Papers by Leardo Mascanzoni
Omaggio a Mauro Bovoli, 2024
avuto un buon seguito di pubblico ed ha raccolto famigliari e amici di Bovoli insierne a studiosi... more avuto un buon seguito di pubblico ed ha raccolto famigliari e amici di Bovoli insierne a studiosi che si sono lunga- mente incrociati, nel corso degli anni, co1 suo lavoro. Il tirnbro è stato quello della rievocazione affettuosa e commossa, in primis dei famigliari e degli amici, e quello discorsivo degli studiosi che sinteticamente hanno fatto il punto sui suoi molteplici interessi scientifici e sulla "corrispondenza d'amorosi sensi" che, pur da lontano, sempre 1o legò a Lugo e al territorio della cosiddetta "Bassa Romagna" o più elegantemente, "Romagna estense", da cui quegli in- teressi scientifici germinarono in modo variegato ed eclettico ma sernpre immancabilmente genuino e generoso.

Verucchio-Rimini [A stampa in «Studi Romagnoli», LIV (2003), pp. 17-31 © dell'autore -Distribuito... more Verucchio-Rimini [A stampa in «Studi Romagnoli», LIV (2003), pp. 17-31 © dell'autore -Distribuito in formato digitale da "Reti Medievali"]. Esattamente vent'anni or sono, in occasione del XXXIV Convegno di "Studi Romagnoli", chiudevo il mio intervento sul vicariato di Santarcangelo nel Trecento con le seguenti parole di Giuseppe Castellani, studioso primo-novecentesco dei rapporti fra i Malatesti e la sua Santarcangelo, «Questo fenomeno di resistenza continua dei contadi alle città avviene in molti luoghi e fu oggetto anche di notevoli studi ai quali non sarebbe spregevole contributo un esame dei rapporti, abbastanza caratteristici, tra Santarcangelo e Rimini» 1 . Santarcangelo e Rimini, dunque, avrebbero intrattenuto dei rapporti «abbastanza caratteristici», quasi emblematici, sul piano della conflittualità fra città destinata a diventare dominante e territorio limitrofo; una costante, questa, della nostra storia urbana e dei rapporti città-campagna facilmente verificabile un po' dovunque per l'età medievale. Lo stesso discorso sarebbe applicabile, gli stessi rapporti «abbastanza caratteristici», per dirla col Castellani, sarebbero rinvenibili, sebbene con valenze in certo senso rovesciate rispetto a quanto detto per Santarcangelo, nella relazione plurisecolare che unì Rimini a Verucchio, un centro congiunto forse più di ogni altro al capoluogo e che in virtù di questi molteplici e solidi vincoli funge quasi per noi, se vogliamo ricorrere ad un'immagine, da sensibile sismografo della storia riminese di una parte non breve dell'età di mezzo; da cassa di risonanza di ampî fenomeni della storia generale riguardanti Rimini e che si diffusero tutt'intorno ad onde concentriche, per restare al linguaggio della metafora, di cui il castrum di Verucchio fu il primo, fedele rilevatore. Al punto che se noi oggi non conoscessimo il diagramma della vicenda storica riminese, grosso modo fra il XII ed il XV secolo, non incontreremmo soverchia difficoltà a ricostruirlo osservandone i picchi, per così dire, che ne sono rimasti nelle testimonianze narrative e nella documentazione pubblica concernente Verucchio. Ciò è potuto accadere forse per la posizione geografica di alto valore strategico del castrum di Verucchio, posto su di una torreggiante sommità, a quasi trecento metri sul livello del mare, sulle alture che dominano da destra il basso corso del Marecchia e le vie che da qui allora si inoltravano alla volta della Marca più interna e della Tuscia; o forse anche per essere stata ritenuta Verucchio ed esserlo tuttora, nella percezione media ed a riprova del suo rapporto privilegiato con Rimini, la "culla" dei Malatesti; una fama in parte, a quel che sembra, usurpata e consacrata a verità indubbia perché viaggiata sulle ali della Commedia dantesca ma che simboleggia e compendia, come meglio non si sarebbe potuto fare, questo legame quasi simbiotico con Rimini. È a Dante, infatti, restando per un poco a tale aspetto, che occorre far risalire la leggenda delle origini verucchiesi dei Malatesti quando nel XXVII canto dell'Inferno in una celebre terzina il poeta associa il grande capo guelfo Malatesta ed il figlio primogenito Malatestino nella comune origine verucchiese 2 . Egli è l'unico a fare ciò poiché documenti e cronache dell'epoca riferiscono la provenienza verucchiese solo a mastin vecchio, cioè a Malatesta da Verucchio, ma la forza della sua parola e la suggestione promanata dalla sua opera fecero sì che la maggior parte dei commentatori danteschi del Trecento, da Jacopo Alighieri all'Anonimo fiorentino, e, più tardi, degli eruditi di àmbito umanistico-rinascimentale accreditassero l'idea della origine
in "Atti e Memorie della Deputazione di Storia Patria per le province di Romagna", n.s., Vol. LXXII, a.a. 2022,, 2025
Misterioso, miracoloso, meraviglioso e simbolico nel culto iacobeo compostellano, in Medioevo 'misterioso'. Tra storia, archeologia, simboli e tradizioni, a cura di Paola Galetti, Piacenza, Scritture, 2024, pp. 37-58.

Recensione a M. BALARD, La Méditerranée medievale. Espaces, itinéraire, comptoirs, Paris, Editions A. et J. Picard, 2006, pp. 200 (Les Médiévistes francais, 6), in "Studi Medievali" 3a serie-anno XLIX, fasc. II-dicembre 2008, pp. 844-856. nel lieto fine; inoltre, pur mancando nel testo esaminato dialoghi e scena, sono presenti in esso... more nel lieto fine; inoltre, pur mancando nel testo esaminato dialoghi e scena, sono presenti in esso tutti quei tratti percepiti come tipici del concetto medievale di comico, che giustificano l'uso dell'aggettivo corrlc&s nel titolo delìa composizione. Una prova deÌla coÌTettezza di questa interpretazione è offerta dal ca[ne successivo, il Metruhl parhetnitLcttm ttuLgicum, componimento privo di qualsiasi elemento spettacolare, ma che rispecchia la definizione medievale di tragico. L'ordinamento della silloge sembra quindi rispondere ad una precisa volontà dell'autore, che intendeva reinventare il genere tragico e comico in una società in cui la scena era ancora assente. Con il suo intervento "Scena, attori e rappresentazione nelle prime commedie umanistiche" (pp.501-530) Paolo viti tenta di verificare sc 'lel Paulus di Pietro Vergerio e nelfa Cautelaria di Antonio Barzizza si possano "ritrovarc elementi che qualifichino lquesti testi] conre opere di teatro e in cosa possa esserc consjstita la loro scena e la loro azione" (p. 505). In entrambe Ie operc prese in esame il dìalogo, Ia vivacità di azione e il linguaggìo risultano essere sviluppati a tal punlo che la parola risulta in esse fondamentalc. Peftanto, il PauLus e la Cautelaria, in cu\ Vergerio e Barzizza Ìaanno ccrcato di inventare e di rielaborare senza dichiarazioni teoriche la loro idea di scena, segnano l'inizio del nuovo teatro umanistico. Con il contributo di Ludovica Radif "Cli attori exlraterresti di Rinuccio Aretino" (pp. 531-542) si rimane in ambito umanista: f intervento è dedicato alla tmduzionc in latino del Plato di Aristofane, approntata da Rinuccio Arctino nei primi anni del XV sec. In essa l'originale greco \icne rielaborato in modo talc da offrire un prodotto colto cd originale, frutto della nuova temperie cuÌturale del Quattrocento, in cui citazioni latine si tondono con la moralità cristiana ereditata dal dramma sacro. Corredato cla indici curati da Michael P. Bachmann, il volume offre punti di vista diversi e qualilicati suÌle piir svariate manifestazioni del teatro mcdievale ed umanistico in contcsti ed epoche diverse, for-nendo, fòrse per la prima volta, al lettore un giro d'o zzonte completo e originale sul problema del teatrc nel Medioelo. Perlanto, si tratta sicuramen te di unÌrpcra esauriente e meritoria, utile a gettare maggior luce sulla lexata quaestio che da seDrplc jl teatro medievale rapprescnta.
Prefazione a A. PASCUCCI, 2024

in "Rivista di storia della Chiesa in Italia", LV, n. 1, pp. 229-233, 2001
RECENSIONI 229 ingerenze esteme sempre più invadenti da parte dei nuovi poteri signoriti (deìla S... more RECENSIONI 229 ingerenze esteme sempre più invadenti da parte dei nuovi poteri signoriti (deìla Scala. da Carrara, da Este, da Collalto) cui si aggiunse più tardi l'istituto della commenda. Non mancarono tentativi di riforma anche ambiziosi da parte delle autorità ecclesiastiche (papi e vescovi) che però non ebbero il successo spemto. Il più importante fu quello di Benedetto XII che nel 1336 con la trlla detta Be edictina cercò di sotloporre ad un controllo sistematico tutto il variegato e frastagliato mondo del monachesimo tradizionale nero. ln realtà 1a vera rinascita verure dal basso e cominciò già in pieno Trecento ad opera di oÌivetani e camaldolesi che in sintonia con l'episcopato locale promossero la rinascita di numerosi monasteri. Ma fu all'inizio del Quattrocerto, da S. Giustina di Padova, che prese l'avvio un vero e proprio moyimento di riforma del monachesimo benedettino nero. Ne fu artehce il veneziano Ludovico Barbo che fu spinto dal successo conseguito in quel monastero a ripristinare l'osservanza benedenina anche in altre abbazie in crisi. Ne nacque con il sostegno dei pontefici una congregazione detta «de Observantia S. Iustinae de Padua>, fortemente acceltuata, che riuscì nel corso de] secolo ad aggregare e rilanciare la vita monastica in un gran numero delle maggiori abbazie della penisola. Erano una cinquantina (fra cui 11 neì Veneto) quando nel 1505 la congregazione incoqporò anche Montecassino. culla del monachesimo benedettino. Completa I'opera il contributo di F. CAVAZZANA RoMANELLT, Fondi monastici negli archivi veneti. I viaggt delle carte, p.201-215, quasi a sottolineare la funzione e il ruolo insostituibile della documentazione archivistica nel progresso della ricerca storica. Ciò è tanto più vero per gÌi archivi monastici considerato che essi contengono «documentazione di grande pregio, sovente Ia più antica in assoluto fla quelìa conservata presso i nostri istituti

Crusading Against Christians in the Middle Ages, 2024
ISBN 978 3-03l-47338 8 ISBN 978-3-03I-47339-5 (eBook) https: / / dol.org/ lO.LOOT /978'3-O3l-47 3... more ISBN 978 3-03l-47338 8 ISBN 978-3-03I-47339-5 (eBook) https: / / dol.org/ lO.LOOT /978'3-O3l-47 339-s @ Thc Editor(s) (ifapplicable) aDd The Author(s) 2024 This work is subject to copl,right. .{ll rights are solely and exclusiYcly lic€nsed by the Publishr:r, whedrcr the §holc or palt ofthc matenal is concem€d, spccificallv rhc righs ol transiation, rcprirting, reuse of illustrations, recitation, broadcasting, reproduction on microfilms orin any other phvsical way, and transmission orinformatioD storagc and retricval, electronic adaptation, computcr solÌu,are, or b), sirnilar or dissimilar methodology now knorvn or hereafter devcloped. The ùse ofgeneràl descriptive namcs, rcgistcred names, trademark, service mark, ctc. in this publication docs not irnply, evcn in thc abscncc ofa spccific statemcn!, tha(sùch rìemes are erempt fiom the r€levant protectivc larvs alld regulatious and thercforc fiee for gonctal use. The publishcr, the Alrthors, ald tie editors are salÈ to assume that drc advice arrd ilforrnarion in this book e bclieved to t€ truc and acculate at the datc of publication. Neither the publisher nor the auùors or the editors gil,e a wàrranty, expressed or implied, *ith respccl to the matcrial contaiflcd herein or for allv errors or omissions that may hàve been madc. The publishcr remaifls ncutral rvith rcgard to jurisdictional clainìs h published maps end insdtutional afnliations. Cover illustration: The delènders of Parma, displa.ving the s),mbol of the c«rss, rout the besieging army of Emperor Fredcrick II in 1248. From a f,curtecDth-century illuminated version of dìe Nova Cronica of Gior.alui Vllani, ms. Chigiano I-VIII 296, Bibiioteca Cover Credit: Ur(Ì» ColÌcction / Alamy Stock Photo This Palgave Macmillan imprint is published by th€ register€d compary Spriùger Naturc Switzcrland AG.

Voce "S. Agata sul Santerno (RA)", in "Repertorio degli statuti comunali emiliani e romagnoli (secc. XII-XVI), a cura di A. Vasina, II, Roma, Istituto storico italiano per il Medio evo, 1998 (Fonti per la storia dell'Italia medievale Subsidia 6**), pp. 91-98., 1998
Il cod. ms. orig. della raccolta statutaria organica, conservato nell'Archivio Storico Comunale d... more Il cod. ms. orig. della raccolta statutaria organica, conservato nell'Archivio Storico Comunale di S. Agata sul Santerno, è anepigrafo; il presumibile tit., ricavabile soltanto da una copia ms. settecentesca, è Statuto della Terra di Sant'Agata. Può essere quello orig., una sua trad. italiana o anche soltanto un tit. aggiunto posteriormente. La raccolta statutaria è datata al 1487; vi è poi una sua conferma da parte di Alfonso I, duca di Ferrara, nel 1506, mentre successive aggiunte si hanno fino al 1572. Di tale raccolta esiste, come detto, una copia ms., sempre presso l'Archivio Storico Comunale di S. Agata sul Santerno, risalente al 1758. L'àmbito di riferimento territoriale, ovviamente costituito da S. Agata sul Santerno e dalla sua giurisdizione territoriale, non è ricostruibile dal dettato statutario.
Presentazione di V. BRAVI, Donne in Consiglio comunale a Lugo, 2023
La norma e la memoria : studi per Augusto Vasina

Voce "Massa Lombarda", in "Repertorio degli statuti comunali emiliani e romagnoli (secc. XII-XVI), a cura di A. Vasina, II, Roma, Istituto storico italiano per il Medio evo, pp. 84-91, 1998
Il cod. ms. orig. della raccolta statutaria organica di Massa Lombarda, conservato nell'Archivio ... more Il cod. ms. orig. della raccolta statutaria organica di Massa Lombarda, conservato nell'Archivio Storico Comunale di Massa Lombarda, porta, sulla sopraccoperta del piatto anter., al centro, il tit. originale Statuta terre Masse Lombardorum…XI [i puntini di sospensione indicano la presenza di parole che, per l'evaporazione dell'inchiostro, non è più possibile leggere]. Il cod. ha anche un sottotit., posto sempre su detta sopraccoperta, in basso, entro un'etichetta di carta a righe orizzontali, vergato con scrittura mod.: Antico Statuto della Terra di Massa Lombarda con altri documenti importanti 1480-1578. La seconda delle due date è tracciata a matita da altra mano rispetto a quella che ha composto il sottotit. La raccolta statutaria è datata al 1480; vi è una conferma di Francesco d'Este, signore di Massa Lombarda, nel 1535; successive aggiunte si hanno fino al 1578; infine, gli statuti sono confermati da papa Clemente VIII nel 1598. L'ambito di riferimento territoriale che è, naturalmente, costituito da Massa Lombarda e dalla sua giurisdizione, non è ricostruibile attraverso il dettato statutario.

QUALCHE PAROLA SULLE RECENTI ALLUVIONI IN ROMAGNA, 2023
Questo tema, che oggi è cronaca ma che presto sarà storia, ritengo sia più che degno di entrare f... more Questo tema, che oggi è cronaca ma che presto sarà storia, ritengo sia più che degno di entrare fra le pagine di Academia. edu. Premetto subito che essendo un alluvionato che ha subito danni non indifferenti la mia voce potrebbe risultare troppo coinvolta e scarsamente lucida. Accetto questo rischio come prezzo pagato al dovere morale e civile di partecipare, di prendere parte. D'altro canto, sono anche uno storico di mestiere e questo mi illudo possa controbilanciare un po' in termini di razionalità l'inevitabile passione che l'essere stato coinvolto dagli avvenimenti può instillare nel mio parlare. La Romagna, la mia regione, è stata investita fra gli inizi e la metà del mese di maggio del 2023 da una di quelle che oggi si definiscono, nel discutibile linguaggio corrente dei mass-media, "bombe d'acqua". La violenza estrema del fenomeno, verificatosi prima sulla fascia montuosacollinare poi in pianura, ha portato ad un vero e proprio sfarinarsi di intere vallate appenniniche e a imponenti e furiose piene di tutti i fiumi (più che fiumi occorrebbe parlare di "torrenti") che a valle non sono più stati contenuti dagli argini e che hanno ripetutamente esondato confondendo le loro acque con quelle di una rete canalizzata pure scoppiata e col salire di acque putride e melmose da reti fognarie spesso collassate. E' onesto dire che in ogni modo sarebbe stato difficile per chiunque fermare l'impeto di un fenomeno abnorme presentatosi con 2 giorni di precipitazioni pari alla quantità di 8 mesi. E' però altrettanto onesto dire che una maggiore cura del territorio avrebbe forse contenuto l'impatto distruttivo del fenomeno. Una prima domanda: di chi la "colpa", se vogliamo usare questo termine di sapore biblico ed improprio che fiorisce con comprensibile ma non per questo condivisibile risentimento sulle bocche di non pochi degli abitanti coinvolti? Se c'è una colpa, questa è prima di tutto del cambiamento climatico, sebbene molti, nel bisogno umano di trovare dei capri espiatôri, si rivolgano in maniera sbrigativa e diretta ad entità facilmente raggiungibili e concrete come gli amministratori, non di rado addirittura minacciati nella loro incolumità. Anche gli amministratori, lo vedremo, hanno le loro colpe e non lievi ma la colpa prima-se vogliamo continuare a parlare in questi termini-non può che essere attribuita al cambiamento climatico che la scienza ci avverte da troppo tempo essere ormai decisamente in atto. Il clima sulla terra è sempre mutato sottoponendo le società umane a periodi più freddi o più caldi, con tutti i problemi a ciò connessi, ma mai, che si sappia, il clima è mutato con tanta rapidità. Chi è anziano ricorda molto bene (fatta anche la tara alle deformazioni e alle soggettività della memoria) che il clima meteorologico della sua gioventù non era assolutamente lo stesso di quello con cui dobbiamo convivere oggi. E il clima è cambiato e sta cambiando ponendoci sempre più di frequente di fronte a bruschi fenomeni di tropicalizzazione con lunghi periodi di siccità alternati a distruttive tempeste; ciò perché lo stile di vita e le inquinanti emissioni nell'atmosfera che tale stile di vita comporta sono impossibili da modificare (le raccolte differenziate del pattume non sono che palliativi) finchè dipendiamo da potentissimi e pervasivi interessi economici e finanziari ultracapitalistici e multinazionali, cui la politica è totalmente succube (specie in Occidente ma non solo), che ci dettano comportamenti innaturali e ci impongono esigenze assolutamente indotte e funzionali soltanto alla continua crescita del loro già mostruoso ed immorale fatturato. Questa, comunque la si voglia trattare o comunque la si voglia negare, come fanno purtoppo non irrilevanti espressioni politiche e culturali in Italia e nel mondo, è senza alcun dubbio la causa prima. La natura, umiliata e maltrattata, "si vendica", per così dire, e fa valere i suoi diritti di più forte sull'assai più debole uomo che, da parte sua, ha il grave torto di essersi ritenuto e di continuare a ritenersi arbitro e padrone della natura. Nulla di più profondamente e tragicamente stolto. Ma la colpa prima, o la responsabilità prima, non esclude responsabilità secondarie sì ma ben presenti. Le responsabilità secondarie sono dei politici e degli amministratori. Di coloro, cioè, che si sono passivamente adagiati, da decenni, su un modello culturale di sviluppo ultracapitalistico
L'ambiente negli statuti basso-medievali della Romagna "estense", 2023

Voce "Lugo", in "Repertorio degli statuti comunali emiliani e romagnoli (secc. XII-XVI), a cura di A. Vasina, II, Roma, Istituto storico italiano per il Medio evo, pp. 74-84,, 1998
Innanzitutto occorre precisare che non vi è un cod. ms. orig. della raccolta statutaria organica ... more Innanzitutto occorre precisare che non vi è un cod. ms. orig. della raccolta statutaria organica di Lugo. Quel che ci è giunto è un'ediz. a stampa del 1532, conservata presso la Biblioteca Comunale «F. Trisi» di Lugo, recante questo tit. orig.: Statutum oppidi Lugi (a c. 2r); di questi statuti è stata poi realizzata una ristampa del 1652 col tit. orig.: Statutorum Terrae Lugi (a c. 2r), anch'essa custodita presso la Biblioteca «F. Trisi» di Lugo. La cronologia redazionale della raccolta statutaria di Lugo è compresa tra gli aa. 1493 e 1520. L'edizione a stampa porta nel colophon, la data del 29 novembre 1532 (Impressum Ferrariae per Magistrum Franciscum Rubeum de Valentia. Anno a nativitate MDXXXII. Die vigesimonono Mensis Novembris); la data 1493 è nel front. dell'ediz. a stampa; quella del 1520 è nell'ultima c. (c. 66v). Vi è inoltre da considerare che la ristampa del 1652 comprende un decreto di Ercole II d'Este, duca di Ferrara, che in data X Kalendas ianuarii, cioè 23 dicembre 1534 (si noti che è la stessa data incontrata per un omologo decreto riguardante S. Agata sul Santerno), conferma gli statuti determinando, in caso di deficienza, il ricorso al diritto comune. Gli statuti di Lugo vennero indi confermati dal pontefice Clemente VIII nel 1598. L'ambito di riferimento territoriale, costituito da Lugo e dalla sua giurisdizione territoriale, è ricostruibile dal dettato statutario. La seconda rub. del quarto lib., definendo le zone affidate alla custodia dei saltuarii, precisa l'ambito territoriale che comprendeva le zone fino alle attuali S.
Maghinardo e i Pagani da Susinana, 2020

UNA TERRA ANTICA. PAESAGGI E INSEDIAMENTI NELLA ROMANIA DEI SECOLI V-XI, 2021
Le interazioni e le intersezioni sempre più strette fra fonti scritte e fonti materiali senza che... more Le interazioni e le intersezioni sempre più strette fra fonti scritte e fonti materiali senza che le prime abbiano una preminenza epistemologica sulle seconde, come si è a lungo erroneamente ritenuto, ma semmai con una piena parificazione fra le une e le altre sono ormai divenute un punto fermo metodologico della ricerca sul campo nella storia del territorio. Anzi, meglio, nella storia di un territorio. Questo è il criterio ispiratore dell'agile volumetto Una terra antica. Paesaggi e insediamenti nella Romania dei secoli V-XI curato da Paola Galetti ma scritto materialmente oltre che da lei da un certo numero di autori, per lo più giovani, e uscito presso la casa editrice fiorentina All'insegna del Giglio nel 2021 che oggi qui ci accingiamo a presentare. Qualcuno si potrebbe stupire che un libro uscito agli inizi del 2021 venga presentato ora, nel febbraio 2023, ma i tempi del sapere storiografico ed archeologico, e del sapere in genere, non sono quelli del rapido consumo editoriale rivolto a larghe platee e rispondono a logiche molto più lente, più elaborate, più complesse, diciamo pure più tormentate, così nella scrittura, frutto di graduali e metodiche acquisizioni e sedimentazioni, come nella divulgazione che risponde ben poco a logiche commerciali. Dunque all'espressione molto pregnante "Una terra antica" è affidato il titolo, cioè la primaria suggestione di richiamo, di questo libro. E qual è quella terra "antica" di cui ci parlano queste pagine? E' abbastanza intuitivo, essendo noi oggi radunati qui a Lugo, che quella terra è la Romagna, la Romania bizantina poi divenuta Romaniola e, gallicamente, Romandiola dal papato avignonese in poi ad indicare-il termine Romandiola-sì la Romagna nel suo complesso ma ancor più quella fetta nord-occidentale di Romagna dove ricade anche Lugo amministrata per più di un secolo e mezzo dagli Estensi. Lugo comunque, va detto subito, non rappresenta che una porzione di questo libro dedicato alle più recenti acquisizioni archeologiche registratesi negli ultimi anni su un campo vasto come quasi tutta l'area pianeggiante della nostra subregione ad opera di una squadra di giovani archeologi dell'Università di Bologna guidati dai colleghi Andrea Augenti e, appunto, Paola Galetti.
A. VASINA, I Walser di Rimella. Scritti 1990-2022, Varallo (Vercelli), 2022, pp. 11-22 (Centro Studi Walser Remmalju)

A banchetto con gli amici. Scritti per Massimo Montanari, 2021
I libri di Viella 397 Copyright © Viella N.B: Copia ad uso personale. È vietata la riproduzione (... more I libri di Viella 397 Copyright © Viella N.B: Copia ad uso personale. È vietata la riproduzione (totale o parziale) dell'opera con qualsiasi mezzo effettuata e la sua messa a disposizione di terzi, sia in forma gratuita sia a pagamento. Copyright © Viella N.B: Copia ad uso personale. È vietata la riproduzione (totale o parziale) dell'opera con qualsiasi mezzo effettuata e la sua messa a disposizione di terzi, sia in forma gratuita sia a pagamento. viella A banchetto con gli amici Scritti per Massimo Montanari a cura di Tiziana Lazzari e Francesca Pucci Donati Copyright © Viella N.B: Copia ad uso personale. È vietata la riproduzione (totale o parziale) dell'opera con qualsiasi mezzo effettuata e la sua messa a disposizione di terzi, sia in forma gratuita sia a pagamento. Copyright © Viella N.B: Copia ad uso personale. È vietata la riproduzione (totale o parziale) dell'opera con qualsiasi mezzo effettuata e la sua messa a disposizione di terzi, sia in forma gratuita sia a pagamento.
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