Monografia su PROGRAMMAZIONE LOGICA E PROLOG
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3.2 pio, il LISP (LISt Processing language)[24]. A quel tempo, i problemi significativi non riguardavano tanto l'organizzazione del processo di produzione, di solito lasciato nelle mani di pochi esperti, quanto la comprensione e la memoria di ciò che veniva sviluppato all'interno della stessa comunità degli sviluppatori.
Questo lavoro di Tesi nasce a conclusione di un percorso di Studi intrapreso dalla scrivente sia per interesse personale che perchè fortemente ispirato dalla professione d"insegnante che svolgo da ormai ventisei anni. Le esperienze professionali,la formazione in itinere,gli incontri di tutti questi lunghi anni mi hanno appassionato e stimolato ad approfondire lo studio delle Scienze dell"Educazione , in particolare della "Didattica Speciale".Tutto questo è stato suggellato da diverse variabili peculiari della mia personalità: una tensione costante allo sviluppo umano, una naturale propensione alla partecipazione sociale,un credere fermamente alla giustizia sociale come equità, un voler sostenere un percorso di vita "pieno" nei vari contesti sociali. In quest"opera di elaborazione sono stata supportata eccellentemente dalla Chiar.ma Prof.ssa Fabiola Grassi che è stata fonte di cultura e preziosa guida, forza generatrice di validi suggerimenti e consigli; sempre disponibile al dialogo e al confronto. A Lei va tutta la mia profonda gratitudine per avermi accompagnata in questo delicato e intenso percorso. L"elaborato dal titolo già indicativo "Progetto inclusione: percorsi e strategie" è stato articolato in tre capitoli con i quali abbiamo voluto delineare le vie imprescindibili per un progetto inclusivo possibile e necessario: 1. Nel primo capitolo abbiamo focalizzato le tappe principali del difficoltoso cammino dell"Inclusione scolastica nella storia della Scuola Italiana. Era doveroso partire dalla Riforma Gentile che Con l"R.D (regio decreto) N. 2841 del 30-12-1923 che ha permesso un'attenzione maggiore a favore della condizione di disabilità trasformando gli istituti per ciechi in istituti scolastici. Abbiamo focalizzato la Carta Costituzionale preziosa per tutti i cittadini e per il processo di rinnovamento dei dettami legislativi riguardanti la scuola. Abbiamo citato la contestazione del "68 che sottopose a dura critica l'approccio puramente medico specialistico nei confronti delle persone con disabilità. Da essa si è arrivati alla legge numero 118 del "71 quando si ha una prima definizione di handicap. Siamo passati per la rivoluzionaria legge 517/77 con la quale si ebbe la svolta e il "coraggio" di integrare nelle classi comuni le persone con disabilità, si abolirono le classi differenziali e fu prevista la figura dell"insegnante di sostegno. Abbiamo attenzionato il punto di coagulo dell'inclusione dettato dalla legge 104 del "legge quadro per l'assistenza, l'integrazione e i diritti delle persone handicappate", una legge sistemica che ha un'impostazione molto avanzata ed efficace. Abbiamo analizzato la legge 170 del 2010 che stabilisce cosa si intende per disturbo specifico di apprendimento, descrive le principali caratteristiche di dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia e quindi propone disposizioni volte a garantire agli studenti con DSA il diritto all"istruzione. Infine abbiamo scandagliato la Classificazione Internazionale del funzionamento della disabilità e della Salute ICF il modello psicosociale di salute e disabilità 2. Nel secondo capitolo abbiamo analizzato tutti gli strumenti e le strategie didattiche utili per l"individualizzazione la personalizzazione: il Piano Didattico Personalizzato documento essenziale per progettazioni didattico-educative calibrate sui livelli minimi attesi per le competenze in uscita, di cui necessita l"alunno con BES anche privo di certificazione diagnostica. Il Piano educativo individualizzato (PEI) : documento dove dovranno essere annotati gli interventi necessari all"alunno con disabilità redatto congiuntamente dagli operatori sanitari che l'ASL individua e dal personale insegnante curriculare e di sostegno della scuola, la partecipazione dell"operatore psico-pedagogico, in collaborazione con i genitori. Il Piano Annuale per l'Inclusività che è il documento che delinea lo stato dei bisogni educativi e formativi della scuola e le relative azioni che si intendono attivare al fine di fornire delle risposte adeguate al processo inclusivo. La qualità della relazione insegnante-alunno che vede l'insegnante di sostegno un progettista della formazione e dei processi formativi, un promotore dell"inclusione delle persone attraverso l"educazione, che sa far leva sulle proprie conoscenze, competenze, qualità personali, possibilità professionali, motivazioni, capacità comunicative e relazionali che non può esimersi da una relazione affettivo relazionale empatica basata sulla stima reciproca, la gioia di stare insieme, la fiducia costruita dai singoli gesti, dalle parole, dagli sguardi, dalla pluralità dei linguaggi, in sintesi, un protagonista attivo del processo formativo. Particolare attenzione abbiamo dedicato alla risorsa metodologica-didattica-educativa per la valorizzazione delle diversità per costruire un clima classe inclusivo, che funga da ambiente adattivo per il superamento della disabilità e che permetta da un lato l"adeguamento degli obiettivi dell"alunno con disabilità agli obiettivi della classe e dall"altro di adeguare gli obiettivi della classe a quelli dell"alunno disabile. La realizzazione dell"inclusione degli alunni con disabilità all"interno del contesto classe passa e si sviluppa attraverso la definizione di un clima di accoglienza nella classe, che sia da preludio per l"adeguamento di obiettivi e di materiali ai bisogni della persona con disabilità. 3. Nel terzo capitolo :""Buone pratiche per una scuola inclusiva. Il mio repository da insegnante di sostegno"" ho voluto descrivere la mia esperienza professionale di docente.Per ventitré anni sono stata docente di scuola primaria e per sedici insegnante di sostegno. Durante la mia carriera professionale ho avuto la possibilità d"incontrare moltissimi alunni e tutti hanno lasciato un"impronta indelebile nel mio essere persona. In questo capitolo ho individuato i casi più emblematici e significativi per avere la possibilità di enunciare le strategie, le metodologie, le prassi didattiche ,gli stili comunicativi che ho utilizzato insieme al team docente per garantire l"inclusione. Il cooperative learning, il peer to peer, l"ingiunzione paradossale, i lavori di gruppo, le drammatizzazioni, il role playing, l"osservazione sistematica, i laboratori, il test sociometrico di Moreno, il rinforzo differenziato, la cooperazione con i genitori, l"ottimismo pedagogico, l"essere un operatore di rete con la scuola e l"extrascuola sono state variabili che mi hanno sempre accompagnata e sostenuta. Sicuramente costruire percorsi inclusivi non è semplice né facile, ma è riconducibile alla dimensione del futuro, un futuro progettato, per l"appunto, un progetto di vita perché la vita stessa è relazione e inter-relazione e quindi inclusione .In questa dimensione la diversità diventa realmente non più peculiarità di qualcuno ma il fondamento di ogni essere e quindi ricchezza e valore.
Horti hesperidum , 2021
La cappella Dupré o cappella di San Remigio (fig. 1) è collocata nella basilica di San Luigi dei Francesi, una delle grandi chiese nazionali edificate a Roma nel XVI secolo. La prima fondazione risale al 1463, ma il cantiere procedette lentamente a causa di frequenti interruzioni, dovute alla mancanza di fondi e a eventi traumatici come il Sacco di Roma del 1527 1. La svolta decisiva nella storia della costruzione risale alla fine del 1549, quando il nuovo re di Francia Enrico II, sollecitato dal proprio ambasciatore Claude d'Urfé 2 , assicurò un flusso continuo di finanziamenti,
A cura di Methusela PROF. LUIGI VERO TARCA ASS. FRANCESCO BERTO
3.1 Le coloriture a calce 3.2 La tecnica "a fresco" 3.3 La tecnica a "secco" e "falso fresco" 3.4 I pigmenti 3.5 Interventi per la salvaguardia delle cromie e delle decorazioni preesitenti 3.6 Pitture ai silicati 3.7 Metodi per la tinteggiatura ai silicati di potassio 3.8 Metodi di tinteggiatura e pitture ai prodotti sintetici "Progetto colore" -Arch. Alfreda Rozzi 2 CAPITOLO 1 TIPOLOGIE DI DEGRADO E METODOLOGIE DI INTERVENTO 1.1 Individuazione delle principali tipologie di degrado L'attenta osservazione degli edifici, ossia la loro analisi "diretta" o "a vista", ha permesso di individuare i diversi fenomeni degenerativi in atto negli elementi di facciata dell'ambito considerato, poiché è proprio sulla superficie visibile che si manifestano in prima fase i segni delle anomalie e delle alterazioni in atto. Tali fenomeni sono stati quindi capillarmente documentati mediante una mappatura degli stessi nella restituzione grafica del rilievo architettonico, ossia nelle tavole di dettaglio dei singoli edifici, e mediante la documentazione fotografica. I processi di degrado dei materiali che compongono una facciata e le coloriture in generale dipendono da motivi sommersi di decoesione, di esfoliazione o di salificazione del supporto, ma spesso anche dagli agenti atmosferici e quelli inquinanti che si depositano in superficie o dall'uso di materiali impropri e applicazioni o trattamenti non corretti dal punto di vista fisico chimico. L'esame condotto quindi percettivamente ha portato all'identificazione di una serie di tipologie di degrado che sono state ricondotte alle definizione e alla terminologia dei documenti NorMal (NORmativa MANufatti Lapidei), una Commissione nata nel 1976 per iniziativa dei Centri-Opere d'arte del C.N.R. (Consiglio Nazionale delle Ricerche) di Milano, Firenze e Roma e dall'Istituto Centrale del Restauro di Roma. Attualmente la Commissione NorMal è confluita nell'UNI (Ente Nazionale di Unificazione). L'attuale documento a cui si fa riferimento è il Normal 1/88. E' necessario specificare che come "manufatto lapideo" si intendono oltre le pietre e i marmi anche gli stucchi, le malte e gli intonaci ed i prodotti ceramici impiegati in architettura ( cotto e laterizi). Sono stati quindi individuati i fenomeni di degrado di seguito elencati: -AC Alterazione Cromatica "Alterazione che si manifesta attraverso la variazione di uno o più parametri che definiscono il colore: tinta (HUE), chiarezza (VALUE), saturazione (CHROMA). Può manifestarsi con morfologie diverse a seconda delle condizioni e può riferirsi a zone ampie o localizzate" -CA Cavillatura " Non esiste una definizione Normal" -DS Deposito Superficiale " Accumulo di materiali estranei di varia natura, quali polvere, terriccio, guano ecc…,. Ha spessore variabile e , generalmente scarsa coerenza e aderenza al materiale sottostante" -DG Disgregazione "Decoesione caratterizzata da distacco di granuli o cristalli sotto minime sollecitazioni meccaniche" -DT Distacco "Progetto colore" -Arch. Alfreda Rozzi
Appunti del corso di Introduzione alla Programmazione del primo anno del corso di laurea in informatica dell'Università degli Studi di Genova. DISCLAIMER: questi appunti li ho presi seguendo le lezioni del corso. Sicuramente contengono errori ed imprecisioni (e mi fareste un favore a segnalarmeli quando li trovate ;) ). Non sono assolutamente da considerarsi materiale fornito, controllato od approvato in alcun modo dall'Università degli Studi di Genova né dai suoi professori.
Introduzione La programmazione logica, non prevista dai programmi ministeriali per i corsi Brocca Scientifici o Scientifici Tecnologici, può inserirsi nei curricula in modo proficuo, allo scopo di perseguire l'acquisizione di un sapere unitario: la logica formale può avere ricadute formative di rilevante spessore, per il suo ruolo unificante delle culture umanistica, scientifica, tecnologica.
I primi calcolatori elettronici programmabili comparvero all'inizio degli anni'40 (ENIAC, BABY, EDVAC) ma l'uso effettivo del calcolatore divenne accessibile (a pochi) solo agli inizi degli anni'60. Volendo pertanto assegnare una durata temporale alla storia della programmazione dei calcolatori, della produzione del Software, non possiamo che attribuirle (ad oggi) una quarantina di anni scarsa. Per contro, si pensi alla durata della storia dell'architettura, dell'edilizia, delle costruzioni nautiche.
I primi calcolatori elettronici programmabili comparvero all'inizio degli anni'40 (ENIAC, BABY, EDVAC) ma l'uso effettivo del calcolatore divenne accessibile (a pochi) solo agli inizi degli anni'60. Volendo pertanto assegnare una durata temporale alla storia della programmazione dei calcolatori, della produzione del Software, non possiamo che attribuirle (ad oggi) una quarantina di anni. Per contro, si pensi alla durata della storia dell'architettura, dell'edilizia, delle costruzioni nautiche.
L'informatica è logica. Non è una proprietà della materia, bensì la sua più fondamentale caratteristica. L'informatica è sì nata dalla logica, ma la loro non è solo una relazione di derivazione. Per capire davvero l'informatica, cosa si può fare con un calcolatore, dove possono arrivare la programmazione e l'intelligenza artificiale, occorre studiare la logica, come suo più vero e formale rappresentante. Il presente articolo cerca di delineare alcuni fatti che hanno portato alla teoria della calcolabilità a partire dalla crisi della matematica della prima metà del novecento, per arrivare a trarre conclusioni sul rapporto tra logica e informatica così come si presenta ai giorni nostri. 1 La crisi esistenziale della matematica All'inizio del XX secolo la matematica passa, per così dire, una crisi esistenziale. David Hilbert, geniale matematico, molto influente e capace di dirigere la ricerca del tempo, propone un problema volto a dimostrare, dal suo punto di vista, l'essenza finitista della matematica. Occorre un attimo fissare le idee. All'epoca la scuola della logica matematica può essere paragonata a un gioco, una sorta di sfida che vede protagoniste tre squadre. Per ogni squadra diamo (forse comicamente, ma non troppo) un piccolo slogan che ne riassume il pensiero. 1. i finitisti di David Hilbert: "La matematica deriva dalla logica, ma la matematica può risol-vere ogni problema: dobbiamo sapere, sapremo." 2. gli intuizionisti, di Brouwer (ex allievo di Hilbert): La logica deriva dalla matematica, che è una disciplina costruttiva, non trascendente: dobbiamo mostrare, mostreremo." 3. i logicisti, discepoli di Russel, Frege e Whitehead. "La matematica è un ramo della logica; solo essa può dirci qualcosa sulla matematica: dobbiamo capire, capiremo." Ogni scuola di pensiero che si eleva ha origini forse filosofiche. Basti pensare, a titolo d'esempio, che Brouwer era un convinto materialista. I finitisti riprendono un po' il sogno di Leibniz, che con la sua lingua characteristica voleva, nel lontano 1500, poter rappresentare ogni sorta di pensiero in maniera formale e un metodo per calcolare una soluzione ad ogni questione. Non ci sarà più bisogno fra due filosofi di discussioni più lunghe di quelle tra due matematici, poiché basterà che essi prendano le loro penne, che si siedano al loro tavolo (riferendosi, se lo desiderano, a un amico) e che entrambi dicano: "Calcoliamo" (G.W. Leibniz) Ecco lo slogan di Leibniz. David Hilbert dunque lavora, e fa lavorare, su questi problemi fondazionali, perché non riguardano direttamente ciò che fa la matematica, che intanto andava avanti tranquilla e inconsapevole, bensì il cosa può fare, il suo senso, i suoi motivi, il suo fondamento, in definitiva la sua validità. Il suo obiettivo è riformare la matematica per darle nuova credibilità, dimostrare la sua vera potenzialità. Hilbert vuole definitivamente mostrare che non esistono problemi irrisolvibili. Con queste inten-zioni fonda la metamatematica, e la teoria della dimostrazione, la quale ha come scopo lo studio approfondito dei metodi di prova. La questione interessante di questo è che la metamatematica ha come linguaggio la matematica stessa. Per parlare di matematica, si ha la geniale intuizione di farlo con la matematica. Questo è cruciale per comprendere come la storia si sviluppa. Ogni matematico, per dimostrare un teorema, parte da ciò che c'è di vero nel sistema, dall'ipotesi e 1

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