel Mondo Iberico (secoli XVI-XIX), Conference organized as part of the PRIN project “Constructing Intergenerational Ties: Charity and Welfare in Italy and the Iberian World (16th-19th Centuries)”– 2022TT5797 CUP I53D23000160006, University of Pisa-Cattolica University, Pisa-Pruno, 25-27 September 2025.

Il potere di esigere tasse era visto a buon diritto una delle prerogative fondamentali dell'autorità politica e dell'esercizio della sovranità, prerogative che erano attribuite a «reges, imperatores et respublicae perfectae». 1 Le premesse che giustificavano l'imposizione di un tributo non erano certo considerate mera formalità, né dai governanti né tanto meno dai contribuenti. Era prevista addirittura la scomunica, assieme agli eretici e ai pirati, per coloro che «potestatem non habentes» si arrogassero inopinatamente il diritto di tassare. 2 La questione della liceità della tassazione percorse i dibattiti politici e ideologici almeno a partire dal xiii secolo, allorché iniziarono a farsi più numerose le richieste di denaro da parte dei governi. Le discussioni variavano dalla assoluta legittimità del principe a pretendere il pagamento dei tributi, in nome della necessità e della funzione dello stato, sino all'ammissione che i contribuenti avessero il diritto di opporre un'ampia resistenza -perfino la palese evasione -alle richieste del fisco. 3 L'argomento, come si può facilmente intendere, toccava questioni assai delicate e cruciali, quali la differenziazione fra

Membro di spicco del Partito Repubblicano, ministro senza portafoglio del gabinetto Boselli e commissario generale per l’assistenza civile e la propaganda interna sotto l’esecutivo Orlando, Ubaldo Comandini (1869-1925) vive ‘in prima linea’ la Grande Guerra. La sua attività governativa, che lo rende uno dei ‘registi’ della propaganda bellica nazionale, arricchisce la biblioteca di famiglia di una ricchissima e variegata compagine di pubblicazioni e documenti prodotti durante e per il primo conflitto mondiale. Il contributo propone un viaggio attraverso questi materiali conservati nella Biblioteca Comandini, che dal 1970 è parte del patrimonio della Malatestiana di Cesena.

Prominent member of the Republican Party, minister without portfolio in the Boselli cabinet and general commissioner for civil assistance and internal propaganda under the Orlando executive, Ubaldo Comandini (1869-1925) lived 'on the front line' of the Great War. His government activity, which makes him one of the 'directors' of national war propaganda, enriches the family library with a very rich and varied set of publications and documents produced during and for the First World War. The contribution proposes a journey through these materials reserved in the Comandini Library, which since 1970 has been part of the heritage of the Malatestiana of Cesena.

Giuseppe Gargani (Avellino 1935) ha un lungo passato politico alle spalle: aderì giovanissimo alla DC scalando tutte le tappe di quello che un tempo era il cursus honorum. E’ stato un giovane militante - faceva parte della corrente "Base" guidata da Ciriaco De Mita - amministratore locale, membro della direzione nazionale, segretario regionale della Campania, deputato alla Camera dal 1972 al 1994, sottosegretario al ministero della Giustizia dal 1979 al 1984, componente della Commissione Giustizia, presidente della Commissione negli anni 1993-1994, deputato europeo con Forza Italia nel 1999 e poi nel 2004.
Di recente ha pubblicato un breve libro intervista: Le mani sulla storia - come i magistrati hanno provato a (ri)fare la storia (Rubettino) . E’ un testo interessante perché riporta avvenimenti che permettono di comprendere l’atmosfera che regnava nella DC all’epoca di Tangentopoli.

Il contributo approfondisce le modalità con le quali Boccalini riporta sentenze tacitiane all’interno della tessitura dei suoi ‘Ragguagli di Parnaso’. Lo storico latino è citato come maestro di pensiero politico e lo scrittore italiano ricorre alle parole degli 'Annales' e delle 'Historiae' come a sentenze di un legislatore della dottrina degli stati. Ma oltre a sostenere le proprie riflessioni e la “morale” del singolo ragguaglio, spesso componendo dei veri “sistemi” di citazioni tacitiane (talvolta adattate e non senza qualche imprecisione), Boccalini mette in scena Tacito come personaggio delle sue invenzioni letterarie facendolo parlare anche attraverso le sue stesse citazioni e trasformando così l’eredità classica in un viva riscrittura narrativa.

Il presente studio intende proporre una rilettura del cosiddetto Cristo di Lecco alla luce di due elementi emersi grazie a osservazioni ravvicinate e indagini ottiche: la presenza della data "1502" e di un profilo architettonico interpretabile come la facciata della chiesa di Santa Maria delle Grazie a Milano. Questi dati, se autentici, consentono di ipotizzare che Leonardo da Vinci, alcuni anni dopo l'esecuzione del Cenacolo, abbia voluto fissare in forma grafica quel volto di Cristo che le fonti rinascimentali ricordano come lasciato incompiuto. L'opera, interpretata in parallelo con l'Uomo Vitruviano, segnerebbe la maturazione di una sintesi tra visione aristotelica e platonica, trasposta dal piano geometrico-astratto al volto incarnato dell'Uomo/Dio. Nel Cristo di Lecco, dunque, il volto di Cristo diventa l'immagine conclusiva in cui scienza, arte e filosofia trovano la loro più alta espressione.

This paper will focus on monetary distribution in southern Italy in Late Antiquity and the Early Middle Ages. Thanks to the information about discoveries of coins collected in FLAME, it was possible to amass a large series of data deriving from excavations and single finds. In addition to the quantitative analysis of individual emissions and their areas of origin, a distributional analysis was added to identify interpretative frameworks of the presence of economic activity in the border areas and places of contact with other regions, to be compared with similar data from inland areas. We will also try to understand whether the decrease or increase in the volume of coins issued by a specific mint and their circulation in a given area is related to commercial upheavals in the Mediterranean after the fall of the Roman Empire.

References in ancient literary texts refer to the use of pierced teeth as amulets used for the prevention and reduction of teething pains in infants. In this paper, I explore some of the sensory aspects of this phenomenon by centralising pain as a sensory experience. I draw on a dataset of these objects from Roman Britain in order to contextualise the types and use of these objects within the Roman world. These two facets, linking the sensory experiences of teething pain to real, material objects, allows for a discussion of the lived and embodied experience of wearing this amulet in the ancient world, through which a greater appreciation of its sensory importance is gained.

https://traj.openlibhums.org/article/id/9314/

Quedan rigurosamente prohibidas, sin la autorización escrita de los titulares del «Copyright», bajo las sanciones establecidas en las leyes, la reproducción total o parcial de esta obra por cualquier medio o procedimiento, comprendidos la reprografía y el tratamiento informático, y la distribución de ejemplares de ella mediante alquiler o préstamo públicos. Cualquier forma de reproducción, distribución, comunicación pública o transformación de esta obra sólo puede ser realizada con la autorización de sus titulares, salvo excepción prevista por la ley. Diríjase a CEDRO (Centro Español de Derechos Reprográficos, www.cedro.org) si necesita fotocopiar o escanear algún fragmento de esta obra.

Le pagine che seguono sono articolate su tre tesi sintetiche (« tesi della tesi filosofico-giuridica, ovvero Weber oltre Hegel »; « tesi dell'autocritica sociologico-conoscitiva, ovvero Marx oltre Weber »; « tesi della giustizia meridiana, ovvero Camus oltre Marx »), fra loro intrecciate e corrispondenti ai tre giochi linguistici o forme-di-vita -scientifica, pratico-partitica, accademico-civica, tutt'e tre articolate anche cronologicamente in maniera complessa o politica -nelle quali è possibile ritrarre le metamorfosi esistenziali di Franco Cassano, l'esistenzialismo meridiano di un marxiano sociologo della conoscenza. L'accostamento esplicito delle espressioni « forma-di-vita », « giochi

È qui presentato – dal volume Maestri e allievi contro il fascismo. Percorsi culturali e scelte di scuola e di vita, a cura di Stefano Bucciarelli, Edizioni ETS, Pisa 2021, pp. 113-143 ‒ il contributo dello stesso curatore dedicato alla figura di Giuseppe Del Freo, professore di filosofia e storia e poi preside, e al suo “antifascismo esistenziale”.

Presented here – from the volume "Maestri e allievi contro il fascismo. Percorsi culturali e scelte di scuola e di vita", ETS, Pisa 2021, pp. 113-143 – is the essay, written by the same book editor, dedicated to the figure of Giuseppe Del Freo, professor of philosophy and history and later head teacher, and his "existential anti-fascism."

22 invited keynotes in France and abroad. Internationally: 12 talks, 6 classes and other presentations, 1 chair, 1 honorary award, 1 research trip. In France: 40 academic talks, 41 other invited talks (in museums, theatres, associations). 44 in France: 13 HDR (including 6 as presid.) and 31 PhDs (including 14 as presid.) 4 abroad (Columbia University, Cà Foscari Venise; Yildiz Istanbul, Montréal). 30 evaluations for editorial committees of academic presses (PUR, PUV, PUFR, PUFC, CNRS-Éditions) ; 10 peer-to-peer evaluations for the Journals Bollettino del Centro Rossiniano di Studi, Culture et Musées, Revue de la Société d'Histoire du théâtre, Romantisme, Études françaises (Canada), Tangence (Canada), Revue musicale de l'OICRM (Canada). PUV: "Théâtres du monde" (codir., 2014-). PUR: "Le spectaculaire -arts de la scène" (codir., 2009-2021). Revue d'Histoire du théâtre: member of the scientific committee. Revue Il castello di Elsinore: member of the international scientific committee Revue Plateaux 21: member of the scientific committee.

Resumen: Este ensayo explica la problemática de la legislación social aprobada en Italia durante el fascimo. A través del examen del Estatuto de los Trabajadores de 1927 y de las leyes aprobadas entre 1926 y 1947 es posible entender la política social fascita en un regimen marcado por la presencia del mutualismo y las organizaciones caritativas de carécter ideológico.

This book, result of my PhD years at University College London, is a revisitation and expansion of my doctoral thesis. It relates the mid-nineteenth-century Habsburg Adriatic to wider theoretical questions concerning multi-ethnic societies and nationalist politics. The work stands as historiographical evidence that defies prevalent interpretations of nationalism found within political science, which still rely on Anderson and Gellner. It is in this respect that my work is a novel historiographical contribution that relates archival evidence to wider issues beyond academic specialization, in particular the theory of nationalism. My interpretation of the Habsburg Adriatic – with Trieste, a multi-ethnic city that was gradually “made” Italian, Fiume/Rijeka, an ethnically Slavic city yet mainly Venetian- and Italian-speaking, and Dalmatia, where both Slavic and “Italian” intellectuals and politicians acknowledged the Venetian past of their region yet to different ends – serves as a reference point for other multi-ethnic regions of the globe. My portrayal of this multi-ethnic world, in what is partly a socio-political, intellectual and military history, shows how nationalism, as an ideology (and not as nationality or national culture, as several political scientists, following Anderson, have it) is initially the preserve of restricted intellectual and political groups who often succeed in monopolizing the public debate and politics. It is only then that nationalism may become a mass phenomenon.

L'arte massonica esiste dal XVII secolo. Da allora questa arte si è evoluta e la sua gamma si è ampliata sempre più. Si manifesta in diverse forme: arti grafiche, fumetti, pittura, musica, prosa, poesia, tavole massoniche, settima arte, scultura, creazione di oggetti, decorazioni e gioielli massonici...

Italia dall'inverno demografico a quello democratico. La riforma dell'accesso alla cittadinanza per la popolazione immigrata come policy costitutiva From demographic winter and social ageing to democratic backsliding. The obstructive Italian policy path about the extension of citizenship rights to the immigrant population

“Fermentu Littirariu” è un nuovo ciclo di incontri promosso da Siciliani Liberi presso Palazzo Pantelleria Varvaro, in piazza Giovanni Meli 5 a Palermo. Se ne terrà uno al mese. Si alterneranno presentazioni di libri, intermezzi musicali, riflessioni di pensatori autorevoli. Perché la Sicilia è (vorrebbe tornare ad esserlo sempre di più) terra del fare, ma è anche terra degli apoti, come direbbe qualcuno, culla di chi non se la beve.

Jusepe de Ribera's Martyrdom of St Lawrence is a mystery. In contrast to canonical representations based on Jacopo de Voragine's Golden Legend, in which Lawrence endures torture with miraculous calm, Ribera emphasises human vulnerability and conflict. The saint's emaciated body dominates the picture plane, surrounded by tormentors busily preparing him for the grill. The figures form a pinwheel configuration with a black void at its centre -created by smoke and shadow -which heightens Lawrence's isolation. Characteristic of Ribera is a violence that is both evoked and repressed; a paradox enhanced by a series of contradictions. 1 The saint's powerfully illuminated body is the site of spiritual trial, yet the grill itself recedes into obscurity -a powerful metaphor for preparation for martyrdom, rather than its triumphant conclusion. Lawrence's fortitude and steadfastness in suffering are complicated by the instability of his contorted body. Stripped of his dalmatic deacon's robe, he appears vulnerable before his executioners. The rejection of conventional markers of sanctity -the laurel crown, angels and full display of the gridiron -as well as the apparent absence of divine consolation invites the viewer to contemplate the nature of redemptive suffering. Pictorial and theological evidence suggests the Martyrdom may have served as the high altarpiece at San Lorenzo in Lucina, Rome, before it was replaced with Guido Reni's Crucifixion in 1675. 2 Ribera was residing in Rome in the early 1610s and documented living in the parish of San Lorenzo in Lucina by 1613, seven years after the church was granted to the Clerics Regular Minor (Caracciolini) by papal decree. 3 According to the Breve Relatione, an account of the sacred relics preserved in the church, written by a congregation member in 1675, the gridiron and chains used for Lawrence's martyrdom, the ampullae of his blood, fat and burned flesh, were all housed beneath

La presenza e il ruolo dell'Impero nell'Italia tardomedievale dei comuni, delle signorie, del papato e dei regni è al centro di una rinnovata attenzione da parte della storiografia europea e italiana. Il convegno, attraverso un'analisi tematica, al tempo stesso diacronica e sincronica, si propone di fare il punto sulle ricerche più recenti in merito alla complessa relazione tra Italia e Impero nel tardo medioevo e nel primo Rinascimento.

During the Second World War, hundreds of thousands of American soldiers of Italian origin were drafted into the US military and sent to fight overseas against the Axis powers. For many, this was an opportunity to demonstrate their loyalty to the country and remove suspicions raised by Italian communities' ties with the Fascist regime. The prospect of fighting in their homeland aroused mixed feelings among those who were sent to Italy from June 1943. On the one hand, the presence of cultural and family ties stimulated the establishment of supportive relations with Italians and was seen by Washington as a useful tool for promoting 'good occupation' policies in Italy. However, the ethnic background of these soldiers did not always act as a socialisation factor with Italians, but sometimes gave rise to contradictory and even hostile attitudes that were linked to harsh judgements about Italians' responsibilities for Fascism and their predisposition, or otherwise, to democracy. This article reconstructs the contribution made by these ethnic personnel to the liberation of the peninsula and the particular views they held of Italy and Italians between war and liberation.

In questo lavoro si discute il tema del finanziamento dell'università italiana utilizzando un approccio comparato: i bilanci delle università inglesi vengono confrontati con i bilanci delle università italiane. I dati si riferiscono al 2007/08. Lo scopo è comprendere se e in quale misura il sistema universitario italiano è sotto-finanziato prendendo come riferimento uno dei migliori sistemi universitari al mondo. Queste le principali conclusioni: il sistema universitario inglese dispone di molte più risorse finanziarie rispetto a quello italiano. Le risorse provengono da diverse fonti, pubbliche e private. Se si pesano correttamente gli studenti fuori-corso, non emergono tuttavia differenze apprezzabili nel finanziamento pubblico corrente tra i due sistemi (FFO e Recurrent Grants). Il divario nelle risorse a disposizione dipende soprattutto da altre due voci: le tasse pagate dagli studenti e il finanziamento alla ricerca. Sul quest'ultimo terreno, il divario non è solo quantitativo ma anche qualitativo. L'ammontare di risorse pubbliche destinate alla ricerca universitaria è in Inghilterra ben 12,5 volte maggiore rispetto a quanto distribuito in Italia. Non è solo una differenza di quantità: ben due terzi dei fondi disponibili in Inghilterra vengono allocati attraverso bandi aperti e competitivi, contro appena un quarto in Italia. Gli effetti incentivanti di questi meccanismi di finanziamento possono contribuire a spiegare il diverso posizionamento nelle classifiche internazionali dei due sistemi universitari.

Atualmente, o tráfego de automóveis na Colômbia está regulado por uma norma posterior à Constituição. Trata-se da lei 769 de 6 de julho de 2002, "pela qual se expede o Código Nacional de Trânsito Terrestre e se ditam outras disposições", modificada recentemente (Lei 1.383, de 16 de março de 2010). Aprovada pelo legislativo, a qualificação expressa e formal de código que recebe essa lei, concebida em desenvolvimento, garantia e atuação do art. 24, CP, e dotada dos princípios que enuncia seu art. 1º-úteis, sem dúvida, para orientar a interpretação de outras regras sobre a matéria-converteu o regime de circulação sobre rodas em um setor de Direito codificado. A partir da lei de 2002, portanto, não caberia delegar ao Executivo a reforma desse âmbito do ordenamento, resolvendo-se por lei parlamentar a questão abordada na sentença que comento, com triunfo final do voto dissidente. A sentença C-362 de 1996 encerra uma interessante lição. Ensina, em primeiro lugar, que a codificação do Direito foi e é ainda hoje um acontecimento de cultura e de política jurídicas de âmbito geral, uma particular técnica transnacional de produzir e escrever normas cujas implicações poliédricas não são compreensíveis desde os parâmetros estreitos das histórias jurídicas nacionais. De outra parte, a sentença colombiana coloca sobre a mesa alguns argumentos, ainda inéditos, e, contudo, muito relevantes para uma História comparada.

We have chosen to translate into English our review of Antonino De Francesco's La palla al piede. Una storia del pregiudizio antimeridionale (Feltrinelli, Milan 2012), originally published in italian in "Quaderni eretici | Cahiers hérétiques", 3 (2015). The review is now more than ten years old, and the book itself, published thirteen years ago, has already been largely forgotten-a fact that is in itself significant when considering this type of historiographical production, which often bursts onto the scene with great fanfare only to fade rapidly from scholarly memory. This English version includes minor modifications and adaptations, as well as a brief final reflection on the book's impact more than a decade after its release. This translation therefore serves a double purpose. On the one hand, the theme itself-anti-Southern prejudice, its reiteration across centuries, its ideological and political uses-remains of undoubted relevance for understanding Italian history and identity. On the other hand, it offers an occasion to reflect more broadly on certain historiographical tendencies that reach far beyond the Italian case. De Francesco's work, while meritorious in its erudition and narrative construction, epitomizes a style of scholarship inclined toward intellectualized and often self-indulgent frameworks, not always firmly anchored in archival sources. Its reliance on literary and cultural representations, newspapers, theatre, and cinema, with limited attention to institutional documentation, mirrors a broader trend in contemporary historiography: the preference for striking titles, conceptual generalizations, and promotional impact, sometimes at the expense of empirical depth and long-term durability. It is precisely this aspect-the initial prominence followed by a rapid descent into semioblivion-that makes the book, and our review of it, worthy of revisiting.De Francesco himself, former Professor of Modern History at the University of Milan and a scholar with an established career, has contributed significantly to debates on the Risorgimento and national identity. Yet his trajectory-emblematic of certain intellectualist currents in Italian historiography-offers a useful case for international readers, who may wish to assess both the strengths and the limits of this approach. By making this review accessible in English, we hope to broaden the conversation and invite a more critical engagement with the ways historians build narratives of prejudice, identity, and national divisions-and to reflect on why some works, despite initial acclaim, so quickly fade from the collective scholarly horizon.

The Arbëresh community, descendants of Albanian emigrants who settled in Southern Italy between the 15th and 18th centuries, has preserved a distinct linguistic and cultural heritage over the centuries. Despite their deep integration into Italian society, the Arbëresh has maintained its language, traditions, and customs. Since the 19th century, to reach a broader audience, Arbëresh poets have adopted bilingualism, incorporating both Albanian and Italian within their literary works to preserve the archaic form of Albanian. This paper examines the role of literature, specifically poetry, in preserving the Arbëresh language in the context of globalization. The global dominance of major languages and cultural homogenization poses significant threats to the survival of minority languages. However, literature has proven to be a powerful tool for preserving linguistic diversity, serving as a medium through which cultural memory, identity, and heritage are transmitted. Through an analysis of contemporary Arbëresh poetry, this study explores how literature safeguards the Arbëresh language and culture while fostering a continued sense of identity within the community. The paper also discusses the challenges and opportunities facing Arbëresh literature in a globalized world, underscoring its role in preserving the linguistic and cultural heritage of the Arbëresh people. It highlights how Arbëresh's literature, by maintaining a connection between the past and the present, plays a crucial role in language survival and promoting intercultural dialogue in an increasingly globalized context.

In questo libro si parla di miti, di politica e di storia d’Italia. Attraverso la lente di Galileo. Qui il Galileo processato e condannato dall’Inquisizione diventa personaggio, attore di una storia globale: citoyen français e républicain; patriota e martire dell’Italia risorgimentale; ‘genio italico’, fiore all’occhiello – insieme a Leonardo da Vinci – dell’Italia nazionalista e fascista. Per divenire, infine, uomo e scienziato sinceramente pio e devotamente cattolico.
Sulla scena ci sono figure di primo piano – da d’Alembert a Stendhal, da  Victor Hugo a Mazzini – e personaggi più o meno conosciuti che però svolgono un ruolo decisivo. È il caso di patrioti come Guglielmo Libri, Silvestro Gherardi e Giacomo Manzoni, di studiosi del calibro di Antonio Favaro, Karl von Gebler e Pio Paschini, di scienziati e uomini religiosi come Agostino Gemelli e Pietro Maffi. Ed è proprio a partire da questi ultimi che, nel Novecento, il partito cattolico diventerà protagonista nel tentativo di arruolare Galileo nelle proprie file come archetipo dello scienziato cristiano. Dopo la ‘ferita’ di Porta Pia, la riconquista cattolica della società italiana passa – questo è il fatto nuovo – anche attraverso la conquista della scienza. Il tentativo è riuscito?
Quale Galileo è stato ‘riabilitato’ da Giovanni Paolo II? Massimo Bucciantini ci restituisce una storia appassionante che oltrepassa ogni steccato disciplinare.

The international corporate governance debate largely builds on the assumption that an ideal and effective board model is one that improves the formal independence of the board of directors especially the independent directors in a decision-making process that ultimately leads to maximize the firm value. The aim of this study is to make a comparative study between the main corporate governance models used globally by scrutinizing strengths and weaknesses for each one, in the sense to determine which one is the most effective model allowing the independence and if it can be adapted to different economic systems, in order to be applied on a scale as large

L'archivio della famiglia, donato dagli eredi alla Biblioteca Comunale Malatestiana e alla Sezione di Archivio di Stato di Cesena, è stato diviso tra le due istituzioni. Il carteggio è stato descritto e ordinato secondo principi tradizionali, mentre le carte processuali dell'avvocato Gian Battista Nori sono state oggetto di un progetto di descrizione globale utilizzando il programma CDS/ISIS

When the Fascist regime in Italy embarked on an official policy of racialism in the mid-1930's, it turned to a stable of propagandists, journalists, and politicians to publicize and, in some cases, lend purported scientific credence to its claims. A spate of books and articles appeared on the national scene expressing in more or less virulent terms the emerging official contention that Jews in general and the Jews in Italy in particular were responsible for Italy's ill fortunes. The annals of history were combed for references to Jewish treachery or, at the very least, undesirability. Recent political considerations were recast in an explicitly anti-Jewish light. And even religion was called into play to bolster Fascist claims on the one hand, while attacking the moral underpinnings of Judaism on the other. Anti-Semitic remarks drifted in and out of Mussolini's speeches throughout the 1920's and 1930's. They were often counteracted by lavishly philo-Semitic declarations or patently pro-Jewish actions. The mid-1930's, however, brought about a definitive end to such vacillations. As political exigencies dictated the need for clearcut discriminatory action against the Italian Jews, racialism, a pseudo-scientific doctrine, was imported from the north and emended to fit Fascist ideological prerequisites. Mussolini enlisted the help of a handful of writers to enunciate his emerging racial policy.

Las investigaciones para la elaboración del presente libro han sido financiadas por el proyecto PID2020-118105GBI00 "Del barco al mercado. Actividad económica, relaciones sociales y conflictos armados en las ciudades y villas portuarias de la Europa Atlántica bajomedieval", del Ministerio de Economía, Industria y competitividad. La edición del libro ha sido sufragada por el proyecto 21947/PI/

Alberto Pariani (1876-1955) was a high-ranking Italian military officer who fought both in the First and the Second World Wars. After the First World War he was assigned different tasks to Albania including that of the re-organisation of the army of the small Balkan country.
From 1936 to 1939 he marshalled the Headquarters of the Italian Army and was Deputy War Minister. One of the main collaborators of Benito Mussolini, he carried out a deep reform in the Italian Army. After being discharged on the verge of the outbreak of the Second World War, Pariani was called back into duty by Mussolini in the spring of 1943 and appointed Viceroy to Albania.
Because of having joined the Italian Social Republic, he was convicted in the aftermath for collaboration with the Fascists but then acquitted.  Soon after that, he devoted himself to the local politics of Malcesine in the province of Verona. Pariani led this township from 1952 until his death. In 1971 his personal archive was handed over to the State Archive of Venice as a bequest. Enriched by notes reflecting personal considerations on historical events, his diaries mirror the activity of this important figure in the Italian Army

Dalle nostre montagne lo sguardo si perde lontano, verso sud e anche verso nord. Verso est e verso ovest il vasto paesaggio viene contornato dalle quinte del Grappa e dal Pasubio; due nomi importanti nella storia d'Italia. Dal Cansiglio alla riva orientale del Lago di Garda, lungo le Prealpi, si estende un territorio affascinante per natura e paesaggio, ancora fortunatamente non intaccato dalle speculazioni perché la sua selvatichezza e l'isolamento l'hanno salvato. È chiaro che non intendo dire la pianura ai piedi dei monti che, ormai, è una continuità di capannoni e case come ben sanno urbanisti e poeti, ma quelle colline e quei monticelli e quelle vallette che risalgono le montagne tra Livenza e Brenta, tra Brenta e l'Agno, tra l'Agno e l'Adige e rive del Garda. Insomma tra Prealpi Bellunesi e Monte Baldo. Anche, viene da aggiungere, quelle due isole dentro l'affollata pianura, che sono i Colli Berici e i Colli Euganei. Questi luoghi apparentemente selvaggi dovrebbero essere in futuro la salvezza del nostro Veneto che si è avviato verso il Terzo Millennio con, mi pare, poca lungimiranza. Ho voluto riguardare questo paesaggio dell'anima aprendo ancora una volta atlanti e carte geografiche. Ripensando le montagne, i corsi d'acqua, i centri abitati, le città, la campagna e i poeti, i pittori, i musicisti, gli architetti che hanno lasciato testimonianze. Mi soffermo a guardare la carta fisica delle Alpi nel grande Atlante Internazionale del T. C.I. e la confronto con l'immagine del satellite per meglio studiarla. Lo scruto, questo nostro Veneto, nei particolari dei corsi d'acqua, nei rilievi, nelle lagune. Sono riportati anche i torrentelli che scorrono solamente con il disgelo e con le piogge autunnali. Immagino come potevano essere le valli diecimila anni fa quando i ghiacciai si ritiravano e gli uomini del me-solitico risalivano il mio Altipiano per cacciare i camosci, i cervi, gli stambecchi. Ma perché, dopo centocinquanta anni nei boschi dei Merk Wisen, Marcesina, è ricomparso un orso? Cosa è venuto a dirci? ... Vedo le colline con gli olivi e le viti; più sopra le montagne, e in quella fascia tra olivi e vigne sotto, conifere e latifoglie sopra, si fermano i pensieri e gli occhi; ritornano ricordi e immagini e la sensazione precisa che le leggi degli uomini non devono ignorare le leggi della natura, ma anche che le leggi dovrebbero rinaturalizzare le norme. Così aveva detto in un saggio Hans Jonas. La rappresentazione della Terra, la geografia, mi ha sempre affascinato; specialmente perché attraverso lo scorrere del tempo possiamo capire come era la vita e, forse, come sarà. Nelle carte antiche vedo spazi bianchi che vorrei completare come li vedrei oggi. Ma è difficile progettare il futuro perché il tempo corre molto veloce: non si procede con il passo dell'uomo, ma con quello delle macchine più veloci del suono. La fretta è nemica della conoscenza. Mi viene il ricordo della Galleria delle Carte Geografiche che nei Musei Vaticani guarda il Cortile del Belvedere. Lì dipinte in affresco alla fine del Cinquecento, con precisione sono indicate città, montagne, fiumi, lagune della terraferma veneta, sì che mi venne da pensare che l'ispiratore, il domenicano Ignazio Santi [Egnazio Danti n.d.r.], avesse visto il panorama dall'alto del nostro Altipiano. Era forse quello il momento più bello della nostra storia e della nostra arte? Riprendo in mano la ristampa anastatica per opera della Fondazione Benetton Studi e Ricerche, la Kriekskarte (sic!) von Zach 1798-1805 -Carta del Ducato di Venezia -Descrizioni militari. Leggendo e osservando con paziente studio si possono rilevare i mutamenti e conoscere molte notizie riguardanti la nostra regione come era duecento anni or sono; fare dei confronti e anche constatare quante cose sono mutate non solo, ovviamente, riguardanti l'urbanizzazione e la viabilità. Dalle Descrizioni militari si ricavano molte notizie sulla viabilità, le acque, gli abitanti divisi in categorie; quanti animali da tiro e da soma vivono nel territorio dalla tavola riprodotta su scala 1:28000. Naturalmente, essendo carta militare, anche possibilità di acquartieramento e di difesa. Nelle descrizioni ho notato che molta atten-1. Si vedano i capitoli relativi al lavoro di MRS nell'Ufficio del Catasto di Asiago in

Il Congresso Internazionale per la Pace Universale, tenutosi a Parigi dal 22 al 24 agosto 1849 (nella sala di S. Cecilia, in rue de la Chaussé d’Antinil), rappresentò un momento significativo nella storia del pacifismo internazionale. Sotto la presidenza del celebre scrittore Victor Hugo, questa assise mirava a promuovere il dialogo tra nazioni e delineare strumenti concreti per prevenire i conflitti, in un'epoca ancora segnata da guerre e rivoluzioni.