Enciclopedia - La Cultura secondo Umberto Eco
2020, Enciclopedia
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Abstract
1) La cultura non è un sistema di equivalenze, un Dizionario. E' una Enciclopedia, un sistema di segni ciascuno dei quali relato a qualsiasi altro segno. 2) La cultura è tale che il tutto influisce sui singoli elementi e i singoli elementi influiscono sul tutto 3) La comunicazione non è trasmettere informazioni che restano inalterate nel passaggio tra chi parla e chi ascolta è traduzione del codice dell'emittente nel codice del ricevente. 4) Anche se tutti i percorsi sono possibili ogni cultura ne incoraggia alcuni e ne scoraggia altri. C'è un discorso Mainstream che esercita una pressione in senso conformista che rende più probabile l'attivazione di certi nessi e la generazione di certi discorsi e meno probabili altri. 5) Ogni cultura contiene delle sottoculture, anch'esse strutturate come un'Enciclopedia. 6) Discorsi e rapporti sociali sono strettamente intrecciati tanto che i rapporti sociali generano discorsi e i discorsi generano rapporti sociali. 7) L'intreccio dei vari discorsi contiene tensioni e conflitti che rendono dinamica la cultura e la società 8) La semiotica è una disciplina critica che smonta i meccanismi interni della cultura e della società e i suoi presupposti ideologici impliciti e li rende espliciti e li sottopone ad esame. Questi punti non sono esaustivi del discorso di Eco sulla cultura ma ci sono le cose fondamentali
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Ricapitolare o riassumere l'intera opera di Umbero Eco è compito evidentemente impossibile. Ciò che cercheremo di fare in questo nostro intervento è dunque focalizzarci su di un singolo aspetto del suo percorso intellettuale. Rifletteremo infatti su come Umberto Eco ha dato forma al rapporto fra spazio semiotico e spazio extrasemiotico, analizzando come questi due spazi sono stati descritti nel suo lavoro. Per farlo ci soffermeremo su alcune "prese di posizione" di Eco, prese di posizione che dal nostro punto di vista possono essere considerate testimonianza delle sue elaborazioni più rilevanti o esemplari. Analizzando lo spazio extrasemiotico, come vedremo, sarà importante chiamare in causa, sebbene in modo fin troppo veloce, altri autori e padri della semiotica: Peirce, Saussure, Greimas. Analizzando lo spazio semiotico invece sarà maggiormente interessante concentrarci sui cambiamenti interni al lavoro di Eco: cambiamenti che prendono spesso la forma di sfumature terminologiche e concettuali, leggere ma decisive nell'affrontare l'esplorazione del campo semiotico-culturale. Questa breve passeggiata nel vasto bosco echiano ha dunque diversi obbiettivi. In primo luogo, se ne saremo capaci, ci darà modo di tracciare un percorso nuovo o poco battuto nella vasta opera di Umberto Eco, mettendo in luce snodi, rinvii, relazioni fra elaborazioni, concetti, posizioni (di Eco e di altri) che meritano di essere maggiormente evidenziati. In secondo luogo, può darci l'occasione per alcune considerazioni generali sulla visione semiotica e sulla visione del mondo che Eco sviluppa nel tempo e attraverso la scrittura accademica. In terzo luogo, ed infine, la nostra speranza è che chi avrà la pazienza di seguirci in questo cammino avrà modo di apprezzare ancor più a fondo la complessità e il valore dell'opera di Umberto Eco.
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In his novel Il nome della rosa, Umberto Eco seems to express-also through the imagined words of the second book of Aristotle's Poetics-a hypothesis of philosophical laughter based on disharmony. As William of Baskerville realizes over the course of the story, the difficulty of believing in a solid relationship between knowledge, language, and reality makes it impossible to reconstruct the way in which things actually are: in response to the severity of the monastic attitude in considering the wordly reality and the truths of theology, a sceptic smile stands out. This point of view finds a confirmation even in times and authors different from those explicitly discussed in Eco's writings.
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