Lessico Leopardiano 2014
2014
https://doi.org/10.13133/978-88-98533-41-1…
200 pages
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La pubblicazione nel 1543 del De revolutionibus orbium coelestium libri sex da parte del canonico polacco Niccolò Copernico provocò nel tempo un grande sconquasso intellettuale. Esso coinvolse non solo scienziati, filosofi, teologi e uomini di Chiesa, ma anche i poeti. La crisi della vecchia immagine dell'Universo diede luogo a reazioni di entusiamo, come nel caso di Thomas Digges e Giordano Bruno e, ovviamente, di Johannes Kepler e Galileo Galilei; oppure di ostilità, scetticismo, angoscia e preoccupazione. Fra i grandi poeti e filosofi che parteciparono al dibattito sul nuovo "sistema del mondo" vi sarà da protagonista Giacomo Leopardi
Le teorie di Jacques lacan
Lo Zibaldone leopardiano offre un'importante serie di giudizi critici sull'opera poetica di Ennio: passiamo in disamina e analizziamo partitamente i passi del dotto pastissage letterario-esistenziale in cui l'Autore discute, cita, ovvero semplicemente menziona Ennio 1. zib. 42: «Un'altra prova dell'esser la nostra lingua italiana derivata dal volgare di Roma del buon tempo si trae dalle parole antichissime Latine poi andate in disuso presso gli scrittori, che ora si trovano nell'italiano, le quali è manifesto che con una successione continuata sono passate da 1
L'Esilio della Partenope: Leopardi tra Memoria e Oblio nella Napoli Vesuviana, 2025
L'Esilio della Partenope: Leopardi tra Memoria e Oblio nella Napoli Vesuviana Oggi, 29 giugno 2025, celebriamo i 227 anni dalla nascita di Giacomo Leopardi, una delle voci più alte e profonde della letteratura mondiale. Nato a Recanati nel 1798, Leopardi fu poeta, filosofo e prosatore, la cui figura solitaria e lucida ha lasciato un'impronta indelebile nella nostra cultura. Dopo gran parte della sua breve esistenza trascorsa nel chiuso del borgo natio, il suo cammino lo portò, tra disillusione e ricerca, in diverse città italiane. Fu Napoli, vibrante e contraddittoria capitale del Regno delle Due Sicilie, ad accoglierlo nei suoi ultimi anni, offrendo al suo sguardo ferito un orizzonte di cielo, mare e umanità che, se non portò alla guarigione, lo accompagnò fino alla fine. Proprio in questa data, che segna un anniversario così rilevante, desideriamo proporre l'articolo "L'Esilio della Partenope: Leopardi tra Memoria e Oblio nella Napoli Vesuviana". Un'indagine storico-letteraria sui luoghi della memoria leopardiana nel Mezzogiorno d'Italia Questo studio si immerge nella complessa dialettica tra la presenza fisica di Giacomo Leopardi e la sua memoria postuma negli anni trascorsi a Napoli. Dal suo arrivo nel 1833 alla morte nel 1837, l'analisi esplora la dimensione tangibile della sua esistenza – la sua "carne" afflitta dalla malattia – ponendola in contrasto con l'enigmatico destino delle sue spoglie. La loro dispersione nell'"oblio" dei cimiteri popolari si contrappone alla successiva e ufficiale costruzione di un mito. Attraverso una rigorosa analisi cronologica di fonti documentarie e iconografiche, e delle celebrazioni che hanno segnato il ricordo di Leopardi (dai primi riconoscimenti post-unitari del 1864-1865 alle imponenti commemorazioni del centenario della nascita nel 1898 e della morte nel 1937-1939), l'articolo rivela come la figura del poeta sia stata soggetta a stratificate interpretazioni e, talvolta, a vere e proprie strumentalizzazioni politiche. Un focus particolare è dedicato alla spettacolarizzazione della traslazione del 1939 nel Parco Vergiliano. Questo evento, ideato dal regime fascista, intendeva simboleggiare l'unione del poeta recanatese con la "Partenope" e la sua dissoluzione nella "cenere" vulcanica del "Cuore Vesuviano", elevandolo a icona nazionale. Il contributo si conclude con una riflessione sul significato del "cenotafio" e sulla natura ultima della sepoltura leopardiana. Pur incerta nella sua materialità, la sua vera e indomabile permanenza si manifesta nella vitalità immortale della parola poetica. The Exile of Partenope: Leopardi Between Memory and Oblivion in Vesuvian Naples Today, June 29, 2025, we celebrate 227 years since the birth of Giacomo Leopardi, one of the highest and most profound voices in world literature. Born in Recanati in 1798, Leopardi was a poet, philosopher, and prose writer whose solitary and lucid figure left an indelible mark on our culture. After spending most of his brief life cloistered in his native village, his journey, marked by disillusionment and searching, led him to several Italian cities. It was Naples—then a vibrant and contradictory capital of the Kingdom of the Two Sicilies—that welcomed him in his final years, offering his wounded gaze an expanse of sky, sea, and humanity that, if it didn't heal him, accompanied him until the end. Precisely on this date, marking such a significant anniversary, we wish to propose the article "The Exile of Partenope: Leopardi Between Memory and Oblivion in Vesuvian Naples." An Historical-Literary Investigation into the Places of Leopardian Memory in Southern Italy This study delves into the complex dialectic between Giacomo Leopardi's physical presence and his posthumous memory during his years in Naples. From his arrival in 1833 to his death in 1837, the analysis explores the tangible dimension of his existence—his "flesh" afflicted by illness—contrasting it with the enigmatic fate of his remains. Their dispersion into the "oblivion" of popular cemeteries stands against the subsequent and official construction of a myth. Through a rigorous chronological analysis of documentary and iconographic sources, and of the commemorations that marked Leopardi's remembrance (from the first post-unification recognitions in 1864-1865 to the imposing centennial celebrations of his birth in 1898 and death in 1937-1939), the article reveals how the poet's figure was subjected to layered interpretations and, at times, outright political instrumentalization. Particular attention is given to the spectacularization of the 1939 translation (of his remains) to the Parco Vergiliano. This event, conceived by the Fascist regime, aimed to symbolize the union of the Recanati poet with "Partenope" and his dissolution into the volcanic "ash" of the "Vesuvian Heart," elevating him to a national icon. The contribution concludes with a reflection on the meaning of the "cenotaph" and the ultimate nature of Leopardi's burial. Though uncertain in its materiality, his true and indomitable permanence manifests in the immortal vitality of his poetic word.
In questo nono resoconto sono annotate le segnalazioni più signi cative attinenti all’avifauna selvatica incontrata nel 2014 nel Parco Naturale Regionale della Lessinia e nelle aree limitrofe. Le osservazioni sono state selezionate sulla base della loro importanza per la nidi cazione, lo svernamento, gli erratismi, la curiosità o l’interesse locale. Sono stati raccolti e analizzati alcune migliaia di dati riferiti a 146 specie diverse. Tra le segnalazioni più interessanti rilevate nel corso del 2014 si ricordano: lo svernamento di 73 individui di zigolo delle nevi, il più alto numero mai registrato in Lessinia; l’accertata riproduzione di gufo reale; gli interessanti rilevamenti di tuffetto, re di quaglie, pavoncella, piviere tortolino, gabbiano reale, civetta nana, gruccione, grillaio, monachella e ortolano; le osservazioni di airone bianco maggiore, albanella pallida, gallinella d’acqua, gambecchio comune, ghiandaia marina e migliarino di palude, specie mai segnalate nei precedenti resoconti, che portano il numero complessivo dei taxa a 181. Alquanto singolare, in ne, l’avvistamento di un tetraone mezzano nel limitrofo territorio trentino, un ibrido di gallo cedrone e fagiano di monte.
2025
Καὶ ἠγάπησαν οἱ ἄνθρωποι µᾶλλον τὸ σκότος ἢ τὸ φῶς "E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce". (Vangelo di Giovanni, 3:19) 1 Nei confronti del paese di Recanati nelle Marche sembrerebbe essersi coagulata un'idea di perenne r i c e r c a , d i m a l i n c o n i a e d i sofferenza, ciò perchè attorno a questo luogo si è espressa l'opera di due autori, che più di tutti hanno avvertito la fragilità dell'uomo, ed i primi a descriver la in modo estremamente sensibile: il pittore Lorenzo Lotto, e lo scrittore G i a c o m o L e o p a r d i. A f f i n i t à territoriale quella dei due artisti, oltre che spirituale e dunque psicologica. Entrambi hanno testimoniato di una condizione di sofferenza e di malinconia, espressa con accenti diversi, nella propria produzione artistica. Le loro opere testimoniano di d i s p e r a z i o n e , a n g o s c i a , pessimismo, di un rapporto difficile con il mondo e con la natura, e di un incessante confr onto con l'azione provvidenziale di Dio. Il punto di approdo di Leopardi, sarà confessarsi apertamente ateo, mentre il Lotto chiuderà la propria parabola esistenziale divenendo un oblato nel convento della Santa casa di Loreto nelle Marche, ultima t e s t i m o n i a n z a d i u n a f e d e controversa, difficile e tormentata, spesso accostata probabilmente a ragione, al sentire religioso del mondo protestante. La poesia "Infinito" di Leopardi, la cui stesura definitiva risale agli anni 1818-1819, e la tela della "Trasfigurazione" di Lorenzo Lotto, del periodo 1510-1512, conservata al Museo Civico di Recanati, ruotano entrambe attorno alla collina recanatese del Monte Tabor, luogo reale e metafisico assieme, che in qualche modo unisce i due personaggi sul piano psicologico. La modernità straordinaria di Lotto non ha impedito che fosse un autore dimenticato per molti secoli, probabilmente perchè la sua sensibilità artistica richiedeva tempi che fossero lontani da Il brano tratto dal Vangelo di Giovanni è citato ad apertura della "Ginestra" di Giacomo Leopardi
1. Perché ha rinnovato il codice poetico petrarchesco, estenuato dopo secoli di riscritture. 2. Perché ha dato vita a una poesia moderna e vitale, facendone strumento di indagine conoscitiva; nella sua opera, infatti, le rifl essioni sull'infi nito, sulla felicità impossibile, sul piacere del ricordo, sono accompagnate da domande sul senso dell'esistenza di tutti gli esseri viventi. 3. Perché, nella sua rifl essione, la presa di coscienza della supremazia dell'«arido vero» non porta mai alla distruzione dei «cari inganni» del mondo affettivo e della bellezza; la fragilità delle illusioni le rende al contrario ancora più preziose. 4. Perché oggetto ultimo della sua ricerca poetica sono il bello e il vero, che egli riesce a far convivere in una simbiosi diffi cile ma affascinante. 5. Perché nella propria opera ha concretizzato l'idea che la poesia è capace di consolare l'esistenza dell'uomo, anche quando ne esprime tutta l'infelicità.
2008
ma si tenga anche presente, sulla lunga durata dell'insubordinazione contadina, Blickle P., 2003, Von der Leibeigenschaft zu den Menschenrechten. Eine Geschichte der Freiheit in Deutschland,

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