Papers by luciano zampese

Vacenza Jazz, new conversations
Meneghello ama il ritmo e i suoni delle parole. Pare fosse stonato, e che una certa cultura music... more Meneghello ama il ritmo e i suoni delle parole. Pare fosse stonato, e che una certa cultura musicale sia iniziata solo in Inghilterra; un collega molto caro gli aveva fatto ascoltare un pezzo di Armstrong, forse il S.O.L Blues, e lui ne fu «duly impressed»; a Thiene aveva una discreta collezione di dischi, e un pregevole impianto stereo. Pochi i riferimenti diretti alla musica classica: il ricordo di una ragazza al pianoforte, «Suonò per noi un pezzo di Beethoven, il grande attacco della sonata opus 106, la Hammerklavier, che ho poi sentito, tra l'altro, da illustri pianisti, compreso Wilhelm Kempff» (Leda e la schioppa); un confronto tra Otello e Othello: «Si parlava dell'Otello di Verdi, e qualcuno (spero di non essere stato io) deve aver dato l'impressione di crederlo meno straordinario dello splendido e terribile Othello di Shake speare» (L'appren distato). Un nome mi tico serve solo per datare un ricordo: «Liverpool, l'anno prima dei 117
Kato is the Hungarian name of Katia Bleier, Luigi Meneghello’s wife. The Bertoliana Library, in V... more Kato is the Hungarian name of Katia Bleier, Luigi Meneghello’s wife. The Bertoliana Library, in Vicenza, holds over forty letters from Luigi Meneghello to Kato, written during two very important lifespans: the autumn of 1948, when Meneghello was waiting for the arrival in England of his newly wedded wife, and the spring-summer of 1954, when Kato was hospitalised in Reading for a severe illness. These letters are a document of considerable emotional intensity, but they also shed some light to the experience of “dispatrio” (from Henry James’ dispatriation ), that was to be the new cultural hub interplaying with the small but powerful world of Malo, the native village of Meneghello. The most interesting bunch of letters is the first one: here we can find, mingled with predominant familiar writing, some examples of sublime style, which foreshadows the masterly hand of the Author.

Versants. Revista suiza de literaturas románicas, 2018
Il rilievo del dialetto nella scrittura di Luigi Meneghello è apparso assolutamente centrale fi n... more Il rilievo del dialetto nella scrittura di Luigi Meneghello è apparso assolutamente centrale fi n dalle prime recensioni alla sua opera d’esordio, Libera nos a malo del 1963; gli studi successivi – quelli di Giulio Lepschy rimangono un punto di riferimento per molti versi insuperabile – hanno via via approfondito l’analisi. È così possibile off rire una panoramica che, pur sintetica, delinei la complessità delle manifestazioni e delle funzioni del dialetto nel complesso impasto linguistico dell’autore e nella specifi cità delle singole opere: qui ci si soffermerà in particolare, oltre alla funzione di verità di una scrittura «dall’interno» del mondo narrato, sui diversi livelli di emersione e vitalità del dialetto. Per quanto riguarda Libera nos, vi è poi un’occasione specifi ca che invita alla ripresa del tema: si tratta dei materiali inediti che cominciano ad affi orare tra le carte meneghelliane dell’Archivio Scrittori Vicentini del Novecento della Biblioteca Bertoliana di Vicenz...
Malgrado la presenza della congiunzione e, le configurazioni di questo secondo gruppo non hanno l... more Malgrado la presenza della congiunzione e, le configurazioni di questo secondo gruppo non hanno le caratteristiche che definiscono la coordinazione in senso stretto. Così per esempio, gli elementi connessi sono associati a due diversi atti illocutivi: in (4), un consiglio e un'asserzione. Oppure, come in (5), viene a mancare il parallelismo sintattico-semantico dei congiunti: (5) Notare che il valore funzionale del comment permette quindi, e questo ci interessa oggi, di isolare la sede naturale degli indici intonativi […]. (LISULB 3 _SAG_LIN) Lo rivela il fatto che il soggetto della seconda frase, cioè il pronome questo, tematizza il contenuto complessivo della prima frase. O ancora, come in (6), il costrutto esprime un movimento argomentativo, nella fattispecie concessivo, che imprime ai contenuti una chiara gerarchia semantica:

Nothing I have seen-in photographs or in real life-ever cut me as sharply, deeply, instantaneousl... more Nothing I have seen-in photographs or in real life-ever cut me as sharply, deeply, instantaneously. Indeed it seemed plausible to me to divide my life into two parts, before I saw those photographs [I was twelve] and after, though it was several years before I understood fully what they were about. Susan Sontag Faut-il redire, alors, qu'Auschwitz est inimaginable? Certes non. Il faut même dire le contraire: il faut dire qu'Auschwitz n'est qu'imaginable, que nous sommes contraints à l'image. Georges Didi-Huberman 2 Un terzo livello di interazione, di assoluto interesse per uno scrittore (si veda per qualche prima suggestione il già citato ZAMPESE, Meneghello e la fotogra a), riguarda le modalità in cui la forma fotogra ca in uisce più o meno localmente sullo stile, sul ritmo della scrittura. Una spia morfologica e semantica in Meneghello è l'uso straordinario dell'imperfetto, nelle sue valenze aspettuali e nelle sue funzioni testuali: «Il [l'imperfetto] extrait un photogramme de l'in nie pellicule» (JACQUE DRILLON,
Kato is the Hungarian name of Katia Bleier, Luigi Meneghello's wife. The Bertoliana Library, in V... more Kato is the Hungarian name of Katia Bleier, Luigi Meneghello's wife. The Bertoliana Library, in Vicenza, holds over forty letters from Luigi Meneghello to Kato, written during two very important lifespans: the autumn of 1948, when Meneghello was waiting for the arrival in England of his newly wedded wife, and the spring-summer of 1954, when Kato was hospitalised in Reading for a severe illness. These letters are a document of considerable emotional intensity, but they also shed some light to the experience of "dispatrio" (from Henry James' dispatriation), that was to be the new cultural hub interplaying with the small but powerful world of Malo, the native village of Meneghello. The most interesting bunch of letters is the first one: here we can find, mingled with predominant familiar writing, some examples of sublime style, which foreshadows the masterly hand of the Author.

Cuadernos De Filologia Italiana, Oct 6, 2006
Si dice che il gerundio modale non possa mai essere anteposto alla reggente (per es. -da leggere ... more Si dice che il gerundio modale non possa mai essere anteposto alla reggente (per es. -da leggere con intonazione piana -*zoppicando, camminava) e che ciò abbia una spiegazione sintattica unita a una spiegazione logico-semantica. La realtà della comunicazione linguistica mostra che tale restrizione è meno sistematica di quanto si creda. A partire da questo dato, mostreremo anzitutto che gli strumenti dell'analisi informativa dell'enunciato sono in grado sia di spiegare le restrizioni d'impiego osservabili -assorbendo il dato sintattico-semantico -sia di spiegare perché in certi casi la soluzione sintatticamente marcata sia in effetti quella preferibile. In un secondo momento mostreremo che il paradigma informativo è in grado di trattare restrizioni e potenzialità d'impiego di un costrutto gerundiale in sé ancora più marcato, quello che al gerundio modale anteposto fa seguire una reggente presentativa (per es. -da leggere con intonazione piana -*zoppicando, camminava Giovanni). Tale costruzione alle restrizioni sintattico-semantiche che pesano sull'anteposizione del gerundio aggiunge infatti la difficoltà generale della coreferenza di un soggetto sottinteso con un soggetto in Focus. Parole-chiave: anteposizione del gerundio modale, frase presentativa, analisi sintattica, analisi logicosemantica, analisi informativa.
This essay presents an unpublished document written by Luigi Meneghello in April 1968. It deals w... more This essay presents an unpublished document written by Luigi Meneghello in April 1968. It deals with a project for a new cultural magazine requested by Renzo Zorzi, Corporate Image Manager for Olivetti, the most important Italian manufacturer of typewriters and calculators of the time. The 1960s were a very special period in Meneghello's life: the writer was then willing to leave the University of Reading, U.K. and come back to Italy and the creation and supervision of this new magazine seemed to him the best solution to promote culture in a much more committed socio-political context, and almost an act of "patriotism" after his long dispatrio in England. The project, that would never be implemented, is very factual and detailed but at the same time very ambitious.
Riflessione grammaticale e scrittura
Studi Italiani Di Linguistica Teorica Ed Applicata, 2003

Il rilievo del dialetto nella scrittura di Luigi Meneghello è apparso as-solutamente centrale fi ... more Il rilievo del dialetto nella scrittura di Luigi Meneghello è apparso as-solutamente centrale fi n dalle prime recensioni alla sua opera d'esordio, Libera nos a malo del 1963; gli studi successivi – quelli di Giulio Lepschy rimangono un punto di riferimento per molti versi insuperabile – hanno via via approfondi-to l'analisi. È così possibile off rire una panoramica che, pur sintetica, delinei la complessità delle manifestazioni e delle funzioni del dialetto nel complesso impasto linguistico dell'autore e nella specifi cità delle singole opere: qui ci si sof-fermerà in particolare, oltre alla funzione di verità di una scrittura «dall'inter-no» del mondo narrato, sui diversi livelli di emersione e vitalità del dialetto. Per quanto riguarda Libera nos, vi è poi un'occasione specifi ca che invita alla ripresa del tema: si tratta dei materiali inediti che cominciano ad affi orare tra le carte meneghelliane dell'Archivio Scrittori Vicentini del Novecento della Biblioteca Bertoliana di Vicenza; tra queste appaiono interessanti le lettere a Giorgio Bassa-ni e alla casa editrice Feltrinelli, precedenti la pubblicazione di Libera nos.
BIBLIOTECA DI RIVISTA DI STUDI ITALIANI, 2017
Anno XXXV, n. 3 BIBLIOTECA DI RIVISTA DI STUDI ITALIANI Dicembre 2017 Tutti i diritti riservati. ... more Anno XXXV, n. 3 BIBLIOTECA DI RIVISTA DI STUDI ITALIANI Dicembre 2017 Tutti i diritti riservati. © 1983 Rivista di Studi Italiani ISSN 1916-5412 Rivista di Studi Italiani (Toronto, Canada: in versione cartacea fino al 2004, online dal 2005) 203 LE BESTIE E LA MORTE IN LIBERA NOS A MALO DI L. MENEGHELLO LUCIANO ZAMPESE Università di Ginevra È una strana bestia l'uomo. L. Meneghello, Libera nos a malo Non servirà molto alla bestia sbranata viva dai suoi nemici, ma forse serve in qualche modo a noi essere testimoni dei suoi sussulti. L. Meneghello, Lʼapprendistato. Nuove Carte a prendo un po' alla lontana. In un passo di Pomo pero Meneghello, partito dalla Domanda sul rapporto tra cose e verità sottostanti, giunge per interposta persona a un'altra domanda:
PER I CINQUANT'ANNI DEI PICCOLI MAESTRI DI LUIGI MENEGHELLO Atti del convegno di studi Università... more PER I CINQUANT'ANNI DEI PICCOLI MAESTRI DI LUIGI MENEGHELLO Atti del convegno di studi Università degli Studi di Milano (8 maggio 2014) Università degli Studi di Milano Bicocca (9 maggio 2014) Comune di Malo (28 giugno 2014) a cura

Stilistica E Metrica Italiana, 2010
È l'inizio che si stenta a trovare, il resto è lì che ti aspetta. Ciò che si dice iniziando, e il... more È l'inizio che si stenta a trovare, il resto è lì che ti aspetta. Ciò che si dice iniziando, e il modo in cui si dice, presuppone aspetti cruciali di ciò che seguirà: tu credi di scegliere un inizio e scegli presupposizioni». È una delle numerose riflessioni di Meneghello su quanto sia importante e difficile cominciare. Nell'incipit di Libera nos a malo (= LNM) questa consapevolezza ha dato origine ad un paragrafo di una decina di righe, dove a momenti di scrittura piana, tra descrizione e narrazione, si mescolano calibrature stilistiche e spunti riflessivi di non immediata evidenza; il tutto articolato su diversi piani temporali, interni al racconto ma anche aperti al presente della scrittura. Il lettore vi può trovare anticipata la testualità mista di LNM, memoria frammentaria del passato su cui agisce una volontà di ricostruzione analitica e al tempo stesso d'interpretazione unitaria, ancorata al presente; il critico, dal canto suo, una serie di problemi di descrizione formale e concettuale di non poco peso. 1 Testimone diretto del rilievo dell'incipit, e ancora inesplorato ausilio per l'esegesi, è il lungo percorso di riscritture che nel nostro caso conduce dalle tessere manoscritte dei primi di luglio del 1960, data di nascita di LNM, agli ultimi interventi in bozze tra marzo e aprile del 1963: una decina di frammenti che, al di là della progressione stilistica, illustrano e chiariscono le immagini e i temi affidati alla superficie definitiva. Vi sono poi, più vasto terreno di indagi-SMI_10_5_Zampese:layout 12-07-2010 11:33 Pagina 1 Prima dell' incipit: l'avantesto «Il farsi dell'epopea maladense (quali sono stati i nuclei germinativi, quale l'assetto che via via Meneghello dava ai frammenti della sua vita paesana affioranti progressivamente dai ricordi) può […] essere analitica-LUCIANO ZAMPESE SMI_10_5_Zampese:layout 12-07-2010 11:33 Pagina 3
desso xe tardi ormai [E. Calzavara, Celesti, v. 9] Mi sta bene !… Purtroppo mi sta bene ! […] Oh,... more desso xe tardi ormai [E. Calzavara, Celesti, v. 9] Mi sta bene !… Purtroppo mi sta bene ! […] Oh, se potessi rinascere un'altra volta!… Ma oramai è tardi, e ci vuol pazienza! -Fatto questo piccolo sfogo, che gli venne proprio dal cuore, entrò dentro il casotto e si addormentò. [Collodi, Pinocchio, cap. XXI] Oramai è destino. Oramai è scritto nei decreti della sapienza, che tutti quei ragazzi svogliati che, pigliando a noia i libri, le scuole e i maestri, passano le loro giornate in balocchi, in giochi e in divertimenti, debbano finire prima o poi col trasformarsi in tanti piccoli somari. [Collodi, Pinocchio, cap. XXXII]
L a Casa dei doganieri, pubblicata il 28 settembre 1930 (nel n. 39 dell'« italia letteraria »), s... more L a Casa dei doganieri, pubblicata il 28 settembre 1930 (nel n. 39 dell'« italia letteraria »), si colloca temporalmente nel cuore dell'esperienza solariana, la rivista fiorentina nata nel gennaio del 1926 e chiusa il 31 marzo 1936, con l'uscita del fascicolo doppio 5-6 datato settembre-dicembre 1934. il direttore è il giovanissimo Alberto carocci, poco più che ventenne all'uscita del primo numero, precoce animatore e organizzatore culturale ma anche scrittore, e soprattutto scrittore di prosa. 1 Ben undici i racconti pubblicati in « solaria » : Un giovane (gennaio, 1926), Soldati (febbraio), Tre sorelle (marzo), Luglio (aprile), Cose (maggio), Avventura sentimentale con Madame Bovary * ringrazio emilio Manzotti e Marco Praloran, anche per la disponibilità alla lettura e per i puntuali consigli.

INTERVENTI 215 0. Di cosa si tratta. Scarsa, sì, scarsa, ci sembra di poter dire, è generalmente ... more INTERVENTI 215 0. Di cosa si tratta. Scarsa, sì, scarsa, ci sembra di poter dire, è generalmente stata l'attenzione della linguistica (testuale) ai poeti e a Montale in particolare, malgrado qualche eccezione 1 non si sa quanto significativa. Qui, in una prospettiva per una volta davvero linguistica, si vuole focalizzare l'attenzione su un elemento grammaticale minimo -la terza persona singolare, fu, del passato remoto di essere (uno forse dei «passés définis qui transfèrent à jamais l'anecdote dans un ordre symbolique et fatal (Vecchi versi, Buffalo, Verso Vienna, Verso Capua, Accelerato, etc.)» 2 ) -ma che non sembra privo di rilevanza, almeno entro alcuni dei costrutti sintattico-semantici su di esso costruiti, per l'interpretazione letterale et ultra di testi «Fu dove», «Fu così» Sintassi e testualità di alcuni costrutti 'in essere' delle Occasioni EMILIO MANZOTTI, LUCIANO ZAMPESE 1 Tra le quali L. PREVITERA sull'Anguilla (Sintassi della poesia: «L'anguilla» di Eugenio Montale, in Lezioni sul testo, a cura di E. Manzotti, Brescia, La Scuola, 1992, pp. 153-69); di L. ZAMPESE sulla Casa dei doganieri («Per leggere», a. IX [2009], n. 17, pp. 171-239); e di E. MANZOTTI, «Pregar, che vale?» -a proposito di un mottetto montaliano, «Nuova Secondaria» (= 7 a puntata di E.M. e L. Zampese, Come leggere la poesia), a. XXVII (2010), n. 10, pp. 53-57. Sintomatica, in male, di questo sostanziale disinteresse è la quasi totalità (fa eccezione solo la solida indagine lessicografica di P. Zolli) dei saggi 'linguistici' di nome raccolti nel volume Per la lingua di Montale. Atti dell'incontro di studio (Firenze, 26 novembre 1987); con appendice di liste alla concordanza montaliana, a cura di G. Savoca, Firenze, Olschki, 1989. Ma sul versante positivo andrà ricordato anche l'intervento di V. COLETTI, L'italiano di Montale, in Il secolo di Montale: Genova 1896, a cura della Fondazione Mario Novaro, Bologna, il Mulino, 1998, pp. 137-60. 2 G. CONTINI, Una lunga fedeltà. Scritti su Eugenio Montale, Torino, Einaudi, 1974. Il passo è citato in traduzione: «passati remoti che trasferiscono per sempre l'aneddoto in un ordine simbolico e fatale» da D. Isella a proposito della serie di perfetti penetrò, giunse, si sconvolsero di Vecchi Versi, vv. 26-30; a questa serie Isella aggiunge il fu del v. 48 b : «e fu per sempre» (E. MONTALE, Le occasioni, a cura di D. I., Torino, Einaudi, 1996, p. 12 -nel séguito cit. abbreviatamente come 'Isella').

LUCIANO ZAMPESE «Desolata t'attende…» (La Casa dei doganieri di Montale) C'È UN MONTALE PER TUTTI... more LUCIANO ZAMPESE «Desolata t'attende…» (La Casa dei doganieri di Montale) C'È UN MONTALE PER TUTTI Ciascuno ha il suo Montale, ritagliato a misura. Vale quello che vale, secondo natura e statura. Giorgio Caproni Desolata ti attende -quando scende la sera la decaduta Odessa e il dislocato dolore che la fa deserta -i rari fanali rossastri ti sono dedicati. Toti Scialoja 1. Introduzione * Per Angelo Barile, la Casa dei doganieri (nel séguito CdD) è «una delle poesie di Montale più chiare» 1 . Un giudizio da intendere sullo sfondo delle accuse di oscurità che avevano accompagnato gli esordi poetici degli Ossi e delle Occasioni. La chiarezza della CdD non vuol certo dire immediata comprensibilità, facilità del dettato lirico: è piuttosto garanzia di una verità profonda, lontana «dalla 'posa' dei finti ermetici, dalle complicazioni gratuite di chi non ha nulla da dire, o soltanto delle brutte bugìe!» (GADDA, p. 769); in altri termini, la poesia di Montale è chiara perché contiene una sua logica, un «contenuto razionale» (CENCETTI, p. 7), fondati su un onesto impegno di significazione e di comunicazione (cfr. l'intervento di Montale sull'ermetismo pubblicato nel 1940 su «Primato», ora in AMS, pp. 1531-1534). Rendere conto della 'chiarezza' della CdD vorrà dire descrivere e, ove si ritenga possibile e utile, scioglierne la complessità; e questo entro la misura richiamata dallo stesso Montale: «tra il non capir nulla e il capir troppo c'è una via di mezzo, un juste milieu che i poeti, d'istinto, rispettano più dei loro critici; ma al di qua o al di là di questo margine non c'è salvezza né per la poesia né per
Uploads
Papers by luciano zampese