Papers by Francesco Bafaro
Figure Retoriche. Tradizioni, Discipline, Contesti., 2025
Il contributo propone un'analisi dell'uso della figura retorica dell'apostrofe da parte di Giovan... more Il contributo propone un'analisi dell'uso della figura retorica dell'apostrofe da parte di Giovanni Boccaccio nell'Amorosa Visione, poema in terzine dantesche composto tra il 1341 e il 1342. Il lavoro si concentra in particolare sui modelli che potrebbero aver influenzato il certaldese nell'ideazione delle figure retoriche analizzate e sulle funzioni narrative
che l'apostrofe espleta nei diversi casi presi in esame.
Francesco Bafaro, 2020
Il contributo propone una chiave di lettura pirandelliana del personaggio letterario del ragionie... more Il contributo propone una chiave di lettura pirandelliana del personaggio letterario del ragionier Ugo Fantozzi, nato dalla penna di Paolo Villaggio. Il lavoro analizza lo stile del Villaggio scrittore, evidenzia le caratteristiche pirandelliane del personaggio di Fantozzi e propone un confronto fra le novelle "Fantozzi chiede l'indennità di volo" e "Il treno ha fischiato".
Conference Presentations by Francesco Bafaro
Egemonie e Margini nella Letteratura Italiana. XXVIII Congresso nazionale dell'Associazione degli Italianisti, 2025
L'intervento ha proposto uno studio della novella III 9 del Decameron. La mia attenzione si è riv... more L'intervento ha proposto uno studio della novella III 9 del Decameron. La mia attenzione si è rivolta, in particolare, su due aspetti: lo status di donna agens di Griselda, personaggio che appare costruito da Boccaccio in chiara antitesi rispetto a quello di Griselda, e l'azione femminile concepita come risposta alla volontà maschile che, ancora in parallelo alla novella di Griselda, sottopone Giletta a una prova per stabilire se sia degna di essere moglie e contessa.
Interferenze: la contaminazione come necessità dall'antico al contemporaneo, 2025
Il contributo propone uno studio della novella in versi Erina o la schiava liberata, pubblicata n... more Il contributo propone uno studio della novella in versi Erina o la schiava liberata, pubblicata nel 1865 dal poeta cosentino Luigi Stocchi. In particolare, ho cercato di mettere in luce come la novella sia costruita da un lato su una forte impronta decameroniana e, dall'altro, su espliciti motivi di propaganda risorgimentale. Infine, ho sottolineato come, attraverso una serie di citazioni letterarie, l'autore offra un modello culturale su cui costruire la coscienza nazionale del neonato Regno d'Italia.
Non facciamo nomi. Pseudonimia, ortonimia e anonimia nella Letteratura Italiana dalle Origini alla Contemporaneità, 2025
L'intervento intende riflettere su come dinamiche extra filologiche e letterarie possano influenz... more L'intervento intende riflettere su come dinamiche extra filologiche e letterarie possano influenzare i processi di attribuzione di opere di autore incerto. In particolare, l'analisi si concentra su due cantari trecenteschi (La Passione e La Storia del Calonaco da Siena) che, nel corso dell'Ottocento, sono stati attribuiti a Giovanni Boccaccio per ragioni che paiono ascrivibili alle ideologie politiche e culturali del Risorgimento e dei primi anni di vita del Regno d'Italia.
"Prospettive di genere. Rappresentazioni, testi e linguaggi delle donne dal Medioevo alla Contemporaneità", 2025
Il contributo, attraverso l'analisi di alcune sezioni dell'opera, mette in evidenza la presenza d... more Il contributo, attraverso l'analisi di alcune sezioni dell'opera, mette in evidenza la presenza di due atteggiamenti distinti, in due momenti diversi, in relazione alla sofferenza d'amore: l'introspezione e la misoginia. Partendo dall'analisi testuale, si riflette su quanto sia opportuno parlare effettivamente di misoginia nel Corbaccio e sulle relazioni tra il trattato e il Decameron.
Intorno a Boccaccio/Boccaccio e dintorni - Seminario Internazionale, XI edizione, 2024
L'intervento propone un'analisi del terzo e definitivo incontro fra Boccaccio e Fiammetta nell'Am... more L'intervento propone un'analisi del terzo e definitivo incontro fra Boccaccio e Fiammetta nell'Amorosa Visione, mettendo in luce rapporti di analogia e contrasto con l'episodio dell'incontro fra Dante e Beatrice nel Paradiso Terrestre. In particolare, il canto XLIV del poema boccacciano viene posto in dialogo con i canti XXX, XXXI del Purgatorio e I del Paradiso.

Identità: Mondi e Orizzonti , 2024
All’interno della produzione letteraria di Giovanni Boccaccio, l’espediente dell’Io narratore che... more All’interno della produzione letteraria di Giovanni Boccaccio, l’espediente dell’Io narratore che assurge al ruolo di testimone diretto della vicenda che sta raccontando è largamente diffuso. Basti pensare alla Caccia di Diana, alla Comedìa delle Ninfe fiorentine e all’Amorosa Visione. La stessa funzione dell’Io è rintracciabile anche in alcune fra le Rime del certaldese, in particolare, si possono distinguere almeno due atteggiamenti diversi dell’Io narratore: in taluni componimenti, di carattere erotico e sensuale, si pone come spettatore voyuerista della scena; in altri, invece, egli sembra presentarsi nella veste di profeta di Amore e della sua funzione nobilitatrice per gli uomini. Il primo gruppo è quello in cui, accanto a elementi innovativi inseriti dall’autore, sono maggiormente riscontrabili i contatti con la tradizione erotico-cortese e con le altre opere del certaldese citate poc’anzi, attraverso la ripresa di immagini, espedienti narrativi e situazioni topiche. Nel secondo gruppo, invece, il clima sembra essere assimilabile alla Vita Nova dantesca e, in particolare, alla seconda parte del prosimetro, in cui Dante con la canzone Donne ch’avete intellecto d’amore approda allo «stile della loda». Tale accostamento sembra essere confermato dalla presenza, ad esempio in Rime VI (secondo la notazione Branca), di elementi quali l’appagamento dell’Io narratore nella descrizione beatifica della donna amata e la ricorrenza di un lessico appartenente al campo semantico del celestiale («angioletta», «miracolo» ecc.). Accanto al modello dantesco, il contributo indagherà possibili influenze sulle Rime anche del modello evangelico, che d’altronde ha forti legami con lo «stile della loda» della Vita Nova. A partire da questi presupposti, il presente contributo intende porre a confronto le due declinazioni dell’Io narratore boccaccesco in alcune Rime, allo scopo di evincerne il modus operandi, gli elementi caratterizzanti ed eventuali relazioni con altre opere del certaldese, con Dante e con altre tradizioni poetiche che potrebbero aver offerto all’autore le suggestioni utili alla delineazione dell’identità narrante.
Laureatus in Urbe. Seminario annuale di studi petrarcheschi (VIII edizione), 2024
Il presente contributo intende approfondire lo status quaestionis sul rapporto tra Francesco Petr... more Il presente contributo intende approfondire lo status quaestionis sul rapporto tra Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio, attraverso l’analisi delle Seniles XVII 3 e XVII 4. Da tali epistole emerge, infatti, l’ambiguità del rapporto fra i due letterati: l’incipit senecano della XVII 3 e l’impostazione narrativa delle due missive suggeriscono un intento pedagogico del Petrarca e un ruolo subordinato di Boccaccio (nell’ottica maestro-discepolo). Tuttavia, tale ricostruzione è messa in crisi da ulteriori elementi intra-testuali – alcuni dei quali richiamano ancora le Epistulae ad Lucilium e su cui si soffermerà il mio intervento – ed extra-testuali – desumibili dalle biografie dei due autori e da altre lettere che essi si scambiarono a partire dal loro primo incontro – nell’ottobre 1350.

"Notturna tenebra". Il sogno come funzione nel testo letterario, 2024
L'intervento, dopo una breve introduzione sulla riflessione teorica che l’autore, in diversi luog... more L'intervento, dopo una breve introduzione sulla riflessione teorica che l’autore, in diversi luoghi testuali, propone sulla veridicità dei sogni, analizza esempi di applicazione delle categorie di somnium, visio e oraculum nelle opere di Giovanni Boccaccio. Per la categoria del somnium si prenderà in considerazione la novella di Andreuola e Gabriotto (Decameron IV 6), in cui un “sogno doppio” presagisce un finale tragico; per la categoria della visio si farà riferimento all’Amorosa Visione, in cui il sogno coincide con il motivo stesso della narrazione; infine, per la categoria dell’oraculum l’oggetto di studio sarà il Corbaccio, in cui il sogno si caratterizza per l’apparizione del marito della vedova. In seguito all’analisi si potrà riflettere sugli elementi di continuità e di rottura presenti negli esempi citati rispetto alla fonte di Macrobio, scorgendo così le tracce dell’indole letteraria di Boccaccio che, ogni qual volta si serve di un modello (letterario o tematico), vi apporta sempre un certo grado di variazione.
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