SESSO E GENERE
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Abstract
in Sociologia e ricerca sociale, lavora e insegna all'Università del Salento. Ha pubblicato libri, capitoli, articoli anche divulgativi su questioni di sesso e genere, lesbismo e omosessualità, violenza contro le donne, politiche sulla prostituzione, surrogazione di maternità, analisi dei sistemi-mondo e teorie sulla popolazione. Per Asterios ha pubblicato Che cos'è la prostituzione (2004), La gaia famiglia (2005), Maternità. Surrogata? (2017), Il peso dei numeri. Teorie e dinamiche della popolazione (2019). Indice: Introduzione, 3 •1. Le parole e le cose: il sesso, 5 • 2. Le parole e le cose: il genere, 12 • 3. La gerarchia dei generi, 17 • 4. Il genere postmoderno, 21 • 5. Medici, sessuologi e identità di genere, 25 • 6. I transattivisti, 32 • 7. Corpi che non contano, 36 • Conclusione, 42 • Testi citati, 44 volantiniasterios.it NUMERI USCITI DISPONIBILI SU CARTA E IN FORMATO PDF*
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San Gennaro abita a Napoli da tempi immemorabili anche se conosciamo con precisione la data in cui fece ingresso per la prima volta in città. Sembra quasi che la Napoli Cristiana non possa esistere, nel concetto fideistico più esteso, senza la figura di questo Santo. Siamo al cospetto di due entità materiali ed indissolubili, ma anche due concetti affatto astratti che si compenetrano in ogni forma espressiva umana, abbracciando il campo della scultura, dell’architettura, della pittura, della poesia, della letteratura, della musica, del mosaico, del cesello, della ceramica, della gioielleria, della tessitura,... San Gennaro a Napoli, trova spazio in tutte le forme espressive dell’arte e la città con tutti i suoi abitanti è fiera di questo omaggio che non è generosità, ma devozione e ringraziamento. L’uomo manifesta in modo esplicito il proprio stato d’animo, la propria intima benevolenza e soprattutto la devozione in ogni modo, esprimendo inoltre i propri sentimenti umani in maniera non solo magniloquente attraverso l’arte, ma anche nella fraseologia umile e spesso affatto dotta della parola, del gesto, dello sguardo. Questo connubio sentimentale tra l’uomo e il Santo si traduce poi in uno straordinario e forse unico rapporto d’insieme quando Gennaro, trasformatosi in persona, abita e vive non solo nella città, ma in tutto il territorio vesuviano. Si tratta di una lenta metamorfosi che sul modello di un cambio o meglio di un adattamento antropologico, porta l’effige del Santo in ogni luogo della terra dominata dal Vesuvio. Sarebbe un’opera immane, un lavoro improbo censire le iconografie di San Gennaro in questa terra dominata dalle forze immani del vulcano. E non basterebbe un tomo a descrivere ogni ambito dove le due ampolle contenenti il sangue, si manifestano come vera essenza simbologica. Valgano solo ad esempio alcuni luoghi della terra del Vesuvio e servano a dimostrare senza ombra di dubbio, quanto questa figura di uomo e taumaturgo sia così fortemente compenetrata nelle attività del quotidiano, nella vita comune. Mi voglio riferire in questo esempio e solo per fini strettamente documentali, alla sfilata di busti e statue del Santo che ritroviamo ancora oggi lungo il percorso della Regia Strada delle Calabrie dal Ponte della Maddalena a Castellammare e proseguendo fino ad Amalfi. Non vi era e non vi è palazzo o angolo di questo importante percorso viario che non richiami alla sua figura ed inneggi anche alle sue gesta. Sul Ponte della Maddalena e su quella che è la sua schiena dal lato mare, San Gennaro apre la mano e stende il braccio destro verso la cima del Vesuvio opponendosi con questo gesto alle ire del vulcano durante l’eruzione del 1631 e questo è anche il movimento plastico nel quale io vedo il gesto di un grandioso maestro che indirizza le proprie forze, il proprio sguardo e la mente tutta a contrastare la natura ostile di questa terra. In quel punto preciso della città di Napoli, dove il Sebeto viene scavalcato dal Ponte, sul confine occidentale con tutta la terra vesuviana, inizia anche un percorso iconografico e quindi simbolico del Santo che sarà presente in quasi tutte le ville del Miglio d’Oro, in moltissime cappelle e chiese, in tantissime strade, tra la gente e nelle case. Quel gesto forte crea una vera e propria estensione di grazie su tutta quella terra e non teme affronti, forte della fedeltà del suo popolo. Ogni villa, per questo avrà sul culmine del proprio tetto una statua dedicata al Santo, ogni città riprodurrà questa stessa iconografia in materiali diversi tra loro. Nel marmo, nella pietra lavica, nella terracotta saranno forgiate le sembianze del Santo, pronto a difendere tutti, pronto ad offrire ancora una volta il proprio sacrificio. San Gennaro con il volto al Vesuvio, con la sua mano destra benedicente, la mitria episcopale e le due ampolle contenenti il suo sangue, abita da secoli le case ed i palazzi della terra vesuviana e spessissimo lo ritroviamo, in quegli edifici il cui prospetto è rivolto al mare, in un gemellaggio direi sacro e salvifico nel messaggio, assieme alla Madonna.
Se consideriamo i libri custoditi presso la biblioteca personale di Giovanni Gentile, troviamo, a proposito di Socrate, soprattutto opere di autori italiani, con alcuni dei quali da tempo era in corrispondenza: oltre le vecchie versioni di Eugenio Ferrai (Padova 1873-1883), vi figurano le edizioni dell'Apologia curate da Francesco Acri (riproposta da Augusto Guzzo nel 1925) e da Manara Valgimigli (Bari 1929); le opere di Giovanni Maria Bertini (fra cui l'edizione di Senofonte), che, come si dirà, avevano occupato la critica di Bertrando Spaventa; quindi i libri che via via, nella prima metà del secolo, erano apparsi in Italia: quelli di Giuseppe Zuccante, che Felice Tocco aveva presentato nel 1909 alla Reale Accademia dei Lincei, poi quelli . Ma a proposito di Socrate, Gentile utilizzò anche altri momenti della storiografia filosofica italiana, appoggiandosi, per esempio, ad alcuni testi dello storico del cristianesimo Alessandro Chiappelli e del romanista Carlo Pascal.
Come si è formato il paesaggio italiano con particolare attenzione a quello della Toscana
1998
Research on the genus Agaricus Il. A. heterocystis Heinem et Gooss., an African species naturalised in Sardinia, and A. fr agilivolvatus, a new species of the section Clarkeinda. Agaricus heterocystis, an african species belonging in the section Arvenses, seems to be naturalized in Sardinia where it has often been recorded. A description of the sardinian collections of the species is given. A. fragilivolvatus is described as a new species into the section Clarkeinda and the delimitation fr om similar entities is discussed. KEY WORDS: Basidiomycotina; Agaricales, Agaricaeae, Agaricus, A. heterocystis, A.fragilivolvatus sp. nov. RIASSUNTO. Studi su i genere Agaricus Il. A. heterocystis Heinem et Gooss., una specie africana natu ralizzata in Sardegna ed A. fr agili volvatus, nuova specie delia sezione Clarkeinda. Agaricus heterocystis, una specie di origine africana appartenente alia sezione Arvenses, sembra essersi ben adattato al clima delia Sardegna, dove è stato raccolto in diverse...
L'eredità perduta del diritto romano è costituita dagli istituti e concezioni che sono stati eliminati nella transizione dal sistema repubblicano a quello del dominato, attraverso lo stadio intermedio del principato. L'eliminazione fu stabilizzata da Giustiniano con la legum permutatio attuata durante l'opera compilatoria (questi antichi istituti e concezioni non sono più stati recuperati, nonostante nell'ultimo secolo, venuto meno l'usus modernus pandectarum, il diritto romano sia stato studiato essenzialmente come diritto storico), con la quale Giustiniano operò mutamenti radicali (si ebbe un vero e proprio capovolgimento della concezione del diritto, della sua produzione, interpretazione e applicazione, delle funzioni legislativa e giurisdizionale, e del compito dei giuristi): -la sostituzione, nel titolo iniziale delle Institutiones giustinianee, dei tria praecepta iuris (honeste vivere, alterum non laedere, suum cuique tribuere) alla definizione celsina del ius come ars boni et aequi, per rappresentare l'oggetto dello studio del diritto; -la sostituzione alla visione della lex quale fonte del diritto di quella delle leges, contenenti insieme il diritto e l'elaborazione dottrinale; inoltre, mentre anticamente si diceva che le constitutiones (emesse dall'imperatore in virtù del potere conferitogli dal popolo) tenevano il luogo delle leges (emanazione diretta della volontà popolare), Giustiniano asserisce, secondo la nuova doctrina, che le leges, costituite dai frammenti degli antichi giuristi ricevuti nel Digesto e dalle Istituzioni imperiali, constitutionum vicem optinent; -la sostituzione della consuetudo, di cui è ammessa la sola esplicazione secundum legem, ai mores, che avevano avuto rango eguale alle leges; -l'eliminazione della funzione della iurisdictio e la riduzione dei giudici a bocca della legge; -la sottrazione ai giuristi di ogni attività interpretativa, riservata all'imperatore, al fine di escluderli dal circuito produttivo del diritto, a cui avevano anticamente in vario modo partecipato. Giustiniano si è mostrato convinto di aver concentrato nelle tre opere, di cui consta la compilazione, tutto ciò che meritava di essere salvato del diritto romano; si vantava peraltro, di aver apportato, nel campo giuridico, una radicale permutatio : una trasformazione mai vista prima e neppure pensata. Questa permutatio non è stata finora adeguatamente apprezzata; ancora oggi, in specie per quanto attiene ai problemi generali, non si ricerca se, con essa, Giustiniano avesse eliminato anche elementi di grande spessore e utilità del diritto antecedente, in quanto contrastanti con la sua concezione assoluta del potere, trasferito, per disegno divino, dal popolo all'imperatore.
Il Cristianesimo è fondato sul culto di Gesù Cristo ("Gesù il Messia, l'Unto), il Figlio di Dio, l'unica autorivelazione di Dio all'uomo. Nello stesso tempo si considera Gesù come una figura storica reale, a un uomo di umile estrazione sociale che durante la vita rimase sconosciuto al di fuori dell'angolo oscuro dell'impero romano, qual era la Palestina del tempo, in cui visse e morì. Gesù, nato nel 4 a. C., alla vigilia della morte di Erode il Grande, re della Giudea, visse poco più di trent'anni, quasi senza mai uscire dalla sua terra. Gli Ebrei erano un popolo sottomesso che viveva in parte sotto il governo di principi locali nominati dall'imperatore romano, in parte sotto il diretto controllo di Roma. I sadducei, un partito sacerdotale, accettavano il dominio romano, cui questi dovevano la loro influenza. I farisei, che in seguito divennero il partito dominante, si occupavano molto meno di politica si concentravano sullo studio e applicazione della legge veterotestamentaria. Gli esseni, un gruppo di Ebrei più rigorosi, uscirono dalla società ebraica e organizzarono comunità isolate, dove potevano dedicarsi a salvaguardare la loro purezza religiosa. Molti altri Ebrei odiavano il governo romano e spesso scatenavano rivolte, che alla fine culminarono nella "Guerra giudaica" (66-73 d.C.) che li portò alla diaspora. Gli Ebrei speravano da lungo tempo nel "giorno del Signore" in cui Dio sarebbe intervenuto per salvare il suo popolo. Coltivavano la speranza in un "Messia", in un liberatore, che Dio avrebbe inviato, e tale speranza era molto viva al tempo di Gesù, anche se il suo contenuto non era affatto uniforme. Alcuni concepivano il Messia in maniera più spirituale, come una figura sacerdotale e profetica, mentre nell'aspettativa popolare, egli sarebbe stato un gran re e comandante che avrebbe sconfitto i Romani e avrebbe liberato il popolo eletto dallo sfruttatore. Quindi, poiché di quando in quando comparivano dei movimenti "messianici" incentrati su capi popolari carismatici, la Galilea era conosciuta come un terreno fertile di tali iniziative. Gesù nacque a Betlemme, in Giudea, ma fu allevato a Nazareth e svolse in Galilea gran parte della sua attività pubblica. Nonostante l'oscurità provinciale in cui viveva, la famiglia di Gesù aveva un albero genealogico onorevole. Così egli nacque a Betlemme, la città di Davide. Ma, dato l'afflusso di gente nella città causato dal censimento romano, le circostanze della sua nascita non furono certo regali. Il suo Natale è l'unione della povertà e dell'oscurità terrena con qualcosa di miracoloso che va al di là dell'umano. Questo è tipico del ritratto trasmesso dai Vangeli di Gesù, vero essere umano ma anche figlio di Dio in maniera unica. In realtà non si conosce della sua vita, dall'infanzia all'età di trent'anni, quasi nulla. Egli ricevette chiaramente una buona istruzione nelle Sacre Scritture e con ogni probabilità fu istruito in Esse nella scuola della sinagoga locale, ma non compì studi accademici e si dedicò alla professione di carpentiere.
Lavinia Marchetti, 2025
Introduzione. Negli ultimi decenni del conflitto israelo-palestinese è emersa una retorica religiosa e apocalittica nei discorsi di alcuni leader israeliani, che intreccia motivi escatologici (ossia inerenti alla "fine dei tempi" e alla redenzione messianica) con giustificazioni genocidarie di violenza contro il popolo palestinese. Questa indagine esamina le radici storiche e teologiche di tale retorica , dalle antiche profezie bibliche fino alle dichiarazioni contemporanee , e analizza come concetti religiosi come la guerra di Gog e Magog o la figura archetipo di Amalèk siano stati invocati per sacralizzare guerre e massacri. Attraverso esempi che vanno dal Libano del 1982 alle offensive su Gaza (come l'operazione Piombo Fuso del 2008 e 2009 e la guerra scatenata il 7 ottobre 2023), si mostrerà come la violenza sia stata presentata da alcuni esponenti israeliani come missione divina o necessità redentrice. Si esamineranno inoltre i fenomeni di incitamento religioso-ideologico e di disumanizzazione del nemico, insieme alle reazioni interne in Israele e alle denunce internazionali. Infine, si rifletterà sul pericolo che l'uso teologico della violenza conduca a una profezia che si autoavvera, realizzando le visioni più estreme di distruzione.
Nel territorio dell'Arcidiocesi di Bari-Bitonto ha sede la Comunità Madre, nonché il domicilio civilefiscale. Qui la Comunità svolge le sue principali attività di apostolato, con il Centro Comunitario, la Casa di Formazione, gli Uffici di Presidenza e di Segreteria, oltre al coordinamento delle sedi presenti in Italia e all'estero. Per circostanze che si possono definire preordinate dalla Provvidenza, S.E. Rev.ma Mons. Tarcisio Pisani o.m., Vescovo di venerata memoria della Diocesi di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, accolse l'esperienza della Comunità nella suddetta Diocesi (Decreti del 01/01/1988 e del 18/10/1992), assegnandole la Chiesa di Sant'Emidio di Gravina in Puglia per lo svolgimento delle attività di evangelizzazione e di preghiera della Sede Locale. Tali atti rappresentarono i primi riconoscimenti ufficiali da parte dell'Autorità Ecclesiastica alla Comunità di Gesù.

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