EPISTOLAE MAGNI TURCI di Laudivio Zacchia da Vezzano cavaliere gerosolimitano, 2025
“Mamma li turchi” è una diffusa espressione popolare che manifesta contemporaneamente stupore, sg... more “Mamma li turchi” è una diffusa espressione popolare che manifesta contemporaneamente stupore, sgomento e paura.
Effettivamente i “turchi”, ovvero l’espansione armata dell’Impero Ottomano nei Balcani e sul Mediterraneo, fra XV e XVII secolo, furono motivo di serie paure ed innumerevoli apprensioni per i Popoli e gli Stati europei.
Efficace rappresentazione della bellicosità ottomana ci offre Laudivio Zacchia da Vezzano, “Cavaliere dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme” che, pochi anni dopo la caduta di Costantinopoli, avvenuta nel 1453, s’inventò, rendendola credibile, una fitta corrispondenza fra il Sultano Mehmed II e Sovrani d’Europa, Africa e Asia.
A questa corrispondenza, caratterizzata da toni particolarmente aggressivi, assegnò il titolo “Epistolae Magni Turci”, letteralmente “Lettere del Gran Signore dei Turchi” e la fece pubblicare a Napoli nel 1473.
Successive edizioni furono stampate fino al 1691 in varie altre città italiane ed europee, e costituirono un efficace strumento di chiamata alle armi e propaganda di guerra contro l’Impero Ottomano.
Nella presente pubblicazione oltre a dare nuova visibilità a queste “Epistolae” ho approfondito vari aspetti della vita e delle opere di Laudivio Zacchia contribuendo, spero, a farlo uscire da un immeritato oblio.
…immeritato oblio nel quale è caduto anche frate Domenico da Ponzò, osservante francescano, che, nel medesimo periodo, profuse il suo impegno contro turchi ed usurai.
Mamma li turchi” is an Italian popular expression that simultaneously expresses amazement, dismay and fear.
In fact, the “Turks”, or rather the armed expansion of the Ottoman Empire in the Balkans and the Mediterranean, between the 15th and 17th centuries, were a source of serious fear and apprehension for the European Peoples and States.
An effective representation of Ottoman bellicosity is offered by Laudivio Zacchia da Vezzano, “Knight of the Order of St. John of Jerusalem” who, a few years after the fall of Constantinople, which occurred in 1453, invented, making it credible, a large correspondence between Sultan Mehmed II and the Sovereigns of Europe, Africa and Asia.
He gave this correspondence, characterized by particularly aggressive tones, the title “Epistolae Magni Turci”, literally “Letters of the Great Lord of the Turks” and published it in Naples in 1473.
Subsequent editions were printed until 1691 in various other Italian and European cities, and were used as war propaganda against the Ottoman Empire.
In this publication, in addition to giving new visibility to these “Epistolae”, I have explored various aspects of the life and works of Laudivio Zacchia, contributing, I hope, to bring him out of undeserved oblivion.
…undeserved oblivion into which also fell friar Domenico da Ponzò, an observant Franciscan, who, in the same period, devoted himself to fighting against Turks and usurers.
Anni fa acquistai in una piccola bottega d’arte a Porto Azzurro alcune pregevoli riproduzioni di ... more Anni fa acquistai in una piccola bottega d’arte a Porto Azzurro alcune pregevoli riproduzioni di antiche stampe dell’Elba. Recentemente, incuriosito dalla finezza di quei disegni, ho rintracciato notizie sulla loro origine e sul loro autore: Richard Colt Hoare.
Quelle stampe fanno parte del libro pubblicato a Londra, nel 1814, dal titolo “A Tour Through the Island of Elba, illustrated with views from nature by Sir Richard Colt Hoare Bart., and John Smith”. La pubblicazione era motivata dalla volontà degli autori di offrire all’opinione pubblica la descrizione del luogo d’esilio di Napoleone, a seguito degli esiti disastrosi della “Campagna di Russia”. A questo proposito Richard Colt Hoare aveva scritto anche una breve biografia del deposto Imperatore dal titolo “Bonaparte and his family” che ben esprime i sentimenti antinapoleonici dell’aristocrazia britannica.
Per l’occasione, Richard Colt Hoare, Baronetto, dalla sua residenza di Stourhead nel Wiltshire, aveva inviato a John Smith, curatore editoriale del libro e suo maestro di disegno: “My Port-folio of Drawings, as well as my Journal, written in the island of Elba” con lettera di accompagnamento alla quale John Smith unì una concisa prefazione. In realtà il “Port-folio” conteneva 32 disegni numerati, anziché gli 8 pubblicati, ed essi, come il “Journal” erano stati eseguiti molti anni prima: nel 1789 da Richard Colt Hoare in un viaggio in Italia durante il quale aveva raggiunto l’Isola d’Elba incuriosito “da quella nuova ed inesplorata terra”. La ragione di quel viaggio va ricercata, oltre che in alcune disgraziate vicissitudini dell’autore, nel fascino che le località italiane esercitavano nei viaggi sette-ottocenteschi: il così detto “grand-tour”. Anche John Smith non era rimasto insensibile a quel fascino come dimostrano le vedute di città e località italiane contenute nel suo libro “Select views in Italy, with topographical and historical descriptions”.
Con questi presupposti ho realizzato la presente pubblicazione che contiene: la traduzione del “Tour Through the Island of Elba…”, con note originali, nella quale ho inserito i 32 disegni eseguiti a matita ed inchiostro seppia da Richard Colt Hoare; disegni e testo costituiscono un’originale testimonianza di paesaggi e consuetudini di vita all’Elba verso la fine del ‘700; i disegni eseguiti da John Smith per l’edizione del 1814; altri disegni colorati ad acquerello eseguiti da John Smith stesso. Ho inoltre riportato in “Appendice”: mie divagazioni su alcune località elbane e sull’Elba stessa; particolarità della vita e delle opere di Richard Colt Hoare che evidenziano che non era un viaggiatore qualunque e che la sua attrazione per l’Italia era motivata da interessi “antiquari” propedeutici a studi ed indagini sulle antiche vestigia britanniche.
Queste “Notizie sulla grotta di Reale” sono una riedizione del mio e-book “Sulle grotte ultimamen... more Queste “Notizie sulla grotta di Reale” sono una riedizione del mio e-book “Sulle grotte ultimamente scoperte a Longone”, pubblicato, nel maggio 2012 sul sito”Academia.edu”, contemporaneamente alla sua presentazione, nello spazio antistante la grotta, a cura dell’Università del Tempo Libero dell’Isola d’Elba e con il sostegno del Comune di Porto Azzurro.. Un riassunto è apparso, nel medesimo anno, sul quadrimestrale elbano “Lo Scoglio” (numeri 95 e 96) La presente versione si discosta da quella del 2012 per l’inclusione di alcuni particolari e considerazioni inedite, la diversa veste grafica e la disposizione dei documenti.
Decisi di ricostruire la storia della grotta di Reale, situata nel terreno di mia proprietà nel Comune di Porto Azzurro, dopo che il cultore di storia elbana Gino Brambilla mi aveva riferito, trasmettendomi il suo entusiasmo, che nella grotta erano stati rinvenuti resti di orso delle caverne e di altri animali preistorici. Il titolo da me scelto parafrasava una pubblicazione del naturalista Paolo Spadoni, che aveva visitato la grotta nel 1787, apparsa sulla rivista “Opuscoli scelti sulle scienze e sulle arti di Milano”. Anche il filosofo Immanuel Kant, nella sua “Geografia Fisica” pubblicata in Italia nel 1805, descrisse la grotta di Reale, pur non avendola mai vista, attingendo dallo scritto dello Spadoni. Successivamente molti geologi, paleontologi o semplicemente studiosi fra cui gli elbani Raffaello Foresi e Giuseppe Pisani, si interessarono alla fauna fossile della grotta, alcuni reperti della quale sono conservati nel Museo di Storia Naturale di Firenze.
La grotta, piuttosto piccola, non presenta scenografie spettacolari, tuttavia gli studi effettuati sulla sua fauna fossile le assegnano considerevole valore epistemologico poiché documentano che, all’epoca dell’ultima glaciazione, l’Isola d’Elba rimase unita al continente per molte migliaia di anni, e che tale stato “peninsulare”, come quello “insulare” attuale, sono stati causati da cambiamenti climatici.
Questo libro è il primo di una serie dedicata alle indagini naturalistiche sul Golfo della Spezia... more Questo libro è il primo di una serie dedicata alle indagini naturalistiche sul Golfo della Spezia, il cui territorio, inserito nel contesto storico della Lunigiana, presenta caratteristiche naturali di considerevole interesse.
Per questo, nel corso degli ultimi due secoli, studiosi di fama internazionale vi hanno eseguito indagini di grande importanza nell’ambito delle “Scienze della Terra e del Mare”.
Nel piano di quest’opera non potevano tuttavia mancare riferimenti agli autori che, nell’antichità, hanno percepito la Lunigiana e il Golfo della Spezia secondo le conoscenze della loro epoca.
In questo primo volume sono riportate le descrizioni: letterarie, poetiche e geografiche dedicate a queste località a partire dall’Età Imperiale Romana fino al Rinascimento.
In particolare durante il Rinascimento molti intellettuali abbinarono agli studi sulle “humanae litterae” l’interesse per le raccolte archeologico-antiquarie alle quali le rovine dell’antica città di Luna offrivano preziosi reperti.
Nello stesso periodo la cartografia iniziò a fornire rappresentazioni del territorio sulla base di precise regole matematiche, proprie della “Geographia Tolemaica”, avviando quel processo di indagine che andrà a confluire nel “Metodo Scientifico” o “Galileiano”.
Sul Golfo della Spezia e su Sarzana si concentrarono, a partire dal XII secolo, le mire espansion... more Sul Golfo della Spezia e su Sarzana si concentrarono, a partire dal XII secolo, le mire espansioniste di Genova, Pisa, Milano e Firenze, con inevitabili conflitti armati. Verso la fine del 1400 Genova vi consolidò il suo dominio che si perpetuò successivamente grazie all’azione politico riformatrice di Andrea Doria.
Nel corso del 1500 e del 1600 molti storici hanno raccontato questi avvenimenti previlegiando, secondo il costume dell’epoca, le gesta di Principi, Papi, Condottieri e…Banche. In questo volume presento gli scritti di Agostino Giustiniani, Niccolò Machiavelli e Filippo Maria Casoni, che descrivono l’espansione e la politica genovese nel Golfo della Spezia e a Sarzana.
Inoltre in quel periodo, storicamente molto complesso, si manifestarono istanze e forme di cultura politica anticipatrici della modernità, e all’uso delle armi si sostituì gradualmente l’esercizio del diritto. Questo mutamento coinvolse anche la Lunigiana e, caso finora non abbastanza approfondito, giuristi originari di Sarzana, Pontremoli e Fivizzano svilupparono studi in vari rami del diritto che ebbero ampia risonanza e diffusione. In particolare a Fivizzano il giurista Terenzio Fantoni introdusse nella procedura del processo penale l’inammissibilità del giuramento da parte dei colpevoli di reati, anticipando le tesi in materia di Cesare Beccaria, la personalità più importante dell’Illuminismo italiano.
Questi argomenti che sembrano discostarsi da descrizioni strettamente naturalistiche, in realtà rivelano la relazione fra uso del territorio e storia politica e sociale del popolo che vi risiede.
Pestilenze e carestie hanno accompagnato la Storia d’Italia del XVI e XVII secolo con episodi fre... more Pestilenze e carestie hanno accompagnato la Storia d’Italia del XVI e XVII secolo con episodi frequenti di morte e sofferenza. Gli storici genovesi: Agostino Giustiniani e Filippo Maria Casoni descrivono nei loro “Annali” anche questi eventi e varie altre calamità che afflissero la Liguria e la Corsica fra il XII ed il XVII secolo. Inoltre, Filippo M. Casoni riferisce che nell’anno1579 si manifestò in Corsica un “morbo stravagante, chiamato del galantino”, con sintomi simili all’attuale influenza. Anche Silvestro Facio (o Fazio) medico del XVI secolo, originario della Spezia, riferisce di questo morbo nel libro “Paradossi della pestilenza” confrontandone i sintomi con quelli della peste che aveva afflitto Genova nel medesimo anno. Il libro definito “famoso fra gli avversari del contagio, delle quarantene e d’ogni altro impedimento al libero commercio” presenta molte particolarità sull’evoluzione del pensiero filosofico-scientifico in tema di epidemie, fra XVI e XVII secolo. Ho deciso pertanto di commentarlo assieme ad alcuni altri trattati relativi alle pestilenze dell’epoca, fra i quali un breve carteggio fra l’intellettuale sarzanese Agostino Mascardi e il poeta “marinista” Claudio Achillini, che avallando i sospetti di “pestilenza per umana opera indotta” costituisce uno dei primi esempi della così detta “teoria del complotto”. La gravità di quelle epidemie, accompagnata da sostanziale mancanza di cure mediche, assegnò alla politica il ruolo di contrastarle con misure di prevenzione ed isolamento, e al “diritto in tempo di peste” il ruolo di sovrintendere al funzionamento dell’organizzazione sociale. È in questo contesto politico che prese forma la decisione della Repubblica di Genova di costruire verso la metà del XVIII secolo il grande Lazzaretto del Varignano, destinato allo spurgo delle merci, la cui imponente architettura è ancora in evidenza sul lato occidentale del Golfo della Spezia.
Come conclusione di questa premessa, informo il cortese Lettore/trice che per esporre con chiarezza i temi affrontati ho deciso di ampliare gli angusti confini della “storia locale” al più vasto contesto epistemologico sulla conoscenza e prevenzione della peste nei secoli scorsi. La particolare attenzione dedicata agli studi di Antonio Vallisneri sui microrganismi diffusori delle epidemie e sulla confutazione dello loro “generazione spontanea” è motivata dal fatto che Lui per primo, nel 1715, descrisse la “polla d’acqua dolce di Cadimare” e fu precursore degli studi idrogeologici del Golfo della Spezia.
1. Paolo Spadoni: Lettere odeporiche sulle montagne ligustiche. Eccomi, illustre Collega "post va... more 1. Paolo Spadoni: Lettere odeporiche sulle montagne ligustiche. Eccomi, illustre Collega "post varios casus, post tot discrimina rerum", giunto alla Spezia, cioè alla più deliziosa e pregiata città della Riviera di Levante. Occupa questa il fondo del suo Golfo, così alto d'acque e spazioso, che n'offre comodo e sicuro ricetto anche a molte navi d'alto bordo. Le rive petrose de' curvi fianchi restano mirabilmente decorate da torreggianti fortezze, da lieti paesetti e villaggi d'ordinario locati entro giocondissime gole. Alcuni però son così posti sull'una sponda e sull'altra, che sembran guardarsi in faccia, e gareggiar fra loro sulla preminenza del sito. Ad essi succedono diversi salubri e comodi palazzi sparsi per ameni e facili poggi, ricamati in più d'un lato di pampinose viti, e biancheggianti ulivi. Dietro questi levansi le cime de' monti qua elevate, alpestri, e tutte nude, là rotte, minacciose, con pochi cespi di boscaglia e di misto colore le quali facendogli spalla, da venti troppo rigidi, e malsani ne riparano il Golfo. Rapito adunque dalla bellezza e varietà de' meravigliosi prospetti, non potei trattenermi dal cercar di goderli a parte a parte, e contemplarli più da vicino. Laonde adagiato in picciol naviglio presi a girare intorno intorno con pausa, ma con occhi i più aperti, i più cupidi quel tanto famoso e sorprendente teatro, quanto unico in tutta Europa. Così inizia la sesta lettera odeporica dalle montagne ligustiche, datata: Macerata 17 Aprile 1792 e indirizzata al chiarissimo Sig. Dottore Ottaviano Targioni Tozzetti, Pubblico Professore di Botanica in Firenze, da parte di: Paolo Spadoni socio delle Reali
All’inizio del 900 Helen Lavinia e William Percy Cochane, ricchi coniugi inglesi, decisero di sta... more All’inizio del 900 Helen Lavinia e William Percy Cochane, ricchi coniugi inglesi, decisero di stabilire la propria dimora nel paese di Pugliola sul lato orientale del Golfo della Spezia. Ivi acquistarono un’antica villa settecentesca, la ristrutturarono completamente e vi crearono attorno un vasto giardino, secondo il gusto dell’epoca. La villa ed il suo parco spiccano ancora sulla collina che sovrasta la spiaggia della Venere Azzurra. Helen e Percy, come consuetudine delle facoltose famiglie britanniche, si dedicarono ad un’intensa opera filantropica della quale beneficiò la popolazione di Pugliola e non solo. Tuttavia i rapporti di Percy con i paesani furono talmente burrascosi che finirono per essere risolti nel Tribunale di Sarzana alla vigilia della Prima Guerra Mondiale. Durante il conflitto i Cochrane furono instancabili nell’alleviare le sofferenze delle moltitudini di feriti che da vari fronti trovarono ricovero negli Ospedali Militari da loro appositamente approntati a Sarzana ed a Mentone. Successivamente anch’essi come tanti sudditi britannici in Italia subirono le conseguenze del fascismo.
All’inizio del 900 Helen Lavinia e William Percy Cochane, ricchi coniugi inglesi, decisero di sta... more All’inizio del 900 Helen Lavinia e William Percy Cochane, ricchi coniugi inglesi, decisero di stabilire la propria dimora nel paese di Pugliola sul lato orientale del Golfo della Spezia. Ivi acquistarono un’antica villa settecentesca, la ristrutturarono completamente e vi crearono attorno un vasto giardino, secondo il gusto dell’epoca. La villa ed il suo parco spiccano ancora sulla collina che sovrasta la spiaggia della Venere Azzurra. Helen e Percy, come consuetudine delle facoltose famiglie britanniche, si dedicarono ad un’intensa opera filantropica della quale beneficiò la popolazione di Pugliola e non solo. Tuttavia i rapporti di Percy con i paesani furono talmente burrascosi che finirono per essere risolti nel Tribunale di Sarzana alla vigilia della Prima Guerra Mondiale. Durante il conflitto i Cochrane furono instancabili nell’alleviare le sofferenze delle moltitudini di feriti che da vari fronti trovarono ricovero negli Ospedali Militari da loro appositamente approntati a Sarzana ed a Mentone. Terminato il conflitto anch’essi come tanti sudditi britannici in Italia subirono le conseguenze del fascismo.
Nel 1668 lo scienziato Niels Steensen, conosciuto in Italia come Nicolò Stenone, decise di intra... more Nel 1668 lo scienziato Niels Steensen, conosciuto in Italia come Nicolò Stenone, decise di intraprendere un viaggio all'Isola d'Elba per effettuarvi ricerche nei siti minerari. Tuttavia a Longone, l'attuale Porto Azzurro, incappò in una disavventura che avrebbe potuto pregiudicare i risultati di quel viaggio che costituisce un momento importante nella storia della scienza.
Una pagina drammatica del Risorgimento Italiano e della vita di Giuseppe Garibaldi. La storia di ... more Una pagina drammatica del Risorgimento Italiano e della vita di Giuseppe Garibaldi. La storia di un eroico pescatore raccontata dallo scienziato Paolo Mantegazza. Un collegamento ideale fra l'Isola d'Elba e il Golfo della Spezia.
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Effettivamente i “turchi”, ovvero l’espansione armata dell’Impero Ottomano nei Balcani e sul Mediterraneo, fra XV e XVII secolo, furono motivo di serie paure ed innumerevoli apprensioni per i Popoli e gli Stati europei.
Efficace rappresentazione della bellicosità ottomana ci offre Laudivio Zacchia da Vezzano, “Cavaliere dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme” che, pochi anni dopo la caduta di Costantinopoli, avvenuta nel 1453, s’inventò, rendendola credibile, una fitta corrispondenza fra il Sultano Mehmed II e Sovrani d’Europa, Africa e Asia.
A questa corrispondenza, caratterizzata da toni particolarmente aggressivi, assegnò il titolo “Epistolae Magni Turci”, letteralmente “Lettere del Gran Signore dei Turchi” e la fece pubblicare a Napoli nel 1473.
Successive edizioni furono stampate fino al 1691 in varie altre città italiane ed europee, e costituirono un efficace strumento di chiamata alle armi e propaganda di guerra contro l’Impero Ottomano.
Nella presente pubblicazione oltre a dare nuova visibilità a queste “Epistolae” ho approfondito vari aspetti della vita e delle opere di Laudivio Zacchia contribuendo, spero, a farlo uscire da un immeritato oblio.
…immeritato oblio nel quale è caduto anche frate Domenico da Ponzò, osservante francescano, che, nel medesimo periodo, profuse il suo impegno contro turchi ed usurai.
Mamma li turchi” is an Italian popular expression that simultaneously expresses amazement, dismay and fear.
In fact, the “Turks”, or rather the armed expansion of the Ottoman Empire in the Balkans and the Mediterranean, between the 15th and 17th centuries, were a source of serious fear and apprehension for the European Peoples and States.
An effective representation of Ottoman bellicosity is offered by Laudivio Zacchia da Vezzano, “Knight of the Order of St. John of Jerusalem” who, a few years after the fall of Constantinople, which occurred in 1453, invented, making it credible, a large correspondence between Sultan Mehmed II and the Sovereigns of Europe, Africa and Asia.
He gave this correspondence, characterized by particularly aggressive tones, the title “Epistolae Magni Turci”, literally “Letters of the Great Lord of the Turks” and published it in Naples in 1473.
Subsequent editions were printed until 1691 in various other Italian and European cities, and were used as war propaganda against the Ottoman Empire.
In this publication, in addition to giving new visibility to these “Epistolae”, I have explored various aspects of the life and works of Laudivio Zacchia, contributing, I hope, to bring him out of undeserved oblivion.
…undeserved oblivion into which also fell friar Domenico da Ponzò, an observant Franciscan, who, in the same period, devoted himself to fighting against Turks and usurers.
Recentemente, incuriosito dalla finezza di quei disegni, ho rintracciato notizie sulla loro origine e sul loro autore: Richard Colt Hoare.
Quelle stampe fanno parte del libro pubblicato a Londra, nel 1814, dal titolo “A Tour Through the Island of Elba, illustrated with views from nature by Sir Richard Colt Hoare Bart., and John Smith”.
La pubblicazione era motivata dalla volontà degli autori di offrire all’opinione pubblica la descrizione del luogo d’esilio di Napoleone, a seguito degli esiti disastrosi della “Campagna di Russia”. A questo proposito Richard Colt Hoare aveva scritto anche una breve biografia del deposto Imperatore dal titolo “Bonaparte and his family” che ben esprime i sentimenti antinapoleonici dell’aristocrazia britannica.
Per l’occasione, Richard Colt Hoare, Baronetto, dalla sua residenza di Stourhead nel Wiltshire, aveva inviato a John Smith, curatore editoriale del libro e suo maestro di disegno: “My Port-folio of Drawings, as well as my Journal, written in the island of Elba” con lettera di accompagnamento alla quale John Smith unì una concisa prefazione.
In realtà il “Port-folio” conteneva 32 disegni numerati, anziché gli 8 pubblicati, ed essi, come il “Journal” erano stati eseguiti molti anni prima: nel 1789 da Richard Colt Hoare in un viaggio in Italia durante il quale aveva raggiunto l’Isola d’Elba incuriosito “da quella nuova ed inesplorata terra”. La ragione di quel viaggio va ricercata, oltre che in alcune disgraziate vicissitudini dell’autore, nel fascino che le località italiane esercitavano nei viaggi sette-ottocenteschi: il così detto “grand-tour”.
Anche John Smith non era rimasto insensibile a quel fascino come dimostrano le vedute di città e località italiane contenute nel suo libro “Select views in Italy, with topographical and historical descriptions”.
Con questi presupposti ho realizzato la presente pubblicazione che contiene:
la traduzione del “Tour Through the Island of Elba…”, con note originali, nella quale ho inserito i 32 disegni eseguiti a matita ed inchiostro seppia da Richard Colt Hoare; disegni e testo costituiscono un’originale testimonianza di paesaggi e consuetudini di vita all’Elba verso la fine del ‘700;
i disegni eseguiti da John Smith per l’edizione del 1814;
altri disegni colorati ad acquerello eseguiti da John Smith stesso.
Ho inoltre riportato in “Appendice”:
mie divagazioni su alcune località elbane e sull’Elba stessa;
particolarità della vita e delle opere di Richard Colt Hoare che evidenziano che non era un viaggiatore qualunque e che la sua attrazione per l’Italia era motivata da interessi “antiquari” propedeutici a studi ed indagini sulle antiche vestigia britanniche.
Un riassunto è apparso, nel medesimo anno, sul quadrimestrale elbano “Lo Scoglio” (numeri 95 e 96)
La presente versione si discosta da quella del 2012 per l’inclusione di alcuni particolari e considerazioni inedite, la diversa veste grafica e la disposizione dei documenti.
Decisi di ricostruire la storia della grotta di Reale, situata nel terreno di mia proprietà nel Comune di Porto Azzurro, dopo che il cultore di storia elbana Gino Brambilla mi aveva riferito, trasmettendomi il suo entusiasmo, che nella grotta erano stati rinvenuti resti di orso delle caverne e di altri animali preistorici.
Il titolo da me scelto parafrasava una pubblicazione del naturalista Paolo Spadoni, che aveva visitato la grotta nel 1787, apparsa sulla rivista “Opuscoli scelti sulle scienze e sulle arti di Milano”.
Anche il filosofo Immanuel Kant, nella sua “Geografia Fisica” pubblicata in Italia nel 1805, descrisse la grotta di Reale, pur non avendola mai vista, attingendo dallo scritto dello Spadoni.
Successivamente molti geologi, paleontologi o semplicemente studiosi fra cui gli elbani Raffaello Foresi e Giuseppe Pisani, si interessarono alla fauna fossile della grotta, alcuni reperti della quale sono conservati nel Museo di Storia Naturale di Firenze.
La grotta, piuttosto piccola, non presenta scenografie spettacolari, tuttavia gli studi effettuati sulla sua fauna fossile le assegnano considerevole valore epistemologico poiché documentano che, all’epoca dell’ultima glaciazione, l’Isola d’Elba rimase unita al continente per molte migliaia di anni, e che tale stato “peninsulare”, come quello “insulare” attuale, sono stati causati da cambiamenti climatici.
Per questo, nel corso degli ultimi due secoli, studiosi di fama internazionale vi hanno eseguito indagini di grande importanza nell’ambito delle “Scienze della Terra e del Mare”.
Nel piano di quest’opera non potevano tuttavia mancare riferimenti agli autori che, nell’antichità, hanno percepito la Lunigiana e il Golfo della Spezia secondo le conoscenze della loro epoca.
In questo primo volume sono riportate le descrizioni: letterarie, poetiche e geografiche dedicate a queste località a partire dall’Età Imperiale Romana fino al Rinascimento.
In particolare durante il Rinascimento molti intellettuali abbinarono agli studi sulle “humanae litterae” l’interesse per le raccolte archeologico-antiquarie alle quali le rovine dell’antica città di Luna offrivano preziosi reperti.
Nello stesso periodo la cartografia iniziò a fornire rappresentazioni del territorio sulla base di precise regole matematiche, proprie della “Geographia Tolemaica”, avviando quel processo di indagine che andrà a confluire nel “Metodo Scientifico” o “Galileiano”.
Verso la fine del 1400 Genova vi consolidò il suo dominio che si perpetuò successivamente grazie all’azione politico riformatrice di Andrea Doria.
Nel corso del 1500 e del 1600 molti storici hanno raccontato questi avvenimenti previlegiando, secondo il costume dell’epoca, le gesta di Principi, Papi, Condottieri e…Banche.
In questo volume presento gli scritti di Agostino Giustiniani, Niccolò Machiavelli e Filippo Maria Casoni, che descrivono l’espansione e la politica genovese nel Golfo della Spezia e a Sarzana.
Inoltre in quel periodo, storicamente molto complesso, si manifestarono istanze e forme di cultura politica anticipatrici della modernità, e all’uso delle armi si sostituì gradualmente l’esercizio del diritto.
Questo mutamento coinvolse anche la Lunigiana e, caso finora non abbastanza approfondito, giuristi originari di Sarzana, Pontremoli e Fivizzano svilupparono studi in vari rami del diritto che ebbero ampia risonanza e diffusione.
In particolare a Fivizzano il giurista Terenzio Fantoni introdusse nella procedura del processo penale l’inammissibilità del giuramento da parte dei colpevoli di reati, anticipando le tesi in materia di Cesare Beccaria, la personalità più importante dell’Illuminismo italiano.
Questi argomenti che sembrano discostarsi da descrizioni strettamente naturalistiche, in realtà rivelano la relazione fra uso del territorio e storia politica e sociale del popolo che vi risiede.
Gli storici genovesi: Agostino Giustiniani e Filippo Maria Casoni descrivono nei loro “Annali” anche questi eventi e varie altre calamità che afflissero la Liguria e la Corsica fra il XII ed il XVII secolo.
Inoltre, Filippo M. Casoni riferisce che nell’anno1579 si manifestò in Corsica un “morbo stravagante, chiamato del galantino”, con sintomi simili all’attuale influenza.
Anche Silvestro Facio (o Fazio) medico del XVI secolo, originario della Spezia, riferisce di questo morbo nel libro “Paradossi della pestilenza” confrontandone i sintomi con quelli della peste che aveva afflitto Genova nel medesimo anno.
Il libro definito “famoso fra gli avversari del contagio, delle quarantene e d’ogni altro impedimento al libero commercio” presenta molte particolarità sull’evoluzione del pensiero filosofico-scientifico in tema di epidemie, fra XVI e XVII secolo.
Ho deciso pertanto di commentarlo assieme ad alcuni altri trattati relativi alle pestilenze dell’epoca, fra i quali un breve carteggio fra l’intellettuale sarzanese Agostino Mascardi e il poeta “marinista” Claudio Achillini, che avallando i sospetti di “pestilenza per umana opera indotta” costituisce uno dei primi esempi della così detta “teoria del complotto”.
La gravità di quelle epidemie, accompagnata da sostanziale mancanza di cure mediche, assegnò alla politica il ruolo di contrastarle con misure di prevenzione ed isolamento, e al “diritto in tempo di peste” il ruolo di sovrintendere al funzionamento dell’organizzazione sociale.
È in questo contesto politico che prese forma la decisione della Repubblica di Genova di costruire verso la metà del XVIII secolo il grande Lazzaretto del Varignano, destinato allo spurgo delle merci, la cui imponente architettura è ancora in evidenza sul lato occidentale del Golfo della Spezia.
Come conclusione di questa premessa, informo il cortese Lettore/trice che per esporre con chiarezza i temi affrontati ho deciso di ampliare gli angusti confini della “storia locale” al più vasto contesto epistemologico sulla conoscenza e prevenzione della peste nei secoli scorsi.
La particolare attenzione dedicata agli studi di Antonio Vallisneri sui microrganismi diffusori delle epidemie e sulla confutazione dello loro “generazione spontanea” è motivata dal fatto che Lui per primo, nel 1715, descrisse la “polla d’acqua dolce di Cadimare” e fu precursore degli studi idrogeologici del Golfo della Spezia.
La villa ed il suo parco spiccano ancora sulla collina che sovrasta la spiaggia della Venere Azzurra.
Helen e Percy, come consuetudine delle facoltose famiglie britanniche, si dedicarono ad un’intensa opera filantropica della quale beneficiò la popolazione di Pugliola e non solo.
Tuttavia i rapporti di Percy con i paesani furono talmente burrascosi che finirono per essere risolti nel Tribunale di Sarzana alla vigilia della Prima Guerra Mondiale.
Durante il conflitto i Cochrane furono instancabili nell’alleviare le sofferenze delle moltitudini di feriti che da vari fronti trovarono ricovero negli Ospedali Militari da loro appositamente approntati a Sarzana ed a Mentone.
Successivamente anch’essi come tanti sudditi britannici in Italia subirono le conseguenze del fascismo.
La villa ed il suo parco spiccano ancora sulla collina che sovrasta la spiaggia della Venere Azzurra.
Helen e Percy, come consuetudine delle facoltose famiglie britanniche, si dedicarono ad un’intensa opera filantropica della quale beneficiò la popolazione di Pugliola e non solo.
Tuttavia i rapporti di Percy con i paesani furono talmente burrascosi che finirono per essere risolti nel Tribunale di Sarzana alla vigilia della Prima Guerra Mondiale.
Durante il conflitto i Cochrane furono instancabili nell’alleviare le sofferenze delle moltitudini di feriti che da vari fronti trovarono ricovero negli Ospedali Militari da loro appositamente approntati a Sarzana ed a Mentone.
Terminato il conflitto anch’essi come tanti sudditi britannici in Italia subirono le conseguenze del fascismo.
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