Papers by Sabato Danzilli
Elisabeth Theresia Widmer, <i>Left-Kantianism in the Marburg School</i>, Berlin/Boston: de Gruyter, 2024, Pp. viii + 146, ISBN 9783111331775 (hbk) $120.99
Journal of transcendental philosophy, Mar 5, 2024
Filosofia, 2023
In my contribution, I aim to identify the role of war and conflict within Windelband's philosophy... more In my contribution, I aim to identify the role of war and conflict within Windelband's philosophy of history. By examining the philosopher's body of work, it will be shown how the War Lecture, published during the First World War-an event that posed a risk to the destruction of European civilization-is a manifestation of his theory of values in the light of the stress test of the war experience. The theory of values and the idea of history as a tool of philosophy, as a matrix in which cultural values are born, are tested in it. Kant, Fichte, and Hegel's reflections on history and war constitute the fundamental theoretical baggage of Windelband's conception. An analysis of the reworking and redefinition of their thought by him will allow us to delineate the specificity of his perspective and his political coloration in the context of Germany in the 1910s.

Materialismo Storico, Mar 7, 2020
Ragione e pazzia. L'attualità di Machiavelli. Nel suo ultimo saggio pubblicato per Laterza, Nicco... more Ragione e pazzia. L'attualità di Machiavelli. Nel suo ultimo saggio pubblicato per Laterza, Niccolò Machiavelli. Ragione e pazzia, Michele Ciliberto torna a occuparsi di Machiavelli, autore al centro dei suoi studi sin dalla tesi di laurea e oggetto di un interesse sia diretto, come dimostra l'introduzione alla recente ristampa per Bompiani dell'opera omnia del pensatore fiorentino secondo l'edizione di Mario Martelli 1 , sia indiretto, con le sue numerose monografie sull'Umanesimo e sul periodo rinascimentale. Il merito principale dell'opera consiste nel tentativo riuscito di mostrare il legame essenziale tra il pensiero e la vita di Machiavelli e il carattere allo stesso tempo pratico e teorico della sua riflessione. L'"attualità" dell'autore fiorentino viene fatta risaltare senza disegnare un Machiavelli latore di verità generali valide sub specie aeternitatis, teorico di concetti utilizzabili in ogni tempo. Il Machiavelli di Ciliberto è un uomo concreto, uomo del Rinascimento. Proprio in quanto rinascimentale-e Ciliberto insiste con forza su quest'aspetto, l'essere "rinascimentale" e non "moderno" dello statista fiorentino-Machiavelli può parlarci e fornirci strumenti utili per la comprensione del presente. Il concetto di Rinascimento, come ricorda l'autore nel preludio, ha subito una profonda revisione nel corso del Novecento ed è stato sganciato dal concetto di modernità, di cui veniva considerato come la preparazione, ed è stato oggetto, insieme al concetto di Umanesimo, di studi che ne hanno messo in luce l'assoluta autonomia. Il Rinascimento è per Ciliberto, come già per il suo maestro Eugenio Garin, soprattutto un moto culturale, l'affermazione "positiva" di certi valori umani, progressi morali, teorici e tecnici, inseriti in un contesto storico di crisi politica, di grandi rivolgimenti e di grandi trasformazioni 2. Per questo motivo tutti i rinascimentali, come Bruno, o lo stesso Machiavelli, ragionano per opposizioni, consapevoli della loro unità, del rovesciarsi continuo delle cose nel loro opposto. Un esempio molto calzante a tale proposito riguarda proprio due dei principali nuclei tematici intorno ai quali ruota il libro, e sui quali l'autore interviene in maniera reiterata negli otto capitoli che compongono il volume. Ci riferiamo a quelli citati sin dal titolo del lavoro: il tema della ragione e il tema della pazzia. Essi non vanno disgiunti, anzi, sono un tutt'uno nella riflessione machiavelliana. Per Ciliberto la chiave interpretativa del pensiero di Machiavelli, il suo nucleo, è la riflessione antropologica, che innerva tutti i suoi scritti politici, storici, poetici e teatrali. Machiavelli non è neanche un teorico della politica in senso stretto, poiché anche la politica è letta da lui attraverso l'antropologia e la storia. Una dimostrazione del continuo intrecciarsi di piani differenti nelle analisi dell'autore fiorentino è data da un esame in parallelo delle Istorie fiorentine e dei Discorsi. Le prime sono un testo di teoria dello Stato elaborato attraverso una prospettiva storica: Machiavelli ripercorre la storia di Firenze, adoperandola come base per le sue riflessioni di teoria politica. Nei Discorsi il procedimento è l'opposto: osservazioni di ordine teorico vengono poi verificate sul piano storico. Ragione e pazzia, o, come diranno alcuni interpreti contemporanei, "realismo" e "utopia", in Machiavelli sono due poli di una totalità, e derivano
Materialismo Storico, Oct 22, 2021

Neo-Kantianism and Cultural Sciences, 2022
Purpose of this paper is to examine the figure of Richard Kroner as transitional from Neo-Kantian... more Purpose of this paper is to examine the figure of Richard Kroner as transitional from Neo-Kantianism to Neo-Hegelianism. Starting as a pupil of Wilhelm Windelband and Heinrich Rickert, Kroner emphasizes and stressed the religious motives in Wertphilosophie, speaking about a “resignation” of neo-kantian theory of knowledge. Following this track, Kroner develops an own interpretation of Kant’s philosophy, critical both of the Materialismus and the Marburger school. His idea of Kant as the destroyer of the old-fashioned metaphysic, but not of the metaphysic tout court remains mainly unchanged, when, after WWI, Kroner finds out Hegel as the philosopher that ultimately is able to give an adequate conceptualization to the metaphysical problems. In the second half of the paper, I try to show how Kroner’s interpretation of Hegel is still coherent with his pre-war themes, and it’s strongly bound with his idea of history of philosophy. For this reason, in the last paragraphs I show the similarities and the differences between Kroner’s methodology of the historical-philosophical research and Windelband’s History of philosophy. Even Kroner’s Neo-Hegelianism seems in fact strongly indebted to an idea of the history of philosophy as a history of problems.

Ragione e pazzia. L'attualità di Machiavelli. Nel suo ultimo saggio pubblicato per Laterza, Nicco... more Ragione e pazzia. L'attualità di Machiavelli. Nel suo ultimo saggio pubblicato per Laterza, Niccolò Machiavelli. Ragione e pazzia, Michele Ciliberto torna a occuparsi di Machiavelli, autore al centro dei suoi studi sin dalla tesi di laurea e oggetto di un interesse sia diretto, come dimostra l'introduzione alla recente ristampa per Bompiani dell'opera omnia del pensatore fiorentino secondo l'edizione di Mario Martelli 1 , sia indiretto, con le sue numerose monografie sull'Umanesimo e sul periodo rinascimentale. Il merito principale dell'opera consiste nel tentativo riuscito di mostrare il legame essenziale tra il pensiero e la vita di Machiavelli e il carattere allo stesso tempo pratico e teorico della sua riflessione. L'"attualità" dell'autore fiorentino viene fatta risaltare senza disegnare un Machiavelli latore di verità generali valide sub specie aeternitatis, teorico di concetti utilizzabili in ogni tempo. Il Machiavelli di Ciliberto è un uomo concreto, uomo del Rinascimento. Proprio in quanto rinascimentale-e Ciliberto insiste con forza su quest'aspetto, l'essere "rinascimentale" e non "moderno" dello statista fiorentino-Machiavelli può parlarci e fornirci strumenti utili per la comprensione del presente. Il concetto di Rinascimento, come ricorda l'autore nel preludio, ha subito una profonda revisione nel corso del Novecento ed è stato sganciato dal concetto di modernità, di cui veniva considerato come la preparazione, ed è stato oggetto, insieme al concetto di Umanesimo, di studi che ne hanno messo in luce l'assoluta autonomia. Il Rinascimento è per Ciliberto, come già per il suo maestro Eugenio Garin, soprattutto un moto culturale, l'affermazione "positiva" di certi valori umani, progressi morali, teorici e tecnici, inseriti in un contesto storico di crisi politica, di grandi rivolgimenti e di grandi trasformazioni 2. Per questo motivo tutti i rinascimentali, come Bruno, o lo stesso Machiavelli, ragionano per opposizioni, consapevoli della loro unità, del rovesciarsi continuo delle cose nel loro opposto. Un esempio molto calzante a tale proposito riguarda proprio due dei principali nuclei tematici intorno ai quali ruota il libro, e sui quali l'autore interviene in maniera reiterata negli otto capitoli che compongono il volume. Ci riferiamo a quelli citati sin dal titolo del lavoro: il tema della ragione e il tema della pazzia. Essi non vanno disgiunti, anzi, sono un tutt'uno nella riflessione machiavelliana. Per Ciliberto la chiave interpretativa del pensiero di Machiavelli, il suo nucleo, è la riflessione antropologica, che innerva tutti i suoi scritti politici, storici, poetici e teatrali. Machiavelli non è neanche un teorico della politica in senso stretto, poiché anche la politica è letta da lui attraverso l'antropologia e la storia. Una dimostrazione del continuo intrecciarsi di piani differenti nelle analisi dell'autore fiorentino è data da un esame in parallelo delle Istorie fiorentine e dei Discorsi. Le prime sono un testo di teoria dello Stato elaborato attraverso una prospettiva storica: Machiavelli ripercorre la storia di Firenze, adoperandola come base per le sue riflessioni di teoria politica. Nei Discorsi il procedimento è l'opposto: osservazioni di ordine teorico vengono poi verificate sul piano storico. Ragione e pazzia, o, come diranno alcuni interpreti contemporanei, "realismo" e "utopia", in Machiavelli sono due poli di una totalità, e derivano
György Lukács, Dialettica e irrazionalismo. Saggi 1932-1970, a cura di A. Infranca, Edizioni Punto Rosso, Milano pp. 200, € 18, ISBN 9788883512537
Book Reviews by Sabato Danzilli
Journal of Transcendental Philosophy, 2023

Recensione a R. Redaelli "Per una logica dell'umano", 2022
La domanda, già kantiana, «Was ist der Mensch?» si pone oggi con un'urgenza particolare, in un'ep... more La domanda, già kantiana, «Was ist der Mensch?» si pone oggi con un'urgenza particolare, in un'epoca in cui lo sviluppo delle scienze naturali e della tecnica, e lo stato del dibattito nelle scienze umane hanno contribuito a mettere in discussione in modo definitivo l'immagine tradizionale dell'uomo e dell'umano. Il libro di Redaelli prende avvio da questa presa d'atto, unitamente alla consapevolezza storiografica che molte delle odierne soluzioni proposte a questa domanda antropologica, che pure possono apparire originali, non vanno in realtà oltre risposte provvisorie o unilaterali (p. 2). Il lavoro di Redaelli dà un contributo senz'altro originale all'indagine antropologica, e lo fa prendendo in considerazione autori che generalmente vengono considerati alieni all'antropologia filosofica, ossia i principali esponenti della scuola neokantiana del Baden: Windelband, Rickert e Lask. Scopo del volume è dimostrare che anche nella loro teoria dei valori è riscontrabile la tensione verso una «logica dell'umano, volta a individuare le strutture invarianti, le categorie proprie della nostra humanitas» (p. 4). È riscontrabile cioè, anche in questi autori, l'aspirazione a realizzare un'indagine onnicomprensiva sull'umano, per quanto sui generis e diversa dall'antropologia filosofica di Gehlen o Plessner, che andava sviluppandosi a partire dagli anni Venti del Novecento.
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