IL RENDICONTO DI UNA ESECUZIONE CAPITALE A FINALE NEL 1754

"Quaderni della Bassa Modenese". Storia, tradizione, ambiente, n. 85, a. XXXVIII, 1, San Felice sul Panaro (Mo) giugno, 2024

Il carteggio fra Alessandro II Pico (1631-1691) e Gian Giacomo Monti (1621-1692), poliedrico architetto, quadraturista e scenografo bolognese, getta luce su importanti committenze del penultimo duca della Mirandola, grazie al quale la piccola capitale mediopadana, nel secondo Seicento, visse il suo periodo aureo, allineandosi con assoluta dignità alle espressioni più alte dell’arte barocca. Alessandro si rivolge assiduamente a Monti, in un rapporto di consuetudine quasi amicale, sollecitandone elaborati architettonici, nomi di artefici, pareri, suggerimenti; e Monti, almeno dal 1676, agisce anche da consigliere artistico, dominando il panorama culturale bolognese in cui è uno dei protagonisti. Ora, inediti documenti reperiti presso l’Archivio di Stato di Modena dallo storico Enzo Ghidoni, profondo studioso della famiglia Pico, consistenti in minute di lettere inviate da Alessandro II a Monti, rivelano il coinvolgimento diretto del duca e l’impegno progettuale dell’artista bolognese per due dimore estive dei Pico, entrambe distrutte: la “delizia” della Motta a Cividale di Mirandola e il Casino di Fossa di Concordia. E vi si possono scorgere anche gli esordi del celebre Ferdinando Galli Bibiena per la committenza dello stesso Alessandro II Pico. Si ringrazia per la concessione alla pubblicazione il Gruppo Studi Bassa Modenese (San Felice sul Panaro, Modena).

Chiese di San Felice sul Panaro. Vol. III. Chiesa del Molino, Oratorio di Santa Croce, edifici chiusi al culto o scomparsi, a cura di Mauro Calzolari e Davide Calanca, Gruppo Studi Bassa Modenese, San Felice sul Panaro, 2014

Dopo i gravissimi danni causati dal sisma del maggio 2012, il Gruppo Studi Bassa Modenese ha voluto fermare sulle pagine dei tre volumi dedicati alla chiese sanfeliciane - di cui questo è il terzo - la nobile storia e i valori d'arte di questi edifici sacri, in questo caso per tramandarne la memoria del passato. La chiesa di San Giuseppe o del Molino a San Felice, infatti, è andata completamente distrutta. Accoglieva in particolare la pala della Madonna col Bambino e san Giuseppe in gloria con i santi Geminiano e Lorenzo, ex voto per la cessazione della peste del 1630. (per gentile concessione del Gruppo Studi Bassa Modenese)

2023

F. Foroni, Le sepolture altomedievali nella Bassa Modenese (VI-XII secolo d.C.), in Tra Secchia e Panaro. Quarant'anni di ricerche per il futuro della Bassa Modenese, Atti delle giornate di Studio, Medolla 15-16 ottobre 2022, cura di M. Calzolari, F. Foroni, Quaderni della Bassa Modenese numeri 83-84, 2023, pp. 283-306.

Chiese di San Felice sul Panaro. v. I, La Chiesa parrocchiale di San Felice sul Panaro, a cura di Mauro Calzolari e Davide Calanca, San Felice sul Panaro , 2014

Dopo i gravissimi danni causati dal sisma del maggio 2012, il Gruppo Studi Bassa Modenese ha voluto fermare sulle pagine dei tre volumi dedicati alla chiese sanfeliciane - di cui questo è il primo - la nobile storia e i valori d'arte di questi edifici sacri, non soltanto per tramandare memoria del passato ma anche come auspicio e sollecitazione per la ricostruzione e il restauro futuri. Nella parrocchiale di San Felice, brillava in particolare un capolavoro del Rinascimento: il trittico dell'Incoronazione della Vergine di Bernardino Loschi, pittore del principe umanista Alberto Pio da Carpi, datato al 1500. Tra gli auspici, che il trittico, fortunosamente tratto in salvo, possa rientrare nella sua originaria sede. (per gentile concessione del Gruppo Studi Bassa Modenese)

Chiese di San Felice sul Panaro. Vol. II. Le Chiese parrocchiali di Rivara e di San Biagio in Padule, a cura di Maurto Calzolari e Davide Calanca, Gruppo Studi Bassa Modenese, San Felice sul Panaro, 2014

Dopo i gravissimi danni causati dal sisma del maggio 2012, il Gruppo Studi Bassa Modenese ha voluto fermare sulle pagine dei tre volumi dedicati alla chiese sanfeliciane - di cui questo è il terzo - la nobile storia e i valori d'arte di questi edifici sacri, non soltanto per tramandare memoria del passato ma anche come auspicio e sollecitazione per la ricostruzione e il restauro futuri. La chiesa parrocchiale di Rivara, frazione di San Felice, che fortunatamente ha riportato limitati danni dal sisma, godette del sostegno della duchessa Laura Martinozzi d'Este. Accoglie una Natività della Vergine del ferrarese Bastarolo, una bella pala della Madonna del Rosario del cremonese Carlo Natali, dipinti di Giuseppe Romani e dell'ottocentesco Adeodato Malatesta, oltre a notevoli arredi e preziosi paliotti in scagliola di maestri carpigiani. (per gentile concessione del Gruppo Studi Bassa Modenese)

Pieve di Quarantoli 1114-2014. Nove secoli per una rinascita, Atti della giornata di studio – 20 settembre 2014, a cura di Bruno Andreolli e Ubaldo Chiarotti, Mirandola , 2016

La pieve di Quarantoli - frazione di Mirandola - è citata per la prima volta nella donazione di re Berengario I del 24 giugno 904 a favore del vescovo di Modena, con concessioni legate alle rive di corsi d’acqua e paludi. Già nell’XI secolo l’area di Quarantoli si va configurando con una propria identità territoriale: è insediamento portuale, con attività inerenti la pesca, il commercio, la navigazione interna nonché la difesa militare; esercita la sua influenza su un ampio territorio fino alla progressiva affermazione, nell’arco del Trecento, della Mirandola dei Pico, famiglia peraltro di origine quarantolese. La pieve di Quarantoli fu certamente presenza autorevole, nella bassa pianura modenese, per il diffondersi del culto della Madonna della Neve, attestato dall’intitolazione di chiese e di oratori in tutto il territorio dell'odierna provincia di Modena. (Per gentile concessione del Gruppo Studi Bassa Modenese)

Quaderni della Bassa Modenese, 2022

Mediante l'analisi di una relazione e degli annali del Papotti, si analizzano le condizioni materiali di varie parti della fortificazione mirandolese nei mesi di poco precedenti e a ridosso dell'assedio austro-sardo del luglio 1742

Quaderni della Bassa Modenese, n. 78, 2020

Analisi del bastione dei Gesuiti di Mirandola mediante l'analisi di una relazione e relativa carta redatte da Giuseppe Scarabelli Pedoca nel 1738.

A 250 anni dal Codice Estense, 2023

ABSTRACT: On the basis of new archival research the military organization is affirmed as one of the areas of greatest attention by Duke Francis the Third already a few years after the succession to his father Rinaldo, thanks to a series of provisions and regulatory interventions that follow each other in the course of thirty years. It ranges from the establishment of the ‘Magistrato di Guerra’ at the beginning of 1741 until the passage to the ‘Giunta Militare’ in 1770 and the close connection of the latter with the highest executive body, the ‘Tavola di Stato’ established only three years earlier, thanks to the application within the ‘Giunta Militare’ of the Secretary of State of the War Department. In the context of the more general military administration and its transformations over time, it’s specifically reconstructed the role played by the General Auditor of War and its progressive valorization as autonomous judge separate from the bodies entrusted to the government of the armed forces of the duchy.