OSTENSORIO IN RAME DORATO E CORALLI - scheda
2018, Restauri al Museo Diocesano di Palermo. Schedatura e raccolta dei dati tecnico-conservativi volume 1 (2004-2012)
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Abstract
TRAPANI, METÀ DEL XVII SECOLO
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Questa è la versione pre-‐‑ print di un mio contributo che verrà pubblicato negli atti del Colloquio internazionale Reinterpretare Eschilo. Verso una nuova edizione dei drammi tenutosi presso l'Accademia dei Lincei, Palazzo Corsini, Via della Lungara 10, nei giorni 19-‐‑ 20 MAGGIO 2016. Gli atti del convegno sono di imminente pubblicazione nella collana di " Supplementi " al Bollettino dei Classici. La presente versione è messa a disposizione di studiosi e docenti per finalità didattiche e di ricerca. LUIGI BATTEZZATO ABSTRACT: The paper discusses the interpretation of Orestes' action in Choephori. Lesky, Dodds, Lebeck and other scholars argued that the gods necessitate Orestes' action, and that he is morally responsible of his action. These scholars claim that Orestes' actions are 'overdetermined'; a 'double motivation', divine and human, determines his action. The paper discusses the concept of double motivation in Homer, and Dodds interpretation of some Homeric scenes. It argues that it is necessary to distinguish cases where gods directly intervene in the thought process of heroes from cases where gods threaten or persuade heroes. The paper then argues that the concept of double motivation does not apply to Orestes. Orestes acts under pressure from external forces, but also claims that he has reasons of his own to act. This type of moral dilemma is compared to the thought experiments discussed by Chrysippus and Frankfurt (1969). These conceptualisations of moral action help to ascertain that Orestes takes moral responsibility for his actions in the drama.
O. SERGI, 4. Pianeta e Velo di calice, in “Seta. Il Filo dell’Arte. Tessuti a Catanzaro dal XV al XX secolo”, a cura di O. SERGI, Catalogo della mostra, Catanzaro, Museo Diocesano di Arte Sacra, 21 dicembre 2008 - 31 marzo 2009, Cosenza, Kompass Service, 2009, pp. 32 - 33.
This essay aims to prove that the fundamental concepts of Moretti-Costanzi's reform of Carabellese's thought are all directly linked to the revival of some of the central tenets and insights of Rosmini's thought. The emendations to Carabellesian ontologism made by Moretti-Costanzi were indeed Rosminian in their Christological and sophic tone. And even Moretti's identification of Christianity with philosophy, which is a feature of all his mature thought, can be attributed to his fidelity to the inspiration of Rosmini, which he went on to develop, incorporating the influence of Bonaventura.
I siti di arte rupestre figurativa delle Alpi Apuane, caratterizzati dalla presenza predominante della figura del pennato, ovvero della roncola da boscaiolo, e che abbiamo chiari indizi di antichità, costituiscono forse la più significativa rilevanza archeologica della zona centrale della catena. Essi continuano ad essere al centro dell'attenzione da parte degli studiosi di arte rupestre, anche non strettamente locali Sani, 2006]. Infatti negli ultimi tempi sono stati pubblicati lavori significativi riguardanti una classificazione organica dei siti in termini stilistici e di cronologia relativa ed è stata recentemente proposta una metodologia specifica (ancora in fase di verifica) per la loro datazione assoluta Bagnoli, 2010]. A fronte di questi progressi significativi tuttavia non solo il contesto cronologico ma soprattutto i significati connessi a questi siti di arte rupestre sono ancora per lo più oscuri e non vanno oltre il livello di ipotesi prive di un vero e proprio riscontro puntuale. La conclusione di questo processo di studio, se mai potrà dirsi compiuta, dovrà certamente passare attraverso l'acquisizione di ulteriori dati derivanti dall'analisi di nuovi siti di arte rupestre e nuove scoperte. Per questa ragione in questa sede si intende descrivere un sito inedito di arte rupestre anch'esso direttamente connesso con le rappresentazioni dei pennati e che, nonostante la frammentarietà, presenta caratteri del tutto nuovi e differenti rispetto agli altri contesti di arte rupestre antica e di conseguenza estremamente significativi. Tali caratteri sono: primo fra tutti, la collocazione non su una roccia all'aperto ma all'interno di un riparo roccioso che ha protetto le incisioni dall'usuale e devastante processo erosivo delle acque meteoriche; il secondo è il contesto lapideo di arenaria che dimostra che le figure rupestri dei pennati non erano esclusivamente effettuate su rocce di marmo ma anche su altri tipi di roccia; terzo la compresenza, forse prevalente, di una figura antropomorfa, forse in origine di grandi dimensioni (mascherone), ed in ultimo la presenza di alcune date. La prima scoperta e segnalazione di questo nuovo sito è dovuta a Mauro Viegi e Susanna Azzinari, ricercatori del Gruppo Archeologico Pisano i quali riportarono la presenza più evidente della figura antropomorfa. Ad un più attento esame successivo si rilevò tuttavia una ben maggiore articolazione del complesso rupestre con la presenza dei pennati e di altri segni connessi che ne hanno fatto meritare uno studio ed una documentazione dedicata. Al presente sito di arte rupestre è stata assegnata la denominazione di "Riparo del Mascherone" ed è genericamente localizzato nella zona montana intorno a Cardoso. La sua particolare collocazione ed il fatto che le incisioni siano su una roccia accessibile e facilmente asportabile o danneggiabile ha convinto gli scriventi ad omettere in questa sede qualsiasi indicazione sull'esatta localizzazione ed il percorso per raggiungerla allo scopo di salvaguardia del sito, lasciando alle autorità competenti il problema se sia o meno opportuna l'asportazione del blocco per la sua conservazione e l'opportuna
Tesi di Master SIO (Scuola in Ospedale), 2021
Il concetto di dolore - correlato alla dimensione spirituale o fisica – è sempre contestualizzabile all’interno di un più ampio quadro di riferimento storico, culturale e sociale. Dal punto di vista fisico, la soglia del dolore a uno stesso stimolo doloroso - benché le vie nocicettive siano identiche in ciascuno - cambia da persona a persona in funzione dell’età. Scendendo metaforicamente alle radici del dolore, il lavoro che segue intende analizzare i diversi approcci a esso in rapporto alla malattia in età pediatrica partendo dal presupposto che il dolore cronico interferisce col benessere psicofisico e quindi con l’apprendimento. Il trattamento del dolore consente al paziente pediatrico di migliorare le performance in ambiente di apprendimento (sia nella didattica in presenza che in DAD) in termini di attenzione e di restituzione: di fatto, un’efficace gestione del dolore nel paziente pediatrico contribuisce a una migliore qualità di vita che può favorire l’apprendimento. Si dimostrerà che la chiave per un’efficace gestione del dolore in età pediatrica dipende dalla sua valutazione (utilizzo di una scala adeguata) e delle condizioni correlate al suo utilizzo: descrittori, metodo, tempistiche di somministrazione.
Il tesoro della corona, 2020
"La prossima guerra che ci distruggerà non sarà fatta di armi ma di batteri. Spendiamo una fortuna in deterrenza nucleare, e così poco nella prevenzione contro una pandemia; eppure un virus oggi sconosciuto potrebbe uccidere nei prossimi anni milioni di persone e causare perdite finanziarie in tutto il mondo". (Bill Gates, TED talk 2015) Nell'ultimo articolo ho accennato solo di sfuggita al coronavirus, sperando di non doverne più parlare. Invece siamo ancora in piena emergenza, purtroppo. In tutto il mondo si piangono le vittime dell'epidemia, ovunque ci volgiamo, a qualunque ora, su ogni canale TV e social, l'unico argomento è il virus. Si indagherà sulle sue origini, ma quasi di certo questo virus arriva dalla natura, come se questa volesse dimostrarci di essere più forte di noi, che non siamo onnipotenti, nonostante le nostre armi. La frase iniziale di Bill Gates risale a più di cinque anni fa; anziché tra Stati nemici, Gates predisse che le guerre in futuro si sarebbero combattute contro le epidemie e non ci preoccupiamo abbastanza di come affrontarle. Affermazioni profetiche, che sviliscono ogni discorso su muri, barriere, fili spinati e porti chiusi. Dopo aver pensato per anni a come chiudere confini e imporre dazi, ci ritroviamo con un virus che uccide uomini ed economie attraversando le frontiere. Un'emergenza mai vista, che ci ha colti impreparati. Una nemesi della Natura nei confronti dell'arroganza umana, ma anche nei confronti di isolazionisti e nazionalisti: motti come "prima gli italiani" o "America first", sono crollati come castelli di carte. Chi, in nome del sovranismo, ha fatto di tutto negli anni per indebolire e smantellare le istituzioni europee, ha ora chiesto all'Europa di difendere la solidarietà tra i Paesi membri. Chi fino a ieri chiudeva porti e frontiere agli stranieri in fuga da fame e guerre, si è visto chiudere le frontiere dagli altri, in senso inverso. Prima in Italia si sono incolpati i cinesi di essere gli untori, poi gli italiani sono stati oggetto di derisione di altri europei (spot francesi con la pizza infetta, battute inglesi sul virus pretesto di "siesta" per gli italiani...) dopodiché tutta l'Europa e poi gli Stati Uniti sono diventati focolai fuori controllo. Abbiamo visto che all'improvviso chiunque può essere discriminato, segregato, bloccato alla frontiera. Non è che chiudendo i confini per il virus si sia data ragione ai sovranisti: si sono chiuse proprio le case, separate le persone, non i Paesi. Con una politica europea unitaria forse non sarebbe stato necessario chiudere nessun confine. Questa crisi ha dimostrato, se ce n'era ancora bisogno, che l'isolamento sovranista non funziona, è necessaria la solidarietà internazionale. Sia l'epidemia che la conseguente crisi economica sono problemi globali, che possono essere risolti solo con la cooperazione globale. Non è un caso che i populisti abbiano mantenuto un basso profilo,
S t r u t t u r e e m e c c a n i s m i d e l p o t e r e 3.1 La corte nella recente storiografìa: da "scenografia" a "spazio del potere" 97 3.2 II fulcro della corte: le strutture di Casa Reale 108 3.3 11 cerimoniale di corte e la maggiordomia maggiore 128 3.4 La corte borbonica: potere formale e potere informale 143 3.5 Giochi di potere alla corte borbonica: tra Napoli e Madrid 159 Bibliografia 185 7 .
2014
Ponti & Viadotti Lʼ intervento richiede una generale risagomatura del canale navigabile ed una sostituzione dei ponti esistenti perché possano transitare natanti per i quali è richiesto un franco netto pari a 6,80 m sopra il pelo libero dell'acqua. La strada interessata dal nuovo ponte è classificata come extraurbana secondaria di categoria C1 con due corsie da 3,75 m più banchine laterali da 1,50 m per una larghezza complessiva di piattaforma stradale di 10,50 m. Sono previsti anche due marciapiedi di cui uno, lato Nord, di tipo ciclopedonale. Il nuovo ponte viene realizzato a fianco all'esistente che deve restare in esercizio fino al completamento e messa in funzione della nuova opera. Il progetto posto a base di gara dall'Amministrazione provinciale di Ferrara prevedeva un ponte strallato sul canale navigabile, con campata centrale da 95 m e due campate di riva da 26 m ciascuna, più due viadotti laterali d'accesso da 50 m ciascuno. In entrambi i casi erano previsti impalcati in soluzione mista acciaio-cls. L'analisi critica del progetto a base di gara ha condotto il Progettista, in fase di impostazione della soluzione costruttiva, ad una revisione sostanziale dell'opera. Pur mantenendo la scelta di tipologia strallata del ponte, si è optato per una sola struttura a tre campate, staticamente più efficace e visivamente meno impattante della precedente. Una particolare peculiarità dell'opera è costituita dalla curvatura planimetrica dell'impalcato (R = 1.000 m) richiesta da esigenze di tracciato. Questo introduce una asimmetria nella statica del sistema ed una leggera componente centripeta del tiro degli stralli.
Per ricordare il solido ed affettuoso rapporto che mi lega a Maria Bonghi Jovino da vari decenni, avrei voluto riprendere le fila di quelle tematiche capuane che mi hanno visto sua allieva tra le prime, ma la lunga permanenza in una Soprintendenza di stampo preminentemente romano, quale quella di Ostia, mi ha spesso portato lontano dai temi che ci hanno accomunato. Motivi contingenti, quindi, ma anche la certezza con lei condivisa che interessi sempre nuovi siano alla base dell'arricchimento scientifico, giustificano la mia diversa scelta in questa sede. È una personale esperienza di lavoro, che propongo, frutto e conseguenza logica degli insegnamenti di Maria concretizzatisi sugli scavi, sui libri, sulle carte, ma anche e soprattutto nei magazzini e nei musei. Da tempo nell'ambito della Soprintendenza Archeologica di Ostia, recentemente confluita in quella di Roma, porto avanti con valide collaborazioni 1 un progetto per il restauro e la presentazione degli apparati in stucco di Ostia antica. L'esperienza condotta sulle terrecotte mi ha consentito un più rapido approccio alla materia ed in particolare a tecniche di lavorazione che pre-1 Un gruppo di lavoro, quasi esclusivamente al femminile, si è formato negli anni Ottanta del secolo scorso per la salvaguardia degli stucchi ostiensi, nell'ambito della Soprintendenza ai Beni Archeologici di Ostia, con il sostegno dei Soprintendenti Valnea Santamaria Scrinari, prima, e Anna Gallina Zevi, poi. Il progetto che ne è nato e che si è avvalso della preziosa esperienza del restauratore capo della Soprintendenza, sig.ra Laura Spada, ha portato alla completa revisione del materiale e all'organizzazione di appositi spazi nei magazzini: vd. BEDELLO TATA-SPADA 1988.

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