Teaching Documents by Tommy Colasanto
Il Volto della Madre , 2022
Quando pensiamo alla mamma, siamo portati a credere che il ruolo materno sia qualcosa di universa... more Quando pensiamo alla mamma, siamo portati a credere che il ruolo materno sia qualcosa di universale ed “eterno”; cioè che esso non cambi mai e si caratterizzi primariamente per delle caratteristiche “naturali”, come l’accudimento, il volere bene, il sacrificio…
Il Volto della madre, invece, cela molto di più. Analizzando alcune figure storico-letterarie di madri vedremo come la “madre” sintetizzi in sé forze simboliche e politiche potentissime. Capiremo di conseguenza che per cambiare il mondo, dobbiamo anche pensare – come società – a cambiare la nostra idea di “mamma”.
Sotto ‘l velame de li versi strani: Dante esoterico, 2022
Dante è il poeta italiano più letto al mondo, di sempre. Eppure, quasi ogni volta che qualcuno ap... more Dante è il poeta italiano più letto al mondo, di sempre. Eppure, quasi ogni volta che qualcuno apre la Commedia, vi trova qualcosa di nuovo.
Oggi non solo vogliamo provare a dire qualcosa di “nuovo” a proposito di Dante, ma anche qualcosa di misterioso, di oscuro. Per alcuni lettori danteschi, infatti, l’Alighieri avrebbe concepito la propria opera come un immenso e grandioso labirinto di segni, al cui centro si nasconderebbe un cuore di verità esoterica. Sta a noi oggi cercare di togliere il velo, almeno in parte, a questo segreto rimasto celato per centinaia d’anni…
Fama di vita: destino mortale e fama nella Commedia, 2021
Fama di vita: destino mortale e fama nella Commedia Leggendo l'Iliade, la sete di gloria e la fam... more Fama di vita: destino mortale e fama nella Commedia Leggendo l'Iliade, la sete di gloria e la fama appaiono come il sommo desiderio dell'uomo nobile, insieme all'onore. L'antichità classica, anche quella latina, riconosce nella fama l'unica chance data all'uomo mortale di vincere in qualche modo la morte,

Dante come maestro spirituale, 2021
Viviamo in un’epoca in cui nelle classifiche dei libri più venduti compaiono sempre manuali di au... more Viviamo in un’epoca in cui nelle classifiche dei libri più venduti compaiono sempre manuali di auto-realizzazione che proclamano ogni volta un modo diverso per potenziare le proprie qualità e superare le proprie paure. Purtroppo, questi libri sono quasi sempre delle mere operazioni commerciali che, sfruttando le ansie di un’umanità che fatica spesso a trovare un equilibro in un mondo sempre più liquido e veloce, propongono delle “ricette di felicità”, tanto facili quanto irrealistiche.
Manuela Racci, dopo anni spesi a insegnare Dante ai ragazzi delle superiori, confrontandosi con i loro desideri e con i loro bisogni, ha deciso di condensare la sua conoscenza di Dante Alighieri in un libro scritto nella forma di un romanzo-dialogo fra una nonna e la nipotina. Leggendolo si rimane però stupiti dello scopo ch’esso si propone: non vuol far conoscere meglio Dante, ma far capire come la Commedia possa diventare un “farmaco per l’anima” e Dante, quindi, un maestro spirituale. Un maestro che però non propina come un venditore di almanacchi facili ricette di self empowerment, ma che mira invece a penetrare l’essenza dell’uomo e a indicarci quello che dovrebbe essere il nostro scopo esistenziale: l’amore.
Così facendo, Dante ci insegna anche che molte di quelle cose che siamo soliti ritenere fondamentali, come la fama e la celebrità, non sono che ostacoli sulla via platonica dell’amore e della vera realizzazione di sé.

La poesia e il mistero della Divina Commedia, 2021
La poesia e il mistero della Divina Commedia Alla tua infinita delicatezza e sensibilità; per la ... more La poesia e il mistero della Divina Commedia Alla tua infinita delicatezza e sensibilità; per la nostra profonda e intensa amicizia e ai nostri futuri traguardi, per i quali gioiremo insieme. Ti voglio tanto bene, sei una persona davvero speciale. Con immenso affetto e stima e con tutta la mia anima, per il mio prezioso e dolce Francesco, il tuo Tommy
Dante Alighieri è considerato il Poeta, la sua Commedia la principale opera della letteratura italiana e forse mondiale. Di letture critiche ne esistono a centinaia, alcune che ne analizzano il valore poetico, altre quello morale, altre che ne evidenziano la forza drammatica.
La Commedia, insomma, è un tesoro da cui molti hanno attinto, sul cui messaggio molti hanno discusso. In primis, la Commedia è stata spesso un’ossessione per gli altri poeti, come nel caso di cui parleremo oggi. Giovanni Pascoli dedicò infatti all’opera dantesca delle voluminose opere critiche, che furono i frutti più importanti del suo incarico di professore universitario di Letteratura italiana. Al contempo, anche i filosofi hanno spesso interrogato la Commedia, come nel caso di Carlo Sini.
Giovanni Pascoli e Carlo Sini, due intellettuali per i quali Dante non ha mai smesso di rappresentare un mistero da decifrare, ma disvelare la luce di cui è costituita la sua poesia.
All Men Need is Love, 2021
Amare per essere liberi. Liberi per potersi amare.
Gli amori e le identità LGBT hanno faticato m... more Amare per essere liberi. Liberi per potersi amare.
Gli amori e le identità LGBT hanno faticato molto – e ancora faticano – per rivendicare il loro diritto a esistere. Scoprire che si è “diversi” durante l’adolescenza, è spesso traumatico e obbliga a scontrarsi con i dispositivi e le idee più retrograde della società in cui si vive.
Due scrittori americani, autori di due classici sul tema, More Happy Than Not di Adam Silvera e Aristotle and Dante Discover the Secrets of the Universe di Benjamin Alire Sáenz, ci accompagneranno con grande sensibilità a scoprire le difficoltà, ma anche la recondita e fulgente bellezza, dell’educazione sentimentale delle giovani generazioni a cavallo del millennio.
Della bellezza che salva (?), 2020
Dostoevskij, nell’Idiota, fa esclamare al principe Miškin: “La bellezza salverà il mondo!”. Quest... more Dostoevskij, nell’Idiota, fa esclamare al principe Miškin: “La bellezza salverà il mondo!”. Questa frase è ancor oggi citata infinite volte, al punto che ci scordiamo quasi sempre il contesto originale di queste parole. Esse, infatti, hanno un significato ambiguo: non è infatti chiaro cosa il principe voglia dire. La bellezza viene sì indicata come salvifica, ma non si precisa come e in che modo essa agisca in tal senso? E da cosa la bellezza, da sola, può trarci in salvo? E perché proprio lei?
Gettare un po’ di luce su queste questioni fondamentali sarà lo scopo della nostra conferenza. Ancora una volta, cercheremo di far dialogare il pensiero antico – analizzando la teoria estetica di Tommaso d’Aquino – con la riflessione filosofica moderna, in particolare le divergenti tesi di Cvetan Todorov e di Emanuele Severino.

L’uscita dalla religione secondo Marcel Gauchet, 2020
A partire dei lavori pionieristici di Durkheim e Weber all’inizio del ‘900, la religione è un tem... more A partire dei lavori pionieristici di Durkheim e Weber all’inizio del ‘900, la religione è un tema di riflessione fondamentale degli studi sulla società e sulla politica.
Lo scopo principale dell’opera del filosofo francese Marcel Gauchet, nato nel 1947 e tutt’ora in attività, è quello di criticare l’analisi marxiana secondo la quale la religione sarebbe una mera sovrastruttura che dipende in toto dal sottostante economico.
Per Gauchet, al contrario, la religione è la struttura fondamentale delle società umane.
In tal senso, la cifra caratteristica dell’Occidente contemporaneo è quella di essere la prima civiltà a essere uscita dalla religione, a essere cioè perfettamente secolarizzata.
La conferenza cercherà di rendere conto della complessità del concetto, la cui comprensione è però necessaria per capire le dinamiche politiche del nostro tempo.

Femminismo è libertà, 2021
“Sono solo donne insoddisfatte”, “uomini mancati”, “delle pazze isteriche e invidiose!”, “nazi-fe... more “Sono solo donne insoddisfatte”, “uomini mancati”, “delle pazze isteriche e invidiose!”, “nazi-femministe!”. Questi sono solo alcuni degli stereotipi antifemministi che si possono sentire in giro o leggere sui social, e ve ne sono di ben più offensivi e volgari.
Perché il femminismo si attira così tanto odio? Ciò dipende certo dal fatto che chi trae giovamento dalla società patriarcale identifica nel femminismo il nemico che attenta ai propri privilegi.
Ma l’acredine nei confronti del femminismo si fonda anche sulla falsa credenza di ritenere la lotta contro il sessismo una battaglia esclusiva delle donne, che mira a togliere qualcosa agli uomini per darlo alle donne.
Non è così… Il femminismo autentico è anzi una filosofia della libertà e una prassi della liberazione che mira a rendere tutti più liberi e felici, non solo le donne.
In altre parole, il femminismo è libertà!

Grande il male, ma più potente è il bene Un percorso intorno al problema del male fra Antichità e pensiero contemporaneo, 2020
Quante volte abbiamo pensato, di fronte ai crimini più efferati, alle più immonde violenze, che l... more Quante volte abbiamo pensato, di fronte ai crimini più efferati, alle più immonde violenze, che l’uomo faceva schifo? Quante volte abbiamo pensato che, se l’uomo è stato capace di Aushwitz, allora vuol dire che in lui abita qualcosa di orrendo, di corrotto?
Pensando queste cose, vi siete interrogati circa il problema del male.
Vi siete così uniti a una folta schiera di filosofi e letterati che, come noi, prima sono rimasti senza parole e fiato di fronte al lato oscuro dell’uomo. Però, la loro grandezza si è poi vista nel coraggio col quale hanno provato a rispondere anche alle domande più difficili e destabilizzanti, per dimostrare al mondo che l’intelligenza non conosce confini e può offrire una risposta – e così, forse, un rimedio – anche alle pulsioni umane più terribili.
Parleremo quindi del male, in un viaggio che dall’Antichità, con Sant’Agostino, approderà a pensatori moderni e contemporanei, che però non hanno mai smesso di porsi le stesse domande degli uomini di secoli fa.
Filosofia del bacio: si intitola così un interessante saggio dell’attore e filosofo Franco Ricord... more Filosofia del bacio: si intitola così un interessante saggio dell’attore e filosofo Franco Ricordi, pubblicato nel 2013. Certo, sulle prime si potrebbe rimanere interdetti: che cosa avrebbe mai a che fare la filosofia, una forma di sapere apparentemente astratta e speculativa, con la vivida concretezza passionale racchiusa in un bacio?
Per dimostrare, al di là di ogni dubbio, la connessione esistente tra bacio e filosofia, Ricordi analizza non solo la “quintessenza” del bacio, ma i modi in cui esso è stato rappresentato nei secoli dalla cultura occidentale, spingendosi alla ricerca di quella che egli definisce un’eti¬ca del bacio, che lungo le pagine di Ricordi, emerge come un vero e proprio atto di libertà nell’essere.
Achille Lauro è certamente un artista che infrange gli schemi, un cantautore eccentrico e anticon... more Achille Lauro è certamente un artista che infrange gli schemi, un cantautore eccentrico e anticonformista, che sfida anche gli stereotipi di genere. È un individuo che unisce vita e arte, che ha scelto di diventare un personaggio inimitabile, capace di fare della propria vita una sorpresa continua e di impiegarla per raggiungere soldi, successo e fama.
Su una cosa non si è però allontanato dalla tradizione: come tutti gli autori di canzoni, Achille Lauro parla spesso di amore. Ma anche qui, ne parla in un modo molto poco convenzionale.
Quale idea di amore propone allora Achille Lauro? e quali insidie essa nasconde?
Rispondendo a queste domande, capiremo anche che la vera filosofia non è una disciplina astrusa, ma che serve invece a comprendere la nostra realtà quotidiana, anche ad ascoltare in maniera più profonda le canzoni che sentiamo quotidianamente.

Nel nostro immaginario, l’amore è ciò che permette all’uomo di uscire dalla prigione dell'Io soli... more Nel nostro immaginario, l’amore è ciò che permette all’uomo di uscire dalla prigione dell'Io solipsistico rinchiuso nel proprio narcisismo. È però difficile rimediare a tale chiusura, che troppo spesso impedisce agli uomini di aprirsi all'alterità e di vivere un sentimento che favorisca il dispiegamento della propria personalità insieme a quella dell’amato. Al contrario, molte volte ci lasciamo abitare da sentimenti che scambiamo per amore, ma che in verità sono l’esatta negazione del vero amore: senso del possesso, gelosia, violenza.
Serve dunque fare chiarezza, innanzitutto, su cosa l’amore sia nel suo senso più profondo; dobbiamo cioè disvelarne l’essenza. Ci avvarremo in tal senso dell’aiuto di due grandi pensatori del passato, Agostino d’Ippona e Tommaso d’Aquino, coadiuvati da una grandissima filosofa del Novecento, Hannah Arendt. Le loro potenti riflessioni ci aiuteranno a distinguere la vera via dell’amore, dove tutto è dono, gratuità e bellezza.
Presentazione
Siamo circondati da discorsi e riferimenti all’eros. I media parlano regolarmente ... more Presentazione
Siamo circondati da discorsi e riferimenti all’eros. I media parlano regolarmente di eros ed erotismo e non si capisce bene quale rapporto questo abbia con l’amore: identità, analogia? Un po’ naturalmente siamo portati a pensare che l’eros sia l’equivalente greco dell’amore romantico e passionale.
Freud e Platone ci aiuteranno a problematizzare questo rapporto, a capire che l’eros, nella storia del pensiero occidentale, ha avuto un ruolo centrale, analizzando il quale capiremo come l’Antichità e la nostra Modernità, al tempo stesso, condividono alcune categorie fondamentali, pur rimanendo distantissime nel modo che di concepire l’uomo.
Presentazione
Si enuncia spesso l’importanza della cultura classica, ma raramente vi sono occasi... more Presentazione
Si enuncia spesso l’importanza della cultura classica, ma raramente vi sono occasioni per toccare con mano quanto la lettura dei classici possa insegnarci molto, a noi, oggi.
In tal senso, per lo psicoanalista francese Jacques Lacan, il Simposio di Platone offre una interpretazione estremamente attuale del rapporto fra amore e desiderio. Sono questi due termini inconciliabili o la ragione può scovare la loro armonia?
Nella nostra conferenza ritracceremo la lettura lacaniana del Simposio, in cui ciascun convitato esprime la propria concezione del sentimento amoroso, fino ad arrivare all’irruzione di Alcibiade ubriaco che scombussola tutto, in primis le certezze di Socrate.
Amare non è facile neppure per i filosofi.

La fragilità umana, una virtù a volte dimenticata, 2020
esprimono diversi volti dell'interiorità umana. Le Confessiones di Agostino sono una delle opere ... more esprimono diversi volti dell'interiorità umana. Le Confessiones di Agostino sono una delle opere maggiormente intrise di lacrime dell'intera letteratura mondiale. Dopo le riflessioni del filosofo stoico Lucio Anneo Seneca, è Aurelio Agostino, attraverso la sua peculiare opera, ad aver riportato la riflessione sull'interiorità umana all'interno del panorama filosofico. Per tale ragione Agostino, dopo la speculazione stoica di Seneca, può ritenersi a tutti gli effetti, nell'antichità, l'altro grande filosofo dell'interiorità. Le Confessiones sono la prima opera psicologica e autobiografica della letteratura latina e della letteratura mondiale nella quale ritroviamo nome, cognome e dati anagrafici dell'autore Aurelio Agostino, nato a Tagaste in Numidia, l'attuale Algeria. Nella sua opera, Agostino si pone davanti a uno specchio, mettendo a nudo la sua anima e scandagliando la propria interiorità; e lo fa in modo estremamente dettagliato, impietoso e senza alcuno sconto per le proprie fragilità. Agostino ci parla di un essere umano: sé stesso, il Grande Filosofo, in grado di trasformare la propria fragilità e sofferenza, il proprio dolore di padre per la perdita del figlio Adeodato, quello che aveva ricevuto da Dio. Agostino, infatti, appartiene a quei genitori che la letteratura, la filosofia e la psicologia definiscono amputati, per il fatto di aver perduto i propri figli. Ma Agostino aveva anche perduto la donna amata, che non era una meretrice, come a volte ancora si dice, bensì una vergine consacrata della quale non ci è pervenuto il nome, come ha dimostrato padre Vittorino Grossi, uno dei più importanti studiosi del santo d'Ippona. Nell'amore verso l'umanità, come afferma Giovanni Reale, "Agostino ha consegnato all'orizzonte della filosofia occidentale l'undicesimo comandamento, ovvero, ama l'Amore perché in ultima istanza la vera cifra germinativa che l'essere umano possiede è l'amore, infatti, Agostino nella Confessiones così dice: "il mio peso è il mio amore, esso mi porta dovunque mi porto". Amare trasforma la finitezza umana, che ogni uomo porta con sé dal momento della nascita, facendo dell'amore uno strumento per superare la finitudine umana trasformandola in immortalità. Il vero valore dell'uomo, la consistenza dell'uomo è data dal peso del suo amore, così come dal suo amore viene determinato il suo destino terreno e ultraterreno. In questa prospettiva, ben si comprende l'esortazione conclusiva di Agostino: ama e fa' ciò che vuoi, l'Amore è tutto.

La libertà di essere imperfetti; la bellezza di essere fragili. Disabilità è una parola, e le par... more La libertà di essere imperfetti; la bellezza di essere fragili. Disabilità è una parola, e le parole esprimono concetti. E come ogni concetto, la parola disabile ha un valore che dipende dall'interlocutore. In altre parole, siamo noi-e soprattutto la nostra società-che dobbiamo dare un senso alla parola disabile. Per lungo tempo la disabilità è stata considerata una diversità antropologica, dunque rifiutata, emarginata, discriminata per secoli, e quindi esclusa dalla società. Il disabile era il diverso per eccellenza… ma non uno straniero, ma colui che era diverso dentro la società, non un barbaro, ma nato nella polis come qualsiasi altro concittadino. Il disabile era colui che mostrava particolarità fisiche e psicologiche che davano però fastidio, perché mostravano un'umanità che le società non volevano accettare. Nel quarto secolo a.C. Platone affermava che il compito della giustizia e della medicina era quello di curare i cittadini… sani nel corpo e nello spirito! Nella Repubblica il filosofo sosteneva che: "Conviene che gli uomini migliori si accoppino con le donne migliori il più spesso possibile e che, al contrario, i peggiori si uniscano con le peggiori, meno che si può. E se si vuole che il gregge sia veramente di razza occorre che i nati dai primi vengano allevati. Non invece quelli degli altri". Il suo discepolo Aristotele auspicava poi la necessità di una legge che impedisse ai bambini deformi di sopravvivere in quanto inutili allo stato. Diversa era la posizione degli ateniesi, che provavano un sentimento di compassione nei confronti dei concittadini disabili. Tale sentimento ricorre anche a livello legislativo-giudiziario: infatti una legge di Solone prevedeva che chi, a causa della propria invalidità, non potesse svolgere una professione con cui mantenersi e non disponesse di un patrimonio di almeno due mine (antica moneta greca), avesse diritto a un sussidio da parte della polis. La civiltà romana ereditò da quella greca il culto del bello e del corpo perfetto, dei belloni statuari completamente da ammirare nudi, da tenere "pronti all'uso" come amanti di consoli, mogli di consoli, pretori, imperatori, prefetti, mogli di imperatori, da utilizzare come camerieri di palazzo, come abbellimenti di corridoi di palazzi e porticati, e di conseguenza l'approccio nei confronti della disabilità non era molto differente da quello spartano. Infatti, nella legge delle "Dodici tavole" veniva codificata la soppressione del neonato deforme da parte dello stesso padre. Ogni nuovo nato subiva poi il rito dell'innalzamento al cielo, che indicava il fatto di essere stato accolto dalla famiglia, diventando così cittadino romano. In pratica, subito dopo il parto, il bambino era portato al pater familias che, constatata la sua integrità fisica, lo sollevava presentandolo agli dèi. Se questo non avveniva, l'infante subiva l'esposizione, ossia veniva abbandonato in mezzo a un cumulo di immondizia e lasciato morire, oppure veniva gettato dalla rupe Tarpea (la parete rocciosa posta sul lato meridionale del Campidoglio a Roma, dalla quale venivano buttati anche i traditori condannati a morte). Come detto all'inizio dell' intervento, "disabile" è una parola. Penso sia dunque importante compiere un'analisi etimologica. È semplice: disabile vuol dire "non abile", "inabile". È una parola che appartiene al campo semantico della

Assurdo, suicidio e solidarietà umana in Leopardi e Camus Il presente elaborato si propone di app... more Assurdo, suicidio e solidarietà umana in Leopardi e Camus Il presente elaborato si propone di approfondire una suggestione nata dalla lettura ravvicinata di alcune opere di Giacomo Leopardi e Albert Camus, ovvero un'affinità di visione nel proporre una soluzione all'infelicità umana e nell'affrontare il tema del suicidio. Prima di prendere in esame i testi, sono necessarie alcune precisazioni preliminari. Innanzi tutto, la finalità di questo lavoro non vuole certamente essere quella di ipotizzare o sostenere un influsso certo e diretto della poetica leopardiana sull'opera di Camus. Di tale influsso, infatti, non vi è nessuna testimonianza certa; l'intervista condotta da Giovanni Battista Angioletti a Camus nella trasmissione radiofonica "L'Approdo", citata da Irene Beccarini nel suo articolo Leopardi e Camus: il tempo dell'amicizia 1 per la rivista on-line «Dialeghestai», nella quale il pensatore francese avrebbe dichiarato un rapporto di fratellanza intellettuale con Leopardi, non ha infatti trovato nella mia ricerca nessun riscontro bibliografico. In secondo luogo, la presente ricerca, non vuole in alcun modo sottovalutare l'ampiezza della distanza tra i due, ampiezza che è tale da richiedere, da parte di chi volesse affrontare uno studio comparativo più completo, di allargare il campo d'analisi alla totalità della produzione sia dell'uno che dell'altro. Ciò che qui ci si propone è, in maniera ben più circoscritta, di prendere in esame alcune opere in cui queste tematiche emergono in maniera particolarmente significativa, e presentano assonanze più evidenti. Si tratta, in particolare, per quanto riguarda Leopardi, del Dialogo di Plotino e Porfirio, contenuto nelle Operette morali, de La ginestra e di alcuni riferimenti allo Zibaldone. Tra le opere camusiane, invece, verranno specialmente prese in considerazione Il mito di Sisifo e La peste. Da quanto detto dunque il presente studio aderisce al primo modello di sovranazionalità tra quelli teorizzati da Claudio Guillén in L'uno e il Molteplice ; la relazione genetica tra i due, lo si è già detto, non è provata concretamente ma potrebbe pur sempre essere facilmente ipotizzata: che Camus non si sia confrontato con Leopardi, sebbene il suo nome non si trovi nei Taccuini dell'autore, non sembra essere possibile. 1. Silenzio e assurdo All'inizio del Dialogo di Plotino e Porfirio 2 , dopo varie sollecitazioni, Porfirio confessa a Plotino l'intenzione di uccidersi, accettando di parlarne con l'amico: Se ti piace che noi ci ponghiamo a ragionare sopra questa materia; benché l'animo mio ci ripugna molto, perché queste tali deliberazioni pare che si compiacciano di un silenzio altissimo, e che la mente in così fatti pensieri ami di essere solitaria e ristretta in se medesima più che mai. 3 Questo silenzio altissimo si ritrova frequentemente in Leopardi come necessario preludio agli eventi assoluti. Si pensi a «quello infinito silenzio» 4 che ne L'infinito accompagna il rivelarsi dell'essere e dell'eterno, oppure al silenzio 1 Irene Beccarini, Leopardi e Camus: il tempo ultimo dell'amicizia, in «Dialegesthai. Rivista telematica di filosofia» [in linea], anno 15, disponibile su

Tommy Colasanto, 2013
La fiducia costituisce un castello di sabbia, difficile da costruire ed altrettanto facile da dis... more La fiducia costituisce un castello di sabbia, difficile da costruire ed altrettanto facile da distruggere. Questo avviene, nel medesimo modo e con qualsiasi sentimento che alberga in esso, nell'animo umano. La sabbia è l'allegoria della fragilità e trova il suo fondamento in ogni rapporto umano: ogni piccolo granello simboleggia un piccolo gesto compiuto dall'uomo per innalzare un imponente maniero, una costruzione che spesso richiede molta cura per rinforzare la roccaforte. Per questo è necessario forgiarla, radicandone le fondamenta in modo saldo, con calma, pazienza e meticolosità: il primo piano, il secondo, le torri. Dopo aver ultimato la sua costruzione, gli rivolgiamo uno sguardo colmo di rispetto e dedizione, non volendogli in alcun modo arrecare danno. Passando ora ad analizzare l'ambiente nel quale edifichiamo il castello di sabbia: esso sorge su una spiaggia, con un mare tranquillo, perché diverrebbe difficile crearlo se vi è in noi un mare in burrasca, ma scegliamo di costruirlo lontano dal mare, perché abbiamo paura che con l'arrivo di un'onda anomala, possa infrangersi, sgretolarsi, causando il suo dissolvimento dinanzi ai nostri occhi ancora increduli. Questo può accadere nonostante gli innumerevoli sforzi operati dall'uomo, che avevano comportato in lui una notevole fatica, impegno, dedizione ed abnegazione nella sua costruzione. Una volta che la sabbia è entrata in collisione con l'onda anomala, non la si può subito utilizzare, è necessario che il calore sprigionato dalla luce solare l'accarezzi, asciugandola e rassicurandola con l'emanazione dei suoi caldi raggi, permettendole così, dopo la cocente delusione da lei ricevuta, di ritornare a costruire nuovi castelli ancora più belli e saldi, nella consapevolezza che essi, però, data la precarietà alla quale il mare con le sue onde potrebbe nuovamente esporli, assume un tale rischio pur di adornare con la bellezza del suo castello quel mare. Questo è il significato ultimativo della fiducia: accettare la precarietà causata dalla presenza del mare, che non sottrae la nostra esistenza ai suoi movimenti ondivaghi, non rinunciare a ricostruire continuamente la fiducia perduta, compiendo così una continua scommessa sulla vita e sull'umanità fragile.

Tommy Colasanto, 2013
Un limite è ancora qualcosa di inesplorato in noi, un coraggioso viaggio da compiere, qualcosa de... more Un limite è ancora qualcosa di inesplorato in noi, un coraggioso viaggio da compiere, qualcosa del quale non siamo ancora a conoscenza. Gli Dei imposero come limite del mondo umano le colonne d'Ercole: "Io e' compagni eravam vecchi e tardi quando venimmo a quella foce stretta dov'Ercule segnò li suoi riguardi, acciò che l'uom più oltre non si metta: dalla man destra mi lasciai Sibilia, dall'altra già m'avea lasciata Setta". Forse non conoscevano altro? O avevano paura di scoprirlo? Vi chiederete forse quali siano le colonne d'Ercole che l'uomo dovrebbe superare oggi? Sono le nostre menti, che il più delle volte si trovano ad essere già inculcate da parametri precostituiti. La vita può essere raffigurata attraversoun gran cubo di Rubik, il quale rappresenta le sue mille sfaccettature, le miriadi di possibilità che l'uomo vede aprirsi dinanzi a sé, manifestando una perfezione stantia. La vita è una scelta, arriva un punto nel quale è necessario scegliere per il bene di sé e dell'altro da sé, se rimanere nell'immobilità di una comoda e placida perfezione, facendo così giacere il cubo nel suo iniziale stato di perfezione o assumersi l'umana responsabilità della vita, che nel suo umano divenire porta con sé il rischio connaturato all'umana natura di uno stato d'imperfezione iniziale, accettando così la vita del gioco, che altro non è che il venir gettato dell'uomo nel gran gioco della vita. Uomini, dunque, fate il vostro gioco, scegliendo con senno, ben ponderando su cosa puntare l'unica mance della vostra irripetibile ed unica esistenza, che, a volte, potrà apparirvi disordinata, caotica, ma, ruotando continuamente il cubo in ogni sfaccettatura, diviene sempre più evidente ogni realtà che sembra passivamente subire il lento fluire del divenire caotico della vita. Scompigliando il cubo, tuttavia, girandolo e rigirandolo, ogni colore troverà la sua giusta collocazione, donando una forma
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Teaching Documents by Tommy Colasanto
Il Volto della madre, invece, cela molto di più. Analizzando alcune figure storico-letterarie di madri vedremo come la “madre” sintetizzi in sé forze simboliche e politiche potentissime. Capiremo di conseguenza che per cambiare il mondo, dobbiamo anche pensare – come società – a cambiare la nostra idea di “mamma”.
Oggi non solo vogliamo provare a dire qualcosa di “nuovo” a proposito di Dante, ma anche qualcosa di misterioso, di oscuro. Per alcuni lettori danteschi, infatti, l’Alighieri avrebbe concepito la propria opera come un immenso e grandioso labirinto di segni, al cui centro si nasconderebbe un cuore di verità esoterica. Sta a noi oggi cercare di togliere il velo, almeno in parte, a questo segreto rimasto celato per centinaia d’anni…
Manuela Racci, dopo anni spesi a insegnare Dante ai ragazzi delle superiori, confrontandosi con i loro desideri e con i loro bisogni, ha deciso di condensare la sua conoscenza di Dante Alighieri in un libro scritto nella forma di un romanzo-dialogo fra una nonna e la nipotina. Leggendolo si rimane però stupiti dello scopo ch’esso si propone: non vuol far conoscere meglio Dante, ma far capire come la Commedia possa diventare un “farmaco per l’anima” e Dante, quindi, un maestro spirituale. Un maestro che però non propina come un venditore di almanacchi facili ricette di self empowerment, ma che mira invece a penetrare l’essenza dell’uomo e a indicarci quello che dovrebbe essere il nostro scopo esistenziale: l’amore.
Così facendo, Dante ci insegna anche che molte di quelle cose che siamo soliti ritenere fondamentali, come la fama e la celebrità, non sono che ostacoli sulla via platonica dell’amore e della vera realizzazione di sé.
Dante Alighieri è considerato il Poeta, la sua Commedia la principale opera della letteratura italiana e forse mondiale. Di letture critiche ne esistono a centinaia, alcune che ne analizzano il valore poetico, altre quello morale, altre che ne evidenziano la forza drammatica.
La Commedia, insomma, è un tesoro da cui molti hanno attinto, sul cui messaggio molti hanno discusso. In primis, la Commedia è stata spesso un’ossessione per gli altri poeti, come nel caso di cui parleremo oggi. Giovanni Pascoli dedicò infatti all’opera dantesca delle voluminose opere critiche, che furono i frutti più importanti del suo incarico di professore universitario di Letteratura italiana. Al contempo, anche i filosofi hanno spesso interrogato la Commedia, come nel caso di Carlo Sini.
Giovanni Pascoli e Carlo Sini, due intellettuali per i quali Dante non ha mai smesso di rappresentare un mistero da decifrare, ma disvelare la luce di cui è costituita la sua poesia.
Gli amori e le identità LGBT hanno faticato molto – e ancora faticano – per rivendicare il loro diritto a esistere. Scoprire che si è “diversi” durante l’adolescenza, è spesso traumatico e obbliga a scontrarsi con i dispositivi e le idee più retrograde della società in cui si vive.
Due scrittori americani, autori di due classici sul tema, More Happy Than Not di Adam Silvera e Aristotle and Dante Discover the Secrets of the Universe di Benjamin Alire Sáenz, ci accompagneranno con grande sensibilità a scoprire le difficoltà, ma anche la recondita e fulgente bellezza, dell’educazione sentimentale delle giovani generazioni a cavallo del millennio.
Gettare un po’ di luce su queste questioni fondamentali sarà lo scopo della nostra conferenza. Ancora una volta, cercheremo di far dialogare il pensiero antico – analizzando la teoria estetica di Tommaso d’Aquino – con la riflessione filosofica moderna, in particolare le divergenti tesi di Cvetan Todorov e di Emanuele Severino.
Lo scopo principale dell’opera del filosofo francese Marcel Gauchet, nato nel 1947 e tutt’ora in attività, è quello di criticare l’analisi marxiana secondo la quale la religione sarebbe una mera sovrastruttura che dipende in toto dal sottostante economico.
Per Gauchet, al contrario, la religione è la struttura fondamentale delle società umane.
In tal senso, la cifra caratteristica dell’Occidente contemporaneo è quella di essere la prima civiltà a essere uscita dalla religione, a essere cioè perfettamente secolarizzata.
La conferenza cercherà di rendere conto della complessità del concetto, la cui comprensione è però necessaria per capire le dinamiche politiche del nostro tempo.
Perché il femminismo si attira così tanto odio? Ciò dipende certo dal fatto che chi trae giovamento dalla società patriarcale identifica nel femminismo il nemico che attenta ai propri privilegi.
Ma l’acredine nei confronti del femminismo si fonda anche sulla falsa credenza di ritenere la lotta contro il sessismo una battaglia esclusiva delle donne, che mira a togliere qualcosa agli uomini per darlo alle donne.
Non è così… Il femminismo autentico è anzi una filosofia della libertà e una prassi della liberazione che mira a rendere tutti più liberi e felici, non solo le donne.
In altre parole, il femminismo è libertà!
Pensando queste cose, vi siete interrogati circa il problema del male.
Vi siete così uniti a una folta schiera di filosofi e letterati che, come noi, prima sono rimasti senza parole e fiato di fronte al lato oscuro dell’uomo. Però, la loro grandezza si è poi vista nel coraggio col quale hanno provato a rispondere anche alle domande più difficili e destabilizzanti, per dimostrare al mondo che l’intelligenza non conosce confini e può offrire una risposta – e così, forse, un rimedio – anche alle pulsioni umane più terribili.
Parleremo quindi del male, in un viaggio che dall’Antichità, con Sant’Agostino, approderà a pensatori moderni e contemporanei, che però non hanno mai smesso di porsi le stesse domande degli uomini di secoli fa.
Per dimostrare, al di là di ogni dubbio, la connessione esistente tra bacio e filosofia, Ricordi analizza non solo la “quintessenza” del bacio, ma i modi in cui esso è stato rappresentato nei secoli dalla cultura occidentale, spingendosi alla ricerca di quella che egli definisce un’eti¬ca del bacio, che lungo le pagine di Ricordi, emerge come un vero e proprio atto di libertà nell’essere.
Su una cosa non si è però allontanato dalla tradizione: come tutti gli autori di canzoni, Achille Lauro parla spesso di amore. Ma anche qui, ne parla in un modo molto poco convenzionale.
Quale idea di amore propone allora Achille Lauro? e quali insidie essa nasconde?
Rispondendo a queste domande, capiremo anche che la vera filosofia non è una disciplina astrusa, ma che serve invece a comprendere la nostra realtà quotidiana, anche ad ascoltare in maniera più profonda le canzoni che sentiamo quotidianamente.
Serve dunque fare chiarezza, innanzitutto, su cosa l’amore sia nel suo senso più profondo; dobbiamo cioè disvelarne l’essenza. Ci avvarremo in tal senso dell’aiuto di due grandi pensatori del passato, Agostino d’Ippona e Tommaso d’Aquino, coadiuvati da una grandissima filosofa del Novecento, Hannah Arendt. Le loro potenti riflessioni ci aiuteranno a distinguere la vera via dell’amore, dove tutto è dono, gratuità e bellezza.
Siamo circondati da discorsi e riferimenti all’eros. I media parlano regolarmente di eros ed erotismo e non si capisce bene quale rapporto questo abbia con l’amore: identità, analogia? Un po’ naturalmente siamo portati a pensare che l’eros sia l’equivalente greco dell’amore romantico e passionale.
Freud e Platone ci aiuteranno a problematizzare questo rapporto, a capire che l’eros, nella storia del pensiero occidentale, ha avuto un ruolo centrale, analizzando il quale capiremo come l’Antichità e la nostra Modernità, al tempo stesso, condividono alcune categorie fondamentali, pur rimanendo distantissime nel modo che di concepire l’uomo.
Si enuncia spesso l’importanza della cultura classica, ma raramente vi sono occasioni per toccare con mano quanto la lettura dei classici possa insegnarci molto, a noi, oggi.
In tal senso, per lo psicoanalista francese Jacques Lacan, il Simposio di Platone offre una interpretazione estremamente attuale del rapporto fra amore e desiderio. Sono questi due termini inconciliabili o la ragione può scovare la loro armonia?
Nella nostra conferenza ritracceremo la lettura lacaniana del Simposio, in cui ciascun convitato esprime la propria concezione del sentimento amoroso, fino ad arrivare all’irruzione di Alcibiade ubriaco che scombussola tutto, in primis le certezze di Socrate.
Amare non è facile neppure per i filosofi.