Il vecchio col bastone

2014

Analisi dei confini di disciplina degli artt. 317 e 319-quater c.p. alla luce della dottrina e della giurisprudenza nomofilattica.

Semiotic study of the symbol and mythology of the figure of Che Guevara

Era un vecchio che pescava da solo su una barca a vela nella Corrente del Golfo ed erano ottantaquattro giorni ormai che non prendeva un pesce. Nei primi quaranta giorni lo aveva accompagnato un ragazzo, ma dopo quaranta giorni passati senza che prendesse neanche un pesce, i genitori del ragazzo gli avevano detto che il vecchio ormai era decisamente e definitivamente salao, che è la peggior forma di sfortuna, e il ragazzo li aveva ubbiditi andando in un'altra barca che prese tre bei pesci nella prima settimana. Era triste per il ragazzo veder arrivare ogni giorno il vecchio con la barca vuota e scendeva sempre ad aiutarlo a trasportare o le lenze addugliate o la gaffa 1 e la fiocina e la vela serrata all'albero. La vela era rattoppata con sacchi da farina e quand'era serrata pareva la bandiera di una sconfitta perenne.

2022

Qui di seguito chi legge troverà la dedica che Luigi Pirandello fece del suo romanzo appena pubblicato dall'editore Treves, ai suoi genitori. Siamo nel 1913 l'anno in cui apparve la prima edizione di quel romanzo, sul quale vengono svolte alcune annotazioni definite "stravaganti". Lo scritto è apparso anche sulla rivista web Beemagazine.

Divise con Giorgione e Tiziano l'onore di modernizzare e rigenerare l'arte veneziana Giovan Battista Cavalcaselle Con uno sguardo penetrante, diretto all'osservatore, un giovane gentiluomo appare su un fondo anonimo grigio-bruno in un'atmosfera sospesa, lirica, soffusa. Coronato da una folta zazzera, tipica della moda veneziana di inizio Cinquecento, l'avvenente giovane è bloccato mentre impugna una spada volgendosi di tre quarti verso lo spettatore, espediente plastico che ne rivela l'elegante abbigliamento: un robone con collo di pelliccia, indice di un rango sociale altolocato. Il Ritratto di gentiluomo (inv. 4579) 1 conservato al Museo Poldi Pezzoli di Milano (figg. 1 e 3, tav. 11) ha una vicenda collezionistica antica tuttora ignota: proveniente dalla raccolta privata dell'architetto Luigi Bonomi, che lo acquistò tra gli anni cinquanta e sessanta del Novecento sul mercato antiquariale inglese, grazie alla mediazione del restauratore Enos Malagutti, la tela venne restaurata alla metà degli anni sessanta e godette da quel momento dell'altisonante attribuzione alla mano del giovane Tiziano 2. L'assegnazione fu presto ridiscussa quando, nel 1987, il dipinto fu donato dalla moglie di Bonomi, Maria Eva Sala, al Poldi Pezzoli 3 : al momento dell'ingresso nel museo di via Manzoni, causa la dimensione intimistica del soggetto, esso venne prudentemente ascritto alla scuola di Giorgione 4 .