La trasformazione politica del monarca europeo nel XIX secolo

Historia Constitucional

Recensión de: Renata De Lorenzo, Rosa Ana Gutiérrez Lloret (eds.), Las monarquías de la Europa meridional ante el desafío de la modernidad (siglos XIX y XX), Prensas de la Universidad de Zaragoza, Zaragoza, 2020, pp. 537 Enviado el (Submission Date): 25/08/2021Aceptado el (Acceptance Date): 11/09/2021

l'Ottocento costituisce un importante momento di svolta, soprattutto se si pensa al ritardo con cui i suoi scritti penetrarono nell'area germanofona e alla diffidenza pregiudiziale che qui ne accompagnò a lungo la ricezione. se vi fu dunque un secolo al di là delle alpi, nel corso del quale Machiavelli fu letto e meditato, questo fu l'Ottocento: lo attestano sia l'autorevolezza e il numero degli studiosi che si confrontarono con il suo pensiero, sia il valore dei contributi che costoro seppero offrire all'esame critico della sua opera. Ciò non significa, tuttavia, che nella cultura settecentesca di lingua tedesca fossero mancati lavori di pregio come il De Nicolao Machiavello (1731) di Johann Friedrich Christ (1701-1756) o lavori controversi, capaci di suscitare ampio clamore, come l'Antimachiavel (1740) di Federico ii di Prussia (1712-1786). La vera novità consiste piuttosto nel fatto che, durante l'Ottocento, lungi dal restare prigionieri di letture erudite o pregiudizialmente polemiche, gli scritti di Machiavelli divennero oggetto di accurati studi e di appassionate riletture. e, se da un lato ciò contribuì a far sì che il nome del segretario fiorentino iniziasse a essere citato,

Col termine ordini monarchici s'intende una particolare forma di sociabilità cavalleresca, nata a inizio Trecento e presto diffusasi presso quasi tutte le dinastie europee. Mentre gli ordini monastico-cavallereschi erano composti da religiosi in armi, che avevano come scopo la lotta contro gli "infedeli" ed erano guidati da un Gran maestro eletto da un'assemblea di cavalieri, quelli monarchici avevano a capo un sovrano ed erano costituiti da cavalieri laici. Il loro insieme costituiva un capitolo, cui (almeno in un primo tempo) era deputata la scelta dei nuovi membri. Certo, anche gli ordini monarchici avevano una dimensione religiosa 1 , ma il loro scopo principale era la costituzione d'un gruppo ristretto di fedelissimi del sovrano, al totale servizio di quest'ultimo. Insegna tipica di tali ordini era il collare, una catena d'oro da cui pendeva un segno distintivo che rimandava al nome dell'ordine o al santo cui esso era dedicato. Il collare (o collana) era comune al sovrano quanto ai cavalieri ed era un simbolo del legame che univa fra di loro i membri dell'ordine 2 . L'importanza assunta dai collari per tali ordini era tale che il Sansovino nel suo trattato Della origine dei cavalieri li definiva tout court "ordini di collana" e notava come questi fossero ormai "maggiori di tutti gli altri". I collari, "segno di grandezza et honorevolezza", furono inseriti dai sovrani nei propri stemmi, divenendo così parte centrale della simbologia degli stati monarchici 3 . La nascita e l'evoluzione degli ordini monarchici, nell'ampio arco di tempo che va dal Trecento al Settecento, va letta, quindi, come manifestazione dei rapporti che legarono principi e aristocrazie. Essi ebbero un ruolo essenziale nella realizzazione da parte d'ogni sovrano d'un proprio sistema degli onori, elemento indispensabile per svolgere una politica di disciplinamento e organizzazione dei ceti dirigenti. La loro fortuna fu possibile perché -almeno in origine -si presentarono come espressione degli ideali cavallereschi, in particolare di quell'archetipo di grande e duraturo successo che fu il mito d'Artù e dei cavalieri della Tavola rotonda (di cui, per esempio, l'ordine inglese della Giarrettiera si proclamava erede diretto). Gli ordini monarchici vanno interpretati come un riflesso, una traduzione sul terreno cavalleresco dei rapporti di forza sociali e politici: ogni mutazione nella loro storia fu effetto ed espressione d'un cambiamento nel campo politico. Non si sa con certezza quale sia stato il primo ordine monarchico. Il più antico di cui si hanno prove sicure è l'ordine di San Giorgio, istituito nel 1325 da Carlo I d'Angiò, re d'Ungheria. Nel 1332, il re di Castiglia Alfonso XI creò l'ordine della Banda (che prendeva il nome da una fascia di colore rosso che ne distingueva i cavalieri). Intorno al 1344, Edoardo III d'Inghilterra diede vita all'ordine di San Giorgio o della Giarrettiera, il più antico fra quelli ancora esistenti, seguito nel 1350 dall'ordine del Cigno nero, istituito dal conte di Savoia Amedeo VI; nel 1351 dall'ordine della Stella, fondato dal re di Francia Giovanni II e nel 1352 dalla Compagnia del nodo, creata dal re di Napoli Luigi d'Angiò. Proseguire nell'elenco significherebbe proporre una lunga serie di nomi e date: fra metà Trecento e metà Quattrocento, infatti, non vi fu in pratica né corona né dinastia europea che non si dotò d'un proprio ordine cavalleresco (cfr. App. I, tab. 2) 4 . Gli ordini fondati fra Trecento e Quattrocento erano, all'inizio, molto differenti fra di loro, tanto che gli storici hanno più volte provato a elaborarne una classificazione, ma con non poche difficoltà 5 . La storia degli ordini sabaudi può aiutare a comprendere varietà ed evoluzione degli ordini monarchici in questa prima fase. Per secoli si è sostenuto che il primo ordine cavalleresco sabaudo fosse l'ordine del Cigno nero, fondato da Amedeo VI nel 1350 6 . Le ricerche più recenti hanno dimostrato, invece, che si trattava di una "Adelgesellschaften", ossia una "compagnia cavalleresca", peraltro già esistente, di cui, in un anno compreso fra 1348 e 1350, il duca di Savoia e il duca di Milano erano entrati a fare parte, senza che nessuno dei due, peraltro, ne assumesse il controllo 7 . Le "compagnie cavalleresche" erano sorte all'inizio del Trecento nel territorio del Sacro Romano Impero (di cui era parte -è bene ricordarlo -anche la Savoia) 8 . Nel corso del secolo si diffusero rapidamente, tanto che fra 1331 e 1517 se ne possono contare poco meno di cento. Si trattava di società che per lo più non erano fondate da un principe e che, comunque, eleggevano autonomamente il proprio maestro. Il loro fine era stabilire alleanza e sostegno reciproco fra i membri: non ordini monarchici, quindi, ma societas, come erano spesso indicate. Alcune di esse, peraltro, finirono per entrare nella sfera di controllo di qualche sovrano, che le trasformò in veri e proprio ordini monarchici. È il caso, per esempio, dell'ordine del Drago (Drachenorden) che era stato fondato come compagnia cavalleresca dal re di Boemia Venceslao di Lussemburgo (1361-1419). Nel 1408 suo fratello Sigismondo, re d'Ungheria, ne assunse il controllo, rifondandolo come ordine monarchico: un processo consolidatosi quando nel 1410 divenne imperatore 9 . Tornando all'ordine del Cigno nero, si può ipotizzare che Amedeo VI, entran-

Con il titolo di Historia vel Gesta Francorum Roger Collins ha denominato una revisione della Cronaca di Fredegario, contente le cosiddette 'Continuazioni', fatta redigere intorno al 751 dal conte Childebrando, zio di Pipino III. Studiando questo testo nella prospettiva indicata da Collins sono emersi tre dati: 1) che le cosiddette 'Continuazioni della Cronaca di Fredegario' sono effettivamente sincrone al 751; 2) che nell'Historia vel Gesta Francorum dell'avvicendamento fra Merovingi e Carolingi viene fornita un'interpretazione molto diversa rispetto alle fonti successive; 3) che i valori e i contenuti politici veicolati attraverso questo scritto sono più in linea con quelli della storiografia precedente che non con quella della piena età di Carlo Magno

2021

Among medieval institutions, the development of monasticism represents one of the main innovations, both in the east as well as in the west, that marked the formation of european civilization. It was originated as a spontaneous movement within Christianity, it developed over the centuries responding to the social needs of spiritual and religious renewal; a process occurred in accordance with the canonical norms indicated by the Church authorities. The influence of the Regula Benedicti in particular, and together with it the progressive disciplinary orientation of the papacy, estalished a fundamental turning point and this direction, starting from the eighth century, was not only assumed by the Carolingian reform of the synods of Aachen, but became the reference of any subsequent cloistered reform of european monasticism.Tra le istituzioni medievali, lo sviluppo del monachesimo rappresenta una delle maggiori novità, in Oriente come in Occidente, che ha segnato la formazione della ci...