Il Business Process Reengineering nella P.A.
2000
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Riassunti di h mintzberg la progettazione dellorganizzazione aziendale
Riassunti del testo di H. Mintzberg, La progettazione dell'organizzazione aziendale A cura di Francesco Lo Piparo SDC 1 LA PROGETTAZIONE AZIENDALE CAPITOLO PRIMO: gli elementi di base della progettazione organizzativa Ogni attività umana organizzata fa nascere due esigenze fondamentali: 1. la divisione del lavoro in vari compiti da eseguire; 2. il coordinamento di questi compiti. L"organizzazione può essere definita come il complesso delle modalità secondo le quali viene effettuata la divisione del lavoro in compiti distinti e quindi viene realizzato il coordinamento tra tali compiti. Come dovrebbe essere progettata tale organizzazione? Secondo Mintzberg le variabili o gli elementi dell"organizzazione debbono essere scelti in modo da raggiungere un"armonia o una coerenza interna e nel contempo anche una coerenza di fondo con la situazione dell"azienda. Ciò porta alla conclusione che sia i parametri della progettazione organizzativa sia i fattori situazionali dovrebbero essere combinati per creare quelle che noi chiamiamo configurazioni. Se in teoria tali configurazioni sono illimitate, nella pratica, per progettare un"organizzazione, basta considerarne solo alcune. I CINQUE MECCANISMI DI COORDINAMENTO DEL LAVORO CHE È STATO DIVISO 1. adattamento reciproco: consegue il coordinamento attraverso il semplice processo della comunicazione informale. Il controllo del lavoro resta nelle mani di chi lo esegue. La conoscenza di quello che va fatto si sviluppa man mano che il lavoro procede. Tale meccanismo è adatto alle organizzazioni più semplici e a quelle più complesse. 2. supervisione diretta: il coordinamento avviene tramite una persona che assume la responsabilità del lavoro di altri dando loro ordini e controllando le loro azioni. standardizzazione: il coordinamento viene raggiunto ex ante a tavolino. Si può intervenire su: 3. processi di lavoro quando si programmano i contenuti del lavoro; 4. output quando si specificano i risultati del lavoro; 5. input quando viene specificato il tipo di formazione richiesto per eseguire il lavoro, si apprendono cioè modelli di comportamento. Via via che l"attività diviene più complessa, il metodo di coordinamento sembra passare dall"adattamento reciproco agli altri metodi, per poi ritornare all"adattamento reciproco. La maggior parte delle organizzazioni combina tutti e 5 questi metodi. Fino agli anni "50 due scuole hanno dominato la letteratura relativa ai meccanismi di coordinamento: 1. con a capo Fayol che privilegiava la supervisione diretta 2. che privilegiava la standardizzazione del lavoro. Due gruppi: i. Taylor e la programmazione del contenuto del lavoro operativo; ii. Weber e le strutture burocratiche il cui funzionamento era formalizzato attraverso regole, descrizione delle mansioni e formazione.
Il Business process management (Bpm) è un approccio strutturato costituito da un insieme di attività necessarie per progettare, ottimizzare, monitorare ed integrare i processi aziendali al fine di creare un processo orientato a rendere efficiente ed efficace il business dell'azienda. La progettazione e l'ottimizzazione dei processi si raggiunge anche basandosi sull'esperienza e da qui nasce la nostra ricerca sull'individuazione di alcuni sottoprocessi o "building blocks" che ricorrono all'interno di organizzazioni appartenenti al settore manifatturiero. Un modello di processo, quindi, può essere visto come un insieme di attività e/o building blocks pre-costituiti implementati secondo le "best-practises" aziendali. Per rendere eseguibile un building block è stato costruito un algoritmo di traduzione dal linguaggio di modellazione utilizzato ad un linguaggio eseguibile.
quarta edizione MANUALE OPERATIVO PER IL RESTAURO ARCHITETTONICO Metodologie di intervento per il restauro e la conservazione del patrimonio storico STEFANIA FRANCESCHI Architetto libero professionista affianca alla professione un'intensa e costante attività di ricerca e di studio sui temi del recupero edilizio e del restauro conservativo. Professore a contratto di Conservazione e Riqualificazione tecnologica degli Edifici storici presso la Facoltà di Architettura dell'Università di Firenze; cultore della materia di Restauro Architettonico presso il Dipartimento di Conservazione e Restauro dei Beni Architettonici dell'Università di Firenze. In collaborazione con Leonardo Germani è autrice di diversi contributi in materia di restauro tra i quali: Il progetto di restauro. Protocolli operativi, Firenze 2003; Le opere fortificate di epoca normanna. Un problema di conservazione, Firenze 2003; Linee guida per il Recupero Architettonico, Roma 2004; Capitolato Speciale di Appalto Restauro Architettonico, edilizia storica e restauro archeologico, Roma 2005; Degrado dei materiali dell'edilizia. Cause e valutazioni delle patologie, Roma 2007.
Le politiche attive per il reinserimento occupazionale dei lavoratori espulsi da processi produttivi: l’esperienza del Programma P.A.R.I., 2008
Le politiche attive per il reinserimento occupazionale dei lavoratori espulsi da processi produttivi: l'esperienza del Programma P.A.R.I. Angelo Irano-Responsabile Nazionale Programma P.A.R.I. Firenze, 12 giugno 2008 Le politiche di workfare, sancite dalla normativa oggi in vigore, riconcettualizzano in maniera attiva il sistema dei benefici previsti per i lavoratori espulsi dai processi produttivi percettori di ammortizzatori sociali, predisponendone un utilizzo finalizzato ad accrescere da una parte l'appetibilità dei lavoratori per le aziende, dall'altra l'occupabilità degli stessi attraverso la predisposizione di percorsi di formazione e riqualificazione professionale, condizionando l'erogazione dei sussidi alla responsabilizzazione del lavoratore nei confronti dei percorsi di reimpiego previsti. In questo senso si coglie la portata del cambiamento di mentalità che è sottesa alle politiche di workfare: non più politiche passive quali le vecchie politiche assistenziali legate al welfare state, ma percorsi responsabilizzanti che sollecitano l'attivazione del lavoratore. Le politiche di intervento in aree di crisi aziendali, territoriali, settoriali hanno l'obiettivo di fornire una credibile alternativa all'utilizzo passivo degli ammortizzatori sociali, favorendo uno stretto collegamento tra sostegno al reddito e politiche attive del lavoro. Elemento decisivo della politica è quello di supportare sia l'azienda che il lavoratore nel fronteggiare efficacemente la crisi attraversata, tenendo in forte considerazione gli elementi che ne stanno alla base, le risorse disponibili sul territorio (sia per ciò che concerne la rete degli attori politici-istituzionali, sia per ciò che concerne le potenzialità di sviluppo occupazionale presenti a livello locale), nonché la possibilità di utilizzare il sistema degli ammortizzatori sociali come incentivo a supporto attivo del processo di cambiamento che coinvolge inevitabilmente sia l'azienda che il lavoratore. L'esperienza realizzata nell'ambito del Programma PARI, nato allo scopo di costruire e sperimentare un metodo per assicurare sistematicamente e permanentemente gli interventi necessari a ridurre al minimo i periodi di non lavoro e garantire la continuità dei percorsi lavorativi.
This article examines the positive role that the companions can have for the students with disabilities. If the class creates an accepting, empathetic, serene, collaborative climate between teachers and pupils and between able bodied pupils and the disabled companion, the inclusive process takes a great advantage. It says that the positive, accepting, cooperative climate should not be taken for granted as a result of good feelings, but it is the fruit of the organizational planning-school curriculum. Finally it gives an account of how the positive, climate the cooperative activities, the guardians cares are decisive both for the disabled child and for the able-bodied companions. The assertive and prosocial attitude is essential to this purpose.
In the current economic situation it has become necessary for public bodies to maximise the efficiency and effectiveness of their actions through innovative policies to ensure a better use of their human resources. The new organisational paradigms aiming at the sharing of languages, targets and tools lay the foundations for a real evolutionary change oriented to the enhancement of human resources with their own skills, knowledge, roles and individual and collective responsibility. The Italian National Institute of Statistics (Istat) has recently undertaken a broad process of organisational change to meet the growing demand for statistical information coming from the Italian society. The main working resource within the Institute is represented by the knowledge available and the potential to produce more. Consequently, the enhancement of human resources represents a decisive tool to carry out the modernisation process successfully. For this purpose, a method for the analysis of competences, their mapping and the development of professional training will be proposed, so as to allow the Institute’s human capital to become an active actor of change.
Obiettivo del paper. Il lavoro ha l’obiettivo di proporne una visione ‘situazionista’, alternativa alla visione prevalente che considera tali processi animati da razionalità sistemica tesa a giustificare una linearità che, concretamente, appare fortemente fuorviante. Metodologia. Si pongono a confronto due paradigmi interpretativi dell’impresa fornendo una differente chiave di lettura di cosa sia l’innovazione e, conseguentemente, di quali siano i processi attraverso i quali essa si delinea. Risultati. Lo spunto è la rivisitazione del concetto di innovazione che, da costrutto immanente, diviene partecipato da una serie di attori che non sempre lo legano al recupero di efficienza o efficacia. Esso, viceversa, può essere il risultato di decisioni tese a legittimare l’impresa nei confronti delle istituzioni e di altri attori chiave operanti in un dato “campo organizzativo”. Originalità e limiti della ricerca. L’opzione situazionista può essere intesa come elemento di originalità del lavoro in quanto invita a prendere coscienza sia dell’esistenza di decisioni basate su aspetti politici (o del potere), sia di processi tesi all’acquisizione di legittimità. L’assenza, in questo contributo, di uno studio empirico, seppur presentando un completo quadro teorico, può costituire un limite del lavoro. Implicazioni pratiche. La rilettura dei processi di innovazione proposta consente di ampliare il numero degli schemi manageriali e di decision making con schemi e modelli che pongano al centro le strategie negoziali. Altresì, il recupero di alcuni costrutti cognitivi (isomorfismo e miti razionalizzanti) apre la strada ad una visione meno ingenua sulle dinamiche organizzative dalle quale prendono corpo, in concreto, i processi innovativi.
Le pavimentazioni industriali sono state per anni realizzate senza una adeguata progettazione. Dopo l'uscita di specifiche normative, e di numerose pubblicazioni tecnicoscientifiche, ancora oggi buona parte di questi elementi strutturali vengono sottovalutati dai Progettisti, dai Committenti e dai Costruttori.

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