Computers in the Humanities

Descriptions of Czech prosody have operated with the term stress-group (foot) for more than a century, probably under an undeclared influence of poetry analyses, but also due to the focus on speech styles that require high clarity. In conjunction with this, however, it has been repeatedly evidenced since the 1970s that the Czech lexically stressed syllable does not exhibit any clear acoustic manifestations, even though division of the speech continuum into units smaller than intonation phrases is undeniable. The present study addresses the clash between the formerly established rules of stress-grouping and the reality of the current Czech language. Analyses were carried out of multiple samples of casual conversational speech and the speech of news readers where high clarity is an imperative. Although no significant departure from the current modal prosodic norms was perceptible through routine observations, analyses of the two speaking styles suggested differing strategies to prosodic parsing. Most noticeably, conversational speech produced longer stressgroups, but at the same time shorter intonation phrases than clear speech. Also, substantial numbers of stress-groups were found that contradicted the traditional model of stress-grouping in Czech. Potential changes in terminology are discussed.

The article deals with the relationship between semantics and poetic meter in the works of Czech post-symbolist poets and their predecessors. We access the phenomena by means of a machine-driven meter recognition on one hand and LDA topic modelling on the other. We first show how the poetic groups differ in their general preferences for particular topics. Next we analyze the topic distributions in two dominant metres (i.e. iamb and trochee) across the poetic groups.

The paper contains some hypotheses about how humans perceive a poetic text, a mathematical model of poetic texts, some basic principles (that one can deduct from the above hypotheses and mathematical model) for constructing tools for the automatic recognition of verse meter, some brief descriptions of algorithms for the automatic recognition of verse meter in syllabic-accentual versification, some remarks about desirable features for tools, materials, and publications on mathematic models and methods in verse study. The paper suggests that in perceiving a poetic text, humans apply the cognitive operation of extrapolation and abstraction (idealization); that in recognizing the rhythm in a short segment of a verse line, humans can extrapolate this rhythm to the whole line; that humans can abstract some minor irregularities in the rhythm of a verse line (she/he can imagine an idealized version of the rhythm; this idealized version comprises the representation of a verse meter). The mat...

La traslitterazione scientifica del sanscrito necessita dell’uso di numerosi caratteri latini modificati mediante l’uso di segni diacritici (ā, ī, ū, ṛ, ṝ, ḷ, ḹ, ṅ, ñ, ṭ, ḍ, ṇ, ś, ṣ, ḥ, ṃ, ṁ). Queste combinazioni di un carattere base e di un segno diacritico non sono disponibili sulle tastiere a caratteri latini. Il layout di tastiera “ITAdia” è il primo software con licenza freeware (e, a oggi, ancora l’unico) che consente la digitazione di tali caratteri compositi con la tastiera italiana in ambiente Windows. Per consentire la digitazione dei caratteri compositi, “ITA diacritici” impiega il sistema noto come “dead keys”: dapprima l’utente genera un segno diacritico mediante una combinazione di tasti predefinita, poi digita il carattere base al quale desidera apporre il segno diacritico. In tal modo, “ITA diacritici” non modifica le modalità d’uso della tastiera per la scrittura dell’italiano, dell’inglese, ecc., ma ne amplia le potenzialità, rendendola capace di scrivere altre lingue. Benché inizialmente progettato per la traslitterazione del solo sanscrito, il software “ITAdia” è stato successivamente potenziato al fine di consentire la digitazione di documenti multilingua e multiscrittura: nella versione attuale, “ITAdia” consente la digitazione di 10 diversi segni diacritici e, con essi, di tutti i caratteri compositi necessari per la traslitterazione delle scritture devanāgarī, tamil, araba e arabo-persiana.
Il software “ITAdia” è stato creato con Microsoft Keyboard Layout Creator (v. 1.4), applicativo ad accesso e utilizzo liberi: <https://www.microsoft.com/en-us/download/details.aspx?id=22339>
Il software “ITAdia” è distribuito dal sito dell’Associazione Italiana di Studi Sanscriti (AISS) <http://www.associazioneitalianadistudisanscriti.org/>

La traslitterazione scientifica del sanscrito necessita dell’uso di numerosi caratteri latini modificati mediante l’uso di segni diacritici (ā, ī, ū, ṛ, ṝ, ḷ, ḹ, ṅ, ñ, ṭ, ḍ, ṇ, ś, ṣ, ḥ, ṃ, ṁ). Queste combinazioni di un carattere base e di un segno diacritico non sono disponibili sulle tastiere a caratteri latini. Per ovviare a questo problema, i sistemi operativi Mac OS X (versioni 10.4 e successive) includono un software nativo, denominato “layout di tastiera” (keyboard layout), che consente la digitazione di queste combinazioni: questo software, però, funziona soltanto per le tastiere inglese e americana. Il layout di tastiera “ITA diacritici” è il primo software con licenza freeware (e, a oggi, ancora l’unico) che consente la digitazione di tali caratteri compositi anche con la tastiera italiana. Per consentire la digitazione dei caratteri compositi, “ITA diacritici” impiega il sistema noto come “dead keys”: dapprima l’utente genera un segno diacritico mediante una combinazione di tasti predefinita, poi digita il carattere base al quale desidera apporre il segno diacritico. In tal modo, “ITA diacritici” non modifica le modalità d’uso della tastiera per la scrittura dell’italiano, dell’inglese, ecc., ma ne amplia le potenzialità, rendendola capace di scrivere altre lingue. Benché inizialmente progettato per la traslitterazione del solo sanscrito, il software “ITA diacritici” è stato successivamente potenziato al fine di consentire la digitazione di documenti multilingua e multiscrittura: nella versione attuale, “ITA diacritici” consente la digitazione di 20 diversi segni diacritici e, con essi, di tutti i caratteri compositi necessari per la traslitterazione di tutte le scritture indiane e delle scritture araba e arabo-persiana.
Il software “ITA diacritici” è stato creato con Ukelele (v. 2.2.7), un applicativo dotato di licenza freeware: <http://scripts.sil.org/cms/scripts/page.php?site_id=nrsi&id=ukelele>
Il software “ITA diacritici” è distribuito dal sito dell’Associazione Italiana di Studi Sanscriti (AISS) <http://www.associazioneitalianadistudisanscriti.org/>

The following paper describes the algorithms of phonetic and metrical components of the Czech verse processing system KVĚTA, updating information contained in previous reports (Ibrahim and Plecháč 2011; Plecháč et al. 2013a; Ibrahim and Plecháč 2014). The system is being used in the building of the Corpus of Czech Verse (hereinafter CCV), which at present contains 1 689 Czech books of poetry (over 2.5 million lines) from the nineteenth and early twentieth centuries. In contrast to standard language corpora, in each lexical unit are not only the lemma and morphological tag attributes assigned but they also contain a phonetic transcription; furthermore, the attributes metre (iamb, trochee…), length (number of feet), ending (feminine, masculine…) and metrical pattern are assigned to each verse line. At higher levels rhyme pairs (or n-some) and fixed forms (sonnet, rondel, etc.) are annotated. Here we will focus on components providing phonetic and metrical annotation: (1) the F-component, whose task is to derive the phonetic transcription from the input data, (2) the G-component, whose task is to generate a set of all possible metrical interpretations of these data, and (3) the M-component, whose task is to select from this set the final interpretation. Automatic analysis has so far been limited to accentual-syllabic (hereinafter AS) and monometric poems – i. e., poems consisting of repetitions and variations of a single metrical pattern (though AS imitations of some quantitative meters are recognized).

La tabella ASCII (American Standard Code for Information Interchange) è un codice convenzionale usato per la rappresentazione dei caratteri di testo attraverso i byte: ad ogni byte viene fatto corrispondere un diverso carattere della tastiera (lettere, numeri, segni). In realtà lo standard ASCII copre solo i primi 128 byte (da 00000000 a 01111111), i successivi byte fino al 256° costituiscono la tabella ASCII estesa che presenta varie versioni a carattere nazionale. Nella tabella ASCII standard si trovano le cifre numeriche, le lettere maiuscole e minuscole (maiuscole e minuscole hanno codici ASCII differenti) la punteggiatura, i simboli aritmetici e altri simboli ($, &, %, @, #, ecc.). Essendo stata concepita in America, la tabella ASCII standard non comprende le lettere accentate (sconosciute all'ortografia inglese). I primi 32 byte della tabella standard sono inoltre riservati per segnali di controllo e funzioni varie. I Byte da 0 a 31 sono riservati per dei segnali di controllo. Se si sta usando Windows si può ottenere ogni carattere ASCII tenendo premuto il tasto Alt e digitando il codice decimale corrispondente col tastierino numerico (se il tastierino numerico non fosse attivo, premere prima il tasto Num lock o Bloc Num per attivarlo). per esempio la chiocciola @ si ottiene digitando 64 mentre si tiene premuto il tasto Alt. Nella tastiera inglese sono già presenti tutti i caratteri della tabella standard; nella tastiera italiana invece mancano l'apice (96), le parentesi graffe (123,125) e la tilde (126). L'alfabeto latino, usato nella scrittura di molte lingue nel mondo, presenta una grande quantità di varianti grafiche: si va dalle semplici vocali accentate (accento grave à, acuto á, circonflesso â, dieresi ä, tilde ã) a lettere modificate (lettere con barrette, cediglie, segni), lettere speciali usate solo in una lingua, segni di punteggiatura particolari (il punto interrogativo ed il punto esclamativo capovolti usati nello spagnolo), simboli di valuta, e così via, senza considerare poi che gran parte di questi segni presentano le due forme maiuscola e minuscola. Le varianti sono talmente numerose che i 128 byte della tabella estesa non sono purtroppo sufficienti a rappresentarle tutte, per questo motivo esistono diverse estensioni della tabella ASCII: lo standard ISO 8859 prevede 15 diverse estensioni, comprese quelle per gli alfabeti diversi dal latino, ma esistono anche ulteriori estensioni non riconosciute dall'ISO e create per esempio dalla Microsoft per i sistemi Windows o dalla Apple per i Macintosh. Persino l'MS-DOS usava un'estensione diversa da quella di Windows. La tabella ASCII estesa tipicamente utilizzata in Italia è quella dell'Europa occidentale, creata per le lingue germaniche e neolatine (escluso il rumeno). Altre estensioni usate in Europa sono la Centro Europea per i paesi dell'Europa orientale (lingue slave, ungherese, rumeno),

Sgallová), ale wyniki badań są rozproszone po cząstkowych stu− diach i brakuje całościowej monografii. Naszą ambicją jest napisa− nie takiej monografii, usiłujemy przy tym wyjść od jak najrozleglej− szego materiału i materiał ten jednolicie opracować. Nie chcemy tylko skompilować i powiązać ze sobą dotychczasowych ustaleń, lecz również je sprawdzić i ewentualnie skorygować; ponadto sta− wiamy sobie oczywiście pytania, których nasi poprzednicy sobie nie stawiali czy wręcz stawiać nie mogli. Nowością jest stworzenie programu komputerowego umożliwiającego metryczną anotację czeskiego wiersza. Bez tego narzędzia nie do pomyślenia byłoby jednolite opracowanie tak ogromnego materiału (1,7 tysiąca zbio− rów, 2,5 miliona wersów).

Praca historyka, czy szerzej humanisty, to przede wszystkim gromadzenie cytatów ze źródeł oraz prac naukowych. Klasyczną metodą zbierania informacji jest metoda fiszkowa, polegająca na spisywaniu pojedynczych cytatów na kartkach z adresem pochodzenia, czyli tytułem pracy, autorem, stroną, wydaniem itd. W pracy tej może pomóc komputer.