Maria Procino

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Books by Maria Procino

«Mio carissimo Lucio…». Eduardo De Filippo e Lucio Ridenti: tra articoli e lettere, ritratto di un’amicizia (1930-1964)

Il laboratorio di Lucio Ridenti. Cultura teatrale e mondo dell’arte in Italia attraverso «Il Dramma» (1925-1973), a cura di Federica Mazzocchi, Silvia Mei, Armando Petrini, 2017

Mio carissimo Lucio, sono stato un poco al mare… trenta giorni di "pancia al sole" mi hanno rimes... more Mio carissimo Lucio, sono stato un poco al mare… trenta giorni di "pancia al sole" mi hanno rimesso in piedi. Perciò non ho scritto prima. Adesso mi sento meglio (sono diventato nero nero), e prima di riprendere contatto con me stesso e con il teatro; penso a te, mio fraterno Lucio 1 . È l'incipit di una lettera che Eduardo invia al suo amico Lucio nel 1946. Molti sono i documenti che raccontano l'amicizia tra Eduardo De Filippo e Lucio Ridenti, due uomini di elevato spessore culturale ed umano il cui legame, basato su stima e rispetto reciproco oltre che su un profondo amore per il teatro, si riferisce senza dubbio ad un milieu intellettuale messo in risalto sia dagli articoli apparsi sulla rivista diretta da Ridenti «Il Dramma», sia dallo scambio epistolare tra i due che testimonia il percorso artistico di uno dei più grandi interpreti della scena non solo italiana, e il ruolo di un finissimo e colto protagonista dell'editoria teatrale del Novecento.

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Francesco Rosi I 199 giorni del Che. Diario di un film sulle tracce del rivoluzionario, a cura di M. Procino, Rizzoli, 2017

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Uomini e donne del 900. Fra cronaca e memoria

by francesca nemore, Azzurra Aiello, and Maria Procino

Atti degli incontri sugli archivi di persona 2009 - 2013

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Papers by Maria Procino

La funzione del diario come elemento strutturante dell'archivio di persona. I diari di Isabella Quarantotti De Filippo

La ricerca è stata improntata sulla sistematizzazione dei dati raccolti, relativi alle problemati... more La ricerca è stata improntata sulla sistematizzazione dei dati raccolti, relativi alle problematiche degli archivi di persona contemporanei, esplorando in particolare gli archivi delle donne. Lo studio consente di analizzare il diario non come genere letterario ma come tipologia archivistica, come elemento strutturante di un fondo. L'indagine è stata portata avanti anche grazie al lavoro di riordinamento dell’archivio di Isabella Quarantotti De Filippo

Uomini e donne del Novecento. Fra cronaca e memoria

Raccolta degli atti degli incontri sugli archivi di persona svoltisi tra il 2009 e il 2013 presso... more

Gli archivi e la montagna : scritti in onore di Paolo De Gasperis

Con il volume Gli archivi e la montagna. Scritti in onore di Paolo De Gasperis, la collana “Docum... more Con il volume Gli archivi e la montagna. Scritti in onore di Paolo De Gasperis, la collana “Documentalia” del Consiglio Nazionale delle Ricerche intende proporre un itinerario di studio inedito e “aperto”, con l’obiettivo di realizzare uno strumento utile alla conoscenza e alla divulgazione del patrimonio archivistico e documentario custodito dalle maggiori istituzioni italiane interessate alla montagna, con approfondimenti sui loro progetti di ricerca e sulla cultura della montagna piu in generale. Archivi e documenti prodotti dall’uomo nel suo rapporto con la montagna, vissuta, percorsa e salita con intenti scientifici, culturali, sportivi, esistenziali: fonti utili a indagare con metodo scientifico tali legami e a impostare ulteriori approfondimenti e itinerari di ricerca.

Eduardo dietro le quinte

Eduardo e… gli archivi raccontano, in L’arte di Eduardo Forme della messinscena a cura di I. Innamorati, A. Lezza, A. Sapienza, Pellegrini Editore 2017

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La montagna nel cinema italiano, in SLM-Sopra il livello del mare, n. 24, gennaio-febbraio 2006, pp. 44-46

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Alla ricerca delle ragioni, in Carte Vive, dicembre 2007

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La montagna di Francesco Rosi: Salvatore Giuliano, in SLM-Sopra il livello del mare, Rivista dell’Istituto Nazionale della montagna, n.29, 2006, pp. 56-61

SLM 29 57 sacchi di farina destinati al mercato nero. Grazie ai contatti con il Movimento per l'I... more SLM 29 57 sacchi di farina destinati al mercato nero. Grazie ai contatti con il Movimento per l'Indipendenza della Sicilia (MIS), diede alle proprie imprese una giustificazione politica di ispirazione separatistica e, nel biennio 1945-1946, operò anche contro le forze regolari. Successivamente, con il ritorno alla legalità del MIS, le imprese di Giuliano furono considerate veri e propri atti di criminalità comune. Il film parte dalla morte del bandito e indaga nella Sicilia (e nell'Italia) dal dopoguerra agli anni Sessanta. Nonostante il mito "Giuliano" si confonda con la realtà, Francesco Rosi riesce a spostare il punto di osservazione e di analisi, dal bandito agli avvenimenti. Racconta l'eccidio di Portella delle Ginestre presso Piana degli Albanesi: Giuliano e la sua banda furono accusati di aver aperto il fuoco contro i contadini riuniti per i festeggiamenti, in occasione del Primo Maggio; racconta la cattura della banda; il processo e la morte del braccio destro di Giuliano, Gaspare Pisciotta. Spiega Rosi: «Nel 1960 volli affrontare un discorso sul cadavere di un giovane bandito diventato il nemico dello Stato italiano, morto dieci anni prima in un conflitto a fuoco con le forze dell'ordine, secondo la versione ufficiale, in verità ucciso a tradimento per opera della mafia e consegnato morto allo Stato nel quadro della collusione tra il potere politico, quello delle istituzioni e quello della mafia» 1 . Il regista girò nelle località dove si consumarono le vicende del bandito, girò il massacro del Primo Maggio, proprio nei luoghi dove avvenne e nel giorno della festa dei lavoratori. Girò spesso con gli stessi uomini, protagonisti di quegli eventi; ragazzi settentrionali interpretarono le reclute del Regio esercito perché le reclute in Sicilia provenivano proprio dal Veneto. Rosi volle la partecipazione dei giovani di Montelepre i quali, però, rifiutavano di fare la parte delle forze dell'ordine e chiedevano tutti di interpretare i banditi. Girò il film tra le montagne siciliane perché «il più grande problema dell'Italia di oggi è il Mezzogiorno. Perché la Sicilia è diversa, lontana, incomprensibile finché non ci si vive dentro.

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Viaggio in un sogno dimenticato: la ferrovia Spoleto-Norcia, in SLM-Sopra il livello del mare, Rivista dell’Istituto Nazionale della montagna, n.30, 2006, pp. 52-57

P ercorrere la Valnerina è come entrare lentamente in un sogno, in alcuni tratti si ha l'illusion... more P ercorrere la Valnerina è come entrare lentamente in un sogno, in alcuni tratti si ha l'illusione che la natura abbia preso il sopravvento: il silenzio della montagna, l'aria sempre più fresca, l'odore della terra, i paesini arroccati e per nulla rassegnati al tempo, fanno dimenticare per un attimo che siamo su una strada statale. Questo mondo protegge ancora salici e pioppi; lupi, aquile cinghiali; custodisce chiese romaniche e torri medievali che quasi si toccano le une di fronte alle altre. Qui si trovano le tracce della ferrovia Spoleto-Norcia che, dal 1926, iniziò a percorrere la Valnerina e le sue montagne. Della ferrovia ci racconta uno dei suoi massimi esperti Paolo Capocci della SSIT, la Società spoletina imprese trasporti: «Il tracciato lungo cinquantuno chi-MONTAGNA E CULTURA 52 SLM 30

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LA CENSURA TEATRALE IN ITALIA: DALLA RIVISTA ALLA PROSA IL RACCONTO DEI COPIONI CONSERVATI IN ARCHIVIO CENTRALE DELLO STATO (1944-1962), in Nuovi Annali, a.28, 2014, pp121-136

«L'autorità giudiziaria è competente a conoscere dell'azione di danni ed interessi, proposta dall... more «L'autorità giudiziaria è competente a conoscere dell'azione di danni ed interessi, proposta dall'impresario di un teatro contro il prefetto della provincia per avere questi vietata la rappresentazione di un dramma dopo che ne aveva dato precedentemente il permesso». 2 È una sentenza del 1868 che in quel periodo aprì un lungo dibattito nel mondo teatrale, ma la discussione sull'argomento percorrerà tutto il secolo. Nell'Ottoce-1 Il saggio è frutto di uno studio realizzato nell'ambito dell'assegno di ricerca sul progetto Fonti archivistiche per la censura nel teatro conferito a chi scrive dal Dipartimento di scienze documentarie, linguistico-filologiche e geografiche della Sapienza Università di Roma nell'a.a. 2013/14. Per un esame della censura teatrale in Italia dagli anni Venti al 1998, alcune fonti bibliografiche: Vitaliano Brancati, Ritorno alla censura, Bari, Laterza, 1952; DoMenico tarantini, Processo allo spettacolo, Milano, Edizioni di Comunità, 1961; carlo Di Stefano, La censura teatrale in Italia, Bologna, Cappelli, 1964; Maurizio ceSari, La censura nel periodo fascista, Napoli, Liguori, 1978; Mario Quargnolo, La censura ieri e oggi nel cinema e nel teatro, Milano, Pan, 1982; PaSQuale iaccio, La scena negata. Il teatro vietato durante la guerra fascista (1940-1943), Roma, Bulzoni, 1994; nicola fano, Tessere o non tessere, Firenze, Liberal Libri, 1999; Maria Procino, Eduardo De Filippo: da attore ad impresario, «Prometeo», 18 (2000), 72, pp. 76-87; Maria Procino Santarelli, Eduardo dietro le quinte. Un capocomico-impresario attraverso cinquant'anni di storia, censura e sovvenzioni, Roma, Bulzoni, 2003; Censura teatrale e fascismo (1931)(1932)(1933)(1934)(1935)(1936)(1937)(1938)(1939)(1940)(1941)(1942)(1943)(1944). La storia, l'archivio, l'inventario, a cura di Patrizia Ferrara, Roma, Ministero per I beni e le attività culturali, 2004 (la banca dati e la galleria iconografica sono consultabili a <http://corti.digerati.it/>); Teatro e censura, a cura di Annalisa Goldoni e Carlo Martinez, Napoli, Liguori, 2004; feDerica feSta, Teatro proibito: in scena i tabù di una nazione, Spoleto, Editoria & Spettacolo, 2011; gilDa Signoretti, Respinto o approvato. Percorso analitico attraverso la storia, lo stato e gli aspetti della censura teatrale dal 1943 al 1950, tesi di specializzazione in Beni archivistici e librari, Sapienza Università di Roma, a.a. 2011/12, relatore la prof.ssa Marina Raffaeli.

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ELIO PETRI ILLUMINA IL GRANDE CINEMA in Prometeo, a.32/128, dicembre 2014, pp. 72-81

personaggio "scomodo" L'animo mi si riempiva di orgoglio di fronte ai tuoi film, […] un orgoglio ... more personaggio "scomodo" L'animo mi si riempiva di orgoglio di fronte ai tuoi film, […] un orgoglio che dura ancora oggi e durerà per sempre, come credo durerà nell'animo di chiunque nel cinema italiano e non solo italiano ha amato e continua ad amare la verità ed il coraggio della verità. […] Addio, caro Elio. Credo di potermi permettere, se non altro per diritto di anzianità, di dirti addio anche a nome del cinema italiano. Giuseppe De Santis

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