Il padre della mia amata Elisabeth era a quel tempo un noto, anzi si può dire famoso cappellaio. ... more Il padre della mia amata Elisabeth era a quel tempo un noto, anzi si può dire famoso cappellaio. Per il mio futuro suocero la guerra era arrivata più che a proposito. Era già troppo vecchio per essere richiamato e abbastanza giovane per trasformarsi da serio fabbricante di cappelli in svelto produttore di quei berretti militari che rendono tanto più dei cilindri e costano tanto di meno (…) Era appena rientrato da una visita al Ministero della Guerra che aveva avuto per lui esito favorevole. Aveva ottenuto un'ordinazione di mezzo milione di berretti militari. ..Guardavo solo mia madre e mangiavo e bevevo quello che aveva preparato per me, procurandoselo certo con mille astuzie. Tutte cose che allora non c'erano per nessuno a Vienna: mandorle salate, vero pane di frumento, due stecche di cioccolata, una boccetta di cognac e vero caffè. Lei si sedette al pianoforte (…) probabilmente voleva sonarmi Chopin (…) Le sue dita scivolarono sui tasti, ma dallo strumento non venne alcun suono (…) Premetti io stesso i tasti. Non risposero. Era qualcosa di spettrale. Incuriosito alzai il coperchio. Lo strumento era vuoto: mancavano le corde. Da La cripta dei cappuccini di Joseph Roth; i due brani fanno riferimento rispettivamente ad episodi del 1915 e del 1918 a Vienna. La Grande Guerra come primo fenomeno bellico di massa ebbe l'effetto di sconvolgere i sistemi nazionali di produzione, consumo e scambio di servizi e beni. La sua durata e le sue dimensioni devono quindi essere interpretate come eccezionali, per il continente europeo, rispetto alle esperienze militari del secolo e degli anni precedenti. La necessità di armare e nutrire una massa enorme di uomini mobilitati per il fronte pesò quindi sulle strategie dei governanti che finirono per imporre delle modifiche radicali all'intera struttura economica della nazione. Tale processo viene spesso identificato con la cosiddetta "mobilitazione nazionale", ovvero una struttura economica rivoluzionata dal punto di vista della produzione e della distribuzione dei beni, nella quale ogni risorsa nazionale viene indirizzata allo sforzo bellico, a detrimento generale dei consumi civili. Facendo un passo indietro, il carattere di eccezionalità portato dallo scoppio del conflitto venne interpretato con un certo ritardo dai ministeri economici ed in generale dai governi degli stati belligeranti. Pochissime furono infatti le voci che indicarono già nel primo anno di guerra esiti vicini a quelli reali per un conflitto di massa che avrebbe portato quasi tutto il continente al disastro del'14-18. I contrasti coloniali dei belligeranti e la corsa per occupare porzioni del mercato finanziario globale devono essere interpretati come fattori (non esclusivi) ma basilari in relazione alle cause generali del conflitto: il processo di integrazione economica a livello globale-spesso
(progetto di ricerca presentato alla Convegno "Ripensare i fascismi/Neue Analysen zu Faschismus u... more (progetto di ricerca presentato alla Convegno "Ripensare i fascismi/Neue Analysen zu Faschismus und Nationalsozialismus", organizzato dalla SISCALT presso la Libera Università di Bolzano (22-24 novembre 2018) In questo contributo verrà presentata parte della ricerca di dottorato da me intrapresa, in relazione agli equilibri di potere esistenti in alcune province repubblicane, durante i cosiddetti "600 giorni" di Salò. La ricerca concretizzatasi nella tesi di dottorato Fascismo Repubblicano e Violenza. Le federazioni provinciali del PFR e la strategia di repressione dell'antifascismo (1943-1945) ha avuto come oggetto principale la descrizione delle responsabilità, ufficiali o acquisite, delle federazioni provinciali del PFR in riferimento alla repressione antipartigiana e al mantenimento dell'ordine pubblico. In questo contributo, ci concentreremo su alcuni particolari aspetti dell'equilibrio di potere locale, da parte di autorità legate a vario titolo alla nuova "incarnazione partitica" del fascismo, in contrasto, effettivo, con le autorità apicali del fascismo provinciale e "nazionale". Le informazioni che qui verranno riportate si ricollegano, obbligatoriamente, a un insieme documentario particolare per la descrizione delle ramificazioni provinciali del PFR. L'archivio della segreteria nazionale di Alessandro Pavolini è stato probabilmente distrutto nelle fasi finali dell'esperienza repubblicana. 1 I caratteri del PFR sono stati forzatamente indagati dalla più recente storiografia attraverso l'analisi della documentazione "periferica" dello stesso, oltre che attraverso i fascicoli processuali della cosiddetta "giustizia di transizione". 2 Ci riferiamo in tal senso alla documentazione prodotta dalle Corti d'Assise Straordinarie e dalle successive corti giudicanti i "collaborazionisti" tra 1945 e 1947, con "strascichi" relativi all'accidentato processo della commutazione delle pene, delle richieste di grazia e delle amnistie. 3 Accanto a queste, alcune informazioni più particolareggiate sulle dinamiche di potere saloine, sono state desunte dai fondi conservati nei National Archives di College Park, nel Maryland, e riferibili alla documentazione prodotta dal servizio di intelligence militare statunitense, l'Office of Strategic Services (OSS). 4 La documentazione conservata negli Stati 1 D. Gagliani, Rotta di uomini e rotta di archivi. La Caporetto della RSI nelle Marche settentrionali e la nascita del fondo Galmozzi, in ‹‹Storia e problemi contemporanei››, n° 15, 1995. 2 Per una descrizione del processo di formazione e per i successivi procedimenti delle corti preposte alla sanzione del reato di collaborazionismo si rinvia al recente G. Focardi, C. Nubola Nei tribunali, pratiche e protagonisti della giustizia di transizione nell'Italia repubblicana, Il Mulino, Bologna, 2015, per un esempio di utilizzo a fini storiografici delle sentenze delle Corti, si rinvia a L. Allegra, Gli aguzzini di "Mimo". Storie di ordinario collaborazionismo (1943-1945), Bollati Boringhieri, Torino, 2010. 3 Per il caso milanese i fondi da me consultati fanno riferimento all'Archivio di Stato di Milano (AS MI), Corte d'assise straordinaria di Milano (CAS MI) e di Lodi (CAS LO), oltre che ai fondi governativi dell'Archivio Centrale dello Stato (ACS), di Roma. 4 Il fondo fa riferimento al Record Group (Rg.), entry (e.), dell'ufficio di counter-intelligence X-2 di Roma. I sottogruppi del fondo verranno indicati con b. (box) e f. (folder), sfruttando la fortunata coincidenza tra buste e fascicoli degli archivi italiani (b. e f. allo stesso modo)
Dalla neutralita di agosto alle Radiose giornate di maggio , 2014
"Dalla neutralità di agosto alle Radiose giornate di maggio. La comunicazione politica italiana t... more "Dalla neutralità di agosto alle Radiose giornate di maggio. La comunicazione politica italiana tra neutralismo ed interventismo (agosto 1914-maggio 1915)" (Jacopo Calussi) Articolo per il Catalogo della Mostra ""La guerra che verrà non è la prima", organizzata dal Mart di Rovereto in occasione del centenario dello scoppio della Grande Guerra (Rovereto, Tn, ottobre 2014) Questo contributo intende descrivere le modalità attraverso le quali si formarono, tra il 2 agosto 1914 ed il maggio 1915, le opposte formazioni di interventisti e neutralisti. La loro lotta politica, sui periodici, sui muri e sulle piazze, si sviluppò in parallelo con le decisioni di alto livello del re, del governo e delle elites economiche italiane. La comunicazione politica in Italia deve raffrontarsi in primis, con le condizioni sociali del regno. La penisola nel '14 viveva ancora una situazione di ampio analfabetismo, rapportabile al 50% della popolazione. 1 Questo non impedì un effettivo sviluppo dell'editoria politica, con organi di partito come l'Avanti! (PSI) o l'Idea Nazionale (ANI) 2 ; ad essa devono essere aggiunti i periodici d'opinione, 3 come il Corriere della Sera o La Stampa che in modo apparentemente neutrale riportavano lettere, discorsi parlamentari e comizi. 4 Tuttavia, la stampa escludeva, come detto, ampi strati della popolazione, cosicché la comunicazione pubblica deve essere considerata come materia di minoranze attive, spesso connotate in senso borghese, 5 con l'eccezione dei socialisti. Il peso di queste minoranze si sviluppò sul piano delle manifestazioni pubbliche (anch'esse "producono" comunicazione politica) e, come vedremo, saranno proprio le piazze ad avere un'influenza rilevante durante la neutralità. L'Italia, nel'14, viveva una situazione particolare dal punto di vista politico e sociale: la crisi di produzione del 1913 aveva reso tesissimi i rapporti tra padronato e operai e la cosiddetta "età giolittiana" era di fatto finita con il passaggio di consegne a Salandra. 6 Quest'ultimo sarà il nuovo protagonista del governo, affiancato in ottobre da Sonnino, avversario storico di Giolitti. 7 1 P. Cabanel, Sentimenti nazionali e terre irredente, in S. Audoin-Rouzeau e J. J. Becker (a cura di), La prima guerra mondiale, vol.
L Altra Resistenza I Movimenti Fascisti Nell Italia Liberata Dagli Alleati 1943 1945
Cierre edizioni, 2017
La ricerca in questione si propone di illustrare il fenomeno della ''resistenza''... more La ricerca in questione si propone di illustrare il fenomeno della ''resistenza'' fascista nell'Italia liberata dagli Alleati, ovvero quei gruppi di persone che tentarono di organizzarsi per cercare, anche se velleitariamente, di lottare per continuare a sostenere il regime e sperare nel ribaltamento delle sorti della guerra. Le loro azioni passavano dal semplice volantinaggio e affissione di manifestini o scritte murali inneggianti al fascismo, al Duce, all'alleato germanico e denigratori nei confronti del Re e degli Alleati, agli atti di sabotaggio e terrorismo vero e proprio grazie agli agenti inviati ''oltre le linee''. I primi gruppi si svilupparono, in modo autonomo, sin dal 1943 nel Sud e nelle isole occupate dagli Alleati. Dopo la nascita della Repubblica Sociale, i fascisti dell'Italia liberata tentarono di creare dei nuclei del Partito fascista repubblicano nelle loro regioni. L'obiettivo, oltre a cercare un contatto con il regime, era quello innanzitutto di coordinare i piccoli gruppi di coloro i quali credevano ancora nell'Italia fascista e, impossibilitati a raggiungere il Duce nel Nord, si rendevano disponibili a operare clandestinamente. Contemporaneamente l'ultimo segretario del PNF Carlo Scorza aveva incaricato il Principe Valerio Pignatelli, figura singolare di fascista non ortodosso, di dare vita ad un'organizzazione di volontari, le cosiddette Guardie ai Labari, preparati per agire alle spalle degli invasori tramite azioni di guerriglia e sabotaggi. Nel periodo compreso tra il settembre 1943 e l'aprile 1944, Pignatelli oper\uf2 attivamente per dare vita a nuclei di resistenza agli Alleati fino a quando il movimento fascista clandestino organizzato dal Principe venne stroncato dalle retate delle forze di polizia. Non c'era soltanto la rete di Pignatelli ad operare nel Sud Italia ma anche i neocostituiti servizi della Repubblica sociale, addestrati dagli agenti dell'Abwehr e del Sicherheitsdienst nazista nella cosiddetta ''guerra oltre le linee''. Non erano necessari tuttavia solo gli atti di sabotaggio per provare a garantire la sopravvivenza del fascismo come movimento politico. Occorreva organizzare una rete occulta la cui costruzione doveva essere affidata ai servizi segreti della Repubblica sociale. Fu Pavolini ad istituire un ufficio preposto per tale scopo, a dirigere il quale fu chiamato Puccio Pucci ex ufficiale dei moschettieri di Mussolini, coadiuvato dallo scrittore Aniceto Del Massa. Una delle propaggini dell'organizzazione Pucci-Del Massa fu sicuramente il gruppo denominato ''Onore'' che si venne a creare nei primi mesi del 1945 a Roma e capeggiato dall'ex federale della capitale Alessandro Ratti. Nonostante la vita breve pure di questa banda, stroncata sul nascere dall'azione congiunta delle forze di polizia alleate e italiane, il vero merito dei molteplici raggruppamenti fascisti presenti nell'Italia liberata fu quello di aver contribuito a creare i presupposti per la sopravvivenza del movimento e dell'idea fascista. Il lavoro si propone di approfondire, grazie a fonti documentarie molte delle quali inedite, questo tema poco conosciuto e, con le eccezioni ad esempio del saggio di Giuseppe Conti, La RSI e l'attivit\ue0 del fascismo clandestino nell'Italia liberata dal settembre 1943 all'aprile 1945, e il volume di Giuseppe Parlato, Fascisti senza Mussolini, trascurato da parte degli storici
The Black Market in Occupied Italy and the Approach of Italian and German Authorities (1943–1945)
This chapter explores the development of relationships between population and authorities in occu... more This chapter explores the development of relationships between population and authorities in occupied Italy by examining the problematics of food shortages and the black market. Italy represented a peculiar case in the scenario of World War II as a consequence of its inefficient and insufficient system of production and supply of food and general goods. The situation deteriorated with the political and military collapse of 1943 and the following German occupation and creation of the Repubblica Sociale Italiana. By evaluating the documents collected in several Italian local archives the authors show how the population related with German and Italian authorities about supply matters, when and how conflicts arose between occupants and local administrators and how citizens faced the daily troubles provoked by the war and the occupation.
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