(con B. Casocavallo, N. Giovino, F. Miele) Storie dalle ceramiche. Oggetti di vita quotidiana dal monastero di Santa Rosa a Viterbo nel XVII secolo, in Un monastero, una città. Santa Rosa e Viterbo nel XVII secolo, Atti del Convegno Viterbo, 14-15 novembre 2020, a cura del Centro Studi Santa Rosa
Viterbo, Sette Città, 2023, pp. 287-302.
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Books by Eleonora Rava
Case circondariali di Viterbo e di Terni dal Centro Studi Santa Rosa
da Viterbo a partire dal 2019 in collaborazione con la University of St
Andrews in Scozia. Il progetto prevede, tra le altre cose, un avviamento
agli studi storici, e in particolare alle scienze del testo, per i detenuti
che siano interessati a un lavoro intellettuale e digitale. Tali sono Carlo
e Fabio, che hanno trascritto il testo della Storia di sancta Rosa in ottava
rima ed elaborato l’introduzione, il commento e l’indice delle parole. Li
hanno seguiti Attilio Bartoli Langeli ed Eleonora Rava. Prima, Carlo
e Fabio avevano collaborato al Quaderno di storia religiosa medievale del
2021 con l’articolo La reclusione volontaria medievale alla luce dell’esperienza
di detenzione «fine pena mai».Si pubblica una Storia di sancta Rosa in
ottava rima tràdita da un testo a stampa
conservato presso la University Library di
Newcastle: un opuscolo di dodici pagine,
per un totale di 120 ottave e 960 versi.
Manca qualsiasi riferimento “anagrafico”:
né l’autore, né lo stampatore, né l’anno.
Ma tutto induce a ritenere che questo
testo sia prossimo al processo di canonizzazione
di Rosa del 1457, conservato in
originale nell’archivio rosiano e da poco
pubblicato: stretta, infatti, è la dipendenza
dalla Vita inserta negli atti di quel
processo. Il che convince della precocità di
questo piccolo esempio di stampa “popolare”:
si tratta molto probabilmente di un
incunabolo, sfuggito a ogni repertoriazione.
Si avrebbe dunque la prova che il
culto di Rosa fu immediatamente recepito
e diffuso attraverso un componimento in
versi alla portata di tutti, poiché in volgare
e a stampa. Nel volume si pubblicano la
riproduzione, la trascrizione, il commento
e il glossario dell’opuscolo di Newcastle.
Tutti coloro che hanno scritto di Rosa da Viterbo hanno attinto, direttamente o più spesso indirettamente, dal verbale del processo di canonizzazione svoltosi a Viterbo al tempo di papa Callisto III, a distanza di due secoli e poco più dalla morte della beata. Questa fonte però non è conosciuta in maniera scientifica. Gli atti del processo di canonizzazione del 1457 non sono mai stati pubblicati. La Vita che vi è contenuta fu pubblicata (piuttosto malamente) per la prima volta nel 1742 dal canonico viterbese Feliciano Bussi nella sua Istoria della Città di Viterbo. Migliore, naturalmente, ma perfettibile è l’edizione che della Vita e dei Miracula fecero nel 1868 i padri Bollandisti nei loro Acta Sanctorum. Nel 1952 pubblicò ottimamente la Vita Giuseppe Abate. Infine, la Vita e i Miracula di Rosa hanno fatto oggetto del primo anno di attività (2016-2017) del Laboratorio di agiografia (sottotitolo: Filologia, edizione, interpretazione delle fonti) aggregato alla Scuola superiore di studi medievali e francescani della Pontificia Università Antonianum, ed è stato pubblicato un volume che riproduce il lavoro seminariale. Della Vita e dei miracoli di Rosa si hanno, però, altri due altri testimoni, uno conservato a Parigi e uno a Parma, certamente legati al processo. Questa edizione si basa per la prima volta sul trattamento contestuale di tutti i prodotti documentari e librari ad oggi connessi all’iniziativa del 1456-57.
Allo scopo di indagare questa nuova dimensione del sacro risponde il presente volume, spazio di riflessione incentrato non tanto sul mezzo in sé quanto sullo specifico tema dei santi e delle devozioni del mondo contemporaneo, visti attraverso la lente del web.
Daniele Solvi, Prefazione
Tommaso Caliò, L’agiografia e il web. Note introduttive
Giuseppe Caputo, I santi di Beppe Grillo: un leggendario contemporaneo
Marc Lindeijer SJ, Facebook Sanctorum. Clic, “mi piace” e condivisioni come indicatori di devozione?
Marco Papasidero, Apparizioni mariane e YouTube: il caso di Medjugorje
Carmine Pisano, Una “santa pagana” sul web: Ipazia di Alessandria
Eleonora Rava, Romina De Vizio, Wiki-agiografia: il caso di Rosa da Viterbo
Mario Resta, Ognissanti versus Halloween: note sulle origini storiche di un conflitto reale e virtuale in Italia
Antonio Salvati, Le fanpage di Facebook dedicate ai santi
Claudia Santi, Web, New Age e santità
Alessandro Serra, Contro i pericoli del cyberspazio. La ricerca di un patrono per i nuovi naviganti
Daniele Solvi, Un santo in bacheca. Scritti e apocrifi di Francesco d’Assisi su Pinterest
Claudia Santi, Postfazione. Religione e comunicazione
Papers by Eleonora Rava
documentario e librario che da ciò sarebbe potuta derivare, la Federazione ha agito su due fronti. Da un lato ha decretato la nascita, presso un suo monastero, dell’Archivio Generale e della Biblioteca della Federazione, dove far confluire gli archivi e le biblioteche dei monasteri membri che
nel corso degli anni sono stati o saranno soppressi; dall’altra ha affidato la custodia, conservazione e valorizzazione del ricchissimo patrimonio documentario e librario prodotto dai singoli monasteri a un Centro costituito da professionisti dei beni culturali, sgravandosi di tutte le incombenze che una gestione diretta del patrimonio avrebbe comportato.
Punti di forza della strategia di valorizzazione sono state da una parte le occasioni di dialogo con il grande pubblico, attraverso attività di alta divulgazione, che ha prodotto negli anni workshop, mostre, incontri e documentari; dall’altra la costruzione di un percorso con interlocutori scientificamente qualificati con i quali sono stati realizzati convegni internazionali e iniziative di alta formazione, dando ampio spazio anche all’attività di pubblicazione. La valorizzazione dell’ingente e ricco
patrimonio non ha trascurato l’attenzione verso le persone in condizioni difficili (in particolare i detenuti e i giovani studiosi non strutturati), che sono state coinvolte in attività di studio e ricerca.