Books by Umberto Roberto
Frutto del convegno omonimo, tenutosi a Napoli
nel dicembre 2022, questo volume, attraverso l’ap... more Frutto del convegno omonimo, tenutosi a Napoli
nel dicembre 2022, questo volume, attraverso l’apporto
di alcuni specialisti nello studio dei diversi
aspetti degli studi bizantini, propone una riflessione
a 360° su quanto, dell’apparentemente esotico e
remoto mondo dell’Impero d’Oriente – di cui oggi
la maggior parte delle persone fatica anche a riconoscere
il posizionamento all’interno delle carte
geografiche –, sia ancora rintracciabile nella cultura
europea moderna e contemporanea. L’idea è quella
di rendere Bisanzio meno lontana da noi e, anche,
di comprendere come alcuni fenomeni geopolitici
dell’oggi siano meglio leggibili se abbiamo chiaro
quanto l’Impero, che ebbe Costantinopoli come capitale,
abbia seminato, soprattutto (ma non esclusivamente)
in diverse regioni dell’Europa centroorientale.
This is a miscellaneous book on Latin epic poetry and its reception in honour of Paolo Esposito o... more This is a miscellaneous book on Latin epic poetry and its reception in honour of Paolo Esposito on his seventieth birthday.

A distanza di tanti secoli, il nome dei Vandali evoca immagini di furia distruttrice e ottusa vio... more A distanza di tanti secoli, il nome dei Vandali evoca immagini di furia distruttrice e ottusa violenza. Singolare destino per un popolo che, più di altri, entrò nell'impero romano senza un'identità consolidata e, solo dopo sofferenze e pericoli, raggiunse una sua fisionomia comunque fragile perché aperta agli influssi esterni. Sotto il nome di Vandali, che dal 439 al 534 dominarono le ricche province dell’Africa romana, si cela una miscela di genti che costituiscono un’alterità affascinante rispetto ad altri popoli barbarici. Conservando la ricchezza delle città e delle terre conquistate, i Vandali fecero di Cartagine la loro splendida capitale e si assimilarono presto ai costumi e alla cultura raffinata dei loro sudditi romani. Apprezzarono il fascino opulento dell’Africa tardoantica, ma ebbero paura di esserne corrotti per l'esiguità del loro numero. Così, fin dal tempo del loro grande re Genserico, costruirono argini per contenere il rischio di un’integrazione troppo rapida. Si chiusero nell’isolamento dei loro spazi e nell’illusione di una missione storica fondata sulla custodia della loro religione, l’arianesimo, segno di distinzione e di presunta superiorità rispetto a quanti non si lasciavano convertire. La chiusura li condannò alla debolezza; e caddero soli, abbandonati dai sudditi, quando una spedizione imperiale poco numerosa, ma condotta da comandanti capaci, riuscì nella riconquista di Cartagine. Dopo aver vissuto intensamente il loro ‘secolo’, i Vandali sparirono dalla storia del Mediterraneo tardoantico scontando, perfino nella lugubre memoria delle loro imprese, il rifiuto di un’integrazione con le genti che avevano dominato.
Sesto Giulio Africano, Le Cronografie, introduzione di Umberto Roberto, traduzione di Carlo dell'Osso, note di Umberto Roberto e Carlo dell'Osso, testi patristici 243, Città Nuova Editrice, Roma 2016, pp. 192
Le Chronographiae di Sesto Giulio Africano. Storiografia, politica e cristianesimo nell’età dei Severi, Rubbettino, Soveria Mannelli, 2011
Iulius Africanus, Chronographiae, ed. by M. Wallraff with U. Roberto, and, for the Oriental Sources, Karl Pinggéra, with a translation by W. Adler, Walter de Gruyter, Berlin-New York 2007
Ioannis Antiocheni Fragmenta ex Historia chronica, Walter de Gruyter, Berlin-New York 2005
Papers by Umberto Roberto
navarra (Perugia) COMITATO SCIENTIFICO Ulrico agnaTi (Urbino), Francesco amareLLi (Napoli "Federi... more navarra (Perugia) COMITATO SCIENTIFICO Ulrico agnaTi (Urbino), Francesco amareLLi (Napoli "Federico II"), Francesco arcaria (Catania), Gisella BassaneLLi sommariva (Bologna), Mariagrazia Bianchini (Genova), Giorgio BonamenTe (Perugia), Maria campoLunghi (Perugia), Jean-Michel carrié (Paris EHESS), Feliciantonio cosTaBiLe (Reggio Calabria), Victor crescenzi (Urbino), Lucio De giovanni (Napoli "Federico II"), Lietta De saLvo (Messina), María Victoria escriBano paño (Zaragoza), Lorenzo Fascione
Cuma in età tardoantica (sec. IV-VI), in C. Capaldi (a cura di), Cuma e i Campi Flegrei. Studi di archeologia, storia, società, territorio, Napoli 2024, pp. 91-107.
Le ricerche di Lellia Cracco Ruggini sul vescovo Ambrogio e su Milano in età tardoantica, in E. Ghelfi (a cura di), Ambrogio e la politica, Milano 2024, pp. 283-302.
I curatori ringraziano Francesca Gazzano e Walter Lapini per aver accolto nella collana Esperidi ... more I curatori ringraziano Francesca Gazzano e Walter Lapini per aver accolto nella collana Esperidi questo volume, che è pubblicato con il contributo del Dipartimento DIRAAS e dell'Ateneo.
Volume pubblicato con il contributo dell'Associazione Mnemosine Atti del Convegno internazionale ... more Volume pubblicato con il contributo dell'Associazione Mnemosine Atti del Convegno internazionale La forza della parola: oratori e retori nel mondo romano 12-14 aprile 2023-Università degli Studi di Palermo a cura di Marilena Casella UMBERTO ROBERTO Temistio, la politica religiosa degli imperatori e le relazioni con l'aristocrazia pagana di Roma. Considerazioni sulle orazioni 5 e 13.
T.Piscitelli, C. Ebanista (a cura di), Paolino di Nola e il Mediterraneo, Marigliano 2024
alla stessa parentela per servire Dio con maggiore impegno. Si dice poi che abbia scelto la solit... more alla stessa parentela per servire Dio con maggiore impegno. Si dice poi che abbia scelto la solitudine della città di Nola, per trascorrere la vita lontano dal trambusto»: trad.
El monument tardoromà de Centcelles. Dades – Context – Propostes, Actes del Congrés internacional, Tarragona-Constantí, 28-30 de juny de 2022, eds. C. Godoy Fernández - A. Munõz Melgar, Barcelona, 2024
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nel dicembre 2022, questo volume, attraverso l’apporto
di alcuni specialisti nello studio dei diversi
aspetti degli studi bizantini, propone una riflessione
a 360° su quanto, dell’apparentemente esotico e
remoto mondo dell’Impero d’Oriente – di cui oggi
la maggior parte delle persone fatica anche a riconoscere
il posizionamento all’interno delle carte
geografiche –, sia ancora rintracciabile nella cultura
europea moderna e contemporanea. L’idea è quella
di rendere Bisanzio meno lontana da noi e, anche,
di comprendere come alcuni fenomeni geopolitici
dell’oggi siano meglio leggibili se abbiamo chiaro
quanto l’Impero, che ebbe Costantinopoli come capitale,
abbia seminato, soprattutto (ma non esclusivamente)
in diverse regioni dell’Europa centroorientale.
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