Papers by Alessandro Pace

It is now generally acknowledged that games, both today and in the past, are not merely a form of... more It is now generally acknowledged that games, both today and in the past, are not merely a form of entertainment, but rather a fundamental tool in shaping the identity of a community through the transmission and development of values and skills. This is especially true for board games, which allow participants to immerse themselves in a sort of parallel reality governed by specific rules, the observance of which fosters the habit of living in an ordered world.
Based on these premises, this contribution aims to focus on the spread of Roman board games in the military contexts of the province of Britannia, with particular attention to sites occupied by auxiliary troops (auxilia). The question arises as to whether their diffusion may have been part of the daily routine (or everyday life) through which the peregrini—that is, non-Romans—informally became accustomed to a new lifestyle and new habits
Games in the Ancient World: Places, Spaces, Accessories, 2024
Aucune partie de cet ouvrage ne peut être reproduite sous quelque forme que ce soit (photocopie, ... more Aucune partie de cet ouvrage ne peut être reproduite sous quelque forme que ce soit (photocopie, scanner ou autre) sans l'autorisation expresse des Editions Mergoil.
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Looking for the Cretans: ritualità differenziata nelle necropoli geloe, in V. CAMINNECI, M. D’ACUNTO, C. LAMBRUGO, M.C. PARELLO (eds.), KTISEIS, Fondazioni d’Occidente. Intrecci culturali tra Gela, Agrigento, Creta e Rodi, Sesto Fiorentino 2024, pp. 279-286. Immagine di copertina: il Mare Mediterraneo e il paesaggio degli intrecci (da un'idea dei curator... more Immagine di copertina: il Mare Mediterraneo e il paesaggio degli intrecci (da un'idea dei curatori)..

Zoomathia. Learning about Animals in Ancient and Medieval Cultures, 2023
entomologistes. Identifier chenilles, papillons et ver à soie parmi les vermes 37 J. Leclercq-A. ... more entomologistes. Identifier chenilles, papillons et ver à soie parmi les vermes 37 J. Leclercq-A. Zucker, Polysemic Animal Names in Medieval Texts and Iconography 97 J. Trinquier-C. Vendries, Les mots du bestiaire: jeux étymologiques en paroles et en images A. Pace-M. Vespa, I galli nell'immaginario greco antico, VIII-IV a.C.: prospettive di studio pluridisciplinare tra iconologia e analisi dei testi scritti C. Chandezon, Il gallo e la gallina. Forme storiche di una comunità antropozoologica in Grecia antica C. Franco, Brutus the Ram. Poetics of the Flock Leader between Intertextuality and Ethnography Index locorum notabilium Ancient Greek Animal Names Latin Animal Names English Common Animal Names Contributors * Desideriamo ringraziare con particolare riconoscenza Lucía Rodríguez-Noriega Guillén, Giuseppe Zanetto e l'anonimo referee per l'attenta lettura e gli stimolanti spunti critici che ci hanno fornito. 1 Nietzsche 1887: 340. Cf. Plat. Phd. 118a. 2 Un'interpretazione diversa, che ripercorre una via già tracciata da Wilamowitz, è stata proposta in Most 1993, in cui il riferimento al sacrificio del gallo è interpretato come allusione da parte del personaggio di Socrate alla salvezza della propria hetairia filosofica, in particolare del discepolo Platone la cui salute Socrate vuole affidare ad Asclepio. In ogni caso il passo di Platone non legittima alcuna ipotesi riguardo a eventuali allevamenti di galli nei santuari di Asclepio, come invece è sostenuto in Cruccas 2016: 177 n. 29. 3 Aesch. Eum., 853-869 (per Atena che parla con orrore della possibilità che i propri concittadini si comportino da galli assassini gli uni con gli altri); Aes. Fab., 84 Hausrath (per il leone che si spaventa di fronte al canto del gallo); e.g. Heraclid. fr. 1 K.-A. (per Adeo il "Gallo"); l'espressione "il Gallo di Filippo", del resto, si ritrova nelle raccolte paremiografiche greche per indicare la vanteria di chi si fa grande per imprese da nulla, cf.
La necropoli di età romana di Lovere (BG). Una comunità sulle sponde del Sebino, 2024
Plastici. Religion und mythos als Anregung für die provinzialrömische Plastik. Religion and myth ... more Plastici. Religion und mythos als Anregung für die provinzialrömische Plastik. Religion and myth as an impetus for the Roman provincial sculpture. La religion et le mythe come inspiration pour la sculpture romaine provinciale, Zagreb.
L’altra Pompei. Vite comuni all’ombra del Vesuvio, 2023
American Express Italia progetti editoriali maria sapio art director enrica d'aguanno grafica fra... more American Express Italia progetti editoriali maria sapio art director enrica d'aguanno grafica francesca aletto elaborazione immagini franco grieco certificazione qualità ISO 9001: 2015 www.artem.org stampato in italia
Archeologia Classica, 2023
Il Periodico adotta un sistema di Peer-Review BORGHINI S., D'ALESSIO A., La praecipua cenatio rot... more Il Periodico adotta un sistema di Peer-Review BORGHINI S., D'ALESSIO A., La praecipua cenatio rotunda a Colle Oppio. Nuove ipotesi sulla scenografica "sala da pranzo" della Domus Aurea citata da Svetonio .

Alberto J. Lorrio Alvarado / Raimon Graells i Fabregat / Mariano Torres Ortiz (eds.), LA FONTETA 3. LAS IMPORTACIONES GRIEGAS E ITÁLICAS Y SU CONTEXTO MEDITERRÁNEO, 2023
La cerámica corintia: producción y cronología (A.P.) Con la denominación de cerámica corintia se ... more La cerámica corintia: producción y cronología (A.P.) Con la denominación de cerámica corintia se identifica a una clase cerámica producida en Corinto, fácilmente reconocible por sus peculiares características físicas, productivas y decorativas 1. El color tendente al amarillo verdoso es la verdadera y genuina marca de fábrica, que el cuerpo cerámico asume tras la cocción y gracias a las diferentes variedades de arcillas locales, muy depuradas y pobres en hierro tan abundantes en el entorno de la ciudad 2. Gracias a las numerosas excavaciones realizadas en los inicios del siglo pasado, se han podido documentar los hornos de producción, reconocibles por los consistentes niveles de depósito hallados en el interior del recinto amurallado de la ciudad en el extremo occidental de la misma 3. El fácil acceso a la materia prima y su óptima calidad quizá sean justamente los motivos del nacimiento precoz de una floreciente y refinada tradición artesanal que será protagonista absoluta en el tráfico comercial mediterráneo desde finales del siglo viii a. C. hasta mediados del siglo vi a. C., cuando finalmente cederá el paso a la feroz competencia ática. Convencionalmente, se habla de cerámica protocorintia cuando se hace referencia al periodo comprendido entre la última veintena del siglo viii y el tercer cuarto del siglo vii a. C., cuando tras una breve fase, denominada como periodo de Transición, se inicia la producción corintia propiamente dicha, que perdurará, como hemos indicado con anterioridad, hasta mediados del siglo vi a. C. (tab. 1) 4. Desde el punto de vista figurativo, los productos corintios son los primeros en desmarcarse, a partir del último cuarto del siglo viii a. C., de la ya agotada tradición tardogeométrica, acogiendo de forma precoz las novedades y los estímulos provenientes del mundo próximo-oriental y que llevarán finalmente a la explosión del fenómeno «orientalizante» 5. Por lo tanto, su éxito inicial se puede explicar gracias a la gran facilidad para adoptar nuevos elementos y detalles estilísticos del repertorio cultural alógeno, entre los que destacan los motivos animalísticos, bien sean reales o fantásticos, y que a menudo se disponen en frisos simples o superpuestos 6. Corinto, gracias a la posición geográfica estratégica, controlando el istmo homónimo, se convierte en el paso obligatorio de los flujos comerciales en tránsito desde el Mediterráneo oriental al occidental. Además,

A nove anni dall'inizio degli scavi di Jazzo Fornasiello, dopo un libro dedicato alle 'prime inda... more A nove anni dall'inizio degli scavi di Jazzo Fornasiello, dopo un libro dedicato alle 'prime indagini' sul sito (Jazzo Fornasiello 2014), abbiamo pensato di presentare i risultati delle ultime campagne, in attesa di terminare il record archeologico e lo studio dei materiali di quello che si prospetta un promettente abitato dell'antica Peucezia, frequentato dal secondo quarto del VI ai primi decenni del III secolo a.C. L'idea è nata da alcune riflessioni su problematiche e reperti che ci sono parsi particolarmente significativi; per renderne conto ai colleghi e agli studiosi interessati, abbiamo scelto la formula di un agile volumetto, nel quale si sono volute riassumere le caratteristiche del sito, cercando di metterne in evidenza le peculiarità e le potenzialità. Si tratta dunque di un'anteprima, che, senza alcuna pretesa di esaustività, si limita a presentare l'essenziale; dato il carattere 'agile' della pubblicazione, abbiamo contenuto al minimo l'apparato illustrativo e la bibliografia di riferimento, limitata a brevi citazioni tra parentesi. Ulteriori approfondimenti, in parte già in stampa, in parte ancora in preparazione, seguiranno in tempi brevi, sotto la forma di contributi su contesti particolari e su classi di materiali, con l'auspicio di arrivare presto a una pubblicazione completa dello scavo. Mi è gradito ringraziare, per il costante appoggio, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Bari e tutto il personale del Centro Operativo di Gravina in Puglia, e il Signor Gaetano Mastrogiacomo, proprietario del terreno sul quale si svolge lo scavo. Gli interventi di restauro sui materiali si devono alla restauratrice Antonia Petrafesa. La pubblicazione è stata possibile grazie ai fondi concessi dal Dipartimento di Beni Culturali e Ambientali dell'Università degli Studi di Milano e a una liberalità della Banca Popolare di Puglia e Basilicata. Siamo debitori di utili consigli e informazioni a Elisa Lanza Catti, Lara Cossalter, Simona Marchesini, Alaistar Small; un sentito ringraziamento va anche a tutti i giovani, studenti e specializzandi, che hanno contribuito con impegno ed entusiasmo, in questi anni, alla buona riuscita delle indagini su Jazzo.

This paper deals with a peculiar class of objects widely documented in Pompeii, namely the glass ... more This paper deals with a peculiar class of objects widely documented in Pompeii, namely the glass hemispheres. They are small glass objects, with a plano-convex section, whose function is still debated. Generally, these objects are recognised as counters moved on the tabulae lusoriae, although other functions have been proposed. This research aims to show that the only valid parameter to certify their ludic value is the direct association with other items provided with a primary ludic function. Pompeii, game, play, ludic culture, gaming set Questo lavoro si focalizza sull'analisi di una peculiare classe di materiali largamente attestati a Pompei, ovvero le semisfere in vetro. Si tratta di piccoli oggetti in vetro, a sezione piano-convessa, la cui funzione è dibattuta. Generalmente in questi oggetti sono riconosciute le pedine mosse sulle tabulae lusoriae, sebbene siano stati proposti anche altri impieghi. La presente ricerca si propone di dimostrare come l'unico paramentro efficace per certificarne l'effettivo impiego nel gioco sia la loro associazione con altri oggetti, dotati di una funzione ludica primaria. Pompei, gioco, cultura ludica, set da gioco Insidiosorum si ludis bella latronum, gemmeus iste tibi miles et hostis erit Mart., 14, 18 The present work was developed within the frame of the ERC Locus Ludi project 1. It is, therefore, part of a wider investigation regarding Pompeian game-related material culture. Its goal is to reconstruct and map out the diffusion of game practices
The past few years have seen a renewed scholarly interest in the tesserae nummulariae, a class of... more The past few years have seen a renewed scholarly interest in the tesserae nummulariae, a class of objects whose function is still debated. Generally, scholars have focused their attention on the epigraphy of the tesserae, neglecting the archaeological data (when available). Two tesserae nummulariae from Pompeii represent an outstanding case to show the potentiality of a holistic approach to this kind of objects.
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Based on these premises, this contribution aims to focus on the spread of Roman board games in the military contexts of the province of Britannia, with particular attention to sites occupied by auxiliary troops (auxilia). The question arises as to whether their diffusion may have been part of the daily routine (or everyday life) through which the peregrini—that is, non-Romans—informally became accustomed to a new lifestyle and new habits