Papers by Lorenzo Barbieri

Un frammento di stele funeraria con pais all'Antikenmuseum Basel und Sammlung Ludwig
Rivista di Archeologia, XLIII, pp. 195-207, 2019
This paper focuses on a funerary stele held by the Basel Museum of Ancient Art and Ludwig Collect... more This paper focuses on a funerary stele held by the Basel Museum of Ancient Art and Ludwig Collection. A stylistic inquiry has been undertaken. Although the fragmentary state of preservation complicates a reconstruction of the heavily damaged original scene, it is probable that the stele represented the male figure of an athlete with a pais, the latter rendered in three-quarter view on his left, holding an aryballos. The ionic carving style and the peculiar white-greyish marble suggest a Graeco-Oriental workshop. Despite its iconographical language is evidently inspired by Attic grave markers, the typological form and the decorations of the narrow listel are not typical of this region, but are attested on a slightly older stele from Samos. Certain parallels showing dependence from the great statuary of Praxiteles allow a stylistic dating between approx. 360 and 340 BC. Moving from the starting point, the author of this article formulates an original interpretation about the possible identity and the social status of several paides
on classical attic semata, supporting his thesis with the Platonic dialogue «Lysis».

Revue archéologique 78, 2024
This contribution focuses on the class of lebetes with griffin busts carved in marble and limesto... more This contribution focuses on the class of lebetes with griffin busts carved in marble and limestone during the second half of the 4th century BC in Athens, Attica and Euboea. The author examines the main causes which led to a numerically limited production of this voluminous type of funerary sema compared to other grave markers, while emphasizing its exclusivity, and highlighting its notable symbolic significance. Some of these monumental-scale lithic cauldrons from the Late Classical period imitate the archaizing stylistic tradition of the older bronze lebetes,
while others follow the stylistic trends of the sculptors of the second half of the 4th century BC. The discussion is expanded and enriched by examining a representative find of the class found outside of Athens and Attica, the so-called ketos from Magoula (Eretria). This article therefore updates the catalogue of available lebetes.
Rivista di Archeologia 46, 2022
La pubblicazione dei saggi, corredati da un riassunto in inglese e in italiano, proposti alla Red... more La pubblicazione dei saggi, corredati da un riassunto in inglese e in italiano, proposti alla Redazione è subordinata a un processo di peer review anonimo. La documentazione relativa ai referaggi viene custodita, sotto forma di schede, negli archivi della Casa Editrice. Libri da recensire devono essere inviati alla Direzione. È vietata ogni forma di totale o parziale riproduzione, diffusione, distribuzione con qualsiasi modalità o strumento, senza la preventiva autorizzazione scritta dell'Editore copyright © 2023 by Giorgio Bretschneider Editore Roma Aut. Tribunale di Venezia Reg. Stampa nr. 5 del 1 febbraio 2006 Rivista di Archeologia Volume XLvi-2022 università ca' foscari dipartimento di studi umanistici venezia

Numismatica e Antichità Classiche, 51, 2022
All’Antikenmuseum und Sammlung Ludwig di Basilea si conserva un rilievo votivo in marmo di produz... more All’Antikenmuseum und Sammlung Ludwig di Basilea si conserva un rilievo votivo in marmo di produzione attica con raffigurata una figura maschile imberbe che, a piedi, conduce un cavallo presso un altare.
Di fronte a quest’ultimo vi sono alcune figure di adoranti nell’atto di compiere un sacrificio. Già le dimensioni diversificate (il cavaliere ha un formato maggiore rispetto agli adoranti) indicano che il cavaliere deve rappresentare un eroe o comunque una figura divinizzata. Il motivo dell’eroe a cavallo è assai diffuso nel IV secolo a.C. in Attica e trova paralleli sia nelle lekythoi funerarie sia su rilievi votivi.
L’identificazione dell’eroe è invece resa difficile dall’assenza di attributi precisi. Il suo abbigliamento (chitone e clamide) abbinato a una spada trova però paralleli nelle raffigurazioni di Teseo, il cui culto è ben attestato in Attica nel IV secolo a.C. D’altra parte, il motivo degli adoranti è assai diffuso nei rilievi votivi dedicati a Eracle Pankrates provenienti dal santuario presso l’Ilisso, anch’essi risalenti al IV secolo a.C.
Uno di questi, in particolare, reca una figura di inserviente nell’atto di sacrificare un maialino praticamente identica a quella visibile sul rilievo basilese. L’autore propone pertanto di attribuire i due pezzi alla medesima bottega.

La stele di Lyson all’Antikenmuseum Basel und Sammlung Ludwig
Numismatica e Antichità Classiche, 50, 2021
Una stele funeraria in marmo tespio, conservata a Basilea presso l’Antikenmuseum Basel und Sammlu... more Una stele funeraria in marmo tespio, conservata a Basilea presso l’Antikenmuseum Basel und Sammlung Ludwig, è decorata con rilievo raffigurante un giovane imberbe a cavallo vestito di chitone e clamide. Il motivo iconografico è frequente nell’ambiente attico ma presente anche altrove e trova un parallelo nella stele di Bryaxis rinvenuta ad Atene e databile verso il 350 a.C. Lo stesso motivo è però attestato anche in ambiente beotico dal rilievo di Chrysippos conservato presso il Museo Lapidario Maffeiano di Verona e databile nella seconda metà del IV secolo a.C.
Per quanto concerne la qualità della fattura si notano similitudini con la stele custodita presso il Giardino dei Giusti di Verona, anch’essa risalente alla metà del IV secolo a.C. Il cavallo invece trova un paragone in quello raffigurato sul rilievo dedicatorio di Aleximachos, rinvenuto a Tanagra in Beozia. Un ulteriore elemento a favore di una provenienza beotica della stele di Lyson è costituito infine dai motivi vegetali dell’akroterion che semplificano un modello noto in ambiente attico. Pertanto la stele di Lyson va attribuita a una bottega beotica attiva tra il 350 e il 300 a.C.

Numismatica e Antichità Classiche, 47, 2018
All’Antikenmuseum und Sammlung Ludwig di Basilea si conserva una testa frammentaria di grifo in m... more All’Antikenmuseum und Sammlung Ludwig di Basilea si conserva una testa frammentaria di grifo in marmo, opera pregevole di provenienza verosimilmente attica. Sulla base di un’analisi stilistica l’autore ne propone la datazione negli anni 360-340 a.C. La testa trova infatti confronti eloquenti nella classe, sempre meglio documentata, delle protomi grifomorfe che decoravano i lebeti marmorei provenienti dall’Attica e dall’Eubea. Tali vasi lapidei erano originariamente posti sopra colonne destinate a segnalare i periboli funerari. Il significato del grifone nel contesto dell’arte funeraria del IV secolo a.C. doveva essere legato al gusto di un’elite benestante che poneva l’accento sia sulla visibilità dei monumenti che sul carattere esclusivo dell’iconografia, limitata ad un numero relativamente ridotto di mnemata rinvenuti nelle necropoli attiche ed euboiche. D’altro canto, l’autore propone l’accostamento del grifone alla simbologia legata alla sfera religiosa orfica. Tale elemento è infatti ricorrente nel mondo funerario greco per tutto il IV secolo e in particolare in ambito italico, dove l’orfismo pare conoscere un’importante diffusione anche in seguito. Il grifo viene ad esempio ancora raffigurato nel corso del II e I secolo a.C. su altre classi di reperti, quali le urne cinerarie etrusche e i monumentali crateri marmorei di epoca romana.

Numismatica e Antichità Classiche, 46, 2017
Nel presente contributo si offre un’analisi stilistica e iconografica di alcuni semata funerari i... more Nel presente contributo si offre un’analisi stilistica e iconografica di alcuni semata funerari in marmo provenienti dall’Attica e conservati presso l’Antikenmuseum di Basilea. In particolare si espongono i risultati di nuove osservazioni tramite illuminazione agli ultravioletti degli elementi dipinti che in origine ornavano le opere. Si formulano inoltre alcune nuove proposte di paragone con altri semata funerari attici del V e IV sec. a.C. che permettono una datazione più precisa. Infine, vengono presentate nuove ipotesi sui loro contesti di provenienza. Per la «lekythos con guerriero» si sottolineano le similitudini con i fregi del Partenone e la forte somiglianza della composizione con alcuni semata provenienti dal Pireo. La «lekythos di Pheres» viene invece confrontata con opere conservate presso il Museo nazionale di Atene che permettono una datazione del sema basilese tra il 390 e il 360 a.C. La cosiddetta «lekythos di Demotion», terza opera in analisi, evidenzia similitudini stilistiche con
un altro vaso funerario custodito al Badisches Landesmuseum di Karlsruhe. Entrambi i vasi recano inoltre i nomi di Demotion e Philoumene e potrebbero provenire dal medesimo contesto. La loutrophoros, infine, con la sua forma slanciata nonché gli elementi ornamentali che la decorano trova paralleli in numerosi esemplari marmorei provenienti dall’Attica e datati nella seconda metà del IV sec. a.C
Drafts by Lorenzo Barbieri

Ein Teil dieser Grossgrabungen sind aktuell Hauptthema der Dissertation von lic. phil. Hannes Flü... more Ein Teil dieser Grossgrabungen sind aktuell Hauptthema der Dissertation von lic. phil. Hannes Flück. Sein Interesse gilt unter anderem der Untersuchung ausgewählter Fundkomplexe aus einem Brandschutthorizont im Bereich der Parzellen 20 und 22. Das gesamte hier ausgewertete Fundmaterial kommt aus der Grube G22.19 (NP 701.26) der Parzelle 22. 3 Die Annahme, dass die Brandschuttschichten mit dem letzten Brandereignis in den Parzellen 8-12 zusammenfallen, wird im Folgenden geprüft. Die untersuchte Fläche wird durch eine neuzeitliche Gasleitung geteilt, woraus zwei stratigrafisch schlecht verknüpfbare Bereiche entstehen. H. Flück versucht, beidseits eine vergleichbare Phasengliederung aufzubauen. Diese wird durch Brandereignisse gegliedert. Der letzte nachweisbare Brand scheint ein Grossbrand gewesen zu sein, der alle untersuchten Parzellen betraf. Die gut erhaltenen, zahlreichen Gruben im gesamten Areal stellen im Allgemeinen einen Glücksfall dar, weil die Mehrheit der Kulturschichten und Gebäude häufig abgerissen oder verschwunden ist. 4 Neben den grossen Mengen organischer und nicht organischer Materialien waren manchmal auch Nutzungsschichten der Siedlung erhalten. Im Fall der Parzelle 22 sind die architektonischen Überreste der Gebäudestrukturen sehr dürftig. Der Student Simon Jeanloz untersuchte 2012 ein ähnliches Keramik-Ensemble der Parzelle 12. Seine Seminararbeit diente der vorliegenden hinsichtlich ihrer Gliederung und Struktur als Orientierung. 5 Ein Muster für diese Art der Auswertung ist auch die Lizentiatsarbeit von Stephan Wyss, der sich mit dem Befund-und Fundmaterial der Ausgrabung Cardinal V.89.3 in Vindonissa auseinandersetzte. 6
Uploads
Papers by Lorenzo Barbieri
on classical attic semata, supporting his thesis with the Platonic dialogue «Lysis».
while others follow the stylistic trends of the sculptors of the second half of the 4th century BC. The discussion is expanded and enriched by examining a representative find of the class found outside of Athens and Attica, the so-called ketos from Magoula (Eretria). This article therefore updates the catalogue of available lebetes.
Di fronte a quest’ultimo vi sono alcune figure di adoranti nell’atto di compiere un sacrificio. Già le dimensioni diversificate (il cavaliere ha un formato maggiore rispetto agli adoranti) indicano che il cavaliere deve rappresentare un eroe o comunque una figura divinizzata. Il motivo dell’eroe a cavallo è assai diffuso nel IV secolo a.C. in Attica e trova paralleli sia nelle lekythoi funerarie sia su rilievi votivi.
L’identificazione dell’eroe è invece resa difficile dall’assenza di attributi precisi. Il suo abbigliamento (chitone e clamide) abbinato a una spada trova però paralleli nelle raffigurazioni di Teseo, il cui culto è ben attestato in Attica nel IV secolo a.C. D’altra parte, il motivo degli adoranti è assai diffuso nei rilievi votivi dedicati a Eracle Pankrates provenienti dal santuario presso l’Ilisso, anch’essi risalenti al IV secolo a.C.
Uno di questi, in particolare, reca una figura di inserviente nell’atto di sacrificare un maialino praticamente identica a quella visibile sul rilievo basilese. L’autore propone pertanto di attribuire i due pezzi alla medesima bottega.
Per quanto concerne la qualità della fattura si notano similitudini con la stele custodita presso il Giardino dei Giusti di Verona, anch’essa risalente alla metà del IV secolo a.C. Il cavallo invece trova un paragone in quello raffigurato sul rilievo dedicatorio di Aleximachos, rinvenuto a Tanagra in Beozia. Un ulteriore elemento a favore di una provenienza beotica della stele di Lyson è costituito infine dai motivi vegetali dell’akroterion che semplificano un modello noto in ambiente attico. Pertanto la stele di Lyson va attribuita a una bottega beotica attiva tra il 350 e il 300 a.C.
un altro vaso funerario custodito al Badisches Landesmuseum di Karlsruhe. Entrambi i vasi recano inoltre i nomi di Demotion e Philoumene e potrebbero provenire dal medesimo contesto. La loutrophoros, infine, con la sua forma slanciata nonché gli elementi ornamentali che la decorano trova paralleli in numerosi esemplari marmorei provenienti dall’Attica e datati nella seconda metà del IV sec. a.C
Drafts by Lorenzo Barbieri