Papers by Riccardo de Caria
Con la sentenza in commento, la Corte costituzionale è intervenuta sulla questione della sussiste... more Con la sentenza in commento, la Corte costituzionale è intervenuta sulla questione della sussistenza o meno della competenza regionale a disciplinare le modalità di offerta del servizio di trasporto pubblico non di linea (ovvero essenzialmente taxi e noleggio con conducente). La Corte era stata chiamata a pronunciarsi per effetto di un ricorso in via principale promosso dal Presidente del Consiglio dei ministri, che riteneva che la regolamentazione di tale materia andasse ricondotta alla disciplina della concorrenza, spettante in via esclusiva allo Stato ex art. 117, comma 2, lettera e). I giudici delle leggi hanno accolto tale impostazione e per l'effetto dichiarato l'illegittimità costituzionale di una legge piemontese ritenuta in violazione di tale riparto di competenze.
Resilient Liberalism in Europe's Political Economy. Editato por Vivien A. Schmidt & Mark Thatcher, Cambridge: Cambridge University Press, 2013
Il riordino di provincie, città metropolitane e unioni dei comuni non è invalido. Annotazioni all... more Il riordino di provincie, città metropolitane e unioni dei comuni non è invalido. Annotazioni alla sentenza n. 50/2015 della Corte Costituzionale Nicola Dessì 9 Approvazione Legge Regionale Piemontese sul riordino delle Province e sulla Città Metropolitana di Torino Matteo Cannonero PARTE II FUNZIONI E SERVIZI Limiti all'incandidabilità di amministratori di Enti Locali condannati per danno erariale di ente in dissesto (art. 248 TUEL). Marco Comaschi L'autorità di regolazione dei trasporti ad un anno dalla sua costituzione Marco Comaschi Il riparto delle responsabilità per la sicurezza sul lavoro negli Enti Locali. Nota a Cass.

Una impasse caratterizza le democrazie moderne: esse hanno come principio fondamentale l'uguaglia... more Una impasse caratterizza le democrazie moderne: esse hanno come principio fondamentale l'uguaglianza politica, tuttavia (a differenza delle democrazie antiche, che usavano il sorteggio) ricorrono al voto, una pratica che a ben vedere va in direzione opposta alla tutela dell'uguaglianza, determinando una scelta di alcuni e l'esclusione di altri. Per cercare di riconciliare questa contraddizione, le democrazie devono ricorrere a una considerevole quantità di regole. Fra esse, quelle volte alla trasformazione dei voti in seggi (i sistemi elettorali). Posto che le moderne democrazie non possono fare a meno di regole come i sistemi elettorali, esistono soluzioni preferibili a quelle attualmente adottate? Traendo spunto dagli studi di public choice e sul cosiddetto elitismo democratico, l'articolo considera in particolare le alternative che mirano a favorire la promozione del merito. Si analizzano così soluzioni estreme come la concessione del voto solo a chi lo abbia meritato o l'attribuzione di un voto plurimo in funzione del merito (proposta che risale a Mill), nonché alcune ipotesi più realistiche. Gli ostacoli e le obiezioni sono troppi, specialmente per le ipotesi più radicali, e appare più praticabile ridurre sensibilmente il potere di cui dispongono gli eletti, così che, «meritevoli» o no, essi non possano comunque incidere troppo sulla libertà individuale.
La Sentenza Costituzionale Tedesca Sugli Uberhangmandate Anche in Materia Elettorale Non C e Diritto Senza Rimedio Giurisdizionale
The Author analyzes a recent pronunciation of the German Constitutional Court about the electoral... more The Author analyzes a recent pronunciation of the German Constitutional Court about the electoral law and the criteria to assign the seats. According to the Court, the Statute is partially unconstitutional since its complex mechanism, in some conditions, does not grant a direct link between the amount of votes and the number of seats assigned to the same party.
The research leading to these results has received funding from the University of Torino under th... more The research leading to these results has received funding from the University of Torino under the agreement with the Compagnia di San Paolo-Progetti di Ateneo 2011-title of the Project "The Making of a New European Legal Culture. Prevalence of a single model, or cross-fertilisation of national legal traditions?" academic coordinator Prof. Michele Graziadei. La presente pubblicazione è frutto della ricerca svolta nell'ambito del Progetto di Ateneo 2011 "The Making of a New European Legal Culture. Prevalence of a single model, or cross-fertilisation of national legal traditions?" , coordinatore scientifico Prof. Michele Graziadei, finanziato dalla Compagnia di San Paolo.
Blockchain and sovereignty
Blockchain and Public Law, 2021
Soglie elettorali e tutela delle minoranze. Il caso Yumak e Sadak c. Turchia
Una soglia elettorale nazionale al 10% è in linea di massima contraria al principio di libera esp... more Una soglia elettorale nazionale al 10% è in linea di massima contraria al principio di libera espressione del voto di cui all'art. 3, I Protocollo aggiuntivo alla CEDU; tuttavia, in presenza di particolari situazioni storico-politiche che la rendano necessaria, e di alcuni correttivi che ne mitighino gli effetti, tale soglia può essere considerata legittima.

I riferimenti alle «tradizioni costituzionali comuni agli Stati Membri» (TCC) nell’Art. 6(3) TUE ... more I riferimenti alle «tradizioni costituzionali comuni agli Stati Membri» (TCC) nell’Art. 6(3) TUE e nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione europea (Preambolo e Art. 52) derivano dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia. Prendendo in esame quasi cinque decenni di pronunce sul tema, l’articolo considera tre questioni principali, tramite un’analisi quantitativa di cento sentenze della Corte. In primo luogo, l’articolo considera se la Corte tenda a riferirsi alle TCC semplicemente come una «fonte di ispirazione» piuttosto elastica, oppure come una fonte autonoma di diritti fondamentali. In secondo luogo, l’articolo esamina se la Corte attinga a quelle tradizioni tramite una ricerca approfondita delle loro singole manifestazioni nazionali (e, se e cosi, quali siano quelle che influenzino piu regolarmente lo sviluppo del diritto dell’Ue). Infine, l’articolo analizza i diritti fondamentali in relazione ai quali la clausola sulle TCC e stata richiamata piu frequentemente. L’ar...
Profili di illegittimità costituzionale nella disciplina italiana del trasporto pubblico non di linea
Definitions of Smart Contracts
The Cambridge Handbook of Smart Contracts, Blockchain Technology and Digital Platforms, 2019

A Digital Revolution in International Trade? The International Legal Framework for Blockchain Technologies, Virtual Currencies and Smart Contracts: Challenges and Opportunities
This work investigates the legal dimension of the ongoing “blockchain revolution”. In particular,... more This work investigates the legal dimension of the ongoing “blockchain revolution”. In particular, it tries to understand to what extent this potentially breakthrough technology also implies a legal revolution: do blockchain technologies, virtual currencies and smart contracts require new legal avenues to be developed, or is it instead appropriate to simply adapt existing legal categories to the new reality? In either case, how are and should they be regulated? A specific object of inquiry in this regard is the role of Uncitral and its potentially crucial contribution it can provide to the creation of a worldwide legal environment that is suitable for the development of blockchain-based applications, contracts, businesses, and so forth. After drawing a background picture of how such innovations could revolutionize the world of international trade (B.), the article gives an overview of the state of the art of the legal context in which they have currently been framed (C.), then moving...
I parlamenti e il governo dell'economia. La crescente delega agli organi tecnici e i problemi della (limitata) supplenza delle corti
Sommario: 1. Un'intricata vicenda processuale e le questioni in discussione. 2. La qualificaz... more Sommario: 1. Un'intricata vicenda processuale e le questioni in discussione. 2. La qualificazione della pretesa azionata come "diritto soggettivo pubblico". 3. I criteri per decidere se una richiesta di referendum rimanga ammissibile in caso di modifica delle disposizioni interessate. 4. La questione dell'eventuale diritto al risarcimento del danno non patrimoniale. 5. L'assenza di un rimedio per la tutela effettiva delle ragioni dei promotori. 6. L'assegnazione del giudizio di ammissibilità del referendum regionale alla competenza della Commissione di garanzia.

Prevalentemente in risposta alla crisi del debito pubblico, il processo di integrazione politica ... more Prevalentemente in risposta alla crisi del debito pubblico, il processo di integrazione politica europea sembra in procinto di raggiungere nuovi traguardi. Ciò pone a propria volta la necessità di riflettere sulla nascita di una cultura giuridica comune a molti ordinamenti che si stanno progressivamente avvicinando l'un l'altro sotto molteplici aspetti. Un aspetto importante di questa riflessione attiene al "problema linguistico": infatti, più quote di sovranità vengono trasferite dagli Stati Membri alle istituzioni di Bruxelles, più diviene fondamentale che tali istituzioni parlino nella lingua che i popoli europei comprendono meglio, il che significa normalmente la loro lingua nazionale. Ciò pone una sfida notevole per l'UE: se vuole realmente assicurare il rispetto della "diversità linguistica" (ora riconosciuta dall'art. 22 della Carta dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea e, dopo il Trattato di Lisbona, dall'art. 3(3) del TEU), deve consentire ad ogni cittadino europeo di parlare in una qualunque delle ventitré lingue ufficiali, e allo stesso tempo deve imporgli i propri comandi nella sua lingua lui. Lo studio del caso canadese è particolarmente utile a comprendere questa sfida: con le sue due lingue ufficiali, l'inglese e il francese, il Canada ne ha infatti conosciuta a lungo una simile. In questo Paese, riconoscere a ciascuna comunità, quella anglofona e quella francofona, il diritto di avere tutti i documenti ufficiali scritti nella propria lingua è stato un modo per proteggere le rispettive identità. In particolare, l'opzione bilingue adottata dalla federazione canadese ha tradizionalmente consentito alla minoranza francofona di salvaguardare un elemento essenzionale del proprio patrimonio culturale. Tuttavia, quest'opzione scelta a livello federale fa spazio a un modello di regolamentazione improntato a un forte separatismo all'interno della Provincia del Quebec, dove la popolazione di lingua francese è largamente predominante. La coesistenza delle due comunità solleva diverse questioni per i giuristi. In questo lavoro, l'attenzione è rivolta principalmente sul classico problema costituzionale di quali diritti sono riconosciuti alla minoranza linguistica: vengono passate in rassegna le principali pronunce della Corte Suprema del Canada in tema di diritti linguistici. Dopo un'introduzione (§ 1), e un breve resoconto delle disposizioni costituzionali rilevanti (§ 2), della controversia sui poteri delle province in materia di modifiche costituzionali incidenti sulla loro competenza (§ 3), e delle regole principali nell'applicazione quotidiana del bilinguismo canadese (§ 4), l'articolo segue un ordine cronologico, esaminando le sentenze e analizzando le questioni principali che esse rispettivamente hanno sollevati (§ 5); nel paragrafo conclusivo, vengono svolte alcune considerazioni (prevalentemente critiche) sul modo in cui i diritti linguistici sono stati declinati nell'esperienza costituzionale canadese (§ 6). 5/2012 Working Paper CDCT-ELC Principally in response to the public debt crisis, the process of European political integration appears about to make further advances. This, in turn, brings a need to reflect on the emergence of a new legal culture shared by many legal systems that are gradually moving closer to each other in many ways. The language issue is an important aspect of this: the greater the sovereignty transferred by the Member States to the Brussels institutions, the more essential it becomes that these institutions speak the languages that Europeans know best, generally their national language. This poses a considerable challenge to the EU, where language diversity is now recognised under Article 22 of the Charter of Fundamental Rights of the European Union, and, after the Lisbon Treaty, under Article 3 (3) of the TEU. If the EU truly intends to guarantee that language diversity is respected, it must allow every EU citizen to speak any of the 23 official languages and, at the same time, issue its rules in every citizen's own language. A useful key to understanding the EU situation is provided by Canada, which, with its two official languages, French and English, has long faced a similar challenge. It has been possible to protect the identities of both the English-speaking and the Frenchspeaking communities by recognising that both communities are entitled to have all written documents drafted in their own language. However, this federal-level decision has led to a model of regulation that is marked by strong separatism in the Province of Quebec, where the French-speaking population constitutes a significant majority. The coexistence of the two communities raises several issues for legal scholars. This paper looks primarily at the classic constitutional problem of the rights that the linguistic minority are entitled to, and a review is provided of the main rulings issued by the Supreme Court of Canada. After the introduction (§ 1), and a short survey of relevant constitutional provisions (§ 2), an account is provided of the debate over the Provinces' powers when constitutional amendments impinge on their sphere of activity (§ 3), and the key regulations relating to the day-today administration of Canadian bilingualism are described (§ 4). The article then examines cases and key issues arising from them, in chronological order (§ 5). The last chapter provides a critical evaluation of the way in which language rights have been shaped in Canadian constitutional jurisprudence (§ 6).
(a cura di), Le Costituzioni del Paesi dell'Unione Europea (2001 2), p. 903. Naturalmente, là dov... more (a cura di), Le Costituzioni del Paesi dell'Unione Europea (2001 2), p. 903. Naturalmente, là dove la Costituzione dice government, e noi non possiamo che tradurre «governo», si intende non solo quello che per noi è il governo in senso stretto, ma anche il Congresso e più in generale qualunque decisore pubblico, compreso quindi anche il potere giudiziario. 2 347 U.S. 612 (1954).
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