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Fanta Concerto. Steen-Andersen, No Concerto

2024, Classic Voice

Abstract

Evento clou nella “pazza” programmazione del festival MITO è stato il No Concerto di Simon-Steen Andersen. Una versione ricreata appositamente e ampiamente modificata, rispetto alla prima eseguita a febbraio a Colonia. Questo lavoro, che si confrontava in maniera spettacolare e “fantascientifica” con il Quarto Concerto per pianoforte di Beethoven, aveva per protagonista uno scienziato-archeologo (l’attore Vinicio Marchioni) che, in un lontano futuro, dissotterra un vecchio registratore e un nastro magnetico con una registrazione live del concerto beethoveniano. Quindi, collegando il registratore a una camera di “eco-localizzazione inversa”, riesce ad entrare nello spazio da cui provenivano questi misteriosi segnali acustici, aggirandosi, in tuta da astronauta, tra orchestrali (dell’Orchestra della RAI), direttore (Robert Treviño) e solista (Rei Nakamura). Il suo resoconto, insieme rigoroso e stupefatto, si mescolava con l’esecuzione di frammenti beethoveniani soffocati, “stretchati”, ma riconoscibili, in un crescendo di emozione che alla fine lo travolgeva. Il video del vecchio registratore, l’elettronica, le luci intermittenti che lampeggiavano nel buio al ritmo di quella malcerta riproduzione musicale, il respiro affannoso dell'astronauta, contribuivano a creare un’atmosfera piene di suspense, in un lavoro emblematico dello musica di Steen-Andersen, che usa, come materiali della composizione, non solo i suoni, ma anche gesti, parole, immagini, musiche preesistenti, elementi realizzati dal vivo o preregistrati e ricombinati in modo da spiazzare le prospettive di ascolto. Nello stesso concerto si è ascoltato uno dei più recenti capolavori orchestrali di Lisa Streich, Ishjärta dove si contrapponeva un materiale accordale denso, caldo e pulsante, come il “cuore”, e uno strato gelido come il “ghiaccio” come una coltre statica e nebbiosa che lasciava però affiorare esplosioni improvvise e una melodia lontana, appena percepibile. In un altro concerto Gianandrea Noseda ha diretto l’ottima Filarmonica TRT in una trascinante e nitidissima esecuzione della Settima di Beethoven e dei frammenti sinfonici della Donna Serpente di Casella, svelandone tutte l’energia ritmica e la ricchezza di colori. Unico neo della serata, Lyric for strings di George Walker, pezzo banale, prevedibile, brutta copia dell’Adagio di Barber.