Palaeoenvironmental research

RIASSUNTO: Farabollini P. et al., Processi di approfondimento dell'erosione in alveo ed effetti dell'inquinamento nei fiumi delle Marche centro-meridionali (Italia centrale) (IT ISSN 0394-3356 2008). Recenti numerosi studi geomorfologici sulla dinamica fluviale hanno permesso di verificare intensi e veloci processi di approfondimento lineare in alveo su numerosi fiumi italiani interpretandoli come il risultato dell'intervento antropico: il loro effetto morfologico è comparabile agli effetti prodotti dalle variazioni climatiche quaternarie. L'attribuzione di tali fenomeni all'influenza più o meno diretta delle diverse attività antropiche sulla dinamica ambientale dimostra che i sistemi idrografici sono tra le componenti del paesaggio fisico che più rapidamente reagiscono ai cambiamenti ambientali. Il presente lavoro, che ha l'obiettivo di approfondire la conoscenza su tale argomento, risulta da una serie di dettagliati rilievi geomorfologici, coadiuvati da analisi geotecniche, che hanno riguardato nel corso dell'ultimo decennio alcuni fiumi delle Marche (versante adriatico dell'Italia centrale; Marche centro-meridionali). Nonostante il breve periodo di osservazione, è stato possibile osservare considerevoli variazioni nella geometria degli alvei fluviali, le quali possono essere attribuite senza dubbio alle attività antropiche. Recenti indagini di dettaglio su alcuni corsi d'acqua hanno evidenziato intensi processi erosivi soprattutto a valle di alcuni depuratori, dove l'erosione sembra essere innescata o accelerata dalle acque inquinate che causano la rottura di particolari legami ionici, in particolar modo nei minerali argillosi del substrato. Un ulteriore contributo nei riguardi dell'approfondimento della rete idrografica, il cui tasso ha raggiunto, in quasi tutti i fiumi considerati nel presente lavoro -ma la situazione è facilmente riscontrabile nella maggior parte dei fiumi marchigiani -anche diversi metri in alcuni anni, è dato dall'intensa e sempre crescente occupazione delle piane alluvionali da parte dell'uomo. In tale caso, deve essere evidenziato come spesso il drenaggio viene ostacolato soprattutto al raccordo tra reticolo idrografico principale (fondovalle) e secondario (versanti). Altri processi erosivi hanno luogo anche a valle di confluenze con canali artificiali (privati e pubblici), dove si registra un incremento della portata e del carico solido che favorisce un'intensa erosione laterale e l'approfondimento dell'alveo. Viene, infine, anche valutato come, lungo le pianure alluvionali, il notevole emungimento di acque (che nel periodo estivo avviene senza un'adeguata ricarica dell'acquifero), possa produrre vistosi fenomeni di crepacciatura nel suolo, i quali predispongono il terreno ad ulteriori fenomeni erosivi.

Riassunto Il turismo geologico viene considerato solo da poco tempo come una risorsa economica soprattutto per quelle aree che sono già state classificate come Parchi Nazionali, Regionali o Riserve naturali. È il caso del Parco della Gola della Rossa e di Frasassi, nelle Marche centrali, che per le sue notevoli peculiarità scientifiche, è stato oggetto di numerosi studi. Assodato il valore paesaggistico ed estetico, è unanime il riconoscimento della quantità e qualità scientifica e didattica delle emergenze presenti nell'area, in considerazione della limitata estensione territoriale, tanto che la Comunità Montana dell'Esino, nel quale ricade amministrativamente il Parco, ha definito quest'area come "Parco geologico". Il Piano del Parco ha dato particolare enfasi agli aspetti geologico-geomorfologici, ipotizzandone una valorizzazione specifica che possa produrre un indotto economico basato sul turismo geologico e naturalistico, associato all'usuale interesse emotivo-semiologico. Vengono descritte, sulla base delle conoscenze scientifiche ed ambientali e sul valore estetico, le peculiarità geologico-geomorfologiche (geositi) che caratterizzano tale comprensorio e che, opportunamente legate da più itinerari dedicati, potrebbero costituire percorsi escursionistici di sicuro valore ed interesse geo-turistico.

Summary Biological remains from deposits of 11/12th to 17/18th century date encountered during excavations on land immediately adjacent to the Merchant Adventurers' Hall in Piccadilly were found to be very well preserved, particularly those from a richly organic deposit dated to the 14th century underlying a well-made cobbled surface. The remains point to the presence of evidence for primary dumping

Four sediment sample f rom deposits revealed by excavations at York Railway Station were submitted for an evaluation of their bioarchaeological potential. The very few recovered biological remains were of no interpretative value. No further work is recommended on the current material.

Recenti numerosi studi geomorfologici sulla dinamica fluviale hanno permesso di verificare intensi e veloci processi di approfondimento lineare in alveo su numerosi fiumi italiani interpretandoli come il risultato dell'intervento antropico: il loro effetto morfologico è comparabile agli effetti prodotti dalle variazioni climatiche quaternarie. L'attribuzione di tali fenomeni all'influenza più o meno diretta delle diverse attività antropiche sulla dinamica ambientale dimostra che i sistemi idrografici sono tra le componenti del paesaggio fisico che più rapidamente reagiscono ai cambiamenti ambientali. Il presente lavoro, che ha l'obiettivo di approfondire la conoscenza su tale argomento, risulta da una serie di dettagliati rilievi geomorfologici, coadiuvati da analisi geotecniche, che hanno riguardato nel corso dell'ultimo decennio alcuni fiumi delle Marche (versante adriatico dell'Italia centrale; Marche centro-meridionali). Nonostante il breve periodo di osservazione, è stato possibile osservare considerevoli variazioni nella geometria degli alvei fluviali, le quali possono essere attribuite senza dubbio alle attività antropiche. Recenti indagini di dettaglio su alcuni corsi d'acqua hanno evidenziato intensi processi erosivi soprattutto a valle di alcuni depuratori, dove l'erosione sembra essere innescata o accelerata dalle acque inquinate che causano la rottura di particolari legami ionici, in particolar modo nei minerali argillosi del substrato. Un ulteriore contributo nei riguardi dell'approfondimento della rete idrografica, il cui tasso ha raggiunto, in quasi tutti i fiumi considerati nel presente lavoro-ma la situazione è facilmente riscontrabile nella maggior parte dei fiumi marchigiani-anche diversi metri in alcuni anni, è dato dall'intensa e sempre crescente occupazione delle piane alluvionali da parte dell'uomo. In tale caso, deve essere evidenziato come spesso il drenaggio viene ostacolato soprattutto al raccordo tra reticolo idrografico principale (fondovalle) e secondario (versanti). Altri processi erosivi hanno luogo anche a valle di confluenze con canali artificiali (privati e pubblici), dove si registra un incremento della portata e del carico solido che favorisce un'intensa erosione laterale e l'approfondimento dell'alveo. Viene, infine, anche valutato come, lungo le pianure alluvionali, il notevole emungimento di acque (che nel periodo estivo avviene senza un'adeguata ricarica dell'acquifero), possa produrre vistosi fenomeni di crepacciatura nel suolo, i quali predispongono il terreno ad ulteriori fenomeni erosivi.

Recenti numerosi studi geomorfologici sulla dinamica fluviale hanno permesso di verificare intensi e veloci processi di approfondimento lineare in alveo su numerosi fiumi italiani interpretandoli come il risultato dell'intervento antropico: il loro effetto morfologico è comparabile agli effetti prodotti dalle variazioni climatiche quaternarie. L'attribuzione di tali fenomeni all'influenza più o meno diretta delle diverse attività antropiche sulla dinamica ambientale dimostra che i sistemi idrografici sono tra le componenti del paesaggio fisico che più rapidamente reagiscono ai cambiamenti ambientali. Il presente lavoro, che ha l'obiettivo di approfondire la conoscenza su tale argomento, risulta da una serie di dettagliati rilievi geomorfologici, coadiuvati da analisi geotecniche, che hanno riguardato nel corso dell'ultimo decennio alcuni fiumi delle Marche (versante adriatico dell'Italia centrale; Marche centro-meridionali). Nonostante il breve periodo di osservazione, è stato possibile osservare considerevoli variazioni nella geometria degli alvei fluviali, le quali possono essere attribuite senza dubbio alle attività antropiche. Recenti indagini di dettaglio su alcuni corsi d'acqua hanno evidenziato intensi processi erosivi soprattutto a valle di alcuni depuratori, dove l'erosione sembra essere innescata o accelerata dalle acque inquinate che causano la rottura di particolari legami ionici, in particolar modo nei minerali argillosi del substrato. Un ulteriore contributo nei riguardi dell'approfondimento della rete idrografica, il cui tasso ha raggiunto, in quasi tutti i fiumi considerati nel presente lavoro-ma la situazione è facilmente riscontrabile nella maggior parte dei fiumi marchigiani-anche diversi metri in alcuni anni, è dato dall'intensa e sempre crescente occupazione delle piane alluvionali da parte dell'uomo. In tale caso, deve essere evidenziato come spesso il drenaggio viene ostacolato soprattutto al raccordo tra reticolo idrografico principale (fondovalle) e secondario (versanti). Altri processi erosivi hanno luogo anche a valle di confluenze con canali artificiali (privati e pubblici), dove si registra un incremento della portata e del carico solido che favorisce un'intensa erosione laterale e l'approfondimento dell'alveo. Viene, infine, anche valutato come, lungo le pianure alluvionali, il notevole emungimento di acque (che nel periodo estivo avviene senza un'adeguata ricarica dell'acquifero), possa produrre vistosi fenomeni di crepacciatura nel suolo, i quali predispongono il terreno ad ulteriori fenomeni erosivi.

In the Early Holocene, the central Marches (Italy) underwent a widespread development of forest cover and soils which drastically reduced slope degradation and related aggradation processes in riverbeds. In such conditions, streams deeply incised the previous alluvial sediments. In the Apennine sectors, linear erosion was locally prevented by the growth of travertine dams in correspondence with river channel knickpoints and waterfalls. Fluvial deposition prevailed in the peri-Adriatic hilly belt, where river valleys still extended from the present coastline to the uprising Adriatic Sea, as testified by a 50-m-deep cored log, drilled near the Potenza River mouth. Several archaeological sites, ranging from the Mesolithic to the Aeneolithic, testify the recurrent presence of small-scale human groups on the alluvial plains of the lower valley sectors. Sandy-clayey sediments, emplaced by flooding episodes, repeatedly buried these settlements which were commonly located on the riversides....

Summary Samples of unprocessed sediment and washovers from wet-sieiving of Anglian deposits at Cottam have been examined to determine their bioarchaeological value. The sediment samples yielded very few ancient biological remains and the charred cereal grains and land-snails present were too sparse to warrant further, more detailed, examination. Large, wet-sieved samples gave some assemblages of land-snails indicative of grassland habitats

In the Early Holocene, the central Marches (Italy) underwent a widespread development of forest cover and soils which drastically reduced slope degradation and related aggradation processes in riverbeds. In such conditions, streams deeply incised the previous alluvial sediments. In the Apennine sectors, linear erosion was locally prevented by the growth of travertine dams in correspondence with river channel knickpoints and waterfalls. Fluvial deposition prevailed in the peri-Adriatic hilly belt, where river valleys still extended from the present coastline to the uprising Adriatic Sea, as testified by a 50-m-deep cored log, drilled near the Potenza River mouth. Several archaeological sites, ranging from the Mesolithic to the Aeneolithic, testify the recurrent presence of small-scale human groups on the alluvial plains of the lower valley sectors. Sandy-clayey sediments, emplaced by flooding episodes, repeatedly buried these settlements which were commonly located on the riversides. Small Aeneolithic communities were also present in the mountain sectors, around travertine-dammed swampy-lacustrine basins. On top of the sequences, Bronze Age sites were locally found. Widespread deforestation started in the early Iron Age (about 3000 yr BP), when alluvial plains and terraces were permanently occupied by large-scale human settlements. Geo-archaeological evidence of systematic deforestation at 2950 ± 50 14 C yr BP, consisting of numerous round-shaped 1.5-3 m wide hollows, filled with soil sediments and upturned blocks of alluvial gravels, were found on top of a fluvial terrace in the Esino River basin. From the Iron Age to recent historical times, notwithstanding the progressive increase of debris supply to the drainage systems due to the spreading agricultural-pastoral activities, erosion dominated almost everywhere in the Marches rivers, likely nduced by climatic factors. i

This extensive report details the results from analysis of 30 borehole cores extracted to characterize the physical and chemical nature of the condition for preservation of archaeological remains in the waterlogged deposits at Nantwich, Cheshire. It defines the limits of the deposits, provides a chronological framework (main period of growth in late Saxon and early medieval times), establishes a baseline description for them, interprets the origins for preservation and build up of 3 - 4m of accumulation. The results suggest two zones, one with reducng conditions good for continued preservation, and one with an indication of active decay.

Summary Five samples of sediment from deposits excavated at 292 Bishopthorpe Road, York, were submitted for an evaluation of their potential for bioarchaeological analysis. The sediment samples w arrant no f urther analysis, and addition al excav ation is u nlikely to recover biological remains in sufficient quantity or of suitable quality to require investigation.

The study of geomorphological hazards in tourist areas has been addressed only recently, mostly because in areas of high touristic value any risks for excursionists or for simple nature lovers represent a strong conditioning the fruition and therefore the economy of an entire area The geomorphological hazard can turn into a considerable risk, if one takes into account the increasing attendance even in remote areas. The development of tourism, in fact, brings an increasing number of people to discover and attend both areas prone to hazards for some time, both in areas where these hazards are being increased. The complexity and multiplicity of these changes require necessarily a greater attention not only for a correct comprehension of natural phenomena but mostly for their possible interactions with tourism attendance and fruition. Based on previous experiences, also as a result of research projects funded by the Italia. Ministry for the University and the Research (MIUR), a study on...

THE GROTTA DELLA ROSSA SITE (S.S. QUIRICO, ANCONA, ITALY):
GEOMORPHOLOGY, STRATIGRAPHY, CRONOLOGY AND PALAEOENVIRONMENTAL ASPECTS.
- In 1997a human skullcap was found inside a cave in the Gola della Rossa (Marche,
Central Italy) and the Soprintendenza per i Beni Archeologici delle Marche initiated
the subsequent excavation of the deposits. Geomorphological, stratigraphical
and micromorphological analysis indicated five main depositional events separated
by four major erosional surfaces. The oldest event, containing mainly flint
clasts originated from the weathering of roof of the cave roof. The next Unit,
containing human and animal bones, had totally filled the cave. The sediments
were characterised by concretions formed on cyanobacterial flora alternating with
episodes of grass colonisation, with isolated and sporadic debris production. A
main unconformity partially excavated the cave. The following sediments are initially
connected to chemical precipitation but are predominantly coarser-grained.
The last two Units are anthropically disturbed and are mainly made of colluvial
sediments. The human occupation and the human bones appear almost contemporary,
and can be attributed to the Lower Holocene on the basis of radiocarbon
dating.

e aspetti paleoambientali 1. INTRODUZIONE Nel 1997 il Sig. Giovanni Carotti ha rinvenuto, in una grotta nella Gola della Rossa, resti di un cranio umano, poi consegnati dal Dr. Mauro Magnatti (Museo di Storia Naturale, Camerino) alla Soprintendenza Archeologica delle Marche. La Soprintendenza ha effettuato lo scavo della cavità che ha permesso di inquadrare il contesto ambientale dei depositi e di rinvenire altri reperti antropologici e archeologici. Indagini geologico-geomorfologiche, sedimentologico-stratigrafiche, micromorfologiche, palinologiche, antracologiche e geocronologiche sono state condotte nell'area sui sedimenti e sui reperti ossei. Durante lo scavo si sono recuperate, oltre al cranio (relativamente integro nella parte superiore, mancante della porzione mascellare e della mandibola) anche altre parti scheletriche (due denti, porzioni di epistrofeo, di clavicola e di falange della mano, un frammento ischio-pubico e un astragalo completo). La presenza delle porzioni osteologiche compatibili tra loro e riferibili ad un individuo adulto di sesso maschile suggerisce l'originaria esistenza di un corpo completo, anche se è difficile stabilire se si trattava di una deposizione funeraria intenzionale come la presenza di resti di focolare suggerirebbero.

La sequenza stratigrafica tardo-pleistocenica di Grotta Guattari (Latina): studio dei processi formativi, implicazioni archeologiche e paleoambientali Introduzione La Grotta Guattari è situata sul fianco sud-orientale del Monte Circeo, si trova a meno di 10 m sul livello attuale del mare e le sue dimensioni sono di ca. 15x12 m. Essa si apre in calcari del Lias-giurassico interessati da fenomeni di paleocarsismo nel Pliocene (Segre 1990-91). Una frana sigillò l'ingresso della grotta ca. 50.000 anni B.P., consentendo la preservazione di una paleosuperficie al di sopra della quale si rinvenne un cospicuo giacimento di resti faunistici, del quale facevano parte anche un cranio ed una mandibola neandertaliani. Le analisi tafonomiche sul complesso osseo associato alla paleosuperficie, consentirono di ricondurre i resti faunistici esclusivamente all'attività di iene maculate (Crocuta crocuta), escludendo dunque quella di ominidi (Stiner 1990-91; Piperno e Giacobini 1990-91). Unità stratigrafiche nelle quali fu recuperata industria litica musteriana sono tuttavia presenti più in basso nel deposito (Taschini 1979). La sequenza stratigrafica messa in luce all'interno della grotta è racchiusa tra sabbie e ghiaie depositatesi durante la trasgressione Tirreniana e la frana che ha chiuso l'imboccatura della grotta ed è dunque inquadrabile cronologicamente tra lo stage isotopico 5e e lo stage 4. In questo lavoro si è proceduto ad integrare le osservazioni sul campo ed i dati delle analisi di laboratorio (tessitura, calcimetrie, contenuto sostanza organica, pH, minerali pesanti, datazioni) con l'analisi micromorfologica di sezioni sottili al microscopio petrografico e determinazioni con SEM/EDS (Energy Dispersive X-ray Spectrometry) su sezioni sottili non coperte.