Département des Objets d'Art

The Suite de pièces ornementales, set of 12 engraved plates, signed by François Bignon (c.1620-post1668) and Zacharie Heince (1611-1669), seems to be inspired by the decorations made in the middle of 17th century in the Parisian hotel of the chancellor Pierre Séguier (1588-1672) and today disappeared. in the following years, these patterns have been translated by craftsmen of the two most important european centres of pottery production in the 17th and 18th centuries: Nevers and Castelli.

Solitamente inquadrate dalla prospettiva ufficiale delle arti «maggiori», le vicende della storia dell'arte sono analizzate in questo saggio da un punto di osservazione strategico. Le arti decorative infatti, come le eleganti maioliche prodotte a fine Seicento dall'atelier di Carlo Antonio Grue, costituiscono una cartina al tornasole sensibilissima alle dinamiche coeve della storia e dell'arte. Sullo sfondo è la nascita, il 5 ottobre 1690, dell'Accademia dell'Arcadia, cenacolo letterario attorno a cui prendono forma una vivace riflessione teorica e una fitta rete di relazioni che orientano anche le scelte degli artisti. Con lo sguardo rivolto alla committenza arcadica, Grue mette a punto una «linea di lusso» caratterizzata da nuove forme e nuovi modelli decorativi. E vara, in definitiva, un nuovo, moderno, istoriato. Rare e costose, le sue maioliche sono considerate da questi collezionisti le più belle d'Italia.

Fernando Filipponi : Souvenir of Arcadia in the Museo Gualtieri ; The Literary Sources in the Decorative Arts at the Court of Clement XI.
This article adopts a single point of view of art history. The elegant majolica produced at the end of the 17th century in the workshop of Carlo Antonio Grue (1655- 1723), as well as those preserved in the “museum” of the Cardinal Filippo Antonio Gualtieri (1660- 1728) acted as the extremely sensitive developers of the concomitant dynamics that are at work in history and in art. Unfolding in the background was the creation, in 1690, of the Accademia dell’Arcadia, a literary circle where intense rhetorical thought was formed. The close relations joining the artists together oriented their choice, nourishing the political and cultural debate on a European scale and contributed to the birth of modern and up to date taste. Taste that then dictated the programs of interior arrangement as well as the choice of paintings and of objects of art.

Troiano Acquaviva d’Aragona (1695-1747) was a very influential figure in Rome in the first half of the 18th century, at the center of a dense network of economic, political and cultural relations, and was a protagonist of European collecting. His role in the Accademia dell’Arcadia is reflected in his collecting practice. This essay presents a portion of the Inventory of his possessions, subdivided by type (ceramics, paintings, silver, sacred vestments and jewelry), along with other comparative documents.

Depuis l’époque des cabinets de curiosités jusqu’à l’affirmation des Académies, la figure de l’amateur de l’époque moderne a joué un rôle important dans la construction des savoirs aux côtés des institutions. Aujourd’hui, face au nouvel essor de l’amateur 2.0, les institutions culturelles redécouvrent cette figure et cherchent de nouvelles solutions de médiation participative pour orienter son énergie vers l’enceinte des musées, des archives, des bibliothèques… Si l’amateur participe au fil des siècles à l’avancement et à la diffusion des connaissances en complémentarité des institutions et si, aujourd’hui, il redevient acteur sur la scène culturelle, son profil et son rôle méritent un nouvel approfondissement. Cet ouvrage collectif se lance un double défi : l’un historiographique, l’autre de terrain. La première partie vise à tisser les fils rouges entre les siècles autour de cette figure et notamment autour de sa relation avec les institutions, depuis l’activité de l’Académie d’Arcadie à Rome à la fin du xvii e siècle, jusqu’au glitch au xx e siècle. À la lumière de ces réflexions historiques, la deuxième partie propose une nouvelle lecture pour l’amateur contemporain, en profitant des terrains très riches offerts par le périmètre du Labex Les  passés dans le présent. Plusieurs cas d’étude sont présentés pour réinterpréter cette relation entre amateur et institution, et pour relier les phénomènes actuels, ancrés au numérique, à la longue histoire de ce rapport, bien loin d’être linéaire.

L'idea di dedicare alla figura di Giovanni Giacomini una pubblicazione interpreta il desiderio della comunità scientifica, degli appassionati, dei collezionisti e degli amateurs, di ricordare il ruolo che Giacomini ha avuto per la conoscenza e la valorizzazione della ceramica castellana. Giovanni Giacomini (1933-2021), ceramologo appassionato, storico delle vicende castellane e curatore d'arte, era nato a Castelli, ma già nel corso degli anni '50 si era trasferito a Roma con la famiglia, dove si era dedicato tra le altre attività alla raccolta di ceramiche. Si era avvicinato in tal modo alla pratica della ricerca, alle regole della sua condivisione, alle problematiche relative al restauro, alla valorizzazione e alla tutela dell'arte figulina. Giacomini si era laureato in giurisprudenza alla Sapienza e aveva svolto la professione di dirigente presso la Regione Lazio. Nel 1978 fu insignito del titolo di Cavaliere al merito della Repubblica Italiana. Ma accanto a questo percorso ufficiale, per oltre due decenni Giacomini ricopre la carica di presidente del Museo delle Ceramiche di Castelli, svolgendo attività di curatela di mostre ed eventi, in un'ottica di valorizzazione della storia e del patrimonio della sua terra natale. Anche la storia della sua collezione ha radici profonde. Iniziata da suo padre Alfredo, con l'aiuto dell'altro figlio Fernando, la raccolta fu arricchita da Giovanni che, a partire dagli anni '70, con grande determinazione e mosso da un amore sincero verso la sua terra, la incrementò sino a documentare in quasi cento opere le attività dei principali ceramisti castellani.