ASK

Sommario: 1. Premessa. -2. Il modello della catena del valore. -3. Le attività primarie nella gestione delle istituzioni museali. -3.1. La gestione delle collezioni. -3.2. La ricerca scientifica. -3.3. La conservazione e sicurezza delle collezioni. -3.4. Il sistema di offerta al pubblico. -3.5. L'offerta commerciale alle imprese. -4. La produzione di valore. -4.1. Il valore pubblico. -4.2. Il valore per le comunità scientifiche e professionali. -4.3. Il valore per il pubblico dei visitatori e i privati. -5. La complessità delle istituzioni museali. -5.1. I corollari della "complessità". -6. Raccomandazioni conclusive. -6.1. I livelli minimi di valorizzazione. -6.2. Le risorse umane e professionali. -6.3. Le esternalizzazioni. -6.4. I rapporti con il territorio.

Il patrimonio culturale tra pubblico e privato: modelli organizzativi e strumenti giuridici A proposito di Grande Brera di Stefano Baia Curioni Sommario: 1. Il caso. -2. Fondazione, gestione privatistica del bene pubblico e ingresso di risorse dalla società civile. -3. Gli storici dell'arte in trincea. -4. La paura dell'esclusione sociale. -5. "Non toccate la donna bianca". -6. Il nodo progettuale. -7. Inadeguatezze normative di contesto. -8. The end.

The transformation of the sustainability models of cities, in the last years, has modified the perception of the economic and political role of arts and, consequently, the expectations of the public sector on cultural institutions. In Italy, the growth of cultural tourism in the main urban centers and art cities has changed the cultural supply models, increasing the emphasis on temporary exhibitions and events. Moreover, the contraction of public resources has induced cultural institutions to develop new forms of collaboration with private organizations in order to negotiate their autonomy. Starting from the Italian scenario, this research describes the activity of eight relevant institutions involved in the organization of exhibitions. The analysis of quantitative and qualitative data will show, in the first part, how these institutions have developed different models as far as their management structure, governance, nature of their offer and relationship with the cultural system as a whole. In this perspective, the second part will be dedicated to the study of a specific exhibition recently held at Palazzo Te in Mantua, analyzing the role that exhibitions have taken in local contexts.

Un tempo il " Mistero " , per quanto riguarda i musei, si annidava nel Louvre. Nei suoi sotterranei si aggirava infatti una mummia assassina di nome " Belfagor " : con aguzzo pugnale essa faceva strage tra gli incauti visitatori che si attardavano rimanendo chiusi nelle sale e gli imbelli inservienti che si aggiravano nei depositi la notte (in pieno straordinario). Così per lo meno si raccontava in uno sceneggiato in bianco e nero apparso sugli schermi televisivi francesi nella prima estate del 1966. Dal 15 giugno al 21 luglio 10 milioni di spettatori su 16 milioni di utenti televisivi sono rimasti incollati al video. A distanza di 40 anni ancora " Misteri " al Louvre con i romanzi , il film e i videogiochi sul " Codice Da Vinci " di Dan Brown (ma molti hanno gridato al plagio). Assassini, quadri, custodi, direttori: questa volta solo il film ha incassato 760 milioni di dollari. Più di quanto il Louvre ha potuto ottenere dall'operazione con Abu Dhabi. Il Mistero apparentemente paga; ma non sempre. Anche nei musei italiani da alcune decadi aleggia un mistero. Un mistero meno affascinante e remunerativo, anche se per alcuni aspetti non meno complesso e intrigante. La scena iniziale potrebbe svolgersi nella sala del museo in cui si espone il grande bronzo del viso dell'Antinoo. Il volto bellissimo del giovane amato da Adriano-l'imperatore che capì per amore di essere Dio-la cui presenza è rinata nella penna della Yourcenar, campeggia nel centro della stanza di un bellissimo palazzo. Intorno ad essa nulla. Non una spiegazione, non una decodificazione. Scelta culturale: il mistero della bellezza antica deve rimanere tale? Forse e potrebbe anche essere intrigante. Poi però lo sguardo completa il giro. Seduta su una seggiolina di ferro sta una custode, vestita in borghese, forse con addosso una giacchetta un po' consunta del museo. La postura è coricata all'indietro, lo sguardo concentrato sull'uncinetto, le gambe semiaperte e disattente, forse per la concentrazione sul lavoro manuale o per i il caldo che assedia la sala: l'Antinoo subisce interferenze semantiche di non poco conto….perde magia, cede il posto ad un altro mistero…. Spostiamoci, per chiarirlo, in uno dei musei archeologici statali dei più importanti del mondo, vogliamo raccontare il modo in cui i reperti sono presentati, raccolti, raccontati? Vogliamo parlare della pulizia delle sale, del loro condizionamento, dell'accoglienza? Vogliamo fermarci qui o vogliamo trasferirci altrove a vedere? Ed ecco il vero mistero dei musei italiani: è una semplice domanda. Come è possibile che istituti nei quali sono ospitate collezioni tra le più importanti e prestigiose del mondo intero, in uno dei 10 paesi più industrializzati e " modernizzati " del mondo, siano gestiti da anni – al netto di alcune eroiche e complessivamente sporadiche eccezioni-con tanta evidente incuranza delle più elementari necessità di adeguatezza tra organizzazione e patrimonio? Non si capisce e soprattutto non si giustifica. Ed è per di più un Mistero che non paga. Anzi. Numeri. Nel 2012 i dati Sistan, comunicati dal Ministero, riportavano un totale di 37 milioni e 200 mila visitatori nei 625 istituti, parchi, compendi, circuiti , aree archeologiche, musei statali italiani. Nel 2011 erano stati 41 milioni e 200 mila. L'incasso complessivo tra biglietti e aggi è in medi a di 3 euro a visitatore. Gli incassi totali di tutti i servizi cosiddetti aggiuntivi dei musei italiani (bookshop, ristorante, audioguide e visite guidate) sempre nel '12 sarebbero stati di 34 milioni di euro. In crescita rispetto ai dati disastrosi del 2009 in cui tutti i musei pubblici italiani fatturavano come lo Smithsonian. Ma il problema non è solo o tanto di natura direttamente economica: la distribuzione dei visitatori è estremamente concentrata e dipendente da dinamiche non controllate. Solo 5 istituti recepiscono più di un milione di visitatori annui, di cui uno , il Pantheon, è gratuito. Gli altri sono Colosseo, Pompei, Uffizi e Accademia a Firenze. 8 superano i

Within the contemporary art system complex, constantly-changing cultural features coexist with stratified acts of dealing. The art market operates as a collective mediation structure, developing a multiple agency: financial and economic, educational, political and social. In this article, we offer the result of an empirical test dedicated to the identification of unseen changes in the informal organizational pattern of the market. Observing the behavior of selected samples, we focused, firstly, on the networks of artists and commercial galleries at the Art Basel fair; and, secondly, on the group and solo shows organized by a relevant sample of international contemporary art museums and exhibitions spaces. These analyses offer an insight into the changes that occurred from 2005 to 2013, encompassing the quantitative growth of the art system infrastructure and the effects of the crisis of 2008.

Within the contemporary art system complex, constantly-changing cultural features coexist with stratified acts of dealing. The art market operates as a collective mediation structure, developing a multiple agency: financial and economic, educational, political and social. In this article, we offer the result of an empirical test dedicated to the identification of unseen changes in the informal organizational pattern of the market. Observing the behavior of selected samples, we focused, firstly, on the networks of artists and commercial galleries at the Art Basel fair; and, secondly, on the group and solo shows organized by a relevant sample of international contemporary art museums and exhibitions spaces. These analyses offer an insight into the changes that occurred from 2005 to 2013, encompassing the quantitative growth of the art system infrastructure and the effects of the crisis of 2008.

Ente di afferenza: () Copyright c by Società editrice il Mulino, Bologna. Tutti i diritti sono riservati. Per altre informazioni si veda https://www.rivisteweb.it Licenza d'uso L'articoloè messo a disposizione dell'utente in licenza per uso esclusivamente privato e personale, senza scopo di lucro e senza fini direttamente o indirettamente commerciali. Salvo quanto espressamente previsto dalla licenza d'uso Rivisteweb,è fatto divieto di riprodurre, trasmettere, distribuire o altrimenti utilizzare l'articolo, per qualsiasi scopo o fine. Tutti i diritti sono riservati. La gestione del patrimonio culturale Note sull'esperienza delle concessioni per la gestione del patrimonio culturale in Italia di Stefano Baia Curioni e Laura Forti Sommario: 1. Premessa.-2. L'evoluzione degli esercizi di concessione dal 2000.-3. Gli assetti organizzativi e le modificazioni indotte nelle istituzioni di gestione.-4. Ipotesi e suggerimenti. Cultural heritage management and contracting out experiences in Italy: some annotations The possibility for private enterprises to set museum shops within the Italian cultural institutions was originally provided by the law 4 of 1993, known as the Ronchey law. Having introduced the possibility of a private intervention in a traditionally public-driven environment, the law also, and above all, represented a significant and large-scale revision of the public-private relationship in the cultural field. In accordance with the relevant economic purpose of the law, this note firstly takes into account a quali-quantitative evaluation of the economic performances of Italian museum shops in the recent years. As the law's organizational impact changed roles and rules within the Italian museum "industry", the paper elaborates a further reflection-based upon empirical evidences-about the consequences of the law for the development of competencies in the Italian heritage institutions. [8] Non ultima la sovrapposizione tra la complessa sussidiarietà pubblico-privato e l'ancor più critica sussidiarietà statoregioni, accelerata dalla riforma del titolo V della Costituzione.

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