Vivere e insegnare nelle società divise. Il caso di Cipro
Novecento.org, Aug 1, 2017
Tutti i sistemi scolastici si confrontano oggi con società più o meno divise, più o meno segregat... more Tutti i sistemi scolastici si confrontano oggi con società più o meno divise, più o meno segregate, più o meno costrette a riflettere su tensioni e fratture inedite. In questa situazione l’insegnamento della storia può essere dannoso per la convivenza civile o può contribuire a rinforzare la coesione e la comprensione reciproca. In questo articolo presentiamo un e-book, pubblicato in inglese a cura del Consiglio d’Europa (CoE), in cui si cerca di mostrare quanto la didattica della storia possa contribuire ad un insegnamento capace di rafforzare la coesione e la comprensione reciproca. Il libro è il risultato dell’ultima fase di un progetto pluriennale in cui gli insegnanti ciprioti appartenenti a entrambe le comunità (turco-cipriota e greco-cipriota), sotto la guida e il coordinamento degli esperti del Coe, hanno riflettuto e prodotto diversi materiali didattici capaci, per le loro caratteristiche strutturali di rispondere ai bisogni educativi del nostro tempo, non solo a Cipro. Insegnare la cultura della cooperazione: il caso Cipro Presso la sede dell’Associazione per la ricerca e il dialogo storico di Nicosia a Cipro (AHRD), il 10 e 11 marzo 2017 il Consiglio d’Europa (CoE) ha presentato, l’e-book: Developing a culture of co-operation when teaching and learning history (Sviluppare una cultura della cooperazione mediante l’insegnamento e l’apprendimento della storia) (scaricabile qui: https://rm.coe.int/developping-a-culture-of-cooperation/168071 506a). Si tratta di un’opera che arriva a coronare la terza fase di un lungo progetto bilaterale che i servizi educativi del CoE hanno condotto con l’AHRD fin dal 2004. Nella prima fase, terminata nel 2010, sono stati prodotti diversi materiali di supporto alla didattica della storia. Nella seconda, terminata nel 2012, questi materiali sono stati diffusi e testati in scuole di tutta l’isola e di tutte le comunità cipriote. Nella quarta fase, terminata nel 2016, il programma ha permesso ai docenti ciprioti coinvolti nel progetto di confrontarsi con colleghi di altre nazioni. I colleghi dell’AHRD e gli esperti del CoE hanno infine redatto in inglese il volume presentato per l’occasione a un pubblico di docenti e di esperti ciprioti ed europei. Lo scopo della pubblicazione, testimoniato dalla presenza di docenti ed esperti di didattica della storia provenienti da almeno venti Paesi europei è quello di fornire materiale per l’autoformazione iniziale o in servizio dei docenti della materia anche di altri stati europei. Cipro, per molti aspetti legati alla sua storia, soprattutto quella degli ultimi sessanta/settanta anni, rappresenta un laboratorio privilegiato per elaborare una didattica inclusiva e cooperativa; una didattica che, senza rimuovere le differenze, le comprenda e le renda pensabili da tutti gli studenti e le comunità. Che permetta, in altre parole, di trasmettere agli studenti quanto e come la propria identità sia il risultato di una stratificazione di apporti determinati sia dallo scontro sia dall’incontro con altre culture. Nell’estate del 1974 l’esercito turco invase la parte settentrionale di Cipro per difendere i diritti della minoranza turco-cipriota minacciati dalle aspirazioni di annessione alla Grecia da parte dei nazionalisti grecociprioti (Enosis). Essi potevano contare sull’appoggio della Giunta dei colonnelli al potere ad Atene che, anche per il fallimento dell’Enosis, cadde nello stesso periodo. Nel 1960 dopo anni di disordini, Cipro aveva raggiunto l’indipendenza dall’Inghilterra con una costituzione che, in teoria, disegnava un sistema di governo in cui i diritti delle due comunità principali avrebbero dovuto essere rispettati secondo un sistema di pesi e contrappesi che arrivavano fino al diritto di veto contro le decisioni che avrebbero potuto danneggiare una delle due comunità. Tuttavia il compromesso del 1960 non resse alla prova dei fatti: scontri sanguinosi, attentati e rappresaglie resero sempre più difficile la convivenza fra turco-ciprioti e greco-ciprioti che, a differenza di oggi, vivevano spesso in aree miste e villaggi intercomunitari. Il tentativo di putsch del 1974 fu solo l’ultimo episodio di una lunga serie di scontri intercomunitari iniziati al termine della Seconda Guerra Mondiale. Ne seguì la spartizione dell’isola fra una Repubblica di Cipro, riconosciuta dalla comunità internazionale, e l’autoproclamata Repubblica turca di Cipro, riconosciuta solo dalla Turchia. A seguito di questi fatti la comunità internazionale promosse un processo di riconciliazione tra le parti che non si è ancora concluso. Nel 2004 un referendum, votato nella parte turca ma respinto in quella greca, bloccò un’intesa già approvata dai governi interessati e dalle Nazioni Unite. Da allora i colloqui di pace sono ripresi; una soluzione sembra di nuovo tecnicamente e diplomaticamente possibile. Tuttavia ancora oggi, come era accaduto nel 2004 quando il traguardo si profila all’orizzonte, interessi contrastanti e decisioni apparentemente…
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