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Musica in edicola

2019, Le pubblicazioni con dischi allegati e la diffusione della cultura musicale in Italia dal 1964 al 1993. Esposizione di opere complete, copertine e dischi in vinile, allegati.

Abstract

Musica in Edicola Le pubblicazioni con dischi allegati e la diffusione della cultura musicale in Italia dal 1964 al 1993 Esposizione di opere complete, copertine, dischi in vinile, allegati Dalle Collezioni della Sezione Musicale di Conservazione della Biblioteca Mediateca Finalese A cura di Flavio Menardi Noguera Dai primi anni Sessanta del secolo scorso, fino ai primi anni Novanta, nelle edicole italiane si verificò un fenomeno particolare: in mezzo ai giornali e alle riviste fece la sua comparsa la musica. In questo lasso di tempo, trent'anni pieni, diversi editori nazionali produssero un numero consistente di opere dedicate ai vari generi musicali, che prevedevano la combinazione di un fascicolo a stampa con un disco sonoro di vario formato e durata, diffondendole in edicola con cadenza quasi sempre settimanale. La mostra "Musica in edicola" si propone di esplorare questo tipo particolare di produzione discografica che, utilizzando le edicole come canale di distribuzione, ha contribuito, e non poco, alla diffusione della cultura musicale tra gli italiani. Il cosiddetto Long playing, o disco microsolco a 33 giri al minuto (e 1/3), che soppiantò i gloriosi 78 giri, ha una data di nascita precisa, 1948, ma bisognò attendere qualche tempo perché fosse largamente diffuso e, in Italia, bisognò attendere soprattutto il boom economico perché alcuni strumenti che ne permettevano la riproduzione-come giradischi, fonorivelatori, fonovalige e simili-fossero commercializzati su larga scala e si formasse un mercato di una certa consistenza per i "vinili" (45 o 33 giri). Ciò avvenne negli anni Sessanta. Si può dire che da allora, la diffusione della musica attraverso le migliaia di edicole capillarmente distribuite sul territorio nazionale non si è più interrotto, assecondando l' evoluzione dei supporti sonori, utilizzando in un secondo tempo anche le audiocassette e adottando, nei primi anni Novanta, il CD o "compact-disc", proclamato più economico, pratico, capiente e privo di difetti. In effetti quest'ultimo, nel giro di pochissimi anni soppiantò il disco in vinile che, dopo il 1993, sembrò destinato a scomparire per sempre. Non fu così. Negli ultimi anni, infatti, abbiamo assistito a un sorprendente ritorno di questo supporto ed ora qualcuno parla persino della vendetta del "disco nero". Molti audiofili lo considerano superiore nella riproduzione sonora analogica (nonostante l' oggettiva delicatezza del disco-pur sempre esposto a polvere, graffi e possibili danneggiamenti-e le problematiche connesse alla meccanica del giradischi) a quella digitale (accusata di "freddezza" e asettica perfezione). Il mercato del vinile oggi è in forte ripresa ed è indiscutibile che la ritualità connessa alla sua manipolazione, la generosa dimensione delle copertine a volte "artistiche", nonché l' effetto un po' ipnotico che esercita mentre è in rotazione, continuino ad esercitare tutto il loro fascino. Così, anche i 33 giri sono tornati nei negozi e, ancora una volta, nelle edicole.