E SCIENZE AFFINI

costituzione di una ontologia formalizzata costituisce l'ultimo e attuale episodio della tradizione di rigorizzazione del linguaggio ordinario tipica della filosofia analitica del Novecento. Essa si occupa di formalizzare tipi di oggetti e relazioni fra tipi che posseggono i requisiti logico-formali per essere manipolati (o computati) da programmi per computer e per essere, quindi, messi a confronto con dati statistici raccolti per mezzo di ricerche empiriche. Tutto ciò si svolge all'interno di modelli computazionali o simulazioni. Filosofia analitica | Statistica matematica Logica formale (FOPC) | Logica Matematica | | Tecniche multivariate Lambda Calcolo e linguaggi formali Tecniche di assegnazione \ / Modelli computazionali (Simulazioni) Ontologie computazionali Una ontologia formale o computazionale viene costruita per mezzo di quattro teorie fondamentali (Barry Smith) che appartengono al campo della filosofia e della logica di primo ordine: 1. Teoria della sostanza e degli accidenti (attributi o proprietà) 2. Teoria delle relazioni parte-tutto o mereologia (relazioni di parthood, sovrapposizione o disgiunzione mereologica) 3. Teoria della dipendenza ontologica (dipendenza rigida, generica, tipica, specifica, reciproca, monodirezionale) 4. Teoria dell'unità di un oggetto o topologia (operazione di chiusura di un oggetto considerato come intero; definizione di interno, bordo, connessioni topologiche). Inoltre l'ontologia deve anche comprendere una metaontologia (Guarino), ossia un'analisi delle proprietà di certi tipi di proprietà.

2019

I ritratti qui presentati fanno parte di una collezione donata all’Accademia nel 1915 da Piero Bargagli e sono oggetto di un progetto di recupero e valorizzazione, grazie alla preziosa e sinergica collaborazione del Museo Galileo di Firenze che, attraverso moderne procedure di digitalizzazione e catalogazione, ha messo a disposizione di tutti gli interessati le immagini corredate di dati biografici, bibliografici e da un ricco complesso di metadati all’interno di una piattaforma sperimentale della propria Biblioteca digitale.

L' unico elemento certo sul Miracolo di Bolsena, oltre al fatto che non fu la causa dell'emanazione della Bolla Transiturus da parte del papa Urbano IV, con la quale si estendeva alla Chiesa universale la solennità del Corpus Domini, è l'assoluta mancanza di fonti storiche contemporanee all'evento ed è per questo che ogni ipotesi verosimile può essere accettabile. Quando e dove accadde? Secondo la tradizione, nel 1263/'64; ma poiché ad oggi non ne esiste alcuna datazione documentata, la sua collocazione in quegli anni è frutto di congetture. In una delle molteplici ricognizioni effettuate sulle reliquie orvietane, quella del 1949, su iniziativa di monsignor Francesco Pieri, vescovo di Orvieto, fu posta una particolare attenzione ai tre piccolo cartigli, due pergamenacei e uno cartaceo, tutti senza data, con iscrizioni da vario soggetto, conservati nella buccetta (una delle tre cavità o ricettacoli ) sotto il tabernacolo dove era custodito il reliquiario di Ugolino di Vieri. Come vedremo, questi scritti contribuiranno a portare alcune indicazioni riguardo alle reliquie e alla loro origine. Nei frammenti è riportato quanto segue: Nel primo cartiglio pergamenaceo si legge: Reliquie Sanguinis X(isti) (Reliquie del Sangue di Cristo). La sottile striscia, che doveva essere cucita ad un oggetto di grande importanza, era un' autentica, cioè la certificazione dell'autenticità dell'oggetto che accompagnava. Nel secondo cartiglio pergamenaceo: Sanguis Christi sparsus fuit super hoc corporale et id cum summa diligentia debet custodiri ( Il sangue di Cristo è stato sparso su questo corporale e questo deve essere custodito con grandissima attenzione). Nel cartiglio cartaceo è scritto: Benda in qua fuit involutum corporale et residuum Corporalis/ cum guttis (cancellato) cum sanguinis Xpisti et figuris (Benda nella quale fu avvolto il corporale e un residuo di Corporale con gocce di sangue di Cristo con . Oltre a mancare della datazione, i tre frammenti non accennano minimamente alla provenienza del sangue, ma tutto fa pensare che si sia alla presenza di un miracolo eucaristico. Accadde questo in Orvieto nel primo decennio del XIII secolo, all'epoca del IV Concilio Lateranense (1215), in cui, promovendo il culto eucaristico, veniva introdotta l'espressione transustanziazione e in cui il papa Innocenzo III delineava le modalità di conservazione dell'eucarestia? (v. Lucio Riccetti, "Un viluppetto di taffettà cremisino",2014). Accadde, secondo la tradizione, a Bolsena, nella chiesa di Santa Cristina nel 1263/'64, come attesterebbero le relazioni dell'orvietano prof. Pericle Perali, archeologo e archivista dell'Archivio Segreto Vaticano e del prof. Alfonso Gallo, direttore dell'Istituto di Patologia del Libro in Roma e Ispettore Generale Bibliografico del Ministero della Pubblica Istruzione, che sono concordi nell'ascrivere i due frammenti pergamenacei ad un'epoca circoscritta all'inizio e non oltre la seconda metà del XIII secolo? Non ci è dato saperlo. Non dobbiamo dimenticare che fin dal XII secolo c'era nella cristianità una grande proliferazione di miracoli eucaristici che non facevano che affermare l'ovvietà delle affermazioni dottrinali delle disposizioni conciliari.

2009

parlato della necessità di fronte a cui siè trovato, di dedicarsi all'epistemologia per rispondere alle critiche che le venivano fatte riguardo alla teoria delle catastrofi. Da che punto di vista ha avuto bisogno dell'epistemologia?

Si un ombre nunca se contradice, sera porque nunca dice nada. Miguel de Unamuno Che vi sia un'analogia o una sorta di relazione sotterranea tra ricerca scientifica e alpinismo estremo (nell'accezione variabile nello spazio e nel tempo che ambedue i termini comportano) è un'idea sostenibile sia sul piano storico che su quello psicologico. Per quanto riguarda il primo basti ricordare che le Alpi come playground of Europe sono state inventate nello stesso paese – l'Inghilterra-che ha dato forma alla razionalità scientifica moderna e che nell'alpinismo si sono manifestate rivalità nazionalistiche (tra inglesi, tedeschi, francesi e italiani) che hanno riguardato il significato stesso dell'attività umana che va sotto questo nome. Si è parlato di Scuola di Monaco, per l'alpinismo, così come si parla di Scuola di Gottinga per la fisica e vi sono personaggi nei quali l'attività alpinistica si è intrecciata con quella scientifica: il Pic Tyndall, l'anticima del Cervino, ricorda il grande fisico irlandese John Tyndall che ha prodotto contributi scientifici di grande importanza e notevoli imprese alpinistiche. Un altro aspetto di questa sorta di parallelismo tra le due storie che non è stato adeguatamente studiato è la progressiva (ma, in alcuni periodi storici, piuttosto rapida) trasformazione della ricerca scientifica da attività praticata da pochi, isolati cultori (generalmente espressione dei ceti dominanti) ad ambito di lavoro di uomini eccezionalmente dotati (anche di umile estrazione) che ricevono il giusto riconoscimento della società. La vicenda dell'alpinismo non è dissimile da questa: si passa dai gentiluomini vittoriani che mascherano la loro passione dietro esigenze scientifiche o artistiche, alle grandi guide che trattano alla pari con clienti che solo qualche decennio prima sarebbero stati " i signori ". Vorremmo tuttavia utilizzare questa analogia in modo inverso per a gettare luce, per quanto possibile, sul significato della creatività scientifica. Fino alla metà dell' 800 la maggior parte delle montagne non aveva nome. Ora, come ci insegna la Bibbia [… E l'Eterno Iddio avendo formato dalla terra tutti gli animali dei campi e tutti gli uccelli dei cieli, li menò all'uomo per vedere come li avrebbe chiamati, e perché ogni essere vivente portasse il nome che l'uomo gli avrebbe dato…, Gen. 2, 19] l'attribuire nomi è l'inizio di ogni conoscenza e il fatto che per i monti questa facoltà sia stata utilizzata solo a partire da un paio di secoli significa che solo da allora quello della montagna diventa terreno di elaborazione concettuale. Forse non è un caso che l'alpinismo nasca con la termodinamica, l'elettromagnetismo e la chimica moderna, segnate dalla comparsa di parole quali energia, entropia, elemento, corrente, campo, che oggi fanno parte del linguaggio comune. Fa un certo effetto pensare che la scalata del Cervino (E. Whymper, 1865) sia avvenuta a pochi mesi di distanza dalla presentazione alla Royal Society di quel capolavoro del pensiero scientifico che è la memoria di J.C. Maxwell sulla teoria dinamica del campo elettromagnetico. La via seguita da Whymper per raggiungere la vetta del Cervino è diventata la via normale (dal versante svizzero), la teoria dell'elettromagnetismo di Maxwell è diventata l'interpretazione canonica dei fenomeni elettromagnetici. Questo non significa che al percorso di Whymper non siano stati apportati miglioramenti, per motivi di semplicità o di sicurezza, e neppure che alla costruzione concettuale di Maxwell non siano stati apportati rimaneggiamenti anche notevoli (uno per tutti: oggi nessuno più crede all'esistenza dell'etere, sulla quale è basata la teoria di Maxwell). Le teorie scientifiche e le vie di salita sui monti sono soggette ad un destino comune: di essere progressivamente ripulite e semplificate cosicché alla fine ciò che ne resta appare come l'unica soluzione razionalmente possibile. A tal punto che se i grandi alpinisti del passato tornassero a ripercorrere le vie che hanno per primi percorso, non le riconoscerebbero,

Nell'A.D. 1589 ad Helmstedt (Bassa Sassonia), Giordano Bruno scrive il libro La Medicina Lulliana, completato nella primavera del 1590. L'opera elabora l'applicazione pratica del Sistema Lulliano nell'ambito dell'astrologia medica, attraverso l'analisi delle tesi di Raimondo Lulli (1235-1315), contenute nel testo Explanatio Compendiosaque Applicatio Artis Illuminati Doctoris Magistri Raymundi Lulli, edito dal Francescano Bernardo de Lavinheta. L'opera di Bruno ha come premessa l'assunto che il benessere/malattia è determinato dall'equilibrio di quattro elementi, il fuoco, l'aria, l'acqua e terra; è altresì determinato dal loro modo di manifestarsi: umido/caldo, caldo/secco, secco/freddo, freddo/umido. Avvalendosi degli studi di astrologia applicati all'arte medica, Giordano Bruno intese dare al mondo, con la sua opera originale, una visione della natura interamente viva e densa di magia e spiritualità. Dal momento che le forze astrali sono in armonia con la natura umana, Bruno volle trovare in esse una possibilità terapeutica, sviluppando una particolare medicina astrale, capace di curare il corpo dell'uomo attraverso la sua mente.

UMANESIMO E SCIENZE LE SCIENZE NEL CODICE GENETICO DELL'UMANESIMO , 2022

Si vuole spesso, a ragione, mettere a confronto diverse scienze con l'umanesimo in quanto concorso di discipline quali la letteratura, la poesia, la filosofia capaci di far essere l'uomo ciò che deve essere, stante la sua specifica natura spirituale, non solo nella sua espressione storica ma anche in quanto paradigma ancora oggi valido Credo, innanzitutto, sia opportuno, sulle orme di Garin 1 e Burdach 2 , unire all'umanesimo il rinascimento per farne un unico, grandioso, movimento di cambiamento culturale Il mio contributo intende mostrare che, in realtà, nel codice genetico di questo movimento già esiste una scienza, anche se allo stato nascente, quasi come l'artigiano che nel suo laboratorio realizza un nuovo sapere e un nuovo fare, un'attività generativa in grado di produrre una nuova realtà, come mostra il caso Leonardo da Vinci e che di questa caratteristica non può tener conto anche chi intenda fare dell'umanesimo un paradigma ancora attuale. Il rapporto Leonardo-artigianato non è solo metaforico. Esiste, infatti, senza dubbio un rapporto dinamico e reciproco tra l'attività di Leonardo e di altri intellettuali rinascimentali e il mondo delle diverse attività artigianali 3

Nell'analisi che segue, dopo aver spiegato cosa intenda Nietzsche con il concetto di "animalità", mostrerò quei topoi tratti dal mondo animale presenti nella Gaia Scienza.

Le ultime normative in vigore riguardo all’assolvimento dell’obbligo scolastico e alla Riforma dei Licei includono il primo biennio del Liceo nell’obbligo scolastico. Il D.P.R. 89/2010 regola per il primo biennio i contenuti imprescindibili, le metodologie, gli Obiettivi Specifici di Apprendimento, le competenze in uscita degli allievi. La norma non ammette alcuna deroga per gli allievi normodotati, i quali all’ uscita del primo biennio, ovvero dell’obbligo scolastico, su richiesta possono avere la certificazione delle competenze regolata da norma successiva. Le indicazioni ministeriali sono molto chiare e vincolanti circa i livelli di competenza che deve avere uno studente che ha concluso l’obbligo scolastico con successo. Tali livelli vengono indicati con chiarezza nel D.M. 9/2011, il cui allegato contiene il certificato da rilasciare agli allievi con i livelli A, B, C chiaramente indicati per ogni competenza. Il Ministero indica le linee metodologiche da attuare per gli alunni stranieri e le linee di competenza per gli allievi affetti da D.S.A. La direttiva del 27/12/2012 in relazione alla inclusione sociale e ai Bisogni Educativi Speciali chiarisce le forme di valutazione. La griglia di valutazione è comune a tutti gli assi ed è elaborata in base ai Livelli di competenza A= Esperto (Livello 1 = voto in decimi 9 - 10) (OCSE – PISA: livello 5- 6) B= Competente (Livello 2 = voto in decimi 8-7) (OCSE – PISA : livello 4 - 3) C= Principiante (Livello 3 = voto in decimi 6) (OCSE – PISA : livello 2).

2008