Papers by Giuseppe De Luca
La pubblicazione è resa disponibile sotto le norme e i termini della licenza di deposito, secondo... more La pubblicazione è resa disponibile sotto le norme e i termini della licenza di deposito, secondo quanto stabilito dalla Policy per l'accesso aperto dell'Università degli Studi di Firenze (https://www.sba.unifi.it/upload/policy-oa-2016-1.pdf)
La pubblicazione è resa disponibile sotto le norme e i termini della licenza di deposito, secondo... more La pubblicazione è resa disponibile sotto le norme e i termini della licenza di deposito, secondo quanto stabilito dalla Policy per l'accesso aperto dell'Università degli Studi di Firenze (https://www.sba.unifi.it/upload/policy-oa-2016-1.pdf)

Firenze University Press eBooks, 2024
risale ad un periodo di grande fermento innovatore per la città e si inserisce in più ampio dibat... more risale ad un periodo di grande fermento innovatore per la città e si inserisce in più ampio dibattito nazionale, che affonda le proprie radici nelle trasformazioni economiche di fine Ottocento (Marconi, Gabetti 1969; Bini, Corsani 2007), e che è stato animato da una inquietudine sopita dallo scoppio della Prima guerra mondiale e fortemente germogliata negli anni a seguire. Lo richiamiamo in sintesi qui proprio per capire lo sfondo economico, politico e culturale entro cui prende corpo la richiesta di una Facoltà di Architettura, considerata elemento fondamentale per la vita culturale e lo sviluppo di Firenze. La città era davvero piccola «nonostante gli ingrandimenti e gli sventramenti, aveva mantenuto la sua tendenza centripeta e il nucleo storico era andato assumendo la chiara funzione direzionale. Anche la crescita edilizia, che agli inizi del Novecento si sviluppò al di fuori di qualunque schema, piano e disegno, non provocò alcun mutamento» (Zoppi 1993, 79). Firenze era compressa ancora dentro la cinta muraria, benché il Piano Poggi del 1865, che doveva accompagnare la sua elevazione a Capitale d'Italia, avesse de-1 Nel presente saggio, frutto di una elaborazione comune, sono da ascrivere a Giuseppe De Luca i parr. 1, 2 e 5, mentre a Emanuela Ferretti i parr. 3 e 4.

Enhancing the Perception of Regions: A Vision for the Metropolitan City of Florence
Shaping Regional Futures, 2019
This chapter focuses on the definition of a vision for the metropolitan city of Florence required... more This chapter focuses on the definition of a vision for the metropolitan city of Florence required by recent planning reform in Italy. The forms of governance in place and the boundaries they assume are discussed in relation to the historical evolution of settlements and functional trends and their recognition and orientation through joint planning instruments at different levels (from joint inter-municipal studies to the Regional Landscape Plan). The actual strategic planning process that occurred in the metropolitan city of Florence is presented as a vision-making process based on regional design theories, in which different metaphorical narratives and representations are explicitly intended to enhance the strategic planning process by shaping the boundaries of the urban region and conceiving of a shared vision for its future spatial development.

Le rappresentazioni cartografiche costituiscono un elemento integrante nei processi di pianificaz... more Le rappresentazioni cartografiche costituiscono un elemento integrante nei processi di pianificazione spaziale per comunicare e supportare politiche e progetti. In particolare nell'ambito della pianificazione strategica, declinata secondo l'approccio del regional design, le rappresentazioni sono impiegate esaltandone la versatilità dinamica e polisemica: le immagini, oltre a essere presentate come risultato finale di un processo decisionale, sono adoperate come strumenti interattivi attraverso cui condividere, discutere e definire nuove narrazioni progettuali. Ogni singolo segno rappresentato su carta (e quindi rappresentativo del territorio) ha qualità sia denotative sia connotative che possono a seconda del lettore produrre consenso o conflitti, le rappresentazioni spaziali assumono un'importanza rilevante per la capacità di rendere il futuro visibile e oggetto di discussione. Le rappresentazioni divengono visioni: immagini dalla natura metaforica, racconto disegnato (complesso e sintetico) entro cui delineare strategie e azioni di lungo periodo esito di un accordo fondato sulla convergenza tra gli attori coinvolti. L'elaborazione di immagini di futuro (vision) richiede l'uso di tecniche di rappresentazione e linguaggi che si muovono tra figurativo e astratto, andando a sollecitare strati di senso differenti. Dato che queste devono essere diagrammatiche e comunicative è privilegiato un linguaggio sintetico facendo ricorso a dispositivi di narrazione quali concepts spaziali e metafore, trasposizioni simboliche dal forte potere evocativo. Il campo applicativo della ricerca è stato il tavolo tecnico che ha portato alla proposta del Piano Strategico della Città Metropolitana di Firenze-approvato definitivamente ad aprile 2017-che presenta visioni di lungo periodo verbo/disegnate, e che ben si presta a spiegare il ruolo dei concepts spaziali e delle metafore quali elementi di lettura, narrazione e progetto per i territori della contemporaneità.
Il piano regionale della Toscana tra modello gerarchico e programmazione concertata
Territorio, 1998

The concept of maintenance management is an integral part of the heritage planning process that a... more The concept of maintenance management is an integral part of the heritage planning process that addresses the subject of professional practice. For cultural heritage sites, efficient maintenance management approach is essential in sustainability and avoiding disruptive repair actions, which lead to the collapse of heritage values. Aimed at developing the theoretical framework of maintenance management, this paper discusses various approaches to this concept and then it proposes a holistic and integrated approach to enhance the efficiency of maintenance management in the conservation of the historic site. Il concetto di gestione della manutenzione è parte integrante del processo di pianificazione del patrimonio che affronta il tema della pratica professionale. Per i siti del patrimonio culturale, un approccio di gestione della manutenzione efficiente è essenziale per la sostenibilità ed evita azioni di riparazione dirompenti, che portano al collasso dei valori del patrimonio. Destinato a sviluppare il quadro teorico della gestione della manutenzione, questo articolo discute vari approcci a questo concetto e quindi propone un approccio olistico e integrato per migliorare l'efficienza della gestione della manutenzione nella conservazione del sito storico.

Appunti su Bruno Gabrielli: il vademecum di buone pratiche per il riuso
Il contributo si intitola “appunti su Bruno Gabrielli” proprio perché non si tratta di un saggio,... more Il contributo si intitola “appunti su Bruno Gabrielli” proprio perché non si tratta di un saggio, ma di più semplici annotazioni nate sfogliando il numero 74 del 1982 della rivista «Urbanistica», organo ufficiale dell'Istituto Nazionale di Urbanistica. Un numero monografico che tenta di fare «un bilancio e una rivalutazione della politica e dell’idea stessa del “riuso” edilizio». Bilancio e rivalutazione tentato fin dalla copertina, che riutilizza quella del numero doppio 24-25 del 1958 di «Urbanistica», allora monocromatica “mogano” su cartoncino uso mano, ora invece colorata e su cartoncino lucido. È proprio dalla copertina che si marca differenza (bilancio) e aggiornamento (rivalutazione) della questione del riuso edilizio. Nell’articolo iniziale della rivista «Urbanistica», Bruno Gabrielli utilizza il la rivista non solo come veicolo dimostrativo, molto più forte e diretto di quanto non avesse già fatto Astengo nei suoi numerosi anni di direzione, quanto come strumento di formazione diffusa diretta all’universo mondo dei lettori. Il saggio alla fine risulta un vero e proprio vademecum di posizionamento della questione del riuso in Italia e una guida “motivazionale” per gli operatori, dagli amministratori ai professionisti. Un contributo come un manuale per buone pratiche di progettazione di parti significative di città, partendo dalla questione casa.
A che punto siamo con la pianificazione regionale territoriale e paesaggistica? Seconda parte
La pianificazione territoriale regionale ha avuto una fervida fase di sviluppo a seguito della mo... more La pianificazione territoriale regionale ha avuto una fervida fase di sviluppo a seguito della modifica del Titolo V della Costituzione, della territorializzazione delle politiche dell’Unione europea, e del rilancio della pianificazione paesaggistica a seguito dell’emanazione del Codice dei Beni culturali e del Paesaggio. Quali risultati si possono osservare oggi? Dai presentati in questa prima parte gli esiti sono quantomeno incerti e per molti punti di vista anche sconfortanti. Sembra si sia persa una occasione, tre lustri non sembrano bastati per produrre innovazioni significative nelle pratiche regionali. SECONDA PARTE
La compensazione come strumento per il contenimento del consumo di suolo
Il testo trae spunto da una relazione presentata alla giornata multidisciplinare di studio sul te... more Il testo trae spunto da una relazione presentata alla giornata multidisciplinare di studio sul tema “Consumo di suolo e riqualificazione urbana a partire dal Agrigento e il suo hinternald”, tenuta al Polo universitario di Agrigento il 17 maggio 2012. L'idea che sta alla base della riflessione è quella di usare la politica urbanistica locale e la sua strumentalità per ripianificare quello meno giudiziosamente già pianificato o mal governato. La strumentalità è quella della pianificazione urbanistica l'istituto più dinamico quello della compensazione urbanistica, inserita all'interno di un più ampio progetto di territorio. Il contributo riporta l'esempio di un possibile intervento nella piana Lucchese, in Toscana.
Le eredità di Giovanni Astengo
Confini istituzionali, ambiti dei fenomeni economici, ambiti dei servizi sociali. Riflessioni di ricerca
Storia Urbana, 1999
Aspetti applicativi della disciplina regionale toscana sul governo del territorio
In caso di mancato recapito rinviare a ufficio posta Roma-Romanina per la restituzione al mittent... more In caso di mancato recapito rinviare a ufficio posta Roma-Romanina per la restituzione al mittente previo addebito. Poste Italiane S.p.A. Spedizione in abbonamento postale-D.L. 353/2003 (conv. in l.
The paper focuses on the models and practices of regional spatial planning activated in Italy in ... more The paper focuses on the models and practices of regional spatial planning activated in Italy in recent years, in order to evidence the innovations that occurred and challenges that Regional planning institutions are facing.

Fonti, criteri e modalità per l’individuazione del perimetro urbano ai sensi della 65/2014
La Regione Toscana con la L.R. 65/2014 rende necessario, per i comuni, di specificare nei propri ... more La Regione Toscana con la L.R. 65/2014 rende necessario, per i comuni, di specificare nei propri atti di programmazione e di sviluppo del territorio il perimetro del territorio urbanizzato. Il Piano di Indirizzo Territoriale (PIT) con valenza di piano paesaggistico approvato nel 2015 si appoggia a questa distinzione per l’individuazione sia dei morfotipi urbani che delle invarianti. Ma tecnicamente quali fonti, quali criteri e quali modalità possono aiutare l’individuazione di questo perimetro? Partendo dai dati cartografici messi a disposizione dalla Regione Toscana e dal PIT con valenza di piano paesaggistico, opportunamente interpolati con la cartografia dei piani comunali, ci si accorge come i diversi perimetri di partenza siano diversi tra loro e spesso in contraddizione. In occasione di una ricerca sperimentale riguardante la variante al Piano Strutturale del Comune di Roccastrada, come DidaLab di Regional Design, è stata messa a punto una metodologia utile per la perimentrazione del territorio urbanizzato. Quest’ultima è sia coerente a quanto previsto ai sensi della L.R. 65/2014, che innovativa negli strumenti usati, infatti è stata adoperata una piattaforma collaborativa online, denominata Giscake, ideata dallo SpinOff accademico dell’Università di Firenze Artù
Aumentare la resilienza nei tessuti urbani consolidati: la proposta operativa Smart Re-GreeNet
La proposta si colloca all’interno di una riflessione teorica su come sia possibile declinare il ... more La proposta si colloca all’interno di una riflessione teorica su come sia possibile declinare il concetto di green city nella cultura urbana europea e, più specificatamente, nelle aree storiche delle città. Nel decalogo delle azioni verdi, recentemente proposto in Europa dall’Associazione Green City, un ruolo dominante è naturalmente riservato allo spazio pubblico, considerato come: un bene collettivo che deve assumere pari dignità di uno spazio privato. Per assolvere alle sue molteplici funzioni richiede particolare cura e un apposito progetto capace di fare convivere gli elementi naturali con quelli della città mineralizzata, con particolare riguardo verso la permeabilità urbana, mirando alla massima percorribilità, al comfort ambientale e alla sicurezza.

Italiano La Regione Toscana con la L.R. 65/2014 rende necessario, per i comuni, di specificare ne... more Italiano La Regione Toscana con la L.R. 65/2014 rende necessario, per i comuni, di specificare nei propri atti di programmazione e di sviluppo del territorio il perimetro del territorio urbanizzato. Il piano di indirizzo territoriale (PIT) con valenza di piano paesaggistico approvato nel 2015 si appoggia a questa distinzione per l'individuazione sia dei morfotipi urbani che delle invarianti. Ma tecnicamente quali fonti, quali criteri e quali modalità possono aiutare l'individuazione di questo perimetro? Partendo dai dati cartografici messi a disposizione dalla Regione Toscana e dal PIT con valenza di Piano Paesaggistico, opportunamente interpolati con la cartografia dei piani comunali, ci si accorge come i diversi perimetri di partenza siano diversi tra loro e spesso in contraddizione. In occasione di una ricerca sperimentale riguardante la variante al Piano Strutturale del Comune di Roccastrada, come DidaLab di Regional Design, è stata messa a punto una metodologia utile per la perimentrazione del territorio urbanizzato. Quest'ultima è sia coerente a quanto previsto ai sensi della L.R. 65/2014, che innovativa negli strumenti usati, infatti ci si è avvalsi di una piattaforma collaborativa, Giscake, messa a pinto dallo SpinOff accademico dell'Università di Firenze chiamato Artù.

L'evoluzione del concetto di cooperazione nel sistema della pianificazione regionale italiana, le... more L'evoluzione del concetto di cooperazione nel sistema della pianificazione regionale italiana, letta attraverso i cambiamenti delle modalità di interazione tra i soggetti che intervengono nel processo di pianificazione, nonché la loro esplicitazione nelle pratiche di pianificazione territoriale regionale, è una delle più interessanti innovazioni che si possono osservare nelle pratiche regionali nell'ultimo decennio. Tra queste sperimentazioni, una è particolarmente innovativa, perché non si esplicita all'interno dei confini regionali istituzionali, ma all'esterno. Infatti, il Tavolo Interregionale della macro area padano-alpino-marittima rappresenta il primo tentativo in Italia di pianificazione cooperativa di livello interregionale, con una doppia finalità: la redazione congiunta di una vision condivisa che impronti i piani territoriali di tutte le regioni coinvolte; e la formazione di strategie di cooperazione comuni tali da fare "massa critica" nel sistema della competitività europea. Il contributo, ripercorrendo il percorso del Tavolo, analizza il concetto di cooperazione in un ambito specifico, quello regionale, e in relazione alle pratiche di pianificazione territoriale (regional spatial planning), con focus su un particolare tipo di cooperazione, quella di tipo orizzontale, interregionale.

Nel luglio 2016 con la legge 163/2016 è stata approvata la riforma alla legge di bilancio che int... more Nel luglio 2016 con la legge 163/2016 è stata approvata la riforma alla legge di bilancio che introduce la misurazione del Benessere equo e solidale (Bes) all'interno del Documento di Economia e Finanza (Def) per indirizzare le politiche verso uno sviluppo sostenibile del territorio nazionale 1 . Le disposizioni normative stabiliscono un impegno ribadito nell'ultimo rapporto Bes: «La sfida è quella di supportare il governo nell'individuare le priorità e i problemi principali del Paese e, in prospettiva, nel valutare ex-ante gli effetti degli interventi di politica economica sul benessere» (Istat, 2017:2). La prospettiva delineata dalla norma pone l'attenzione sulle modalità attraverso cui poter collegare gli obiettivi delle politiche e i programmi di spesa con gli indicatori di benessere per valutare l'efficacia in corso delle stesse politiche sia a livello nazionale sia a livello locale. Tale questione si proietta a scala locale d'area vasta con la possibilità di relazionare strutturalmente il Bes con la pianificazione strategica, che è resa obbligatoria per le città metropolitane dalla cosiddetta riforma Delrio (legge 56/2014). Le potenzialità nell'introdurre il Bes all'interno del processo di elaborazione della strumentazione strategica appaiono ancora da comprendere sia in termini metodologici sia in termini di risultati indotti e aprono un campo d'indagine tuttora pressoché inesplorato. La questione posta è la seguente: quali sono le implicazioni e il grado di incidenza che il set di indicatori del Bes può determinare all'interno della strumentazione strategica? L'ipotesi avanzata è che l'introduzione del Bes influenzi in modo rilevante la strumentazione strategica rispetto a tre dimensioni: l'apparto analitico, l'apparato rappresentativo di lettura e restituzione cartografica; l'apparato progettuale. In riferimento alla tematica sinteticamente illustrata è di interesse riportare, quantomeno per gli spunti di originalità e sperimentazioni offerti, la costruzione del Piano Strategico della Città Metropolitana di Firenze (De Luca, 2017) che presenta un tentativo d'ibridazione tra la pianificazione strategica di area vasta e gli indicatori del Bes.
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