Papers by Francesca Sanguineti
«Chaitivel: tra tra riflessione metaletteraria e critica della fin’amor», Cultura Neolatina 82 (2022), pp. 117-130., 2022

ampia varietà dell'opera di Rutebeuf, sicuramente il maggiore esponente della poesia cittadina fr... more ampia varietà dell'opera di Rutebeuf, sicuramente il maggiore esponente della poesia cittadina francese del secolo XIII, scarsa attenzione sembra sia stata finora prestata a un gruppo circoscritto di componimenti che si contraddistinguono per il connubio di intento satirico e veste allegorica. Se è vero, infatti, che il nome di Rutebeuf ci rimanda immediatamente a una valorizzazione dell'io molto innovativa nel panorama lirico romanzo, è altrettanto vero che egli si misurò con generi poetici tra i più disparati e non fu immune alla suggestione esercitata dall'allegoria, che costituisce oltretutto «un élément essentiel de la littérature et, plus fondamentalement, de la pensée médiévales» 1. Ci concentreremo, pertanto, su una triade di componimenti in cui Rutebeuf ricorre ai moduli della poesia allegorica e didattica, sfruttandoli con scopi fortemente polemici nonché politici. La battaglia tra le Virtù e i Vizi che rimanda alla tradizione della Psychomachia prudenziana, il racconto del sogno come rappresentazione allegorica, la rielaborazione della materia renardiana in chiave moralistica sono tutti ingredienti che plasmano rispettivamente tre interessanti opere di Rutebeuf: la Bataille des vices contre les vertus, il Dit d'Hypocrisie e il Renart le Bestourné. Come ha giustamente osservato Nancy F. Regalado, «the line between moralizing and propagandizing is a thin one in many poems, since authors use such similar techniques for both ends. In the Dit d'Hypocrisie, Renart le Bestourné, and the Bataille des Vices et des Vertus the poems' effect comes from the hearer's gradual realization of its true polemical intent» 2. Andremo perciò a esaminare singolarmente questi tre componimenti al fine di valutare come il ricorso a forme allegoriche e il riallacciarsi a una prolifica tradizione francese e latina di stampo allegorico-didattico siano serviti in questo caso alla produzione satirica, veicolando e supportando interessi personali e di parte 3 .
Ja non cujei qe·m desplagues amors (BdT 194.11) Il castellano Gui d'Uisel, la cui attività poetic... more Ja non cujei qe·m desplagues amors (BdT 194.11) Il castellano Gui d'Uisel, la cui attività poetica è documentata a cavallo fra dodicesimo e tredicesimo secolo, fu celebre ai suoi tempi ed è tutt'oggi ricordato soprattutto per la canzone Si be·m partetz, mala dompna, de vos (BdT 194.19), meglio nota come mala canso. 1 Nel corpus lirico del trovatore limosino figura, tuttavia, anche un'altra mala canso, indirizzata non già contro una dama, bensì contro Amore: Ja non cujei qe·m desplagues amors, componimento che, se confrontato con l'ampia bibliografia sviluppatasi intorno alla più famosa canzone, sembra invece essere stato completamente trascurato dalla critica.
Quali problemi ponga a un autore incominciare a comporre e quali effetti abbiano sul lettore le p... more Quali problemi ponga a un autore incominciare a comporre e quali effetti abbiano sul lettore le prime battute di un testo, come possano queste influenzare il proseguimento della lettura ecc., sono temi appassionanti e oggi di attualità, per critici e scrittori, dopo quella 'poesia e poetica degli inizi' in forma di metacomunicazione che è il romanzo di Calvino, Se una notte d'inverno un viaggiatore, dove si affiancano continui incipit di racconti non scritti" (Mortara Garavelli 1989:67). L'attenzione riservata all'incipit -sia da parte dell'autore che del pubblico-e, più in generale, l'interesse suscitato dalla retorica dell'esordio sono ovviamente presenti già in epoca classica e medievale: in questa sede tenteremo di offrire un'analisi tipologica dei quasi 2500 incipit della lirica trobadorica, proponendo alcuni spunti e riflessioni di natura retorico-stilistica e letteraria.
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