OPEC. Il debole accordo di Algeri
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Abstract
A fine settembre è stato raggiunto ad Algeri un accordo tra i Paesi OPEC per il taglio della produzione petrolifera. Un accordo fondato su interessi differenti e divergenti che rischia di naufragare ancor prima di essere implementato
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2019
The present contribution focusses on the process of consultation and decision-making that in 1541 led to Charles V's carrying out an amphibious attack, which ended in disaster, against Algiers. On the basis of the documentation analyzed, the most relevant variable turns out to be the 'human factor', in the persons of Charles V, Andrea Doria, and a less well known but very interesting figure, the proveedor general of the armada Francisco Duarte. Between May and August 1541 there was a kind of blackout in the communications between the emperor and his admiral. They both held stubbornly to their views, which were antithetical, and they refused to speak out to each other frankly. Duarte tried to mediate, telling Doria in person and Charles by letter what the two refused to write in their correspondence. Doria was strongly against the Algiers expedition, which he considered inopportune in the geopolitical and military context of that year. Charles V thought, instead, it was t...
2016
The main themes of the Paris Agreement on climate and a selection of results at COP22 in Marrakech in November 2016 are presented. The architecture of the global response to the threats of climate change is outlined, with an analysis of the text of the Paris Agreement and the subsequent sectoral agreements defined at the international level son greenhouse gas emissions reduction, and with a mention of the integration of climate policies into the UN Sustainable Development Goals. Overall the paper comments on how the international debate may constitute a framework for action at the national and sectoral level
Recenti arresti della giurisprudenza di legittimità hanno fornito un’originale rivisitazione del problema delle conseguenze civilistiche della violazione delle regole di condotta degli intermediari finanziari. In particolare, la Suprema Corte ha applicato la regola contenuta nell’art. 1322, 2° co., c.c., nella valutazione dell’assetto di interessi concretamente realizzato nelle operazioni di investimento, pervenendo a conclusioni, che parrebbero contraddire la netta contrapposizione fra regole di comportamento e regole di fattispecie, enunciata dalle Sezioni Unite. Traendo spunto dalle recenti pronunce di legittimità, il saggio analizza il problema del coordinamento fra diritto generale dei contratti e disciplina speciale dei contratti di investimento.
1998
Sarebbero 30.000 gli alloggi che il governo Netanyahu intenderebbe realizzare nel 1998 nei Territori occupati di Gaza e della Cisgiordania in beffa ai trattati di pace di Oslo firmati con l’Autorità Nazionale Palestinese. Lo ha denunciato il quotidiano israeliano Ha’aretz, la cui edizione in lingua inglese esce come supplemento all’International Herald Tribune. Una colata biblica di cemento che non potrà non avere che esiti disastrosi, riacutizzando il conflitto israelo-palestinese.
NEGOZIATO IN MALAFEDE E CAUSE DI INVALIDITÀ DEI TRATTATI INTERNAZIONALI SOMMARIO: 1. Introduzione. -2. L'applicazione del principio di buona fede allo svolgimento dei negoziati. -2.1. Segue. L'obbligo di condurre i negoziati in buona fede nella Convenzione di Vienna del 1969. Contenuto specifico di tale obbligo in funzione dell'oggetto e dello scopo del trattato. -3. Configurabilità del negoziato in malafede alla stregua di una causa di invalidità. -3.1. Segue. Irrilevanza dell'art. 73 della Convenzione di Vienna con riguardo alle cause di invalidità dei trattati. -4. Riconducibilità della condotta in malafede alla fattispecie del dolo. -5. Considerazioni conclusive.
This essay describes the agreements signed between Israel and ANP from 1993 to 1998
The foreign policy of the State is based on the principle of strengthening international peace and security by means of encouraging peaceful resolution of international disputes; and shall support the right of peoples to self-determination; and shall not interfere in the domestic affairs of states; and shall cooperate with peace-loving nations" [ Art. 7. Permanent Constitution of the State of Qatar]. Il settimo articolo della costituzione dello stato del Qatar ben compendia la direzione della politica estera del piccolo stato del Golfo impressa da quando, a metà degli anni novanta, Hamad bin Kalifa Al Thani , è assurto al potere, attuando un graduale programma di interventismo diplomatico. Ciò ha portato il Qatar a giocare un importante ruolo di mediazione nella risoluzione delle più rilevanti questioni mediorientali, che lo attualmente lo vede impegnato come perno dei negoziati tra la coalizione Nato in Afghanistan e gli insorgenti talebani. Nei primi giorni del nuovo anno è stata, infatti, annunciata l'apertura di un liaison office talebano a Doha, notizia confermata pochi giorni fa da alcuni esponenti talebani. L'annuncio è avvenuto attraverso la pubblicazione di un comunicato on-line firmato da Zabiullah Mujahid, esponente talebano riconducibile al Hezb-e-Islami Gulbuddin, partito politico afghano di matrice islamica. Nel comunicato si legge: "[…] We are at the moment, besides our powerful presence inside the country ready to establish a political office outside the country to come to an understanding with other nations and in this series, we have reached an initial agreement with Qatar and other related sides".