"Intelligence di Frontiera" è una nuova collana mensile che coniuga rigore storico e narrativa ev... more "Intelligence di Frontiera" è una nuova collana mensile che coniuga rigore storico e narrativa evocativa. Questo primo numero, dedicato a vicende storiche della Seconda Guerra Mondiale, esplora tematiche complesse come il ruolo dell'intelligence britannica, la Resistenza italiana monarchica e le ombre che circondano figure come Indro Montanelli e il conte Filiberto Comito, raccogliendo i contenuti social del blog e della pagina facebook.
Attraverso articoli inediti, interviste immaginarie e riflessioni storiografiche, la rivista mira a gettare nuova luce su eventi e personaggi troppo spesso trascurati, intrecciando microstorie e grandi temi globali.
Contenuti principali:
Le motivazioni profonde della ricerca: Un viaggio personale nell'arte della scoperta storica.
Interviste impossibili: Dialoghi immaginari con Montanelli e Comito, tra ironia e documentazione rigorosa.
Il viaggio nel tempo della storia: Una riflessione sulla storiografia come telescopio sul passato.
Questo progetto nasce per sfidare le narrazioni consolidate, interrogarsi sul ruolo della memoria e invitare alla riflessione critica sul passato.
Questo articolo esplora la complessità della ricerca genealogica e storica, attraverso due casi e... more Questo articolo esplora la complessità della ricerca genealogica e storica, attraverso due casi esemplari: il ritrovamento dell'atto di morte di Carlo Trillò e la testimonianza di Marcello Creti. Il primo, un documento genealogico autentico ma fuorviante, permette di riflettere su come anche le fonti più attendibili possano condurre a interpretazioni erronee se non analizzate con attenzione. Il secondo caso, quello di Marcello Creti, illustra come una testimonianza orale possa mescolare verità e vanterie personali, portando a una narrazione che richiede discernimento critico. Sebbene Creti abbia "inventato" un contatto con Ettore Majorana, le altre sue affermazioni trovano riscontro nei documenti storici, insegnandoci l'importanza di setacciare e confrontare le fonti, senza scartare a priori dettagli apparentemente dubbi. L'articolo invita il ricercatore a esercitare un approccio rigoroso e riflessivo, paragonando il lavoro genealogico e storico a quello di un cercatore d’oro che, pazientemente, seleziona ogni frammento alla ricerca di verità nascoste.
A distanza di oltre vent’anni dalla stesura della tesi che ha dato origine a questo volume, il de... more A distanza di oltre vent’anni dalla stesura della tesi che ha dato origine a questo volume, il desiderio di tornare a Solaris di Andrej Tarkovskij non nasce solo dalla volontà di pubblicare un lavoro che per molto tempo è rimasto confinato nella sua finalità accademica, ma soprattutto dalla consapevolezza dell’attualità e della profondità del tema centrale che attraversa tanto il film quanto il romanzo di Stanisław Lem: il rapporto tra l’uomo e la tecnologia. All’epoca della mia ricerca, l’interrogativo su cosa distinguesse l’umano dalla macchina era già una questione filosofica ineludibile, ma la sua portata rimaneva confinata in ambiti teorici. Oggi, in un’epoca in cui l’intelligenza artificiale non è più materia di fantascienza, ma una presenza concreta e pervasiva nella nostra quotidianità, il dibattito è entrato in una fase nuova e decisiva: la riflessione proposta da Tarkovskij e Lem assume un significato che non è più solo premonitore, ma urgente.
La tecnologia pensante che interroga l’uomo, lo specchio che non solo riflette, ma amplifica le sue contraddizioni e le sue paure, costituisce il cuore pulsante di un discorso che oggi più che mai ci riguarda da vicino. Solaris è un pianeta che non risponde alle logiche umane, non è né ostile né accogliente, non stabilisce con gli astronauti una relazione lineare di causa ed effetto. Il suo oceano pensante si limita a restituire all’uomo le proprie angosce, riformulandole sotto forma di presenze che sfidano la ragione, fantasmi della memoria che si materializzano in corpi perfettamente tangibili. Questo meccanismo, che nel romanzo di Lem assume i contorni di un esperimento scientifico fallito, nel film di Tarkovskij si trasforma in una parabola filosofica sull’identità umana e sulla possibilità stessa della conoscenza. Oggi, di fronte all’avanzare dell’intelligenza artificiale, Solaris non è più solo una metafora: è una domanda aperta sul futuro del nostro rapporto con il pensiero non umano.
Se l’attualità tematica del film di Tarkovskij rappresenta un motivo per tornare a questo studio, altrettanto significativa è la sua rilevanza metodologica. L’idea fondante, allora come oggi, era quella di lavorare su una critica testuale, ma le circostanze specifiche della vicenda editoriale del film hanno imposto un approccio interdisciplinare che ha abbracciato la filologia, la storia e il giornalismo d’inchiesta. L’indagine si è sviluppata su due livelli: da un lato, l’analisi delle differenze tra il film e il romanzo, mettendo in luce le implicazioni estetiche e filosofiche della trasposizione cinematografica; dall’altro, lo studio delle alterazioni che Solaris ha subito nella sua distribuzione italiana, attraverso il ritrovamento di documenti inediti e testimonianze dirette.
La prima sfida fu quella di comprendere l’impatto dei tagli apportati al testo filmico: in Unione Sovietica, il rapporto conflittuale tra Tarkovskij, uomo di fede cristiana e profondamente religioso, e la burocrazia atea del regime sovietico ha lasciato un segno indelebile sulla sua opera. Una volta ricostruita la genesi dei tagli sovietici, l’indagine si è spostata sulla versione italiana, decurtata di quasi un’ora e ulteriormente compromessa da un doppiaggio che, pur avendo la firma autorevole di Dacia Maraini e Pier Paolo Pasolini, fu condotto in una direzione discutibile, con l’adozione di inflessioni regionalistiche che hanno amplificato il disorientamento prodotto dai tagli alla pellicola. Questi interventi non solo hanno alterato il significato del film, ma hanno anche posto un interrogativo fondamentale: cosa rimaneva ancora comprensibile e coerente di Solaris nella sua forma mutilata? La risposta non poteva che passare attraverso un lavoro di ricostruzione filologica e comparativa, supportato da testimonianze esclusive – tra cui l’intervista a Dacia Maraini riportata integralmente nel testo – e da un’analisi che intreccia la storia culturale, la critica cinematografica e lo studio del testo filmico come opera d’arte.
Ma oggi questa ricerca si arricchisce di una nuova prospettiva. L’avvento dell’intelligenza artificiale ha reso più pressante una riflessione che in Solaris era già presente in nuce: cosa accade quando l’uomo si trova di fronte a un’intelligenza che non può comprendere? Come interagiamo con un’entità che non imita la coscienza umana, ma ne rivela i meccanismi più profondi e spesso irrazionali? Il dibattito contemporaneo sulla coscienza artificiale ci costringe a riformulare le stesse domande che Lem e Tarkovskij avevano posto più di cinquant’anni fa. Se i sistemi di intelligenza artificiale oggi sono in grado di produrre testi, immagini, decisioni e analisi sempre più sofisticate, siamo davvero sicuri che il criterio della “comprensione” sia ancora quello centrale per definire l’intelligenza?
Nel film, il protagonista Chris Kelvin si scontra con l’impossibilità di dare un senso univoco a ciò che vede. I suoi parametri razionali si rivelano inadeguati, e ciò che inizialmente considera un’allucinazione si trasforma in un’esperienza concreta, tangibile. L’intelligenza artificiale oggi pone la stessa sfida: non è più una macchina calcolatrice che esegue operazioni secondo schemi rigidi, ma una forma di elaborazione capace di apprendere, adattarsi, rispondere a sollecitazioni non previste. Se l’oceano di Solaris genera simulacri che sembrano avere autonomia emotiva, non possiamo dire che i modelli avanzati di intelligenza artificiale producano oggi risposte che ci costringono a ridefinire il confine tra umano e artificiale?
L’attualità di questo lavoro risiede proprio in questo approccio: un’indagine che non si limita a raccontare una vicenda storica, ma che si propone come un modello di analisi rigorosa per la comprensione di un testo filmico e, più in generale, di un’opera d’arte. Solaris non è solo un film sulla fantascienza o sulla tecnologia, ma un’opera che interroga il rapporto tra realtà e illusione, tra memoria e identità, tra coscienza e alterità. Oggi, più che mai, queste domande sono essenziali per capire come il nostro rapporto con la tecnologia stia trasformando la nostra percezione del reale.
Questa nuova edizione, che riporta un diverso titolo rispetto all’originale, non è solo una ripubblicazione del lavoro originario, ma un’opera che guarda al presente e al futuro. Integrare l’introduzione di ventiquattro anni fa, qui rielaborata, con questa nuova prefazione vuole offrire al lettore una chiave di lettura attuale, capace di connettere il passato di Tarkovskij e Lem con le sfide del nostro tempo.
Va inoltre ricordato che questa ricerca ha preso forma nell’anno accademico 2000-2001, quando discutevo la mia tesi di laurea in Lettere Moderne presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Relatore era il professor Orio Caldiron, titolare della cattedra di Storia e Critica del Cinema; correlatore il professor Flavio De Bernardis; presidente della commissione il professor Pierluigi Petrobelli, ordinario di Storia della Musica presso la Facoltà di Lettere e Socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, nonché socio onorario dell’American Musicological Society e della Royal Musical Association. A loro va il mio ringraziamento per aver sostenuto e guidato questa ricerca, che oggi trova nuova luce in un volume pensato per guardare oltre i confini accademici e aprirsi al dialogo con il presente, rileggendo Solaris non solo come un capolavoro cinematografico e letterario, ma come uno specchio che ci interroga ancora oggi, un luogo in cui l’uomo si confronta con l’ignoto – che sia un oceano pensante o un’intelligenza artificiale – e, inevitabilmente, con sé stesso.
Discover the Untold Story of Indro Montanelli and World War II.
A secret resistance, hidden allia... more Discover the Untold Story of Indro Montanelli and World War II. A secret resistance, hidden alliances, and documents that change history. Download a free excerpt of the book and explore the hidden side of one of Italy’s most iconic journalists during World War II.
This book emerges from an in-depth and surprising historical investigation that brings to light a resistance movement of great significance, previously unknown. It reveals a moderate, monarchist strand of the resistance, distinct from the political stance of the CLNAI. Within this context, the figure of Indro Montanelli takes on a completely new dimension, shedding the ambiguity he himself cultivated over the years to maintain the utmost secrecy about the organization he was part of.
Through the discovery and analysis of previously classified top-secret documents, now declassified, and the careful cross-referencing of published works with archival material, a previously unsuspected story of intelligence operations has been pieced together.
This structure, known as the "Yellow Band," had direct connections with the Jewish community (the origin of its name) and was effectively an extension of British intelligence operating out of Switzerland. It was a network of seemingly ordinary individuals working along the Italian border, and it was among the first to obtain the Auschwitz protocols.
The network was cleverly divided between civilians, organized and led by an Italian nobleman, and military personnel, under the direct supervision of a general in the Italian Air Force.
Among these ranks stood the presence of "Captain" Montanelli, identified as one of the officers worthy of particular recognition.
Siete davvero sicuri di conoscere la vera storia di Indro Montanelli e del suo ruolo durante la S... more Siete davvero sicuri di conoscere la vera storia di Indro Montanelli e del suo ruolo durante la Seconda guerra mondiale? Se siete suoi ammiratori, probabilmente penserete di sì. Ma vi sbagliate. Il giornalista italiano più amato e controverso non ha mai svelato il suo vero coinvolgimento nella Resistenza. Per anni ha custodito un segreto e, quando ha parlato, ha lasciato dietro di sé contraddizioni e ambiguità, alimentando sospetti e polemiche fino a oggi. Basato su documenti «top secret» finalmente venuti alla luce, questo libro svela una storia mai raccontata: tra il 1943 e il 1945, Montanelli non fu solo un osservatore o un cronista, ma un attore silenzioso in una complessa rete di spionaggio e controspionaggio al confine svizzero. Una rete di resistenza clandestina guidata da figure insospettabili, tutte al servizio dell’intelligence britannica, tra i più potenti servizi di spionaggio del mondo. Oltre al suo ruolo cruciale nel conflitto, la «Banda Gialla» si distinse anche per operazioni umanitarie che salvarono migliaia di ebrei perseguitati. Una storia nascosta che getta nuova luce sugli ultimi giorni della guerra e sul vero ruolo che Montanelli – e altri come lui – hanno giocato.
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Papers by Damiano Trillò
Attraverso articoli inediti, interviste immaginarie e riflessioni storiografiche, la rivista mira a gettare nuova luce su eventi e personaggi troppo spesso trascurati, intrecciando microstorie e grandi temi globali.
Contenuti principali:
Le motivazioni profonde della ricerca: Un viaggio personale nell'arte della scoperta storica.
Interviste impossibili: Dialoghi immaginari con Montanelli e Comito, tra ironia e documentazione rigorosa.
Il viaggio nel tempo della storia: Una riflessione sulla storiografia come telescopio sul passato.
Questo progetto nasce per sfidare le narrazioni consolidate, interrogarsi sul ruolo della memoria e invitare alla riflessione critica sul passato.
Books by Damiano Trillò
La tecnologia pensante che interroga l’uomo, lo specchio che non solo riflette, ma amplifica le sue contraddizioni e le sue paure, costituisce il cuore pulsante di un discorso che oggi più che mai ci riguarda da vicino. Solaris è un pianeta che non risponde alle logiche umane, non è né ostile né accogliente, non stabilisce con gli astronauti una relazione lineare di causa ed effetto. Il suo oceano pensante si limita a restituire all’uomo le proprie angosce, riformulandole sotto forma di presenze che sfidano la ragione, fantasmi della memoria che si materializzano in corpi perfettamente tangibili. Questo meccanismo, che nel romanzo di Lem assume i contorni di un esperimento scientifico fallito, nel film di Tarkovskij si trasforma in una parabola filosofica sull’identità umana e sulla possibilità stessa della conoscenza. Oggi, di fronte all’avanzare dell’intelligenza artificiale, Solaris non è più solo una metafora: è una domanda aperta sul futuro del nostro rapporto con il pensiero non umano.
Se l’attualità tematica del film di Tarkovskij rappresenta un motivo per tornare a questo studio, altrettanto significativa è la sua rilevanza metodologica. L’idea fondante, allora come oggi, era quella di lavorare su una critica testuale, ma le circostanze specifiche della vicenda editoriale del film hanno imposto un approccio interdisciplinare che ha abbracciato la filologia, la storia e il giornalismo d’inchiesta. L’indagine si è sviluppata su due livelli: da un lato, l’analisi delle differenze tra il film e il romanzo, mettendo in luce le implicazioni estetiche e filosofiche della trasposizione cinematografica; dall’altro, lo studio delle alterazioni che Solaris ha subito nella sua distribuzione italiana, attraverso il ritrovamento di documenti inediti e testimonianze dirette.
La prima sfida fu quella di comprendere l’impatto dei tagli apportati al testo filmico: in Unione Sovietica, il rapporto conflittuale tra Tarkovskij, uomo di fede cristiana e profondamente religioso, e la burocrazia atea del regime sovietico ha lasciato un segno indelebile sulla sua opera. Una volta ricostruita la genesi dei tagli sovietici, l’indagine si è spostata sulla versione italiana, decurtata di quasi un’ora e ulteriormente compromessa da un doppiaggio che, pur avendo la firma autorevole di Dacia Maraini e Pier Paolo Pasolini, fu condotto in una direzione discutibile, con l’adozione di inflessioni regionalistiche che hanno amplificato il disorientamento prodotto dai tagli alla pellicola. Questi interventi non solo hanno alterato il significato del film, ma hanno anche posto un interrogativo fondamentale: cosa rimaneva ancora comprensibile e coerente di Solaris nella sua forma mutilata? La risposta non poteva che passare attraverso un lavoro di ricostruzione filologica e comparativa, supportato da testimonianze esclusive – tra cui l’intervista a Dacia Maraini riportata integralmente nel testo – e da un’analisi che intreccia la storia culturale, la critica cinematografica e lo studio del testo filmico come opera d’arte.
Ma oggi questa ricerca si arricchisce di una nuova prospettiva. L’avvento dell’intelligenza artificiale ha reso più pressante una riflessione che in Solaris era già presente in nuce: cosa accade quando l’uomo si trova di fronte a un’intelligenza che non può comprendere? Come interagiamo con un’entità che non imita la coscienza umana, ma ne rivela i meccanismi più profondi e spesso irrazionali? Il dibattito contemporaneo sulla coscienza artificiale ci costringe a riformulare le stesse domande che Lem e Tarkovskij avevano posto più di cinquant’anni fa. Se i sistemi di intelligenza artificiale oggi sono in grado di produrre testi, immagini, decisioni e analisi sempre più sofisticate, siamo davvero sicuri che il criterio della “comprensione” sia ancora quello centrale per definire l’intelligenza?
Nel film, il protagonista Chris Kelvin si scontra con l’impossibilità di dare un senso univoco a ciò che vede. I suoi parametri razionali si rivelano inadeguati, e ciò che inizialmente considera un’allucinazione si trasforma in un’esperienza concreta, tangibile. L’intelligenza artificiale oggi pone la stessa sfida: non è più una macchina calcolatrice che esegue operazioni secondo schemi rigidi, ma una forma di elaborazione capace di apprendere, adattarsi, rispondere a sollecitazioni non previste. Se l’oceano di Solaris genera simulacri che sembrano avere autonomia emotiva, non possiamo dire che i modelli avanzati di intelligenza artificiale producano oggi risposte che ci costringono a ridefinire il confine tra umano e artificiale?
L’attualità di questo lavoro risiede proprio in questo approccio: un’indagine che non si limita a raccontare una vicenda storica, ma che si propone come un modello di analisi rigorosa per la comprensione di un testo filmico e, più in generale, di un’opera d’arte. Solaris non è solo un film sulla fantascienza o sulla tecnologia, ma un’opera che interroga il rapporto tra realtà e illusione, tra memoria e identità, tra coscienza e alterità. Oggi, più che mai, queste domande sono essenziali per capire come il nostro rapporto con la tecnologia stia trasformando la nostra percezione del reale.
Questa nuova edizione, che riporta un diverso titolo rispetto all’originale, non è solo una ripubblicazione del lavoro originario, ma un’opera che guarda al presente e al futuro. Integrare l’introduzione di ventiquattro anni fa, qui rielaborata, con questa nuova prefazione vuole offrire al lettore una chiave di lettura attuale, capace di connettere il passato di Tarkovskij e Lem con le sfide del nostro tempo.
Va inoltre ricordato che questa ricerca ha preso forma nell’anno accademico 2000-2001, quando discutevo la mia tesi di laurea in Lettere Moderne presso l’Università “La Sapienza” di Roma. Relatore era il professor Orio Caldiron, titolare della cattedra di Storia e Critica del Cinema; correlatore il professor Flavio De Bernardis; presidente della commissione il professor Pierluigi Petrobelli, ordinario di Storia della Musica presso la Facoltà di Lettere e Socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, nonché socio onorario dell’American Musicological Society e della Royal Musical Association. A loro va il mio ringraziamento per aver sostenuto e guidato questa ricerca, che oggi trova nuova luce in un volume pensato per guardare oltre i confini accademici e aprirsi al dialogo con il presente, rileggendo Solaris non solo come un capolavoro cinematografico e letterario, ma come uno specchio che ci interroga ancora oggi, un luogo in cui l’uomo si confronta con l’ignoto – che sia un oceano pensante o un’intelligenza artificiale – e, inevitabilmente, con sé stesso.
A secret resistance, hidden alliances, and documents that change history.
Download a free excerpt of the book and explore the hidden side of one of Italy’s most iconic journalists during World War II.
This book emerges from an in-depth and surprising historical investigation that brings to light a resistance movement of great significance, previously unknown. It reveals a moderate, monarchist strand of the resistance, distinct from the political stance of the CLNAI. Within this context, the figure of Indro Montanelli takes on a completely new dimension, shedding the ambiguity he himself cultivated over the years to maintain the utmost secrecy about the organization he was part of.
Through the discovery and analysis of previously classified top-secret documents, now declassified, and the careful cross-referencing of published works with archival material, a previously unsuspected story of intelligence operations has been pieced together.
This structure, known as the "Yellow Band," had direct connections with the Jewish community (the origin of its name) and was effectively an extension of British intelligence operating out of Switzerland. It was a network of seemingly ordinary individuals working along the Italian border, and it was among the first to obtain the Auschwitz protocols.
The network was cleverly divided between civilians, organized and led by an Italian nobleman, and military personnel, under the direct supervision of a general in the Italian Air Force.
Among these ranks stood the presence of "Captain" Montanelli, identified as one of the officers worthy of particular recognition.
Il giornalista italiano più amato e controverso non ha mai svelato il suo vero coinvolgimento nella Resistenza. Per anni ha custodito un segreto e, quando ha parlato, ha lasciato dietro di sé contraddizioni e ambiguità, alimentando sospetti e polemiche fino a oggi.
Basato su documenti «top secret» finalmente venuti alla luce, questo libro svela una storia mai raccontata: tra il 1943 e il 1945, Montanelli non fu solo un osservatore o un cronista, ma un attore silenzioso in una complessa rete di spionaggio e controspionaggio al confine svizzero.
Una rete di resistenza clandestina guidata da figure insospettabili, tutte al servizio dell’intelligence britannica, tra i più potenti servizi di spionaggio del mondo. Oltre al suo ruolo cruciale nel conflitto, la «Banda Gialla» si distinse anche per operazioni umanitarie che salvarono migliaia di ebrei perseguitati. Una storia nascosta che getta nuova luce sugli ultimi giorni della guerra e sul vero ruolo che Montanelli – e altri come lui – hanno giocato.