ERESIA E SCIENZA NEL MEDIOEVO
Sign up for access to the world's latest research
Abstract
Nell'A.D. 1589 ad Helmstedt (Bassa Sassonia), Giordano Bruno scrive il libro La Medicina Lulliana, completato nella primavera del 1590. L'opera elabora l'applicazione pratica del Sistema Lulliano nell'ambito dell'astrologia medica, attraverso l'analisi delle tesi di Raimondo Lulli (1235-1315), contenute nel testo Explanatio Compendiosaque Applicatio Artis Illuminati Doctoris Magistri Raymundi Lulli, edito dal Francescano Bernardo de Lavinheta. L'opera di Bruno ha come premessa l'assunto che il benessere/malattia è determinato dall'equilibrio di quattro elementi, il fuoco, l'aria, l'acqua e terra; è altresì determinato dal loro modo di manifestarsi: umido/caldo, caldo/secco, secco/freddo, freddo/umido. Avvalendosi degli studi di astrologia applicati all'arte medica, Giordano Bruno intese dare al mondo, con la sua opera originale, una visione della natura interamente viva e densa di magia e spiritualità. Dal momento che le forze astrali sono in armonia con la natura umana, Bruno volle trovare in esse una possibilità terapeutica, sviluppando una particolare medicina astrale, capace di curare il corpo dell'uomo attraverso la sua mente.
Related papers
Tra Alessandro e gli Antigonidi: la carriera di Medio di Larisa, 2023
The contribution reviews the career of a Thessalian, Medeios from Larisa, who, after participating in the expedition of Alexander the Great, militated in the service of the Antigonids, becoming a close associate of Antigonos and remaining loyal to the dynasty even after his death. It is precisely this militancy in the service of the Antigonids, it is argued here, that could be the basis of a tradition according to which Medeios was an associate in the alleged conspiracy of which Alexander was a victim: indeed, it is likely that this tradition arose in the context of the propaganda war that broke out between the successors after the king's death. keywords-Alessandro Magno; Antigono Monoftalmo; Demetrio Poliorcete; guerra di propaganda; Medio-Alexander the Great; Antigonos the One-Eyed; Demetrios Poliorketes; Medeios; propaganda war.
Seconda metà degli anni 60: si parla di archeologia medievale Inizio 800 si sviluppa un interesse per questa disciplina che nel fine 800 verrà messa in secondo piano per dare spazio a l'identità Romana dell'Italia BASI: la fine del mondo romano è fondamentale per capire cosa è avvenuto dopo. Gli studiosi di questa epoca si dividono in:
Breve progetto sulla storia delle donne nel medioevo italiano e com'era la loro situazione sia legale come sociale, economica, giuridica...
2012
Tra la discesa in Italia di Arrigo VII nel 1311 e quella di Enguerrand de Coucy nel 1384 si svolge un XIV secolo aretino quanto mai convulso, in diversi momenti drammatico (Berti 2005, p. 36 ss.): il Trecento è epoca al tempo stesso grande e tragica per tutta la Penisola (per l'Europa intera), ma questi caratteri generali sembrano nel caso della città di San Donato -se possibile -ancor più accentuati. Contribuisce a creare questo clima la scarsità di documentazione pubblica dovuta alla distruzione dell'archivio comunale durante le lotte di fine secolo, che costringe ad attribuire valore paradigmatico a certi atti isolati non potendoli contestualizzare. Ma senza cedere più di tanto alla rituale lamentela sulla pochezza della documentazione (quale storico di quale città medievale italiana può dirsi soddisfatto delle fonti a disposizione?), cercheremo di rileggere quanto è giunto fino a noi con gli occhi della moderna medievistica, che vuole liberarsi da condizionamenti di varia natura ereditati dal passato. Nell'ambito della storia politico-istituzionale ciò significa soprattutto cambiare profondamente il modo col quale si guarda alla dialettica comune-signoria, che per Arezzo occupa una buona parte del primo Trecento.
ARCHEOLOGIA DEL RUPESTRE NEL MEDIOEVO. Metodi di analisi e strumenti interpretativi, 2021
L’Archeologia del rupestre è un ambito di studio ancora in via di sviluppo, ma, dopo molti anni di applicazione sul campo, è diventata parte integrante delle ricerche che, in aree caratterizzate da una favorevole condizione geomorfologica del suolo, si interessano della struttura insediativa delle campagne in età tardoantica e medievale. Le proficue esperienze dell’area laziale hanno stimolato l’organizzazione di una serie di convegni (2005, 2009, 2019) dedicati agli “Insediamenti rupestri di età medievale” dell’Italia centrale, meridionale e insulare, dove l’architettura “in negativo” è maggiormente presente, cercando di mettere al centro dell’attenzione gli aspetti metodologici (catalogazione, rilievo, problemi di interpretazione e datazione), gli elementi caratterizzanti (organizzazione e funzionalità degli spazi abitativi, le attività produttive, i luoghi di culto, le infrastrutture) e, da ultimo, il rapporto tra struttura rupestre e contesto. Analisi, documentazione e interpretazione, sono i passaggi caratterizzanti di ogni indagine archeologica che vede risultati attesi nell’applicazione rigorosa di metodi che si vanno affinando con nuove ricerche. Solo dopo un’accurata sperimentazione, infatti, è oggi possibile proporre una metodologia specifica per lo studio della realtà rupestre che si affianca alla pratica della topografia archeologica, da cui eredita gli aspetti essenziali, entrando però nel vivo di una specificità assolutamente originale dovuta alla continua frequentazione delle architetture in negativo.
Fonti docuMentarie e scrittura storioGraFica nella seconda Metà dell'ottocento* Fu Pasquale Villari che nel 1868 -precorrendo una riflessione che, nel dibattito culturale dell'italia appena unificata, doveva ancora cominciare -propose all'opinione pubblica italiana (in realtà a un pubblico molto ristretto di eruditi e di uomini pubblici) i termini dell'inevitabile e ineliminabile, sempre aperta, tensione tra i due poli della erudizione e della narrazione, tra il lavoro sulle fonti e la scrittura storiografica. lo fece con un testo sul quale diversi studiosi (da ultimo Mauro Moretti, ma in precedenza già Garin e cacciatore) hanno da anni richiamato l'attenzione: si tratta dell'«importantissima prolusione» sull'insegnamento della storia, letta all'inaugurazione dell'anno accademico dell'istituto superiore di Firenze 1 . il testo fu pubblicato dai treves, gli «editori della Biblioteca utile», come dice il frontespizio, nella collana «la scienza del popolo -raccolta di letture scientifiche popolari fatte in italia», e la sede editoriale non è certo casuale, perché lascia intendere un nesso con quegli obiettivi di pedagogia civile che avrebbero ispirato con continuità l'attività del filosofo e storico di origine napoletana; così come non cessò la sua riflessione sul metodo storico. Basterà citare al riguardo il celebre intervento La storia è una scienza?, del 1891, che viene spesso considerato uno dei primi contributi italiani al Methodenstreit 2 .
STORIA DEL PROFETISMO
Le risorse lapidee dell'antichità ad oggi in area mediterranea, 2006
In Piedmont, where recently so much work has been done on characterization and recognition of historical building and decoration stones, we have largely privileged metamorphics alpine materials while we have had less attention to sedimentary rocks typical of the tertiary era, even if in our region they have found widespread historical use for monuments too. Missing today a reconnaissance at least for general outlines of construction and sculpture sandystones, of the tertiary sedimentary basins in Piedmont with particular reference to Langhe. The architectural and artistic heritage achieved through the use of these materials is very vast and widespread, and it was also marked by very high quality objects concentrated mainly in the chronological arc from XI and XVIII century.
Daniele Manacorda (a cura di Nicoletta Balestrieri, Giulia De Palma, Valeria Di Cola, Giulia Facchin, Mirco Modolo, Adelina Ramundo) IL MESTIERE DELL’ARCHEOLOGO, Guide 19, Edipuglia 2020., 2020
Che cosa significa oggi essere archeologo? Quali sono i principali campi di applicazione dell’archeologia del XXI secolo? Daniele Manacorda risponde a questi interrogativi in un volume che raccoglie per la prima volta più di trent’anni di rubriche pubblicate nella rivista Archeo. Un libro per curiosi e appassionati, che si presta a diventare una vera e propria palestra di metodo per chi si accosta all’archeologia per lavoro o per esigenze di studio. Le rubriche offrono al lettore pensieri sparsi, in forma quasi di taccuino, dove è possibile rileggere i capitoli più significativi del percorso di ricerca e docenza di Daniele Manacorda. Le sue osservazioni non appaiono mai dogmatiche, sono semmai spunti per nuovi interrogativi, che ci spingono a reinterpretare criticamente la complessità del reale. Ne viene fuori un ritratto originale dell’archeologia che, prima ancora di una disciplina, è una lente attraverso la quale scrutare la realtà che ci circonda, ma anche uno strumento per ritrovare il passato nel nostro presente e il presente nel nostro passato.

Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.