SOGGETTIVITA' SPORGENTI
2020, IL MANIFESTO
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Abstract
Soggettività sporgenti in un paese fluttuante C'era una volta una Lady della Birmania, da noi amata e osannata al pari di Giovanna d'Arco. Adesso c'è ancora e non c'è più. C'è ancora per una estesa maggioranza di birmani. Non c'è più per il Resto del Mondo , o quasi. Il Gambia, per dire, ha accusato la Birmania/Myanmar di genocidio davanti al Tribunale Internazionale dell'Aja che il 23 gennaio scorso ha stabilito che il governo dovrà prendere provvedimenti per proteggere i rohingya. Stare meno sul generico vorrebbe dire approfondire almeno due temi: 1. Il possente nazionalismo birmano buddhista, identità predatrice ostile alle minoranze, che il colonialismo inglese, inventando uno Stato di Birmania, ha rattrappito in una frattura profonda tra una Birmania vera e propria [Burma proper] e Aree Escluse/di Frontiera. 2. La brutalità del sovrastante apparato militare birmano, Tatmadaw, che dall'indipendenza del 1948 ad oggi ha praticato la guerra civile perenne e non metaforica con le minoranze nazionali. Un tempo ancora e sempre scandito dall'alternarsi di tregua e conflitto armato. Scantonando per il momento da questa impegnativa impresa, è giusto chiedersi se Aung San Suu Kyi sia effettivamente l'unica Signora della Birmania. E' una domanda che si è posta anche Jennifer Rigby, giornalista britannica, che ha messo insieme dodici interviste ad Altre Signore [The Other Ladies of Myanmar, Iseas, Singapore, 2018] in un libro che non sa di antropologia, di gender studies o di teoria politica, ma di preziosa indagine su soggettività sporgenti in un paese fluttuante e sorprendente. Avrebbe trovato ampia testimonianza anche indagando il passato non remoto, per esempio: Ludu Daw Amar, una vita da dissidente radicale, scrittrice e giornalista di rango, morta nel 2008 o Ma Ma Lay, scomparsa nel 1982, splendore della letteratura birmana moderna, il cui capolavoro, La sposa birmana [disponibile in italiano per le edizioni ObarraO, v. Il Manifesto, 9/XII/2009, riportato qui sotto] si
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Sacerdotesse tra passato e Sacerdotesse tra passato e futuro: è il tempo di futuro: è il tempo di svegliarsi svegliarsi Di Argiope Il 3 marzo 2013 · Add Comment Incontro con Marguerite Rigoglioso. Di Valentina Minoglio È un monte non troppo alto, il Parnaso. Si arriva in autobus da Atene e c'è sempre un'arietta fresca, anche d'estate. Una passeggiata in mezzo a ulivi e cipressi, salendo, intuendo che il mare non è lontano, e si arriva al Tempio di Apollo. Solo tre colonne che appaiono quasi dorate, ma gà il vento ti guida verso luoghi nascosti, antri, fonti segrete, con la sensazione costante di essere, sì, proprio al centro del mondo. Lo sappiamo, ce l'hanno insegnato a scuola, che Delfi era l'Omphalos, l'ombelico del mondo, e che… tutto è cominciato qui, con quella iscrizione, Conosci te stesso, che è il principio e il fine di tutte le (nostre) ricerche, della conoscenza. Ma è molto probabile che recandosi a Delfi si risvegli in noi una memoria più antica: c'è dell'altro? C'è qualcosa prima di Apollo e del suo oracolo? E qualcosa di diverso che non ci hanno mai ben spiegato, qualcosa di assolutamente importante per noi donne, neopagane? SIAMO A DELFI, QUALCHE MILLENNIO FA…
Le dimensioni delTemigrazione subsahariana sono di difficile quantificazione. Si tratta di un fenómeno di vasta portata, continuamente alimentato dalla disgregazione económica e sociale del continente. Alla fine degli anni '80 si contavano circa 30 milioni di persone emigrate da uno stato alTaltro. Si tratta delia meta degli emigrati internazionali di tutto il mondo, mentre la popolazione delT Africa subsahariana è pari solo al 10 per cento di quella mondiale 0). Se, considerando anche le migrazioni interne, si andasse ad una analisi délie persone residenti nelle aree urbane africane, si troverebbero scarti rilevanti tra luoghi di residenza e luoghi di nascita, ehe porterebbero a valori molto alti; e, andando indietro solo di qualche generazione, si ricostruirebbe il grande sommovimento prodotto in questo secolo dal capitalismo: dagli iniziali reclutamenti forzosi, alTemigrazione dovuta alla disgregazione délie relazioni produttive di autosussistenza, alla crisi delTagricoltura, fino al recente crollo delTeconomia complessiva, agrícola ed urbana. L'esame delia situazione africana, dalToccupazione coloniale alTattuale générale crisi, consente di dimostrare ehe i movimenti migratori sono determinati dalla ricerca di condizioni di esistenza ehe vengono negate, per diverse ragioni, nei luoghi di origine; ehe questa negazione provoca una resistenza alTemarginazione sociale ehe si esprime non solo ne-
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v. 34 n. 3, 2011
Gli storici della loso a solitamente attribuiscono ai pensatori moderni l'invenzioni di concetto "soggetto", "oggetto" e "soggettività" e li concepiscono in direttamente in contrasto con la loso a scolastica e aristotelica. Questo articolo suggerisce la presenza di una proto-teoria della soggettività in Aristotele. La teoria aristotelica della soggettività è fondata principalmente su quattro dottrine. In primo luogo, si può riscontrare nell'epistemologia aristotelica la presenza di una "prospettiva" e di un "punto di vista". Il secondo aspetto signi cativo è il concetto di determinazione dell'oggetto della conoscenza, che nella loso a aristotelica è rappresentato dalla nozione di "prosthesis". La terza dottrina si fonda sulla distinzione fra ciò che è più conoscibile per noi (gnorimoteron emin) e ciò che è più conoscibile per natura (gnorimoteron te physei). L'ultima dottrina riguarda la seconda natura del soggetto e gli abiti della conoscenza acquisiti attraverso l'esperienza, i quali spiegano perché i soggetti abbiano conoscenze diverse degli stessi oggetti secondo le loro precedenti esperienze.
NEAPOLITAN TRANSLATION OF "THE SUSTAINABILITY MANIFESTO FOR PROJECTS" by Richard Maltzman, Paola Morgese, Marisa Silva, Jennifer Tharp
Gli antichi grammatici non conoscono il modo congiuntivo ma, al suo posto, pongono il modo soggiuntivo che è formato da un verbo al modo che i moderni denominano congiuntivo e da un’apposita congiunzione. Il verbo da solo al modo soggiuntivo non significa niente all’interno di una frase, esso assume un significato solamente insieme ad una delle specifiche congiunzioni. Qui si esamina la dottrina degli antichi grammatici in proposito; successivamente, poiché gli esempi da questi presentati sono molto semplici, da maestro di scuola, si passa a considerare esempi di soggiuntivo tratti dagli autori classici.
Prefazione Nel nostro paese i primi venti anni del secolo sono quelli della egemonia di Giolitti. Un tentativo il suo di ammodernare lo Stato sabaudo e di portarlo al livello ideologico ed economico del resto dell'Europa. Giolitti apri uno spazio bastante ai vertici socialisti per rendere credibile il loro programma del 1892. Entrare legalmente nello Stato per svuotarlo dei contenuti borghesi e renderlo strumento del proletariato. Questo in una prospettiva di largo, forse troppo largo respiro. La politica di Giolitti e la prospettiva del partito socialista vennero sepolte dalla Grande Guerra anche se non se ne accorsero né Giolitti né i vertici socialisti. Il periodo giolittiano fu difficile per il movimento anarchico, non tanto per la repressione relativamente meno occhiuta quanto per la difficoltà di interrompere il dialogo tra i vertici dello Stato e quelli socialisti che finiva quasi sempre per avere la meglio sul radicalismo del movimento operaio. Altre difficoltà per gli anarchici del tempo quelle di definire il proprio ruolo in un movimento operaio, in una società italiana non più valutabili con i metodi della Prima Internazionale o della propaganda dei fatti. Nel 1907 il Congresso di Roma poté sembrare poca cosa e a molti del tutto inutile. In realtà fissò i punti di riferimento, teorici ed operativi, sui quali si andavano orientando gli anarchici italiani della nuova generazione. Quei punti divennero prima l'argomento del dibattito interno e poi patrimonio del movimento anarchico. Già operanti, con gli aggiustamenti dovuti ad una esperienza concreta, alla vigilia della prima guerra mondiale, saranno poi alla base dell'Unione Anarchica Italiana, resero possibile l'accordo fra le varie tendenze, e dettero al movimento anarchico italiano del primo dopoguerra un ruolo egemone nel tentativo di dare uno sbocco rivoluzionario alla pressione popolare. Questa è la traccia di questo studio, ma solo la traccia che Giorgio Sacchetti segue minuziosamente, ed in tutti i suoi risvolti la dinamica della presenza anarchica in Toscana. Ne esce fuori un quadro di un movimento molto frazionato al proprio interno ma altrettanto dinamico. Minoritario all'interno del movimento operaio ma con una capacità di presa molto superiore alla sua consistenza numerica. Insomma una componente della sinistra italiana che non soffre di soluzioni di continuità. Parte viva nella cultura del movimento operaio finisce anzi per accentuare il suo carattere di espressione "politica" delle persistenti aspirazioni radicali e rivoluzionarie di una parte non marginale dei lavoratori. Tutto questo in un periodo durante il quale, la storiografia accademica - anche quella più recente ed attenta al movimento operaio - dà per inesistente il movimento anarchico. Rimanendo infatti chiusa nell'esame delle risoluzioni congressuali dei partiti e dei sindacati, oppure viceversa assorbita dalle indagini sociologiche o statisi iche finisce per nulla capire della dinamica del movimento dati come insorgenze spontanee di affamati o come l'effetto di una miracolosa ed improvvisa combattività operaia. Di contro questo studio che ha superato problemi veramente difficili per il reperimento, la sistemazione e l'interpretazione dei dati, ha ricostruito dall'interno quel lavorio continuo di idee, fatti, discussioni inutili o utili, di rabbie personali, cantonate, contrasti e sofferenze individuali che sono il vero mondo pulsante del movimento operaio. Gli studi generali basati sulle grandi linee politiche di questo o quel partito perdono molto spessore e a volte sono addirittura fuorvianti se non basati su lavori di questo genere. Il movimento anarchico in particolare ha un estremo bisogno di studi come questi come genere e come livello. Indispensabili per lavori di sintesi che in altro caso ricalcherebbero necessariamente la genericità accademica. Studi come questi possono inoltre modificare alla lunga impostazioni storiografiche consolidate. Un esempio attinente a questo volume: la situazione toscana che ne emerge, se confermata in altre regioni "chiave", ridimensionerebbe di molto la realtà della egemonia socialista, nel suo momento aureo sul movimento operaio. Un fatto semplice ma che potrebbe far buttare al macero decine di studi storici per non parlare di impostazioni storico-culturali di copertura a tattiche politiche di vario genere. Tempo fa Palmiro Togliatti dette inizio alla sua "via italiana" al socialismo rivalutando in sede storica la "lungimirante" politica di Giolitti verso gli allora legittimi rappresentanti della classe operaia. Più recentemente gran parte dei nuovi storici del P.S.l. rivendicano il primato del loro partito in base alla ininterrotta tradizione riformista della classe operaia italiana. Tutto questo con buona pace della crisi essenziale del mondo politico italiano, quello del primo dopo-guerra, quando le aspirazioni ad un rivolgimento generale dell'assetto sociale ed economico nutrite da larga parte del movimento operaio vennero espresse dal movimento anarchico e dal nascente partito comunista. Firenze, 9 febbraio 1983 LUIGI DI LEMBO
Viene riportato il secondo ritrovamento italiano di sugilite e serandite e la presenza di tinzenite nelle minera-lizzazioni a Mn dell'area di Vagli. Queste mineralizzazioni sono incassate nelle filladi e metaradiolariti della formazio-ne dei Diaspri Auctt. del Complesso Metamorfico Apuano, intensamente deformate e metamorfosate in facies Scisti ver-di durante l'evento tettono-metamorfico terziario. Abstract-Sugilite and serandite of Diaspri Auctt. formation near Vagli (Apuan Alps). In this note we report the first occurrence of sugilite, serandite and tinzenite in the Apuan Alps, in Mn-mineralizations embedded in the phyllites and meta-cherts of Diaspri Auctt. formation of Apuan Metamorphic Complex. These rocks were intensely deformed and meta-morphosed to the greenschists facies during the tertiary tec-tono-metamorphic event.
La pandemia sembrava aver imposto il ritorno al potere dei chierici. «Non puoi parlare se non sei un microbiologo», si diceva. Il popolo, ritornato ad essere plebe analfabeta-sia pure funzionalmente-e di conseguenza terrapiattista, doveva essere sollevato dall'onere della democrazia e il potere decisionale doveva tornare nelle mani dei sapienti e ricondotto all'autorità di Aristotele. Questo, in sostanza, il passo indietro su cui si lambiccheranno gli storici del futuro nei loro studi sul XXI secolo. Lo scenario, drammatico in sé, e opportunamente drammatizzato dai quotidiani "bollettini di guerra", accelerò e portò finalmente a compimento il tentativo di imporre la "dittatura dei tecnici" (che scienziati non sono), alla base della rivoluzione culturale del terzo millennio.

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