
Francesco Benigno
Francesco Benigno è attualmente professore ordinario di storia moderna presso la Classe di Lettere e Filosofia della Scuola Normale Superiore di Pisa. Ricercatore a Catania e poi professore associato a Messina è stato quindi professore ordinario di storia moderna presso l’Università di Teramo, dove ha ricoperto numerosi incarichi accademici tra cui quello di preside della Facoltà di Scienze della Comunicazione. Ha svolto inoltre periodi di ricerca e insegnamento come visiting scholar in varie università straniere tra cui Cambridge UK, Coimbra, Girona, Barcellona e Santander. Fa parte di vari network di ricerca internazionali e ha svolto molteplici attività di valutatore della ricerca tra le quali il ruolo di coordinatore della valutazione della ricerca dell’area di storia, geografia e antropologia nel GEV dell’area 11 per la VQR nazionale 2004-2010. É stato inoltre direttore dell’Istituto Meridionale di Storia e Scienze sociali ed è membro della redazione di varie riviste scientifiche, tra cui «Meridiana: Rivista di storia e scienze sociali» e «Storica», che ha contribuito a fondare.Si è occupato di storia politica europea della prima età moderna, di storia economica e sociale del Mediterraneo occidentale, di metodologia della ricerca storica, con particolare attenzione alla storia dei concetti in uso nel linguaggio storiografico, dei processi di costruzione dei gruppi sociali, e più recentemente di storia delle origini del crimine organizzato italiano e dei rapporti tra criminalità, immaginario pubblico e politica.Ha pubblicato sulle principali riviste scientifiche italiane ed internazionali e si è impegnato nel settore della manualistica storica, della divulgazione e dell’attività critica sulla stampa. Tra i suoi libri, diversi dei quali sono stati tradotti in lingue straniere, ricordiamo: L’ombra del Re. Ministri e lotta politica nella Spagna del Seicento, Marsilio 1992
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Books by Francesco Benigno
Il continuo rimando fra passato e presente ha segnato in profondità la Rivoluzione francese, piú di quanto la storiografia sia stata disposta ad ammettere. Per i protagonisti dell’evento rivoluzionario il richiamo alla storia fu un’indispensabile bussola per orientarsi in un presente drammatico. Gli avvenimenti infatti apparivano loro la ripetizione ineluttabile di fatti storici già avvenuti, la messa in scena di un’antica tragedia, magari destinata un giorno a divenire farsa, come dirà Karl Marx.
L’idea che la storia si ripete fu un modo per dare senso a una realtà incerta e in vorticoso cambiamento, nonché un tentativo di predire ciò che sarebbe potuto accadere. Si affermava un modello potente che avrebbe segnato lo svolgimento della lotta politica e delle rivoluzioni a venire.
In copertina: Giacomo Aliprandi, Séance du Corps Législatif à l’Orangerie de S.t Cloud. Bonaparte se présente à l’Assemblée et la dissoud, le 19 brumaire 1799 (Londra 1802; partic.). Paris, Bibliothèque nationale de France.
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