Talks by Alessia MANDORLO
Figure 1: Our Level-of-Detail (LOD) framework enables efficient digitization of high heritage cei... more Figure 1: Our Level-of-Detail (LOD) framework enables efficient digitization of high heritage ceilings, demonstrated through the 4.8-meterhigh historical ceiling (37.5m length) at the National Trust's Blickling Hall, United Kingdom. Our approach combines 3D Gaussian Splatting (3DGS) [KKLD23] reconstruction with high-resolution 3D scannings of intricate emblematic patterns, creating a hybrid visualization system in Virtual Reality (VR). The VR environment enables seamless transitions between architectural-scale visualization and immersive inspection of fine details, enhanced by integrated narrative storytelling.
Conference Presentations by Alessia MANDORLO
The LANDSCAPE conference entitled 'Landscape 6: A Synthesis of Diachronic Elements' will be held ... more The LANDSCAPE conference entitled 'Landscape 6: A Synthesis of Diachronic Elements' will be held in Siena, Italy, from 14 to 16 April 2025. The three-day conference is organised in collaboration with the 'Consulta Nazionale di Topografia Antica', the Department of History and Cultural Heritage of the University of Siena, the Landscape Archaeology & Remote Sensing LAB, the Santa Chiara LAB and the Municipality of Siena. The keynote speakers will be Dr. ROBERT WITCHER (Durham University) and Prof. HECTOR A. ORENGO (BSC-CNS Barcelona Supercomputing Centre, Spanish National Supercomputing Institution).
This article is an open access article distributed under the terms and conditions of the Creative... more This article is an open access article distributed under the terms and conditions of the Creative Commons Attribution (CC BY

Traditionally, landscape archaeology has primarily analysed those territories that are most visib... more Traditionally, landscape archaeology has primarily analysed those territories that are most visible and accessible, at the expense, sometimes, of other areas that can be defined as ‘marginal’, ‘peripheric’, or ‘liminal’. Because of the focus on selected categories of landscape, including plains, valleys, and major urban sites, while often neglecting others, there is a clear informational gap in the history of study. This is particularly evident for contexts such as forests, lagoons, seas, lakes, mountains, and deserts, which, due to their inherent features, are more challenging to investigate. Similarly, in some areas the accessibility to the study of the archaeological heritage and the territory can be reduced or limited by anthropic factors. This is especially true in territories affected by wars. By neglecting to explore all these various landscapes, key elements for understanding the broader historical dynamics are often ignored. In such ‘marginal’ landscapes the application of standard methodologies may sometimes be ineffective; thus, the adoption of integrated and multidisciplinary approaches and methods becomes crucial. Landscape archaeology is well-positioned to fill such gaps and foster a dialogue about the investigation of various categories of ancient environments and landscapes. Several questions remain unanswered, including 1) how to fill gaps in the documentation, 2) which methodologies and approaches should be adopted, 3) which outcomes are expected, and 4) how to transform ‘emptyscapes’, or ‘near-emptyscapes’, and ‘marginal landscapes’ into ‘revealed landscapes’.
L’indagine archeologica sui paesaggi è stata prevalentemente rivolta all’analisi e alla ricostruzione di quelle porzioni di territorio maggiormente visibili e accessibili, a scapito, talvolta, di altre aree, che possiamo definire "marginali", “periferiche”, o “liminali”. La preferenza verso lo studio di quei tipi di paesaggio che più facilmente si offrono alla ricerca, come le pianure e i siti di maggiori dimensioni, ha generato una discrepanza nella documentazione storico-archeologica. In alcuni casi, questo ha portato a un vero e proprio vuoto conoscitivo per altri tipi di paesaggio, quelli marginali. Ciò appare particolarmente evidente in contesti come, boschi, lagune, ambienti marittimi, montani o desertici, che per le loro caratteristiche intrinseche risultano più difficilmente indagabili. Stessa situazione si registra in aree dove l’accessibilità è limitata e il patrimonio storico-archeologico risulta in costante rischio a causa dei conflitti bellici. Tralasciare l'indagine di questi paesaggi significa sottrarre elementi fondamentali per la comprensione delle più ampie dinamiche storiche occorse nel passato. In tali contesti l'adozione di approcci integrati e multidisciplinari propri della topografia archeologica risulta essere il metodo più efficace per colmare tali lacune e favorire uno studio integrato tra le diverse tipologie di paesaggio. Rimangono aperte numerose questioni su come colmare i vuoti documentari, quali siano gli approcci metodologici da adottare e quali i risultati auspicabili, e in definitiva come trasformare gli emptyscapes e i paesaggi marginali in “paesaggi rivelati”.
In the last decades, various drone-based systems equipped with sensors, such as multispectral, th... more In the last decades, various drone-based systems equipped with sensors, such as multispectral, thermal, and LiDAR have been tested in many archaeological applications. Meanwhile, in the most recent years, there has been a growing interest in the use of geophysical sensors like magnetometry and ground-penetrating radar mounted on UAVs. This new branch of research will be carried out within my current PhD project.
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Conference Presentations by Alessia MANDORLO
L’indagine archeologica sui paesaggi è stata prevalentemente rivolta all’analisi e alla ricostruzione di quelle porzioni di territorio maggiormente visibili e accessibili, a scapito, talvolta, di altre aree, che possiamo definire "marginali", “periferiche”, o “liminali”. La preferenza verso lo studio di quei tipi di paesaggio che più facilmente si offrono alla ricerca, come le pianure e i siti di maggiori dimensioni, ha generato una discrepanza nella documentazione storico-archeologica. In alcuni casi, questo ha portato a un vero e proprio vuoto conoscitivo per altri tipi di paesaggio, quelli marginali. Ciò appare particolarmente evidente in contesti come, boschi, lagune, ambienti marittimi, montani o desertici, che per le loro caratteristiche intrinseche risultano più difficilmente indagabili. Stessa situazione si registra in aree dove l’accessibilità è limitata e il patrimonio storico-archeologico risulta in costante rischio a causa dei conflitti bellici. Tralasciare l'indagine di questi paesaggi significa sottrarre elementi fondamentali per la comprensione delle più ampie dinamiche storiche occorse nel passato. In tali contesti l'adozione di approcci integrati e multidisciplinari propri della topografia archeologica risulta essere il metodo più efficace per colmare tali lacune e favorire uno studio integrato tra le diverse tipologie di paesaggio. Rimangono aperte numerose questioni su come colmare i vuoti documentari, quali siano gli approcci metodologici da adottare e quali i risultati auspicabili, e in definitiva come trasformare gli emptyscapes e i paesaggi marginali in “paesaggi rivelati”.